Thread Alitalia Gennaio 2021


Stato
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Detto da una che in questa vicenda ha un peso pari a zero, lascia davvero allibiti.

Cosa intende fare, se AZ va gambe all’aria paga lei l’indennità di disoccupazione ai dipendenti residenti a Roma?

Parlare tanto per...

Pensasse a finire il termine con un po’ di dignità invece...
 
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C’è da dire che a questa gente gli va bene l’indossare la mascherina per non farsi riconoscere. Mica ci mettono la faccia (come il culo) di quando non c’era il coviddi
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Bene Draghi:
Alitalia, Draghi: "Deve sostenersi da sola e volare con sue ali"
"Alitalia e Stellantis? Per la chiusura di questi dossier è stato creato debito. L'esempio di Alitalia è davanti a noi. Se è debito buono? Solo se è stata fatta una riforma della società per andare avanti con proprie ali e non per essere continuamente sussidiata come negli ultimi 20 anni", altrimenti è "debito cattivo".
 
No ma guardate che hanno ragione eh...questo lo fanno le compagnie di bandiera.

Quelle degli altri però.
 
Eigentlich sechs mit Wien.
mindestens drei hier in Berlin ... aber ich benutze Google translate 😅

Invece la disperazione negli occhi dei dipendenti è reale, come il fatto che loro non fanno discorsi di "slots a Linate", "economia aziendale" ecc, ma parlano di Alitalia come "famiglia", di "essere fieri di trasportare gli Italiani nel mondo", [...]
La loro disperazione può essere reale, e io ho il massimo rispetto per buona parte del personale Alitalia, specialmente per i ragazzi/ragazze di CityLiner che mi accompagnavano tra Linate e Berlino. Ma non so che epilogo potessero aspettarsi diverso da quello che si intravvede e molte delle frasi sembrano solo retorica per acchiappare senza successo l'attenzione della popolazione.
Ti faccio questo esempio (puramente inventato): ammettiamo che tu sia un ingegnere. Un bel giorno scopri che una Grande Ditta del settore automobilistico decide di aprire una azienda per creare un'auto a guida autonoma. Sembra figo ed ottieni il lavoro. La nuova azienda è bella, i sogni di conquista del mondo sono entusiasmanti, i colleghi bravi, e ci sono anche dei buoni benefit. Il primo anno però è confusionario, pare che non ci siano piani definiti per raggiungere questi sogni, il management non è all'altezza e alla festa di fine anno vedi cose che non avresti mai voluto vedere. Anche il secondo anno continua senza grandi progressi: i piani sono sempre confusi, il management cambia spesso, tanti piccoli progetti senza reale utilità partono e chiudono, ma non c'è un vero senso di urgenza, perché la Grande Ditta continua ad investire denaro senza farsi troppi problemi. Il terzo anno è sempre peggio: le auto non solo non frenano di fronte ad ostacoli come umani, animali e bambole gonfiabili, ma pure accelerano prima dell'impatto in segno di spregio. Molte delle persone brave vanno in lidi più promettenti, chi invece è più pigro rimane, un po' rassegnato, un po' abituato al fatto che i soldi a fine mese arrivano. I conti sono sempre negativi, la Grande Ditta continua ad investire denaro perché spera di poter invertire la rotta con una ulteriore riorganizzazione. Al quarto anno diventa chiaro che investire ulteriori soldi è inutile e che l'azienda mai farà un profitto. Ora, da dipendente che per quattro anni hai visto che l'azienda non poteva viaggiare con le sue gambe senza la continua infusione di denaro esterno, che mai ha fatto profitto e che sempre è stata disfunzionale, come puoi pretendere che la Grande Ditta metta dentro altri soldi? Perché ti piacciono i colleghi e siete una grande famiglia? Perché comunque il vostro lavoro l'avete fatto? È chiaro che molti dei dipendenti Alitalia il loro lavoro lo hanno fatto con dedizione, ma la situazione della compagnia era chiara pure ai sassi. Alitalia non è una azienda profittevole del secondario che delocalizza in Cina per aumentare il margine degli shareholders. In quel caso chiaro, i dipendenti avrebbero il diritto di lamentarsi. Alitalia ha perennemente avuto problemi, e se qualcuno ha voluto lavorarci, nonostante tutti gli evidenti problemi, allora deve prendersi la responsabilità di accettare le sorti dell'azienda quando il supporto dello stato/Grande Ditta non c'è più.
 
Cempella ci ha lasciato..
 
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Cempella ci ha lasciato..
R.I.P.
 
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mindestens drei hier in Berlin ... aber ich benutze Google translate 😅


La loro disperazione può essere reale, e io ho il massimo rispetto per buona parte del personale Alitalia, specialmente per i ragazzi/ragazze di CityLiner che mi accompagnavano tra Linate e Berlino. Ma non so che epilogo potessero aspettarsi diverso da quello che si intravvede e molte delle frasi sembrano solo retorica per acchiappare senza successo l'attenzione della popolazione.
Ti faccio questo esempio (puramente inventato): ammettiamo che tu sia un ingegnere. Un bel giorno scopri che una Grande Ditta del settore automobilistico decide di aprire una azienda per creare un'auto a guida autonoma. Sembra figo ed ottieni il lavoro. La nuova azienda è bella, i sogni di conquista del mondo sono entusiasmanti, i colleghi bravi, e ci sono anche dei buoni benefit. Il primo anno però è confusionario, pare che non ci siano piani definiti per raggiungere questi sogni, il management non è all'altezza e alla festa di fine anno vedi cose che non avresti mai voluto vedere. Anche il secondo anno continua senza grandi progressi: i piani sono sempre confusi, il management cambia spesso, tanti piccoli progetti senza reale utilità partono e chiudono, ma non c'è un vero senso di urgenza, perché la Grande Ditta continua ad investire denaro senza farsi troppi problemi. Il terzo anno è sempre peggio: le auto non solo non frenano di fronte ad ostacoli come umani, animali e bambole gonfiabili, ma pure accelerano prima dell'impatto in segno di spregio. Molte delle persone brave vanno in lidi più promettenti, chi invece è più pigro rimane, un po' rassegnato, un po' abituato al fatto che i soldi a fine mese arrivano. I conti sono sempre negativi, la Grande Ditta continua ad investire denaro perché spera di poter invertire la rotta con una ulteriore riorganizzazione. Al quarto anno diventa chiaro che investire ulteriori soldi è inutile e che l'azienda mai farà un profitto. Ora, da dipendente che per quattro anni hai visto che l'azienda non poteva viaggiare con le sue gambe senza la continua infusione di denaro esterno, che mai ha fatto profitto e che sempre è stata disfunzionale, come puoi pretendere che la Grande Ditta metta dentro altri soldi? Perché ti piacciono i colleghi e siete una grande famiglia? Perché comunque il vostro lavoro l'avete fatto? È chiaro che molti dei dipendenti Alitalia il loro lavoro lo hanno fatto con dedizione, ma la situazione della compagnia era chiara pure ai sassi. Alitalia non è una azienda profittevole del secondario che delocalizza in Cina per aumentare il margine degli shareholders. In quel caso chiaro, i dipendenti avrebbero il diritto di lamentarsi. Alitalia ha perennemente avuto problemi, e se qualcuno ha voluto lavorarci, nonostante tutti gli evidenti problemi, allora deve prendersi la responsabilità di accettare le sorti dell'azienda quando il supporto dello stato/Grande Ditta non c'è più.
Questo sarebbe giusto in un mondo del lavoro dove spostarsi, cambiare, cercare di migliorare sia facile e redditizio e, fino a poco tempo fa, era una situazione ordinaria negli USA e, in Italia, nel ricco nord-est. Ma poi c'è stata la spaventosa recessione e anche negli USA si è diventati "poveri" e si è cercato di mantenersi il proprio posto, anche se schifoso. In Italia, poi, non è mai esistita la cultura dello "spostamento": inizi in un posto, muori in un posto. Perché in Alitalia sarebbe dovuto essere diverso? Veramente vogliamo dare delle colpe a chi, come ho scritto, non conta nulla? Lo sappiamo tutti come funziona in Italia, specialmente nel pubblico (lo so, è "banale" ma vale la pena ricordarlo): comandano i sindacati, i figli di "papà", i "potenti" per motivi più o meno loschi, con l'onnipresente scia di bava dei vassalli e valvassori. E poi i vari CEO/Direttori Generali con, a cascata, gli altri "alti papaveri". Decidono loro, nel bene e nel male.
Il dipendente può lamentarsi? Forse prima, negli anni '80 e fino agli anni 2000, poi tutto è cambiato. Se ti lamenti, anche giustamente, vai incontro a "comportamento anti aziendale" e quindi finisci nei guai.
Quindi io difendo tutti quei dipendenti che, con abnegazione e nonostante la bile che tutti i giorni gli ha avvelenato il sangue, hanno contribuito a fare andare avanti la baracca. Difendo gli "invisibili", chi non ha mai avuto voce, la base della piramide.
Possiamo dissertare di tutto al comodo della nostra casa con i nostri stipendi e il nostro lavoro, ma in una situazione drammatica come quella Alitalia non si devono mettere tutti nello stesso calderone: esistono migliaia di famiglie che vivono grazie a questa azienda e il fallimento porterebbe a una drammatica situazione per tutti. Ecco, io provo empatia e solidarietà per tutti coloro che non hanno colpe e che non hanno mai avuto voce in capitolo.
 
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La loro disperazione può essere reale, e io ho il massimo rispetto per buona parte del personale Alitalia, specialmente per i ragazzi/ragazze di CityLiner che mi accompagnavano tra Linate e Berlino. Ma non so che epilogo potessero aspettarsi diverso da quello che si intravvede e molte delle frasi sembrano solo retorica per acchiappare senza successo l'attenzione della popolazione.
Ti faccio questo esempio (puramente inventato): ammettiamo che tu sia un ingegnere. Un bel giorno scopri che una Grande Ditta del settore automobilistico decide di aprire una azienda per creare un'auto a guida autonoma. Sembra figo ed ottieni il lavoro. La nuova azienda è bella, i sogni di conquista del mondo sono entusiasmanti, i colleghi bravi, e ci sono anche dei buoni benefit. Il primo anno però è confusionario, pare che non ci siano piani definiti per raggiungere questi sogni, il management non è all'altezza e alla festa di fine anno vedi cose che non avresti mai voluto vedere. Anche il secondo anno continua senza grandi progressi: i piani sono sempre confusi, il management cambia spesso, tanti piccoli progetti senza reale utilità partono e chiudono, ma non c'è un vero senso di urgenza, perché la Grande Ditta continua ad investire denaro senza farsi troppi problemi. Il terzo anno è sempre peggio: le auto non solo non frenano di fronte ad ostacoli come umani, animali e bambole gonfiabili, ma pure accelerano prima dell'impatto in segno di spregio. Molte delle persone brave vanno in lidi più promettenti, chi invece è più pigro rimane, un po' rassegnato, un po' abituato al fatto che i soldi a fine mese arrivano. I conti sono sempre negativi, la Grande Ditta continua ad investire denaro perché spera di poter invertire la rotta con una ulteriore riorganizzazione. Al quarto anno diventa chiaro che investire ulteriori soldi è inutile e che l'azienda mai farà un profitto. Ora, da dipendente che per quattro anni hai visto che l'azienda non poteva viaggiare con le sue gambe senza la continua infusione di denaro esterno, che mai ha fatto profitto e che sempre è stata disfunzionale, come puoi pretendere che la Grande Ditta metta dentro altri soldi? Perché ti piacciono i colleghi e siete una grande famiglia? Perché comunque il vostro lavoro l'avete fatto? È chiaro che molti dei dipendenti Alitalia il loro lavoro lo hanno fatto con dedizione, ma la situazione della compagnia era chiara pure ai sassi. Alitalia non è una azienda profittevole del secondario che delocalizza in Cina per aumentare il margine degli shareholders. In quel caso chiaro, i dipendenti avrebbero il diritto di lamentarsi. Alitalia ha perennemente avuto problemi, e se qualcuno ha voluto lavorarci, nonostante tutti gli evidenti problemi, allora deve prendersi la responsabilità di accettare le sorti dell'azienda quando il supporto dello stato/Grande Ditta non c'è più.
Il problema è che i dipendenti hanno creduto ai capi sindacalari che li hanno spinti a suicidarci votano per il fallimento convinti che avrebbero nazionalizzato senza tagli e sarebbe diventato il paese di bengodi. Il problema è che la nazionalizzazione se arriverà sarà per pochi di loro e a condizioni ben peggiori di quelle proposte allora.
Alla fine hanno pure votato, hanno scommesso sulle promesse dei loro referenti politici e come spesso succede le promesse politiche sono promesse da marinaio.
 
Cempella ci ha lasciato..
RIP, ci mancherà.
 
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Questo sarebbe giusto in un mondo del lavoro dove spostarsi, cambiare, cercare di migliorare sia facile e redditizio e, fino a poco tempo fa, era una situazione ordinaria negli USA e, in Italia, nel ricco nord-est. Ma poi c'è stata la spaventosa recessione e anche negli USA si è diventati "poveri" e si è cercato di mantenersi il proprio posto, anche se schifoso. In Italia, poi, non è mai esistita la cultura dello "spostamento": inizi in un posto, muori in un posto. Perché in Alitalia sarebbe dovuto essere diverso? Veramente vogliamo dare delle colpe a chi, come ho scritto, non conta nulla? Lo sappiamo tutti come funziona in Italia, specialmente nel pubblico (lo so, è "banale" ma vale la pena ricordarlo): comandano i sindacati, i figli di "papà", i "potenti" per motivi più o meno loschi, con l'onnipresente scia di bava dei vassalli e valvassori. E poi i vari CEO/Direttori Generali con, a cascata, gli altri "alti papaveri". Decidono loro, nel bene e nel male.
Il dipendente può lamentarsi? Forse prima, negli anni '80 e fino agli anni 2000, poi tutto è cambiato. Se ti lamenti, anche giustamente, vai incontro a "comportamento anti aziendale" e quindi finisci nei guai.
Quindi io difendo tutti quei dipendenti che, con abnegazione e nonostante la bile che tutti i giorni gli ha avvelenato il sangue, hanno contribuito a fare andare avanti la baracca. Difendo gli "invisibili", chi non ha mai avuto voce, la base della piramide.
Possiamo dissertare di tutto al comodo della nostra casa con i nostri stipendi e il nostro lavoro, ma in una situazione drammatica come quella Alitalia non si devono mettere tutti nello stesso calderone: esistono migliaia di famiglie che vivono grazie a questa azienda e il fallimento porterebbe a una drammatica situazione per tutti. Ecco, io provo empatia e solidarietà per tutti coloro che non hanno colpe e che non hanno mai avuto voce in capitolo.
Ti ricordo che i dipendenti hanno votato per il fallimento convinti che avrebbero nazionalizzato e sarebbe diventato il paese di bengodi.
E' andata male, ora al netto dei drammi personali se ne dovranno fare una ragione.
 
Ma ancora con sta stronzata, e basta!
effettivamente............e nella remota e scarsamente probabile ipotesi che possa essere vero che il voto dei dipendenti az sia causa del loro male, allora possiamo decretare da subito il fallimento della tanto declamata "democrazia diretta"......... diretta si...al fallimento però....
 
Ma ancora con sta stronzata, e basta!
Capisco che siete caduti nella trappola (perché non speravano altro per scaricarvi al vostro destino e smettere di rimetterci soldi), ma mi dispiace ma a questo punto è inutile manifestare se i tagli saranno ben peggiori quando si hanno in messo in mano il grilletto sperando che lo premeste.
 
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