Tagli e riduzioni di voli delle compagnie per la variante Omicron


Cesare.Caldi

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14 Novembre 2005
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N/D
Lufthansa taglierà 33.000 voli nel suo programma invernale a causa della minore domanda

“Lufthansa sta riducendo il suo programma invernale a causa della riduzione della domanda nella variante omicron. Sta anche lottando con i piloti che si ammalano durante il periodo delle vacanze. La compagnia aerea tedesca Lufthansa prevede di tagliare 33.000 voli dal suo programma invernale, circa il 10% del suo piano di volo totale.
“L’amministratore delegato Carsten Spohr ha dichiarato al quotidiano Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung che c’è stato un forte calo delle prenotazioni, in particolare nel periodo da metà gennaio a febbraio”.

 
United e Delta cancellano molti voli a causa di Omicron

Dalle notizie della CBS:
“United e Delta hanno cancellato più di 200 voli la vigilia di Natale a causa dell’aumento dei casi di COVID-19 che ha avuto un impatto sul loro personale”.
“Il picco nazionale di casi di Omicron questa settimana ha avuto un impatto diretto sui nostri equipaggi di volo e sulle persone che gestiscono le nostre operazioni”, ha detto un portavoce di United Airlines a CBS News in una nota. “Di conseguenza, purtroppo abbiamo dovuto cancellare alcuni voli e stiamo avvisando i clienti interessati in anticipo del loro arrivo in aeroporto”.

 
Ryanair taglia guidance annuale per Omicron: perdita stimata fino a 450 mln

Il cda di Ryanair ha deciso di abbassare la guidance dell’anno rispetto alla precedente previsione di perdita, che era tra 100 e 200 milioni di euro, “poiché con la variante Omicron del Covid e le recenti restrizioni di viaggio del governo in tutta Europa si sono notevolmente indebolite le prenotazioni in prossimità di Natale e Capodanno”.
“È ora probabile – secondo quanto viene spiegato – che la previsione di traffico per l’intero anno di Ryanair sarà di poco meno di 100 milioni di passeggeri (in precedenza poco più di 100 milioni) e la perdita netta prevista per l’intero anno (fine 31 marzo 2022) viene stimata entro un nuovo intervallo, compreso tra 250 e 450 milioni di euro. Tuttavia, queste cifre sono estremamente sensibili a qualsiasi ulteriore notizia sul Covid, positiva o negativa”.
L’improvvisa flessione ha indotto Ryanair a ridurre del 33% la sua capacità di programma prevista per gennaio. L’impatto delle recenti restrizioni di viaggio, in particolare il divieto dello scorso fine settimana agli arrivi del Regno Unito in Francia e Germania, e la sospensione di tutti i voli dell’Ue da e per il Marocco, ha ridotto infatti il traffico previsto di dicembre di Ryanair da 10 a 11 milioni a un range inferiore di tra 9 a 9,5 milioni.

 
United e Delta cancellano molti voli a causa di Omicron

Dalle notizie della CBS:
“United e Delta hanno cancellato più di 200 voli la vigilia di Natale a causa dell’aumento dei casi di COVID-19 che ha avuto un impatto sul loro personale”.
“Il picco nazionale di casi di Omicron questa settimana ha avuto un impatto diretto sui nostri equipaggi di volo e sulle persone che gestiscono le nostre operazioni”, ha detto un portavoce di United Airlines a CBS News in una nota. “Di conseguenza, purtroppo abbiamo dovuto cancellare alcuni voli e stiamo avvisando i clienti interessati in anticipo del loro arrivo in aeroporto”.

 
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Situazione molto pesante, nel picco del traffico festivo il contagio dilaga impattando con effetto domino su questo come su altri settori; bel casino.
Un positivo su un crew di 15 significa isolare altre 14 persone...da qui la debacle.
Successo stamattina al crew che doveva operare CDG SFO di United. Volo cancellato. Ai miei amici è stato detto che partiranno domani.
 
Ci sono ovviamente diversi fattori, ma gli articoli fanno un "fritto misto" giusto per attirare lettori.
Vado per punti:

1- Calo della domanda: nulla a che vedere con quanto abbiamo visto nel passato, ma alla gente piace fare sensazionalismo. La maggior parte dei viaggiatori ora vuole volare, Omicron o non Omicron. C'è poi un numero di persone che continua comunque a rimandare a prescindere. Quando ricordo quelle previsioni IATA dove si sarebbe tornati ai livelli pre-pandemia nel 2026, mi viene da fare una sonora risata (per non essere volgare). Non ci fosse stata Omicron, ora saremmo già tranquillamente ai livelli pre-pandemia. Che poi alcuni HUB siano più colpiti di altri, questo lo dobbiamo a restrizioni inutili sui pax (penso a compagnie tipo Cathay)

2- Problemi di personale positivo: ahimè questo è un fattore fisiologico incontrollabile, come in tutti i settori, ed è dato dal fatto che per il COVID bisogna isolarsi. Il fatto che Omicron sia chiaramente più contagiosa, non sta aiutando tantissimi settori (non solo il trasporto aereo) e nazioni come UK e Spagna, se non erro, hanno ridotto l'isolamento per i positivi da 14 a 10 a 7 giorni (in UK con doppio test antigenico negativo al 6 e 7 giorno). Ovviamente se per il COVID bastasse isolarsi "fino a quando non si sta bene" allora tutto questo problema non si porrebbe. Credo che l'approccio migliore sia appunto rivedere la durata degli isolamenti e investire su test antigenici affidabili ( ricordo che "teoricamente" con un antigenico negativo non si è più infettivi e che la finestra dell'infettvità si chiude all'incirca tra il 5 e il 7 giorno dal PCR positivo). Inconcepibile che alcuni stati chiedano ancora il molecolare negativo per terminare l'isolamento, quando si sa che i frammenti di DNA possono essere rilevati a 90gg

3- Isolamento dei contatti: come sopra. Fino a che il COVID verrà considerato come la peste nera, da questa situazione non ne usciamo. Ben venga l'approccio di testare i contatti, ma non si può recludere in casa una persona sana per 14 gg. senza la possibilità di uscire con test negativo.

4- Numeri del personale. Inutile negarlo... le compagnie aeree hanno tagliato troppo personale e ora si stanno mangiando le mani. La gente che è stata lasciata a casa ha già trovato altri lavori meglio remunerati e non sta rientrando.

Bottom line: lungi da me negare che il COVID esista e stia tuttora creando grane in giro per il mondo. Noto tuttavia un approccio differente rispetto a qualche mese/anno fa rispetto alle limitazioni sugli spostamenti, tranne ovviamente le reazioni spropositate iniziali che si sono avute quando Omicron è stata scoperta in SA. Credo che, severità della pandemia permettendo, bisognerebbe iniziare a spostarsi in maniera globale verso una "convivenza" con il virus e non una "battaglia" contro di esso. Altrimenti faremo tutti la fine della Cina che rimarrà isolata chissà per quanti anni ancora. Infine bisognerebbe finirla con inutili restrizioni stile Germania/Francia che entri solo se sei cittadino, ma anche residente, ma aspetta anche se hai solo la richiesta di residenza, ma anche se hai la casa di villeggiatura va bene ecc ecc... Tanto Omicron ha ribadito il concetto che puoi chiudere quanto vuoi... ma prima o poi la variante se deve arrivare arriva.
 
Ci sono ovviamente diversi fattori, ma gli articoli fanno un "fritto misto" giusto per attirare lettori.
Vado per punti:

4- Numeri del personale. Inutile negarlo............................... La gente che è stata lasciata a casa ha già trovato altri lavori meglio remunerati e non sta rientrando.

Questa è davvero la barzelletta del giorno di S. Stefano
 
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Ci sono ovviamente diversi fattori, ma gli articoli fanno un "fritto misto" giusto per attirare lettori.
Vado per punti:

1- Calo della domanda: nulla a che vedere con quanto abbiamo visto nel passato, ma alla gente piace fare sensazionalismo. La maggior parte dei viaggiatori ora vuole volare, Omicron o non Omicron. C'è poi un numero di persone che continua comunque a rimandare a prescindere. Quando ricordo quelle previsioni IATA dove si sarebbe tornati ai livelli pre-pandemia nel 2026, mi viene da fare una sonora risata (per non essere volgare). Non ci fosse stata Omicron, ora saremmo già tranquillamente ai livelli pre-pandemia. Che poi alcuni HUB siano più colpiti di altri, questo lo dobbiamo a restrizioni inutili sui pax (penso a compagnie tipo Cathay)

2- Problemi di personale positivo: ahimè questo è un fattore fisiologico incontrollabile, come in tutti i settori, ed è dato dal fatto che per il COVID bisogna isolarsi. Il fatto che Omicron sia chiaramente più contagiosa, non sta aiutando tantissimi settori (non solo il trasporto aereo) e nazioni come UK e Spagna, se non erro, hanno ridotto l'isolamento per i positivi da 14 a 10 a 7 giorni (in UK con doppio test antigenico negativo al 6 e 7 giorno). Ovviamente se per il COVID bastasse isolarsi "fino a quando non si sta bene" allora tutto questo problema non si porrebbe. Credo che l'approccio migliore sia appunto rivedere la durata degli isolamenti e investire su test antigenici affidabili ( ricordo che "teoricamente" con un antigenico negativo non si è più infettivi e che la finestra dell'infettvità si chiude all'incirca tra il 5 e il 7 giorno dal PCR positivo). Inconcepibile che alcuni stati chiedano ancora il molecolare negativo per terminare l'isolamento, quando si sa che i frammenti di DNA possono essere rilevati a 90gg

3- Isolamento dei contatti: come sopra. Fino a che il COVID verrà considerato come la peste nera, da questa situazione non ne usciamo. Ben venga l'approccio di testare i contatti, ma non si può recludere in casa una persona sana per 14 gg. senza la possibilità di uscire con test negativo.

4- Numeri del personale. Inutile negarlo... le compagnie aeree hanno tagliato troppo personale e ora si stanno mangiando le mani. La gente che è stata lasciata a casa ha già trovato altri lavori meglio remunerati e non sta rientrando.

Bottom line: lungi da me negare che il COVID esista e stia tuttora creando grane in giro per il mondo. Noto tuttavia un approccio differente rispetto a qualche mese/anno fa rispetto alle limitazioni sugli spostamenti, tranne ovviamente le reazioni spropositate iniziali che si sono avute quando Omicron è stata scoperta in SA. Credo che, severità della pandemia permettendo, bisognerebbe iniziare a spostarsi in maniera globale verso una "convivenza" con il virus e non una "battaglia" contro di esso. Altrimenti faremo tutti la fine della Cina che rimarrà isolata chissà per quanti anni ancora. Infine bisognerebbe finirla con inutili restrizioni stile Germania/Francia che entri solo se sei cittadino, ma anche residente, ma aspetta anche se hai solo la richiesta di residenza, ma anche se hai la casa di villeggiatura va bene ecc ecc... Tanto Omicron ha ribadito il concetto che puoi chiudere quanto vuoi... ma prima o poi la variante se deve arrivare arriva.

qualcosa condivido , qualcosa no; al punto 4 mi sembra tu la faccia semplice, troppo semplice.
Da come scrivi sembra sia possibile modellare la forza lavoro di migliaia di figure professionali come se attingessi acqua dal mare; la coperta non è lunga o corta, è tarata su ciò di cui adesso ho bisogno, riserve incluse. Ma il fattore imprevedibile di cui parli come causa, il dilagare improvviso dei contagi, non è dinamica gestibile neppure con le riserve, se fossi del settore dovresti saperlo bene.
Invece dipingi i vettori come i consueti carnefici , macellai di lavoratori sottopagati e sfruttati, che quando arrivano problemi operativi fanno collassare il settore rendendo la pariglia al padrone. Ma dai!
Quante migliaia di riserve dovrei avere per sopperire all’emergenza? Pagate da chi? Con quali costi? E con quali ricadute sull’assetto finanziario , in un momento critico per la sopravvivenza stessa di molte realtà ?
 
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Ma voi credete che in una compagnia aerea esistano solo flight e cabin crew ? Se guardaste oltre il vostro orticello vedreste che centinaia di altre professioni all’interno delle compagnie aeree sono state lasciate a casa. Quindi prima di parlare di barzelletta o altre affermazioni non argomentate, abbiate un po’ di rispetto e cercate di ampliare la vostra visione di insieme.

Le compagnie aeree non funzionano solo con gli equipaggi, ma con altri colleghi che svolgono funzioni complementari, ma non per questo non rilevanti all’operativo. Puoi avere il tuo bell’equipaggio pronto ad operare il volo, ma se non hai quelli che si fanno il mazzo per caricare il volo o imbarcarlo a salari nemmeno lontanamente paragonabili a quelli degli equipaggi allora il volo non parte. Se non hai chi il volo te lo pulisce o chi ti fa il catering a 9/10 pound all’ora il volo non parte.

Tralasciamo i flight crew (dove evidentemente lo skill set non lo trovi dietro l’angolo). Sai quanto training deve fare un check in agent o un supervisore del carico o un flight dispatcher o un collega dell’’operativo? Rispondo io, non sono 3 giorni. Attualmente per una compagnia aerea (non handling Agent) il training per check in agent tra classe e on the job training si aggira intorno ai 2 mesi. Vogliamo parlare di engineering ? Meglio di no perché altrimenti non finiamo più.

E si, molti colleghi se ne sono andati a lavorare per altre aziende, pagati di più e non hanno alcuna intenzione di tornare. Sai quanti colleghi cabin crew se ne sono andati a lavorare per altre aziende qui in UK? Tanti. Molti vorrebbero e stanno tornando, ma altri non hanno la minima intenzione.

@East End Ave: io dipingo proprio l’opposto. Un settore dove la professionalità e lo skill set non lo trovi dietro l’angolo. Servono mesi e a volta anni per formare una persona come dio comanda. Hai ragione, la coperta è stretta ed è stata, non solo a mio avviso, tagliata troppo a causa di alcune previsioni rivelatesi infondate.
 
Ma voi credete che in una compagnia aerea esistano solo flight e cabin crew ? Se guardaste oltre il vostro orticello vedreste che centinaia di altre professioni all’interno delle compagnie aeree sono state lasciate a casa. Quindi prima di parlare di barzelletta o altre affermazioni non argomentate, abbiate un po’ di rispetto e cercate di ampliare la vostra visione di insieme.

Le compagnie aeree non funzionano solo con gli equipaggi, ma con altri colleghi che svolgono funzioni complementari, ma non per questo non rilevanti all’operativo. Puoi avere il tuo bell’equipaggio pronto ad operare il volo, ma se non hai quelli che si fanno il mazzo per caricare il volo o imbarcarlo a salari nemmeno lontanamente paragonabili a quelli degli equipaggi allora il volo non parte. Se non hai chi il volo te lo pulisce o chi ti fa il catering a 9/10 pound all’ora il volo non parte.

Tralasciamo i flight crew (dove evidentemente lo skill set non lo trovi dietro l’angolo). Sai quanto training deve fare un check in agent o un supervisore del carico o un flight dispatcher o un collega dell’’operativo? Rispondo io, non sono 3 giorni. Attualmente per una compagnia aerea (non handling Agent) il training per check in agent tra classe e on the job training si aggira intorno ai 2 mesi. Vogliamo parlare di engineering ? Meglio di no perché altrimenti non finiamo più.

E si, molti colleghi se ne sono andati a lavorare per altre aziende, pagati di più e non hanno alcuna intenzione di tornare. Sai quanti colleghi cabin crew se ne sono andati a lavorare per altre aziende qui in UK? Tanti. Molti vorrebbero e stanno tornando, ma altri non hanno la minima intenzione.

@East End Ave: io dipingo proprio l’opposto. Un settore dove la professionalità e lo skill set non lo trovi dietro l’angolo. Servono mesi e a volta anni per formare una persona come dio comanda. Hai ragione, la coperta è stretta ed è stata, non solo a mio avviso, tagliata troppo a causa di alcune previsioni rivelatesi infondate.

non mi dare ragione su cose che non dico; mai detto che la coperta sia stretta, ma che è tarata su cui che necessita. Stesso principio di come tu ti vesti la mattina , preso atto di cosa tu debba fare è del meteo.
Mi piace Robin Hood e mi piacciono tutti i paladini delle giuste cause , ma continuo a leggere nelle tue considerazioni (anche offensive quando parli di “nostri orticelli “…) una pari distanza dalla realtà di quella che intendi denunciare.
Allora, per farla breve, tra 2020 e 2021 le professionalità maggiormente colpite dai vettori sono stati piloti e assistenti di volo, punto. Altre categorie sono state ridotte, congelate, rimodulate se vuoi…ma non incluse massivamente nella dinamica di job-reduction. Lo stesso esempio che tu citi, il check-in agent, è nella stragrande maggioranza dei casi una figura professionale legata al mondo dell’handling e non delle compagnie aeree. Quindi , ciò che in questi giorni sta causando la disfunzione dei voli e il crew-shortage , assicurato.
Che poi la pandemia crei l’effetto domino su tutti i settori lavorativi e evidente ; anche il supermercato sotto casa può chiudere o lavorare parzialmente se 5 su 10 sono positivi, ovvio.
Infine parli di previsioni, bene: sulla correttezza o meno delle stesse mi riservo il diritto di pensare che se fossero state fatte diversamente e poi i danni si fossero presentati in forma più grave, ora staremmo a discutere su chi abbia minimizzato o calcolato per difetti le stesse…
 
Bella questa! 🤣🤣🤣
Dalle mie parti è esattamente come dice @lin_ra: molti naviganti hanno trovato di meglio e se la sono squagliata. Piloti compresi, questi ultimi grazie anche ad un bonus statale che permette il licenziamento concordato a patto che si abbia un progetto per il proprio futuro.
Ma voi credete che in una compagnia aerea esistano solo flight e cabin crew ? Se guardaste oltre il vostro orticello vedreste che centinaia di altre professioni all’interno delle compagnie aeree sono state lasciate a casa. Quindi prima di parlare di barzelletta o altre affermazioni non argomentate, abbiate un po’ di rispetto e cercate di ampliare la vostra visione di insieme.

Le compagnie aeree non funzionano solo con gli equipaggi, ma con altri colleghi che svolgono funzioni complementari, ma non per questo non rilevanti all’operativo. Puoi avere il tuo bell’equipaggio pronto ad operare il volo, ma se non hai quelli che si fanno il mazzo per caricare il volo o imbarcarlo a salari nemmeno lontanamente paragonabili a quelli degli equipaggi allora il volo non parte. Se non hai chi il volo te lo pulisce o chi ti fa il catering a 9/10 pound all’ora il volo non parte.

Tralasciamo i flight crew (dove evidentemente lo skill set non lo trovi dietro l’angolo). Sai quanto training deve fare un check in agent o un supervisore del carico o un flight dispatcher o un collega dell’’operativo? Rispondo io, non sono 3 giorni. Attualmente per una compagnia aerea (non handling Agent) il training per check in agent tra classe e on the job training si aggira intorno ai 2 mesi. Vogliamo parlare di engineering ? Meglio di no perché altrimenti non finiamo più.

E si, molti colleghi se ne sono andati a lavorare per altre aziende, pagati di più e non hanno alcuna intenzione di tornare. Sai quanti colleghi cabin crew se ne sono andati a lavorare per altre aziende qui in UK? Tanti. Molti vorrebbero e stanno tornando, ma altri non hanno la minima intenzione.

@East End Ave: io dipingo proprio l’opposto. Un settore dove la professionalità e lo skill set non lo trovi dietro l’angolo. Servono mesi e a volta anni per formare una persona come dio comanda. Hai ragione, la coperta è stretta ed è stata, non solo a mio avviso, tagliata troppo a causa di alcune previsioni rivelatesi infondate.
 
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Diciamo che i naviganti sono quella parte di personale che se manca o è dimezzata non puoi sostituirla con terzi e tamponare con una pezza usando chi hai. Ovvio che ci sono molte figure in una azienda, ma chi fa marketing o risponde ad un call center lo può dare anche da remoto. Si sono poco sopra portati esempi di voli cancellati, non per problemi col catering, il check in, i bagagli o le pulizie (che tutt'al più portano ritardi) ma perché i naviganti erano impossibilitati.
Infine, forse è vero, vedo il mio orticello o non esco dai confini italici, dove in due anni hanno chiuso il metà delle compagnie. E chi non ha chiuso ha comunque lasciato una fetta di persone a casa. Tutti sti piloti e aavv che ora lavorano a stipendio più alto rispetto al 2019 io non li conosco.
Non volevo offendere nessuno, ma quel punto 4 mi è sembrato una cosa che (per ciò che IO vedo e sento ogni giorno) non avesse molto senso.
 
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Reactions: Giofumagalli
non mi dare ragione su cose che non dico; mai detto che la coperta sia stretta, ma che è tarata su cui che necessita. Stesso principio di come tu ti vesti la mattina , preso atto di cosa tu debba fare è del meteo.
Mi piace Robin Hood e mi piacciono tutti i paladini delle giuste cause , ma continuo a leggere nelle tue considerazioni (anche offensive quando parli di “nostri orticelli “…) una pari distanza dalla realtà di quella che intendi denunciare.
Allora, per farla breve, tra 2020 e 2021 le professionalità maggiormente colpite dai vettori sono stati piloti e assistenti di volo, punto. Altre categorie sono state ridotte, congelate, rimodulate se vuoi…ma non incluse massivamente nella dinamica di job-reduction. Lo stesso esempio che tu citi, il check-in agent, è nella stragrande maggioranza dei casi una figura professionale legata al mondo dell’handling e non delle compagnie aeree. Quindi , ciò che in questi giorni sta causando la disfunzione dei voli e il crew-shortage , assicurato.
Che poi la pandemia crei l’effetto domino su tutti i settori lavorativi e evidente ; anche il supermercato sotto casa può chiudere o lavorare parzialmente se 5 su 10 sono positivi, ovvio.
Infine parli di previsioni, bene: sulla correttezza o meno delle stesse mi riservo il diritto di pensare che se fossero state fatte diversamente e poi i danni si fossero presentati in forma più grave, ora staremmo a discutere su chi abbia minimizzato o calcolato per difetti le stesse…

Ribadisco quanto già detto. Quando parlo di orticello parlo di posizione lavorativa, non di capacità, non è inteso in maniera offensiva. Ti rispondo per punti: come sicuramente saprai il mondo dell’aviazione non è il meteo. Quello bene o male lo puoi prevedere, l’aeroporto no. Ti basta una disruption, un aereo bloccato in pista, un third party provider che ha problemi e via all’effetto a catena. Quando moduli una forza lavoro per una compagnia aerea la coperta non deve essere tarata, deve essere giusta, ma sempre un pelo più larga. Durante la pandemia (ma anche da prima) le compagnie hanno ridisegnato la coperta e se prima a caricare un volo c’erano x persone, adesso ne hanno messo x-2 perché hanno visto che funziona comunque, tirato ma funziona. Appena però succede anche la minima disruption… addios
Con i crew è diverso in quanto i complement sono un numero legale, mentre nessuno ti dice che per caricare un volo ti servono tot persone

Riguardo a quanto dici tu che i piloti e i Cabin crew sono stati i più colpiti mi dispiace contraddirti ma non è vero. Adesso non ho i numeri davanti a me, ma per la legge dei grandi numeri è normale che siano stati i più impattati. Ci sono stati reparti in compagnie aeree che hanno perso anche il 60/80 per cento della forza lavoro, chiaro numeri piccoli, ma devi rapportarli. Non puoi genericamente dire “i crew sono stati i maggiormente colpiti” perché se su 10.000 crew ne lascio a casa 1.000 fa il 10%, ma se su 5.000 check in agent ne lascio a casa 1.000 la proporzione è diversa.

Devo contraddirti anche sul fatto che il crew shortage sia l’unica causa dei disguidi di questi giorni. Una parte è causata da quello, ma un’altra parte è causata da numeri ridotti in altri reparti. Ripeto se non hai persone che ti caricano i voli lo schedulato va rimodulato.

previsioni: parlavo con director di reparti di varie compagnie aeree e la cosiddetta “pent up demand” era chiara già dell’estate 2020. Quindi si le previsioni erano state fatte in maniera pessimistica e la prova è che le redunancies sono terminate per la maggior parte nel Q3 2020.

check in Agent: non è per nulla una personalità legata al mondo handling. Questa è una concezione europea per i non hub. Guarda in America dove i GHA non sono praticamente mai presenti nei customer facing role.
 
Diciamo che i naviganti sono quella parte di personale che se manca o è dimezzata non puoi sostituirla con terzi e tamponare con una pezza usando chi hai. Ovvio che ci sono molte figure in una azienda, ma chi fa marketing o risponde ad un call center lo può dare anche da remoto. Si sono poco sopra portati esempi di voli cancellati, non per problemi col catering, il check in, i bagagli o le pulizie (che tutt'al più portano ritardi) ma perché i naviganti erano impossibilitati.
Infine, forse è vero, vedo il mio orticello o non esco dai confini italici, dove in due anni hanno chiuso il metà delle compagnie. E chi non ha chiuso ha comunque lasciato una fetta di persone a casa. Tutti sti piloti e aavv che ora lavorano a stipendio più alto rispetto al 2019 io non li conosco.
Non volevo offendere nessuno, ma quel punto 4 mi è sembrato una cosa che (per ciò che IO vedo e sento ogni giorno) non avesse molto senso.

grazie per il chiarimento :)

ahimè quando le riduzioni della forza lavoro hanno toccato le varie compagnie aeree, hanno toccato anche reparti che potevano lavorare da casa (come call Center e commerciali)
Chiaro che se un crew non si presenta perché positivo allora il volo non lo operi, ma se si inizia a fare ritardo per il catering su 1/10/100 voli questi hanno impatto sul giro macchina e quindi sull’’operativo e quindi anche sul crew scheduling