Prove di rilancio per il "Colombo". In attesa della gara per la privatizzazione, lo scalo punterà sui voli "low cost" ma con una nuova strategia di promozione
Per fermare lo strapotere degli scali concorrenti, l´aeroporto di Genova accetta di scendere sul loro terreno e ripartire dai collegamenti low cost, proprio quelli che hanno fatto la fortuna di scali come Orio al Serio, Pisa, Treviso. Il presidente Marco Arato annuncia che da marzo ci saranno due nuovi collegamenti low cost con la Germania e una seconda destinazione con l´Inghilterra. «Non è giusto dire che non abbiamo scommesso in passato sui low cost, Genova lo ha fatto e dopo un po´ i voli sono stati cancellati per mancanza di passeggeri - spiega - La verità è che questo aeroporto si può rilanciare solo con un´azione congiunta con gli enti locali, con una promozione forte del nostro territorio che possa attirare passeggeri per i suoi punti di forza, turismo e crociere». Intanto nel primo semestre il Colombo è cresciuto del 9,9% e chiuderà l´anno a 1 milione 250mila passeggeri.
"L´aeroporto non può crescere da solo"
Il presidente Arato: per i nuovi collegamenti serve il marketing della città
"Nel primo semestre saliamo del 10%, nel 2008 chiuderemo a 1 milione 250mila passeggeri"
MASSIMO MINELLA
«Io ce la metto tutta, ora proveremo con due nuovi voli low cost per la Germania e una seconda destinazione per l´Inghilterra. Ma cercate di apprezzare i nostri sforzi» dice il presidente dell´aeroporto di Genova Marco Arato. Il tiro al Colombo è, a Genova, uno degli sport preferiti. Nel senso che si fa a gara a parlare male dell´aeroporto, anche perché si fa poca fatica: ventunesimo nella classifica italiana, ancorato da quindici anni al milione di passeggeri (o poco più), con un numero di collegamenti decisamente inferiore a quello dei concorrenti del Nord Italia. «Ma se ci mettete in relazione con Pisa, che vuol dire la Toscana, Treviso, che è il Veneto, e Bergamo che è la città più ricca del paese, allora il confronto è impietoso». E non dite ad Arato che il problema è nel non aver creduto ai voli "low cost", punto di forza degli altri scali. «Quando Genova ha tentato in passato con i low cost per la Germania e l´Olanda, dopo un po´ sono stati cancellati per mancanza di passeggeri» spiega. Come dire, non date la colpa all´aeroporto, ma a un territorio che è sempre più vecchio, che ha ridotto drasticamente i suoi voli business, che ha un bacino d´utenza scarso e una concorrenza fortissima. Per questo, sostiene il presidente, solo dall´alleanza con il territorio può partire la svolta. «Intanto quest´anno chiuderemo a un milione 250mila passeggeri - spiega - Il primo semestre l´abbiamo chiuso con un dieci per cento di crescita, più del doppio della media nazionale. A giugno siamo addirittura a un più quindici. Partiremo con nuovi voli, ma ciò che più conta lavoreremo per rafforzare il tavolo di promozione turistica con gli enti locali». Attorno a quel tavolo, si sono messi comune, provincia, regione, camera di commercio e autorità portuale. Tutti insieme per spingere verso l´alto il Colombo. «I due pilastri sono la promozione del territorio e la promozione della logistica - dice Arato - Al primo stiamo lavorando con molto impegno. Nei giorni scorsi, con l´assessore regionale al Turismo Bozzano abbiamo messo a punto un´iniziativa congiunta di promozione. A marzo partiranno due voli per la Germania. E a promuoverli non sarà solo l´aeroporto, ma anche la regione, proprio perché è sul territorio che bisogna scommettere». Altrettanto importante è la scommessa che Genova può giocare sulle crociere. «Con Msc i rapporti sono eccellenti, hanno organizzato charter dalla Germania e utilizzano anche il volo British per Londra - dice Arato - Ma anche dai charter dei tour operator stiamo avendo buoni risultati, ottimi per quelli del Mediterraneo, un po´ al di sotto delle attese per quelli dalla Russia». I risultati migliori arrivano però dai collegamenti garantiti dai "nuovi genovesi", sudamericani e albanesi. Il volo per Madrid, che offre poi le coincidenze migliori per il Sud America, è sempre pieno e lo stesso accade al Tirana. «Speriamo che in autunno la crisi dell´Alitalia e il prezzo del carburante non mettano in ginocchio il sistema italiano» aggiunge Arato, che apprezza le manifestazioni d´interesse per la privatizzazione («Msc e Adr sono nomi prestigiosi, anche se ci sarà una gara pubblica») e scommette sulle nuove iniziative logistiche coordinate dal vicesindaco Pissarello. «Per i passeggeri charter abbiamo messo a disposizione un park gratuito - dice - mentre con la Provincia stiamo definendo un´intesa che consentirà di fare dell´aeroporto il capolinea di tutte le linee suburbane per i passeggeri low cost che vogliono andare in Riviera».
Pisa, Treviso e Orio al Serio (Bergamo) puntano da più di dieci anni sui voli "low cost"
"Basso costo", alto guadagno così vincono gli scali concorrenti
Il calo del traffico business: negli anni Ottanta era il 70%, oggi siamo alla metà
RAFFAELE R. RIVERSO
Privatizzazione completa o parziale. Msc di Aponte o Adr di Palenzona. Una cosa è certa: chi rileverà l´aeroporto Cristoforo Colombo dovrà imporre un cambiamento di marcia. Negli ultimi dieci anni, infatti, lo scalo genovese è rimasto fermo e solo nell´ultimo anno ha ripreso a crescere oltre la media degli scali nazionali. Questo mentre tutto intorno c´era fermento. Soprattutto dal 1997, start-up della libera circolazione delle persone e delle merci all´interno della Ue. Nascono, così, le prime compagnie aeree low-cost, vero volano della rivoluzione nei cieli: volare non è più un lusso. Un viaggio può costare anche 10 euro. Non è più un luogo comune sostenere che, più della politica, sono state le low-cost a unire il vecchio continente. Lo scenario più frequente è questo: aeroporti (prima semi-deserti) sovraffollati di turisti provenienti da tutta Europa, che riempiono alberghi e ristoranti tutto l´anno, facendo la fortuna dell´economia del posto. Vero asso piglia tutto, in Italia ed Europa, l´irlandese Ryanair, vera pioniera del basso costo: nel 1997 trasportava 3,7 milioni di passeggeri. Oggi, 60 milioni. Di questi, 14 in arrivo o in partenza dall´Italia. La Ryanair è presente ovunque in Europa (26 Paesi) e conta cinque scali in Marocco: 148 destinazioni totali, 22 in Italia; 702 rotte complessive, 165 nel nostro territorio. Il patto di Michael O´Leary, amministratore delegato della Ryanair, con gli aeroporti è semplice: tu mi favorisci rispetto alle altre compagnie e io ti porto una montagna di passeggeri. L´impatto del vettore irlandese, leader indiscusso di mercato, che predilige gli scali secondari ai grandi aeroporti tipo Fiumicino e Malpensa, può essere preso come paradigma per capire quanto tempo e denaro ha perso il Cristoforo Colombo negli ultimi dieci anni. I 610 mila abitanti di Genova hanno a disposizione una sola rotta Ryanair. I passeggeri del Cristoforo Colombo dal 2000 al 2007 sono passati da 1.063.146 a 1.128.399 e il fatturato da 18 a 21 milioni. L´aeroporto Orio al Serio di Bergamo (117 mila abitanti, 47 rotte Ryan), oltre a non risentire della vicinanza agli scali milanesi, dal primo volo Ryanair nel 2002 ha quintuplicato le presenze: da 1,2 a 6 milioni con un fatturato che sfiora gli 80 milioni. A Pisa (87 mila abitanti e 29 rotte Ryan) la compagnia irlandese è arrivata nel 1997. Da allora il Galileo Galilei ha quadruplicato i passeggeri (da uno a quattro milioni) e triplicato voli (da 7 a 22 mila), fatturato (da 17 a 51 milioni) e posti di lavoro (da 1.500a 4 mila). L´Antonio Canova di Treviso (81 mila abitanti, 13 destinazioni Ryan) deve praticamente la vita alla compagnia di Michael O´Leary arrivata nel 1998: in questo periodo i passeggeri sono passati da 140 mila a 1,5 milioni, i voli da 4 a 20 mila. Inoltre, l´aeroporto di Sestri Ponente «non rientra nei piani» neanche dell´Easyjet (la seconda low-cost europea). Per quanto riguarda il Colombo, c´è da segnalare, però, il progressivo cambiamento della tipologia dei passeggeri: negli anni ottanta-novanta la motivazione del viaggio per oltre il 70% dei passeggeri era di tipo business. Il turismo non rappresentava più del 15%. Mentre oggi la forbice si è ristretta: 40% businessmen e 30% turisti. Se gli scali aeroportuali sono i diretti interessati delle low-cost, a beneficiarne è stato anche lo sviluppo economico legato al turismo. Infatti, analizzando i dati per provincia emerge che dal primo volo Ryanair, le presenze turistiche a Pisa sono aumentate del 36%, a Treviso del 30%, a Bergamo del 17% e a Genova del 10%. E così il numero di strutture ricettive nella provincia di Pisa (+120%), di Bergamo (+19%) e di Treviso (+28%) sono incrementate, mentre a Genova sono diminuite del 12%. Le compagnie low-cost, poi, muovono un turismo giovane: a Bergamo i Bed&Breakfast sono passati da 18 a 112. Allo stesso tempo tutte le strutture a una stella a Genova sono passate da 140 a 100.
La Repubblica - Genova
CIAO
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Per fermare lo strapotere degli scali concorrenti, l´aeroporto di Genova accetta di scendere sul loro terreno e ripartire dai collegamenti low cost, proprio quelli che hanno fatto la fortuna di scali come Orio al Serio, Pisa, Treviso. Il presidente Marco Arato annuncia che da marzo ci saranno due nuovi collegamenti low cost con la Germania e una seconda destinazione con l´Inghilterra. «Non è giusto dire che non abbiamo scommesso in passato sui low cost, Genova lo ha fatto e dopo un po´ i voli sono stati cancellati per mancanza di passeggeri - spiega - La verità è che questo aeroporto si può rilanciare solo con un´azione congiunta con gli enti locali, con una promozione forte del nostro territorio che possa attirare passeggeri per i suoi punti di forza, turismo e crociere». Intanto nel primo semestre il Colombo è cresciuto del 9,9% e chiuderà l´anno a 1 milione 250mila passeggeri.
"L´aeroporto non può crescere da solo"
Il presidente Arato: per i nuovi collegamenti serve il marketing della città
"Nel primo semestre saliamo del 10%, nel 2008 chiuderemo a 1 milione 250mila passeggeri"
MASSIMO MINELLA
«Io ce la metto tutta, ora proveremo con due nuovi voli low cost per la Germania e una seconda destinazione per l´Inghilterra. Ma cercate di apprezzare i nostri sforzi» dice il presidente dell´aeroporto di Genova Marco Arato. Il tiro al Colombo è, a Genova, uno degli sport preferiti. Nel senso che si fa a gara a parlare male dell´aeroporto, anche perché si fa poca fatica: ventunesimo nella classifica italiana, ancorato da quindici anni al milione di passeggeri (o poco più), con un numero di collegamenti decisamente inferiore a quello dei concorrenti del Nord Italia. «Ma se ci mettete in relazione con Pisa, che vuol dire la Toscana, Treviso, che è il Veneto, e Bergamo che è la città più ricca del paese, allora il confronto è impietoso». E non dite ad Arato che il problema è nel non aver creduto ai voli "low cost", punto di forza degli altri scali. «Quando Genova ha tentato in passato con i low cost per la Germania e l´Olanda, dopo un po´ sono stati cancellati per mancanza di passeggeri» spiega. Come dire, non date la colpa all´aeroporto, ma a un territorio che è sempre più vecchio, che ha ridotto drasticamente i suoi voli business, che ha un bacino d´utenza scarso e una concorrenza fortissima. Per questo, sostiene il presidente, solo dall´alleanza con il territorio può partire la svolta. «Intanto quest´anno chiuderemo a un milione 250mila passeggeri - spiega - Il primo semestre l´abbiamo chiuso con un dieci per cento di crescita, più del doppio della media nazionale. A giugno siamo addirittura a un più quindici. Partiremo con nuovi voli, ma ciò che più conta lavoreremo per rafforzare il tavolo di promozione turistica con gli enti locali». Attorno a quel tavolo, si sono messi comune, provincia, regione, camera di commercio e autorità portuale. Tutti insieme per spingere verso l´alto il Colombo. «I due pilastri sono la promozione del territorio e la promozione della logistica - dice Arato - Al primo stiamo lavorando con molto impegno. Nei giorni scorsi, con l´assessore regionale al Turismo Bozzano abbiamo messo a punto un´iniziativa congiunta di promozione. A marzo partiranno due voli per la Germania. E a promuoverli non sarà solo l´aeroporto, ma anche la regione, proprio perché è sul territorio che bisogna scommettere». Altrettanto importante è la scommessa che Genova può giocare sulle crociere. «Con Msc i rapporti sono eccellenti, hanno organizzato charter dalla Germania e utilizzano anche il volo British per Londra - dice Arato - Ma anche dai charter dei tour operator stiamo avendo buoni risultati, ottimi per quelli del Mediterraneo, un po´ al di sotto delle attese per quelli dalla Russia». I risultati migliori arrivano però dai collegamenti garantiti dai "nuovi genovesi", sudamericani e albanesi. Il volo per Madrid, che offre poi le coincidenze migliori per il Sud America, è sempre pieno e lo stesso accade al Tirana. «Speriamo che in autunno la crisi dell´Alitalia e il prezzo del carburante non mettano in ginocchio il sistema italiano» aggiunge Arato, che apprezza le manifestazioni d´interesse per la privatizzazione («Msc e Adr sono nomi prestigiosi, anche se ci sarà una gara pubblica») e scommette sulle nuove iniziative logistiche coordinate dal vicesindaco Pissarello. «Per i passeggeri charter abbiamo messo a disposizione un park gratuito - dice - mentre con la Provincia stiamo definendo un´intesa che consentirà di fare dell´aeroporto il capolinea di tutte le linee suburbane per i passeggeri low cost che vogliono andare in Riviera».
Pisa, Treviso e Orio al Serio (Bergamo) puntano da più di dieci anni sui voli "low cost"
"Basso costo", alto guadagno così vincono gli scali concorrenti
Il calo del traffico business: negli anni Ottanta era il 70%, oggi siamo alla metà
RAFFAELE R. RIVERSO
Privatizzazione completa o parziale. Msc di Aponte o Adr di Palenzona. Una cosa è certa: chi rileverà l´aeroporto Cristoforo Colombo dovrà imporre un cambiamento di marcia. Negli ultimi dieci anni, infatti, lo scalo genovese è rimasto fermo e solo nell´ultimo anno ha ripreso a crescere oltre la media degli scali nazionali. Questo mentre tutto intorno c´era fermento. Soprattutto dal 1997, start-up della libera circolazione delle persone e delle merci all´interno della Ue. Nascono, così, le prime compagnie aeree low-cost, vero volano della rivoluzione nei cieli: volare non è più un lusso. Un viaggio può costare anche 10 euro. Non è più un luogo comune sostenere che, più della politica, sono state le low-cost a unire il vecchio continente. Lo scenario più frequente è questo: aeroporti (prima semi-deserti) sovraffollati di turisti provenienti da tutta Europa, che riempiono alberghi e ristoranti tutto l´anno, facendo la fortuna dell´economia del posto. Vero asso piglia tutto, in Italia ed Europa, l´irlandese Ryanair, vera pioniera del basso costo: nel 1997 trasportava 3,7 milioni di passeggeri. Oggi, 60 milioni. Di questi, 14 in arrivo o in partenza dall´Italia. La Ryanair è presente ovunque in Europa (26 Paesi) e conta cinque scali in Marocco: 148 destinazioni totali, 22 in Italia; 702 rotte complessive, 165 nel nostro territorio. Il patto di Michael O´Leary, amministratore delegato della Ryanair, con gli aeroporti è semplice: tu mi favorisci rispetto alle altre compagnie e io ti porto una montagna di passeggeri. L´impatto del vettore irlandese, leader indiscusso di mercato, che predilige gli scali secondari ai grandi aeroporti tipo Fiumicino e Malpensa, può essere preso come paradigma per capire quanto tempo e denaro ha perso il Cristoforo Colombo negli ultimi dieci anni. I 610 mila abitanti di Genova hanno a disposizione una sola rotta Ryanair. I passeggeri del Cristoforo Colombo dal 2000 al 2007 sono passati da 1.063.146 a 1.128.399 e il fatturato da 18 a 21 milioni. L´aeroporto Orio al Serio di Bergamo (117 mila abitanti, 47 rotte Ryan), oltre a non risentire della vicinanza agli scali milanesi, dal primo volo Ryanair nel 2002 ha quintuplicato le presenze: da 1,2 a 6 milioni con un fatturato che sfiora gli 80 milioni. A Pisa (87 mila abitanti e 29 rotte Ryan) la compagnia irlandese è arrivata nel 1997. Da allora il Galileo Galilei ha quadruplicato i passeggeri (da uno a quattro milioni) e triplicato voli (da 7 a 22 mila), fatturato (da 17 a 51 milioni) e posti di lavoro (da 1.500a 4 mila). L´Antonio Canova di Treviso (81 mila abitanti, 13 destinazioni Ryan) deve praticamente la vita alla compagnia di Michael O´Leary arrivata nel 1998: in questo periodo i passeggeri sono passati da 140 mila a 1,5 milioni, i voli da 4 a 20 mila. Inoltre, l´aeroporto di Sestri Ponente «non rientra nei piani» neanche dell´Easyjet (la seconda low-cost europea). Per quanto riguarda il Colombo, c´è da segnalare, però, il progressivo cambiamento della tipologia dei passeggeri: negli anni ottanta-novanta la motivazione del viaggio per oltre il 70% dei passeggeri era di tipo business. Il turismo non rappresentava più del 15%. Mentre oggi la forbice si è ristretta: 40% businessmen e 30% turisti. Se gli scali aeroportuali sono i diretti interessati delle low-cost, a beneficiarne è stato anche lo sviluppo economico legato al turismo. Infatti, analizzando i dati per provincia emerge che dal primo volo Ryanair, le presenze turistiche a Pisa sono aumentate del 36%, a Treviso del 30%, a Bergamo del 17% e a Genova del 10%. E così il numero di strutture ricettive nella provincia di Pisa (+120%), di Bergamo (+19%) e di Treviso (+28%) sono incrementate, mentre a Genova sono diminuite del 12%. Le compagnie low-cost, poi, muovono un turismo giovane: a Bergamo i Bed&Breakfast sono passati da 18 a 112. Allo stesso tempo tutte le strutture a una stella a Genova sono passate da 140 a 100.
La Repubblica - Genova
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