Finita anche la sbornia estiva fatta di qui non ce n'è di Coviddi e i contagiati al Billionaire, portati indietro gli ultimi turisti spiaggiati sulle coste italiane, le compagnie hanno iniziato a tagliare i voli e le offerte hanno iniziato a fioccare, lasciando spazio per il residuale turismo culturale che può viaggiare fuori stagione. Il fatto che Wizzair sia entrata a gamba testa sul mercato Milano-Sud Italia ha pure influito sul fioccare di offerte.
E, visto che a Palermo è una vita che voglio andare, impegnato finora ad esplorare l'Asia più che le radici della civiltà europea, colgo al volo la necessità di finire le ferie residue entro fine anno e gli ottimi prezzi di Ryanair e easyJet sui troppi voli che ora collegano Milano alla Sicilia, nonchè gli ultimi barlumi del sole ottobrino (al sud: che a Milano fa già freddo) per fare un weekend lungo sabato-martedì.
Metro e treni possono viaggiare all'80% della capacità, ma distanziarsi sul Malpensa Express pare proprio non sia necessario; il treno però viaggia lo stesso in composizione doppia.
Al contrario, in aereo si può stare vicini vicini che il Coviddi teme i filtri HEPA ed è quasi difficile prenderselo, secondo alcuni studi. Al check-in però non c'è nessuno: sospetto che molti faranno un day trip o mini weekend con solo bagaglio a mano. Sono sagace, lo so. Io, invece, con la prospettiva di comprare leccornie alimentari per un paio di mesi, parto con una valigia imbarcata quasi vuota (10 kg). Al ritorno ne peserà 21...
I voli nazionali sono pieni, ma sono una frazione di quelli che c'erano un anno fa, lasciando ampi spazi per partite di calcetto. Ah no, il DPCM le vieta.
Tra l'attimo in cui l'addetta al check-in mi consegna la ricevuta del bagaglio imbarcato e il momento in cui sorpasso di slancio il malefico gabbiotto dell'American Express (ma quello non lo chiudono?), dopo i controlli di sicurezza, passeranno forse, ma proprio forse, tre minuti, nonostante le sole quattro postazioni di sicurezza aperta.
D'altra parte, basta dare un occhio al tabellone delle partenze: i voli sono pochi e ben distanziati nel corso della giornata. Oltre il dieci percento dei voli sono su Catania!
Eppure il tarmac è quasi normalmente affollato. Certo, con easyJet al T1 anziché al T2.
La quasi assenza di voli intercontinentali significa anche che le aree commerciali sono in profondo rosso. Mai visto il duty free così vuoto e desolato.
Mi rifornisco di igienizzante per il volo e vado al gate che i priority stanno per iniziare a imbarcare. I malefici gate remoti.
La coda dei non priority si avvolge su se stessa tipo la sequenza di Fibonacci di Merz nella metro di Napoli, grazie alle intuizioni geniali di chi ha progettato quest'area del terminal che sembra l'ingresso dei poliambulatori di una ASL: lo spazio non è sufficiente in tempi normali e ancora meno quando qualcuno cerca di mantenere le distanze il più possibile.
Volo: FR 8888
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Palermo-Punta Raisi (PMO)
Aereo: Boeing 737-8AS
Età: 4.6 anni
Reg: 9H-QCG
Posto: 30F
Sched/Actual: 1205-1345 // 1201-1324
Durata volo: 1h 23′
Gate: A52
Per la prima volta volo con la sussidiaria maltese di Ryanair, Malta Air - non che cambi molto, se non dal punto di vista fiscale (ovviamente migliore) per Ryanair. Velivoli, colori e tutto il resto è assolutamente identico, a parte il piccolissimo logo visibile sulla safety card incollata al sedile di fronte.
Con tutti i voli nazionali tra Ryanair, easyJet e Wizzair, e le sparute frequenze sugli altri hub europei, l'aeroporto sembra più pieno del solito.
Un bel G650... bello volare così.
Decolliamo da 35L, con bella vista dei due 777 che il nostro debito volante, aka Alitalia, ha parcheggiato al T2. Fossero davvero solo Micromachines...
Mai visto il Ticino così carico d'acqua in questo punto. In basso, il canale Villoresi si stacca dall'alveo del fiume, generato dalla diga del Panperduto (bisogna davvero ammirare la fantasia e poeticità di certa toponomastica!). In alto a sinistra, la centrale idroelettrica di Porto della Torre. Le turbine della centrale sono della Riva Calzoni, uno dei tanti pezzi dell'allora poderosa industria siderurgica italiana che sono stati parzialmente smembrati e acquisiti da aziende straniere.
Il Monte Rosa, con punta Dufour nascosta dalle nubi.
Momento #diventeremomigliori. Al cretino che ha appiccicato la gomma, gli farei pulire con la lingua bracciolo e paratia. Certo, Ryanair promette che ogni notte i loro velivoli vengono disinfettati con prodotti chimici che durano più di 24 ore, ma anche una pulitina tra un volo e l'altro non farebbe proprio male, considerando che certi passeggeri sono delle bestie. Tipo il mio vicino di posto, con una mascherina chirurgica che sarà stata indossata per un mese di seguito (completamente sfilacciata e con l'elastico che ormai non teneva più), tanto che continua a scivolargli dal naso. Non che faccia neppure uno sforzo per tenerla su: e quando si addormenta, con la mascherina ormai sul mento e la bocca aperta (mancava solo il filo di bava), ho solo la speranza che un insetto voglia fare speleologia nella sua trachea.
Passo il volo in apnea con la faccia rivolta al finestrino, al costo di rischiare una paresi vertebrale. Non che ci sia molto da vedere fuori - la penisola è ricoperta da un velo nuvoloso.
L'unico momento di eccitazione è l'avvicinamento a Punta Raisi: bellissimi i paesaggi tra la punta di San Vito lo Capo e la riserva dello Zingaro, peccato essere quasi controluce.
Oltre a qualche aereo del debito volante - anche qui parcheggiato in maniera più o meno prolungata, a giudicare dalle sigillature sui motori - si vede solamente Ryanair e easyJet.
Vista da fuori, l'aerostazine sembra più un carcere che un aeroporto...
Lo sbarco avviene tramite bus interpista con addetti a regolare il numero di passeggeri per bus. Quattro bus sono in coda - molto meglio che la mia ultima esperienza a Bergamo Orio.
L'area di ritiro bagagli è un tuffo negli anni '80. I bagagli arrivano con la lentezza degna di Malpensa.
Palermo è uno dei tre aeroporti italiani a poter vantare un collegamento aeroportuale. Con due treni all'ora per buona parte della giornata, è pure un servizio piuttosto efficiente, anche se nei weekend la frequenza pomeridiana diventa solo oraria. Ovviamente perdo il treno per due minuti.
I treni sono i nuovi Jazz di Trenitalia; la tratta è parte della metropolitana suburbana, quindi i treni non sono proprio dedicati al servizio aeroportuale, ma qualsiasi treno è mille volte meglio di altre soluzione. Questi hanno comunque il pianale ribassato quindi salire e scendere con le valigie non è un problema.
Scendo a Palermo Lolli, abbastanza vicina al mio hotel da potermela fare a piedi.
Dopo tre giorni di bagordi culturali e alimentari, si torna. Stesso treno tra Palermo Lolli e Punta Raisi; al passaggio tra stazione ferroviaria e aerostazione c'è un controllo della temperatura, anche se nessuno è lì a verificare che qualcuno abbia la febbre.
Il volo è pieno - verificato al momento della scelta del posto, quando una delle poche opzioni al finestrino era un 38A, praticamente quando le prime file atterrano io starò ancora sul Tirreno - ma la coda al drop off è tutto sommato corta: è anche vero che sono qui due ore prima della partenza, e la maggior parte dei passeggeri viaggia comunque con solo bagaglio a mano. Per il resto, aeroporto abbastanza vuoto: vedere gli aeroporti in questo stato fa male.
Un secondo controllo della temperatura avviene prima di giungere al controllo sicurezza. 36.5°C, come tutti gli altri controlli di questi giorni, tra musei, chiese e ristoranti.
I controlli sono piuttosto veloci ed efficienti; passando sotto l'archetto suono, e mi invitano a riprovare, senza che suoni. Mi pare una pratica un po' curiosa, ecco.
Anche qui, partenze ben distanziate - due, massimo tre all'ora - garantiscono che l'aeroporto non sia affollato.
L'imbarco inizia quasi un'ora prima - infatti rimarremo a bordo per oltre venticinque minuti, pronti a partire, prima dello schedulato. Capisco l'ansia di riempire un Airbus 321 da 240 persone...
Volo: U2 2810 - EC 2810
Tratta: Palermo-Punta Raisi (PMO) >>> Milano-Malpensa (MXP)
Aereo: Airbus 321-251NX
Età: 0.7 anni
Reg: OE-ISD
Posto: 38A
Sched/Actual: 1720-1900 // 1722-1847
Durata volo: 1h 25′
Gate: 10
Si imbarca a piedi, con mia grande gioia.
Come detto, sono al 38F - in pratica come prendere il volo successivo, come mi ha detto qualcuno
L'aereo puzza ancora di nuovo, per quel che si può intuire attraverso la mascherina, dati i suoi 7 mesi di vita.
Le cappelliere sono in versione jumbo - gli assistenti di volo continuano a ricordare di mettere i trolley in verticale per farcene stare di più. Quei sedili sono davvero sottili...
... ma devo dire tutto sommato sopportabili per un paio d'ore. Apprezzabile avere ancora una tasca di mettere temporaneamente un libro o qualche effetto personale. Come visto sul volo d'andata, togliere la tasca non significa automaticamente una cabina più pulita.
Aspettiamo gli ultimi passeggeri e... aspettiamo di poter sbloccare, venticinque minuti dopo.
Partiamo sballottati dal vento. Che panorami!
Vado in catalessi qualche minuto dopo, agevolato dal repeat di Codice a Sbarre delle Pornoriviste che mi riporta ai tempi del liceo. Poco male - il sole è esattamente di fronte al finestrino e guardare fuori è assolutamente impossibile a meno di non voler rischiare un glaucoma. Mi risveglio che siamo già in avvicinamento, col sole già tramontato.
L'arancio easyJet fa un po' "emergenza in corso".
Tocchiamo sulla 35R, attraversiamo la 35L e andiamo a parcheggiare al Satellite A, dove non serve il cobus, ma solamente una veloce passeggiata per risalire all'interno dell'aerostazione. Riconsegna bagagli sempre mediocre come tempi. Alla stazione del MXPExpress il contactless con carta non funziona (nessuno dei due), le macchinette Trenitalia neppure, rimangono solo quelle TreNord - avanti così...
Treno mezzo vuoto, a parte due ragazzini che salgono ovviamente senza biglietto a Saronno e che scappano una volta pizzicati dalla controllora. Stiamo allevando una generazione di imbecilli inenarrabile...
DaV
E, visto che a Palermo è una vita che voglio andare, impegnato finora ad esplorare l'Asia più che le radici della civiltà europea, colgo al volo la necessità di finire le ferie residue entro fine anno e gli ottimi prezzi di Ryanair e easyJet sui troppi voli che ora collegano Milano alla Sicilia, nonchè gli ultimi barlumi del sole ottobrino (al sud: che a Milano fa già freddo) per fare un weekend lungo sabato-martedì.
Metro e treni possono viaggiare all'80% della capacità, ma distanziarsi sul Malpensa Express pare proprio non sia necessario; il treno però viaggia lo stesso in composizione doppia.

Al contrario, in aereo si può stare vicini vicini che il Coviddi teme i filtri HEPA ed è quasi difficile prenderselo, secondo alcuni studi. Al check-in però non c'è nessuno: sospetto che molti faranno un day trip o mini weekend con solo bagaglio a mano. Sono sagace, lo so. Io, invece, con la prospettiva di comprare leccornie alimentari per un paio di mesi, parto con una valigia imbarcata quasi vuota (10 kg). Al ritorno ne peserà 21...
I voli nazionali sono pieni, ma sono una frazione di quelli che c'erano un anno fa, lasciando ampi spazi per partite di calcetto. Ah no, il DPCM le vieta.

Tra l'attimo in cui l'addetta al check-in mi consegna la ricevuta del bagaglio imbarcato e il momento in cui sorpasso di slancio il malefico gabbiotto dell'American Express (ma quello non lo chiudono?), dopo i controlli di sicurezza, passeranno forse, ma proprio forse, tre minuti, nonostante le sole quattro postazioni di sicurezza aperta.
D'altra parte, basta dare un occhio al tabellone delle partenze: i voli sono pochi e ben distanziati nel corso della giornata. Oltre il dieci percento dei voli sono su Catania!

Eppure il tarmac è quasi normalmente affollato. Certo, con easyJet al T1 anziché al T2.

La quasi assenza di voli intercontinentali significa anche che le aree commerciali sono in profondo rosso. Mai visto il duty free così vuoto e desolato.

Mi rifornisco di igienizzante per il volo e vado al gate che i priority stanno per iniziare a imbarcare. I malefici gate remoti.
La coda dei non priority si avvolge su se stessa tipo la sequenza di Fibonacci di Merz nella metro di Napoli, grazie alle intuizioni geniali di chi ha progettato quest'area del terminal che sembra l'ingresso dei poliambulatori di una ASL: lo spazio non è sufficiente in tempi normali e ancora meno quando qualcuno cerca di mantenere le distanze il più possibile.


Volo: FR 8888
Tratta: Milano-Malpensa (MXP) >>> Palermo-Punta Raisi (PMO)
Aereo: Boeing 737-8AS
Età: 4.6 anni
Reg: 9H-QCG
Posto: 30F
Sched/Actual: 1205-1345 // 1201-1324
Durata volo: 1h 23′
Gate: A52
Per la prima volta volo con la sussidiaria maltese di Ryanair, Malta Air - non che cambi molto, se non dal punto di vista fiscale (ovviamente migliore) per Ryanair. Velivoli, colori e tutto il resto è assolutamente identico, a parte il piccolissimo logo visibile sulla safety card incollata al sedile di fronte.


Con tutti i voli nazionali tra Ryanair, easyJet e Wizzair, e le sparute frequenze sugli altri hub europei, l'aeroporto sembra più pieno del solito.


Un bel G650... bello volare così.

Decolliamo da 35L, con bella vista dei due 777 che il nostro debito volante, aka Alitalia, ha parcheggiato al T2. Fossero davvero solo Micromachines...

Mai visto il Ticino così carico d'acqua in questo punto. In basso, il canale Villoresi si stacca dall'alveo del fiume, generato dalla diga del Panperduto (bisogna davvero ammirare la fantasia e poeticità di certa toponomastica!). In alto a sinistra, la centrale idroelettrica di Porto della Torre. Le turbine della centrale sono della Riva Calzoni, uno dei tanti pezzi dell'allora poderosa industria siderurgica italiana che sono stati parzialmente smembrati e acquisiti da aziende straniere.

Il Monte Rosa, con punta Dufour nascosta dalle nubi.

Momento #diventeremomigliori. Al cretino che ha appiccicato la gomma, gli farei pulire con la lingua bracciolo e paratia. Certo, Ryanair promette che ogni notte i loro velivoli vengono disinfettati con prodotti chimici che durano più di 24 ore, ma anche una pulitina tra un volo e l'altro non farebbe proprio male, considerando che certi passeggeri sono delle bestie. Tipo il mio vicino di posto, con una mascherina chirurgica che sarà stata indossata per un mese di seguito (completamente sfilacciata e con l'elastico che ormai non teneva più), tanto che continua a scivolargli dal naso. Non che faccia neppure uno sforzo per tenerla su: e quando si addormenta, con la mascherina ormai sul mento e la bocca aperta (mancava solo il filo di bava), ho solo la speranza che un insetto voglia fare speleologia nella sua trachea.

Passo il volo in apnea con la faccia rivolta al finestrino, al costo di rischiare una paresi vertebrale. Non che ci sia molto da vedere fuori - la penisola è ricoperta da un velo nuvoloso.
L'unico momento di eccitazione è l'avvicinamento a Punta Raisi: bellissimi i paesaggi tra la punta di San Vito lo Capo e la riserva dello Zingaro, peccato essere quasi controluce.


Oltre a qualche aereo del debito volante - anche qui parcheggiato in maniera più o meno prolungata, a giudicare dalle sigillature sui motori - si vede solamente Ryanair e easyJet.
Vista da fuori, l'aerostazine sembra più un carcere che un aeroporto...

Lo sbarco avviene tramite bus interpista con addetti a regolare il numero di passeggeri per bus. Quattro bus sono in coda - molto meglio che la mia ultima esperienza a Bergamo Orio.
L'area di ritiro bagagli è un tuffo negli anni '80. I bagagli arrivano con la lentezza degna di Malpensa.

Palermo è uno dei tre aeroporti italiani a poter vantare un collegamento aeroportuale. Con due treni all'ora per buona parte della giornata, è pure un servizio piuttosto efficiente, anche se nei weekend la frequenza pomeridiana diventa solo oraria. Ovviamente perdo il treno per due minuti.

I treni sono i nuovi Jazz di Trenitalia; la tratta è parte della metropolitana suburbana, quindi i treni non sono proprio dedicati al servizio aeroportuale, ma qualsiasi treno è mille volte meglio di altre soluzione. Questi hanno comunque il pianale ribassato quindi salire e scendere con le valigie non è un problema.

Scendo a Palermo Lolli, abbastanza vicina al mio hotel da potermela fare a piedi.

Dopo tre giorni di bagordi culturali e alimentari, si torna. Stesso treno tra Palermo Lolli e Punta Raisi; al passaggio tra stazione ferroviaria e aerostazione c'è un controllo della temperatura, anche se nessuno è lì a verificare che qualcuno abbia la febbre.
Il volo è pieno - verificato al momento della scelta del posto, quando una delle poche opzioni al finestrino era un 38A, praticamente quando le prime file atterrano io starò ancora sul Tirreno - ma la coda al drop off è tutto sommato corta: è anche vero che sono qui due ore prima della partenza, e la maggior parte dei passeggeri viaggia comunque con solo bagaglio a mano. Per il resto, aeroporto abbastanza vuoto: vedere gli aeroporti in questo stato fa male.


Un secondo controllo della temperatura avviene prima di giungere al controllo sicurezza. 36.5°C, come tutti gli altri controlli di questi giorni, tra musei, chiese e ristoranti.
I controlli sono piuttosto veloci ed efficienti; passando sotto l'archetto suono, e mi invitano a riprovare, senza che suoni. Mi pare una pratica un po' curiosa, ecco.
Anche qui, partenze ben distanziate - due, massimo tre all'ora - garantiscono che l'aeroporto non sia affollato.


L'imbarco inizia quasi un'ora prima - infatti rimarremo a bordo per oltre venticinque minuti, pronti a partire, prima dello schedulato. Capisco l'ansia di riempire un Airbus 321 da 240 persone...

Volo: U2 2810 - EC 2810
Tratta: Palermo-Punta Raisi (PMO) >>> Milano-Malpensa (MXP)
Aereo: Airbus 321-251NX
Età: 0.7 anni
Reg: OE-ISD
Posto: 38A
Sched/Actual: 1720-1900 // 1722-1847
Durata volo: 1h 25′
Gate: 10
Si imbarca a piedi, con mia grande gioia.


Come detto, sono al 38F - in pratica come prendere il volo successivo, come mi ha detto qualcuno

L'aereo puzza ancora di nuovo, per quel che si può intuire attraverso la mascherina, dati i suoi 7 mesi di vita.

Le cappelliere sono in versione jumbo - gli assistenti di volo continuano a ricordare di mettere i trolley in verticale per farcene stare di più. Quei sedili sono davvero sottili...

... ma devo dire tutto sommato sopportabili per un paio d'ore. Apprezzabile avere ancora una tasca di mettere temporaneamente un libro o qualche effetto personale. Come visto sul volo d'andata, togliere la tasca non significa automaticamente una cabina più pulita.

Aspettiamo gli ultimi passeggeri e... aspettiamo di poter sbloccare, venticinque minuti dopo.

Partiamo sballottati dal vento. Che panorami!

Vado in catalessi qualche minuto dopo, agevolato dal repeat di Codice a Sbarre delle Pornoriviste che mi riporta ai tempi del liceo. Poco male - il sole è esattamente di fronte al finestrino e guardare fuori è assolutamente impossibile a meno di non voler rischiare un glaucoma. Mi risveglio che siamo già in avvicinamento, col sole già tramontato.

L'arancio easyJet fa un po' "emergenza in corso".

Tocchiamo sulla 35R, attraversiamo la 35L e andiamo a parcheggiare al Satellite A, dove non serve il cobus, ma solamente una veloce passeggiata per risalire all'interno dell'aerostazione. Riconsegna bagagli sempre mediocre come tempi. Alla stazione del MXPExpress il contactless con carta non funziona (nessuno dei due), le macchinette Trenitalia neppure, rimangono solo quelle TreNord - avanti così...
Treno mezzo vuoto, a parte due ragazzini che salgono ovviamente senza biglietto a Saronno e che scappano una volta pizzicati dalla controllora. Stiamo allevando una generazione di imbecilli inenarrabile...
DaV