L´allarme lanciato da Bonomi. Penati: se il governo non interviene firma la morte di Malpensa
La grande fuga da Linate "In ottobre calo del 14%"
Dopo Malpensa, ora è allarme Linate. «In ottobre i passeggeri sono scesi del 14 per cento per colpa della recessione - denuncia il presidente di Sea Giuseppe Bonomi durante la festa per il decennale dell´ex hub varesino - La politica ci può aiutare solo dandoci strumenti per lavorare: liberi le rotte». Anche la Provincia è preoccupata: «Se il governo non interviene - spiega il presidente Filippo Penati - firmerà il certificato di morte dello scalo varesino». Nel frattempo le compagnie straniere minacciano: «Contro Linate city airport chiesto dalla Cai di Colaninno, ricorreremo alla Ue».
Dopo Malpensa, ora è allarme Linate
Bonomi: in ottobre c´è stato un calo di passeggeri del 14%
Se il governo non interviene firmerà il certificato di morte dello scalo varesino
La politica ci può aiutare solo dandoci gli strumenti per lavorare: voli liberi
ANDREA MONTANARI
Nel giorno del compleanno "amaro" di Malpensa, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi lancia l´allarme Linate. «Nelle ultime tre settimane di ottobre i passeggeri sono calati del 14 per cento - ha spiegato durante la festa per il decimo anniversario dell´ex hub varesino -. I risultati dei nostri sforzi per superare il divorzio di Alitalia sono in parte vanificati dalla recessione internazionale. Anche perché Linate non ha subito alcun taglio di voli». Un dato confermato anche da Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie straniere che operano nello scalo milanese. «Linate ha una clientela quasi esclusivamente di affari. Il calo di passeggeri è la prova più evidente degli effetti della crisi economica. Siamo preoccupati perché a Milano finora non era mai successo. Dicembre ci dirà se la crisi è recuperabile. È un mese in cui la clientela business si somma a quella turistica». Il tono si fa più minaccioso quando la discussione si sposta sull´ipotesi prevista dal piano "fenice" di Cai per salvare Alitalia che prevede che Linate diventi solo un city airport. «Se il governo vuole rilanciare Malpensa non ha che da liberalizzare l´uso delle rotte - aggiunge il portavoce milanese delle compagnie straniere - ma se intende appoggiare Cai, che vuole riservare Linate solo ai suoi collegamenti con Roma, sappia che faremo ricorso come dieci anni fa all´Unione europea».
Il presidente di Sea Bonomi preferisce non sbilanciarsi su questo argomento. «Il piano così com´è necessita di una profonda analisi tecnica, regolamentare e normativa. Non mi consta che fino ad oggi questa analisi sia stata fatta: noi siamo pronti, il nostro ruolo è di dare la disponibilità per rendere attuale quel piano». Per questo, però, chiede alla politica di assumersi le sue responsabilità. «L´unico ruolo che la politica deve avere - puntualizza ancora - è di darci elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato detto, negli ultimi dodici mesi la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?».
Il presidente della Provincia Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno scalo di serie B . «Oggi non è più un aeroporto intercontinentale, è un piccolo aeroporto regionale - spiega - Il suo futuro non può essere assegnato alle compagnie low cost, ma Malpensa potrà continuare a vivere se, al posto di Alitalia e Cai che cancellano i voli, arriveranno nuove compagnie per collegare Milano e la Lombardia ai cinque continenti. Se il governo non interviene, firmerà il certificato di morte di questo aeroporto».
Preoccupazione condivisa dall´assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo. Anche se con toni diversi. «Ci auguriamo che Alitalia e Lufthansa si mettano insieme perché questo sarebbe il meglio. Se Cai dovesse scegliere di andarsene, come sembra prefigurarsi, ne prenderemo atto con rammarico e Malpensa dovrà proseguire anche senza Alitalia». Mentre il capogruppo di Forza Italia in Regione Paolo Valentini avvisa il governo: «Non promuovere Malpensa significa danneggiare il sistema economico lombardo, che rappresenta il 40 per cento dell´intero paese».
La Repubblica - Milano
CIAO
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La grande fuga da Linate "In ottobre calo del 14%"
Dopo Malpensa, ora è allarme Linate. «In ottobre i passeggeri sono scesi del 14 per cento per colpa della recessione - denuncia il presidente di Sea Giuseppe Bonomi durante la festa per il decennale dell´ex hub varesino - La politica ci può aiutare solo dandoci strumenti per lavorare: liberi le rotte». Anche la Provincia è preoccupata: «Se il governo non interviene - spiega il presidente Filippo Penati - firmerà il certificato di morte dello scalo varesino». Nel frattempo le compagnie straniere minacciano: «Contro Linate city airport chiesto dalla Cai di Colaninno, ricorreremo alla Ue».
Dopo Malpensa, ora è allarme Linate
Bonomi: in ottobre c´è stato un calo di passeggeri del 14%
Se il governo non interviene firmerà il certificato di morte dello scalo varesino
La politica ci può aiutare solo dandoci gli strumenti per lavorare: voli liberi
ANDREA MONTANARI
Nel giorno del compleanno "amaro" di Malpensa, il presidente di Sea Giuseppe Bonomi lancia l´allarme Linate. «Nelle ultime tre settimane di ottobre i passeggeri sono calati del 14 per cento - ha spiegato durante la festa per il decimo anniversario dell´ex hub varesino -. I risultati dei nostri sforzi per superare il divorzio di Alitalia sono in parte vanificati dalla recessione internazionale. Anche perché Linate non ha subito alcun taglio di voli». Un dato confermato anche da Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie straniere che operano nello scalo milanese. «Linate ha una clientela quasi esclusivamente di affari. Il calo di passeggeri è la prova più evidente degli effetti della crisi economica. Siamo preoccupati perché a Milano finora non era mai successo. Dicembre ci dirà se la crisi è recuperabile. È un mese in cui la clientela business si somma a quella turistica». Il tono si fa più minaccioso quando la discussione si sposta sull´ipotesi prevista dal piano "fenice" di Cai per salvare Alitalia che prevede che Linate diventi solo un city airport. «Se il governo vuole rilanciare Malpensa non ha che da liberalizzare l´uso delle rotte - aggiunge il portavoce milanese delle compagnie straniere - ma se intende appoggiare Cai, che vuole riservare Linate solo ai suoi collegamenti con Roma, sappia che faremo ricorso come dieci anni fa all´Unione europea».
Il presidente di Sea Bonomi preferisce non sbilanciarsi su questo argomento. «Il piano così com´è necessita di una profonda analisi tecnica, regolamentare e normativa. Non mi consta che fino ad oggi questa analisi sia stata fatta: noi siamo pronti, il nostro ruolo è di dare la disponibilità per rendere attuale quel piano». Per questo, però, chiede alla politica di assumersi le sue responsabilità. «L´unico ruolo che la politica deve avere - puntualizza ancora - è di darci elementi per lavorare, cioè la liberalizzazione dei diritti di traffico. Se, come ci è stato detto, negli ultimi dodici mesi la trattativa per la vendita di Alitalia fosse in conflitto con la richiesta di liberalizzare le rotte, occorre che il Paese si interroghi e quindi la politica decida qual è l´interesse prevalente del paese. Quello di vendere Alitalia o il futuro del trasporto aereo?».
Il presidente della Provincia Filippo Penati, invece, non si rassegna a considerare ormai Malpensa come uno scalo di serie B . «Oggi non è più un aeroporto intercontinentale, è un piccolo aeroporto regionale - spiega - Il suo futuro non può essere assegnato alle compagnie low cost, ma Malpensa potrà continuare a vivere se, al posto di Alitalia e Cai che cancellano i voli, arriveranno nuove compagnie per collegare Milano e la Lombardia ai cinque continenti. Se il governo non interviene, firmerà il certificato di morte di questo aeroporto».
Preoccupazione condivisa dall´assessore regionale alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo. Anche se con toni diversi. «Ci auguriamo che Alitalia e Lufthansa si mettano insieme perché questo sarebbe il meglio. Se Cai dovesse scegliere di andarsene, come sembra prefigurarsi, ne prenderemo atto con rammarico e Malpensa dovrà proseguire anche senza Alitalia». Mentre il capogruppo di Forza Italia in Regione Paolo Valentini avvisa il governo: «Non promuovere Malpensa significa danneggiare il sistema economico lombardo, che rappresenta il 40 per cento dell´intero paese».
La Repubblica - Milano
CIAO
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