Problema NEOS \ sindacati, unfit to fly


Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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Malpensa, troppo stanchi per volare. Lavoratori Neos in presidio

MALPENSA – Presidio dei lavoratori Neos davanti al training center della compagnia dalle 13 di lunedì 25 novembre. Il perché della manifestazione viene riassunto da Fabrizio Mazza, Dipartimento Nazionale Uil Trasporti. «Vogliamo accendere l’attenzione su un tema fondamentale: il rispetto di quella che viene definita “fatica operazionale” – dice Mazza – Un rispetto che in alcuni casi le compagnie più piccole e più agguerrite tendono a non avere. In questo caso si tratta di Neos, ma il tema è di carattere generale e deve valere per tutti».

Questione di sicurezza
A far scattare una procedura di raffreddamento prima e il presidio indetto per lunedì poi è stato un episodio specifico. «Sei persone di un equipaggio Neos avrebbero dovuto poter riposare a Verona prima di affrontare un viaggio di lunga tratta da Fiumicino per l’Havana – dice il sindacalista – Riposo “revocato” con conseguente segnalazione da parte dell’equipaggio di stanchezza operazionale e quindi di impossibilità, senza il necessario riposo, di poter affrontare il volo. Si tratta di una questione di sicurezza, se sei stanco, non voli. Lo devi dire, sarebbe pericoloso il contrario».

Denuncia all’Enac
Volo saltato, quindi. «Neos ha avuto un comportamento non corretto – dice ancora Mazza – Di qui la volontà di inviare una lettera all’Enac denunciando l’accaduto e di avviare una procedura di raffreddamento con conseguente presidio. Ribadisco il tema non riguarda la sola Neos, il tema è di così assoluta importanza da diventare di carattere generale».

La posizione di Neos
Di segno completamente opposto la posizione dei vertici Neos che in una nota stampa relativa al volantinaggio e al presidio si dicono «stupiti dai contenuti allarmistici e non veritieri sollevati con lo slogan “L’unfit to Fly non è un’opzione, ma un dovere del navigante».

La nota dell’azienda
La preannunciata mobilitazione non ha alcuna effettiva giustificazione poiché i fatti sono ben diversi da quelli che si vorrebbe far credere. Il 10 novembre, un aeromobile di Neos partito da Fiumicino e diretto all’Havana ha dovuto rientrare all’aeroporto di partenza perché il copilota si era sentito male un’ora dopo il decollo. Dopo l’atterraggio il copilota è stato soccorso e trasportato in ospedale, mentre tutti i passeggeri del volo sono stati fatti sbarcare dall’aeromobile ed assistiti in aeroporto. Neos ha cercato in tutti i modi di sostituire il copilota, ma non riuscendo a trovare un sostituto disponibile, ha organizzato un nuovo volo per l’Havana, via Fiumicino, che sarebbe partito di li a poche ore da Verona con un nuovo equipaggio, destinato ad operare il giorno successivo per altra destinazione, in modo da alleviare i disagi dei passeggeri in attesa a Fiumicino.

Data comunicazione del nuovo turno di impiego a tale ultimo equipaggio, che aveva preso servizio ed era in fase di trasferimento a Verona, 6 membri dello stesso hanno manifestato contrarietà alla nuova assegnazione dichiarandosi quindi, tutti insieme e solo poco tempo prima della partenza del volo da Verona, “unfit to fly “, cioè inidonei ad operare il volo. In conseguenza di ciò, tale volo di soccorso (e di riprotezione dei passeggeri in attesa a Fiumicino) veniva cancellato all’ultimo minuto e gli stessi passeggeri erano costretti a trascorrere la notte in albergo e a subire un notevole ritardo nella ripartenza, nonostante tutti gli sforzi profusi dalla compagnia per evitarlo. Su quanto accaduto, Neos ha aperto ovviamente un’indagine che è tutt’ora in corso per verificare la legittimità e correttezza del comportamento del proprio personale che, di concerto, si è dichiarato unfit to fly “ e se vi sia stata, rimettendone poi la valutazione agli organi competenti, un’interruzione di quel pubblico servizio che era dovuto ai passeggeri rimasti a terra. Tale indagine sarà condotta in maniera obbiettiva, nel rispetto della normativa e del diritto al contraddittorio degli interessati, ma con la dovuta serenità e fermezza a tutela della propria reputazione e dei diritti dei propri passeggeri.

La preannunciata azione di protesta è quindi fuori tempo e fuori luogo, ma è possibile sin d’ora farsi una domanda : perché lo stato di “unfit to fly” non è stato dichiarato immediatamente prima di salire sul pullmino per il trasferimento a Verona, dato che un cambio di operativo in effettuazione di attività di servizio può sempre capitare ed è ammissibile ? La modifica del turno era, infatti, pienamente legittima e rientrava nelle facoltà della compagnia. Circostanze straordinarie come quelle verificatesi giustificano, anche per solidarietà tra gli stessi colleghi, la riprogrammazione degli equipaggi per garantire la continuità operativa e ridurre i disagi per i passeggeri, sempre nel rispetto – come nel caso di specie – della sicurezza dei voli.

 
La compagnia si chiede perché il crew non abbia detto di essere unfit prima di salire sul pick up da MXP a VRN. Semplice: erano in posizionamento per volare il giorno successivo, non il giorno stesso. Quindi le condizioni sul riposo erano mutate. Se mi alzo alle 6 del mattino oggi perché prevedo di avere un trasporto oggi e lavorare domani, ma verso sera mi dicono di dover affrontare un volo notturno e la mie energie ed il mio atteggiamento sono cambiati.
 
La compagnia si chiede perché il crew non abbia detto di essere unfit prima di salire sul pick up da MXP a VRN. Semplice: erano in posizionamento per volare il giorno successivo, non il giorno stesso. Quindi le condizioni sul riposo erano mutate. Se mi alzo alle 6 del mattino oggi perché prevedo di avere un trasporto oggi e lavorare domani, ma verso sera mi dicono di dover affrontare un volo notturno e la mie energie ed il mio atteggiamento sono cambiati.
Eighteen hours awake rule.
 
Accusare i propri equipaggi di interruzione di pubblico servizio quando questi chiamano fatigued, ora le ho sentite tutte.
Se ENAC facesse il suo dovere le conseguenze dovrebbe averle la compagnia, non certo l'equipaggio, che ha l'obbligo per normativa, e ripeto, l'obbligo, non la possibilità, qualora non sia nelle condizioni di operare in sicurezza, di dichiararsi unfit due to fatigue.
 
Ultima modifica:
Neos, in questo caso, sembra stia gestendo molto male la situazione
Per anni e anni (e tutt'ora questa hidden policy esiste) le compagnie aeree hanno fatto leva sul fatto che gli equipaggi fossero formati da personale con contratto a tempo determinato, che per ovvi motivi non faceva alcuna rimostranza. Ora Neos si trova con un (mezzo) equipaggio che segue i manuali e dice di non essere in grado di operare un volo e che fa? Li sospende. Questo la dice molto lunga sull' interpretazione della "no blame policy".
 
Ultima modifica:
Per anni e anni (e tutt'ora questa hidden policy esiste) le compagnie aeree hanno fatto leva sul fatto che gli equipaggi fossero formati da personale con contratto a tempo determinato, che per ovvi motivi non faceva alcuna rimostranza. Ora Neos si trova con un (mezzo) equipaggio che segue i manuali e dice di non essere in grado di operare un volo e che fa? Li sospende. Questo la dice molto lunga sull' interpretazione della "no blame policy".

Se veramente le cose stanno cosi', molto ma molto male per Neos.
 
Se veramente le cose stanno cosi', molto ma molto male per Neos.

Ma non è niente di nuovo sotto il sole. Chi dell’ambiente sa benissimo come sta la situazione e come dice aa/vv? si gioca sul fatto che gli equipaggi siano in genere giovani e precari.

In AZ c’è ormai un nutrito gruppetto ex Neos che ora, a loro dire, respirano e sono felici. I primi scappati addirittura venivano contattati per augurare loro il peggio visto lo smacco ricevuto di andarsene, per di più per andare nell’odiata AZ. A quanto mi hanno riferito i diretti interessati.
 
Ma non è niente di nuovo sotto il sole. Chi dell’ambiente sa benissimo come sta la situazione e come dice aa/vv? si gioca sul fatto che gli equipaggi siano in genere giovani e precari.

In AZ c’è ormai un nutrito gruppetto ex Neos che ora, a loro dire, respirano e sono felici. I primi scappati addirittura venivano contattati per augurare loro il peggio visto lo smacco ricevuto di andarsene, per di più per andare nell’odiata AZ. A quanto mi hanno riferito i diretti interessati.
Quanti dipendenti ha ka Neis?
 
Non pubblico la email del presidente ai dipendenti in questi giorni, ma credo di non aver mai letto così tante contraddizioni in 10 righe.
 
Non pubblico la email del presidente ai dipendenti in questi giorni, ma credo di non aver mai letto così tante contraddizioni in 10 righe.
Non si tira il sasso e poi si nasconde la mano! O dici, oppure taci….è una provocazione, ovviamente: non mi sorprende ciò che affermi.
Per anni e anni (e tutt'ora questa hidden policy esiste) le compagnie aeree hanno fatto leva sul fatto che gli equipaggi fossero formati da personale con contratto a tempo determinato, che per ovvi motivi non faceva alcuna rimostranza. Ora Neos si trova con un (mezzo) equipaggio che segue i manuali e dice di non essere in grado di operare un volo e che fa? Li sospende. Questo la dice molto lunga sull' interpretazione della "no blame policy".
Esattamente.
Ma non è niente di nuovo sotto il sole. Chi dell’ambiente sa benissimo come sta la situazione e come dice aa/vv? si gioca sul fatto che gli equipaggi siano in genere giovani e precari.

In AZ c’è ormai un nutrito gruppetto ex Neos che ora, a loro dire, respirano e sono felici. I primi scappati addirittura venivano contattati per augurare loro il peggio visto lo smacco ricevuto di andarsene, per di più per andare nell’odiata AZ. A quanto mi hanno riferito i diretti interessati.
I nodi vengono sempre al pettine.
La fatica gioca brutti scherzi….quando ti trovi a 42 gradi di pitch up e 85 kias, c’è qualcosa che non va. Ed enac muta.
 
Questi 6 naviganti hanno tirato fuori le palle finalmente.
Si sa se sono tutti aavv o anche piloti? Quindi rimangono fuori 3 o 4 dell’equipaggio che hanno dichiarato di essere fit to fly..
 
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