AirOne, sala vip, fidelizzazione ed il caffè

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cipollazzi

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leggendo la fine dell'articolo sento proprio quel suono tipico de "la prima gallina che fa coccodè..."


Aldo Grasso "Corriere della Sera Magazine"
"Flessibili, globali, a tempo determinato. Il ritmo delle nostre vite si è fatto meno scandito di quello dei nostri genitori». Una frase così ti entra dentro, ti accompagna per tutta la giornata e, alla fine, concludi: cosa cavolo vuol dire? Adesso spiego tutto, magari riesco ad afferrare qualcosa di più, e forse trovo il bandolo della matassa. Giorni fa mi trovavo all'aeroporto e ho assistito coi miei occhi a questa scena. Un signore, con in mano una carta speciale, invita alcuni suoi amici in una sala vip, la Lounge di Air One.
La porta resta aperta, come uno schermo cinematografico. Immagino che il signore voglia offrire un caffé ai suoi amici, che sono tre. Troppi per la hostess che è al bancone: ogni titolare di carta può invitare un solo ospite. A questo punto è impossibile non seguire tutta la scena: la sala è mezza vuota, gli ospiti in più si ritraggono con mille scuse, resta solo il Vip. Con una faccia che è difficile da descrivere: imbarazzato, mortificato, avvilito. Se ne esce anche lui, mesto come un cane bastonato. Fingo di leggere il giornale per non fargli capire che ho visto il film.
Più tardi, salito sull'aereo, sfoglio la rivista della compagnia aerea che si apre con un editoriale di Giovanna Salza, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Air One. E leggo quell'indimenticabile incipit: «Flessibili, globali, a tempo determinato. Il ritmo delle nostre vite si è fatto meno scandito di quello dei nostri genitori».
Le nostre compagnie aeree non vivono un momento di grande salute. Abbiamo assistito alle lancinanti giornate dell'Alitalia: le interminabili ore di trattative, la difficile intesa, il salvataggio in extremis. Se non ho capito male, anche Air One verrà assorbita dalla nuova società, senza che i suoi dipendenti si siano dovuti esporre in modo drammatico come quelli di Alitalia.
Ora, è vero che siamo flessibili (ma le hostess devono essere inflessibili, giustamente), globali e a tempo determinato (la nostra condizione esistenziale su questa terra) ma invece di scrivere astrusi editoriali non è meglio insegnare un po' di cortesia, non è meglio, comunicare ricorrendo a un sorriso? Con la spesa di un euro per tre caffé istantanei l'Air One avrebbe potuto fidelizzare qualche viaggiatore in più ed evitare a una suo frequent flyer (a scanso di equivoci, non sono io) una figuraccia. Sì, il ritmo delle nostre vite è meno scandito di quello dei nostri genitori.
 
IL BRUTTO FILM È DI GRASSO...
Franco Bechis per "Italia Oggi"

Il critico televisivo del Corriere della Sera, Aldo Grasso, deve essere a corto di argomenti se ha dedicato un'intera pagina della sua rubrica dal titolo «Giro di vite» su Magazine di ieri, a una polemica assurda, da lui imbastita a freddo su un fatto inesistente e sotto un titolo immotivatamente corrucciato: «Un brutto film di AirOne».

Che Grasso sia a corto di argomenti mentre la tv manda in onda il nulla centrifugato, è comprensibile. Meno comprensibile invece è che Grasso abbia dedicato un pagina intera della sua rubrica a un fatto ovvio e cioè che l'hostess responsabile della sala vip di AirOne non abbia consentito l'ingresso di un passeggero munito della tessera per accedervi, ma accompagnato da ben tre amici intenzionati anche a scroccare un caffè, quando il regolamento prevede espressamente che un vip, nell'accedere alla lounge, possa essere accompagnato solo, al massimo, da un amico.

La norma è comprensibile e vale per tutte le compagnie aeree. Quasi tutte, anzi, non fanno eccezione nemmeno per un solo accompagnato. Per loro, nelle sale vip, entra solo chi ha la tessera per accedervi. Si vede che Aldo Grasso non sa queste cose perché non è un frequent flyer come dovrebbero essere coloro che sono ammessi alle lounges senza essere raccomandati. Vuol dire quindi, lo supponiamo, che ad Aldo Grasso la tessera vip AirOne gli è stata data perché scrive sul Corriere, adottando, per lui, almeno, quella «flessibilità» che Grasso non ha visto applicare al vip con il codazzo di amici.
Le lounges sono un premio e una facilitazione che le compagnie aeree concedono ai loro clienti più assidui. Servono ad accoglierli al meglio, a farli riposare e rilassare fra una coincidenza e l'altra. Non essendo queste lounges infinite, come spazio, se ad esse accedono più persone, oltre quelle che ne hanno diritto, coloro che hanno diritto finiscono, per esempio, per stare in piedi, o per trovarsi in un locale affollato.

Non è quindi il caso di essere «flessibili» chiudendo un occhio (e magari anche tutti e due) come chiede perentoriamente Aldo Grasso. Pertanto chi ha sbagliato, in questo caso, non è stata l'hostess ma chi ha chiesto all'hostess ciò che essa non poteva concedere. Sì, sì, ai sensi del regolamento, visto che i regolamenti, salvo che in alcune vistose eccezioni geografiche, si fanno per applicarli.

Ci viene a questo punto un dubbio (solo un dubbio, certo). E cioè che Grasso si sia indignato così tanto contro l'applicazione di un regolamento perché era lui che aveva al seguito tre suoi amici. In questo caso, l'ammettiamo, conoscendolo per un vendicativo a prescindere, noi avremmo chiuso un occhio. Avremmo agito male, da pavidi, ne conveniamo, ma ci saremmo anche risparmiati una paginata di improperi indebiti, immotivati e pretestuosi ma che, diffusi in mezzo milione di copie, lasciano sempre il segno. E Grasso lo sa. Ecco perché li tira.
 
io non lo farei entrare piu' in tutte le sale vip di AIRONE , visto che il ringraziamento e' scrivere male di chi ti ospita ................
 
L'addetta all'ingresso della sala vip ha fatto quello che doveva, cioè ha applicato il regolamento.

Quello che trovo irritante, invece, è che Airone non renda pubblici i criteri di ammissione alle sale VIP.

Io stesso, l'anno scorso, quando volavo Airone quasi tutte le settimane, ho fatto domanda e non ho mai ricevuto risposta.
 
L'articolo di Grasso lascia il tempo che trova: la sua è una polemica sterile e senza senso. Però anche i lettori devono fare attenzione: Franco Bechis lo accusa di aver ottenuto "la tessera vip AirOne perché scrive sul Corriere". E rincara la dose scrivendo che "era lui che aveva al seguito tre suoi amici".
Nell'articolo di Grasso è scritto che lui si trovava fuori della sala: "La porta resta aperta, come uno schermo cinematografico". Avrà voluto dire, secondo me, che ha potuto assistere alla scena dall'esterno: "Fingo di leggere il giornale per non fargli capire che ho visto il film".
Insomma, qua mi pare che gli articoli infondati siano due, non uno.
 
L'articolo di Grasso lascia il tempo che trova: la sua è una polemica sterile e senza senso. Però anche i lettori devono fare attenzione: Franco Bechis lo accusa di aver ottenuto "la tessera vip AirOne perché scrive sul Corriere". E rincara la dose scrivendo che "era lui che aveva al seguito tre suoi amici".
Nell'articolo di Grasso è scritto che lui si trovava fuori della sala: "La porta resta aperta, come uno schermo cinematografico". Avrà voluto dire, secondo me, che ha potuto assistere alla scena dall'esterno: "Fingo di leggere il giornale per non fargli capire che ho visto il film".
Insomma, qua mi pare che gli articoli infondati siano due, non uno.

Io credo che fosse dentro invece, che motivo avrebbe grasso di starne fuori visto che sicuramente è uno di quei personaggi che usufruiscono della vip lounge anche senza averne i requisiti (per gentile concessione della compagnia sia chiaro). E poi l'accesso della saletta non è altro che una porta automatica che resta chiusa se non c'è qualcuno che resta impalato di fronte a sbirciare al suo interno...
 
Al signor Aldo Grasso si dovrebbe rispondere inserendolo in una lista di "persone non grate" della compagnia.
Purtroppo nelle compagnie aeree siamo tutti troppo pavidi per prendere queste iniziative "educative".
No, mi sbaglio, la British ha bandito Naomi dai suoi voli, almeno un esempio di coraggio c'è.

Anche io sono d'accordo, purtroppo siamo in due contesti completamente differenti (italia-inghilterra) e i soggetti di valutazione hanno caratteristiche diverse: una è una ex-showgirl in declino con un carattere bizzarro che non si trova certamente per la prima volta in questo tipo di situazioni, l'altro è uno dei giornalisti più influenti del panorama italiano e sapete bene quanto sono temuti (erronamente) i pennivendoli qui nel Belpaese.
 
L'addetta all'ingresso della sala vip ha fatto quello che doveva, cioè ha applicato il regolamento.

Quello che trovo irritante, invece, è che Airone non renda pubblici i criteri di ammissione alle sale VIP.

Io stesso, l'anno scorso, quando volavo Airone quasi tutte le settimane, ho fatto domanda e non ho mai ricevuto risposta.

Quoto la prima parte.
Davanti agli ingressi delle sale WELCOME AP ci sono dei poster informativi che regolano l'ingresso.
Ps Secondo me Grasso ha raccontato un episodio a lui acccaduto..e ha pure "rosicato"
 
Tra l'altro se l'abuso di "ospitate" prendesse piede e fosse pure tollerato dal personale al banco, come la mettiamo con la crescita esponenziale dei costi? Al di là deli spazi spesso sovraffollati da color che ne hanno diritto normale.
Come si sa ogni goccia riempie il secchio...e questo poi trabocca.
Si inizierà una nuova saga su costi-chiusure-italianità e via dicendo?