Piccolo resoconto della ripresa dei voli post emergenza.
A inizio aprile, confidando in una lenta ripresa delle operazioni di volo, decido di prenotare il mio classico volo su Cagliari per il primo fine settimana di giugno. Dovrebbe essere il primo volo dalla fine di febbraio, nella speranza che, nel frattempo, le operazioni riprendano, che i milanesi non siano trattati da untori, che la Sardegna non abbia vinta la battaglia per considerarsi uno stato a sé stante e non una Regione della Repubblica Italiana. Alla fine, la congiunzione astrale si realizza, non ci sarà la necessità di modificare i programmi e, preparato il fido zainetto, il viaggio avrà inizio come da programma. Unica variante rispetto alla consuetudine, si partirà da Malpensa anziché dall'hub cittadino.
Al fine di evitare i rischi di contagio, opto per raggiungere l'aeroporto varesotto con la mia auto, anziché utilizzare i servigi delle patrie ferrovie e del Malpensa Express, rientrato in piena operatività da poche ore.
Si parte dall'unico terminal ancora funzionante, lo scalcagnato T2, rimasto ai tempi che furono. Unico parcheggio disponibile, il P5, che si presenta deserto


L'affollamento il venerdì sera alle 20 non è quello atteso: in sostanza, non c'è quasi nessuno, e ci sono più taxi che gente da trasportare

La segnaletica per il mantenimento delle distanze c'è, sarà da verificare quanto verrà rispettata una volta riprese le attività

All'interno, la desolazione è totale: nessuno in coda ai controlli, e tra i pochi addetti l'unico motivo di gioia è l'orario: sono le 20, è quasi la fine del turno!


Le dimensioni della tragedia legata alla pandemia sono ben riassunte dai particolari: a parte all'epoca dell'incendio di Fiumicino, mai si era visto un banchetto AMEX non presidiato!

In area sterile, la desolazione è totale: nessun punto di ristoro aperto, tutte le attività commerciali sono chiuse ad eccezione del venditore di smalti e rossetti. Un solo bar dava segni di vita vissuta, nel senso che il personale stava provvedendo alla sanificazione di chiusura. Per il resto, chi ha fame può acquistare uno snack alle macchinette o, in alternativa, farsi il segno della croce ed attaccare una dieta sempre rinviata.





I residui voli in partenza per oggi sono 4: il Dusseldorf di Eurowings, ed i 3 voli di continuità territoriale per la Sardegna, tutti operati da AZ. Per il resto, il nulla cosmico.

Anche i piazzali sono sostanzialmente deserti, almeno quelli al T2, normalmente di colore arancione: sono presenti i 3 AZ, l'Eurowings è in arrivo, si vede un A300 cargo Sanmarinese, un DHL, un 738 di Neos e nulla più. Solo in lontananza, ai parcheggi del T1, si vede una discreta ammucchiata di A32X di U2

Ai gate, l'organizzazione prevede le sedute dimezzate per garantire il distanziamento sociale, e le linee tracciate a terra per le code all'imbarco. Facile mantenere le prima, sulle seconde...

L'imbarco apre in perfetto orario, e si scatena la bagarre, in modo del tutto irrazionale: l'aereo ha capienza ridotta, già adeguata alla nuova norma del solo posto centrale libero (circa 120 posti contro i canonici 180 del 320), quindi, per quanto pieno il volo, non si capisce il motivo per il quale debba scatenarsi la coda al gate, e debbano venire meno tutte le regole sulle distanze

Viene consegnato il modulo di autocertificazione sostitutivo: la regione Sardegna (meglio, il suo Presidente) sino all'ultimo ha tentato di obbligare i test sierologici a quanti volessero raggiungerla, con tutta una serie di vincoli che avrebbero scoraggiato anche l'ultimo dei turisti a metterci piede, sino a quando lo Stato centrale (giustamente) ha spiegato che l'iniziativa alla libertà di spostamento era di competenza appunto statale e non regionale. Cosa che ha comportato il dovere modificare all'ultimo momento la vecchia modulistica (perché, naturalmente, l'ipotesi di essere mandati al diavolo dal Governo non era stata minimamente presa in considerazione), e di mettere in piedi in modo raffazzonato un nuovo modulo da fare compilare ai viaggiatori. Modulo da compilare on line (ma ancora non è disponibile...), oppure distribuito al gate. Ah, se cercate informazioni, lasciate perdere: il numero verde da chiamare ancora non è stato comunicato...



In ogni caso, ovviamente niente jetbridge (non ci sono più) ed imbarco a piedi sino alla scaletta


Il volo, come detto, è pieno, con i posti centrali liberi

Nelle tasche, sono state tolte le riviste: rimangono solo le istruzioni di sicurezza e i sacchetti, solo in quelle dei posti occupabili

Si sblocca in perfetto orario, ed in due minuti si raggiunge la testata pista senza dovere attendere nessuno

Lungo la strada, si ha ben chiara la situazione: ho contato una quarantina di aerei U2 parcheggiati davanti al T1 (chiuso) ed all'area cargo




Nel mentre, dimostrazione di sicurezza ed annunci: le uniche variazioni sono legate all'obbligo di mantenere la mascherina indossata per tutto il volo (norma rispettata da tutti senza alcun problema), e la comunicazione della mancanza di passaggio per il servizio a bordo, comunque disponibile a richiesta (anche se, a naso, nessuno ha chiesto nulla all'equipaggio)

Decolliamo alle 21.02: la durata del volo, normalmente di un'ora e 10 minuti, sarà di 58 minuti precisi, con arrivo al parcheggio in anticipo rispetto all'orario canonico di oltre 20 minuti.
Lo sbarco sarà scaglionato, 4 file per volta, e ordinatamente tutti hanno atteso al proprio posto il turno, anche se, inevitabilmente, 16 persone che si alzano in contemporanea fanno venire meno il metro di distanziamento.
Sbarco sempre a piedi, controllo della temperatura con videocamere termiche prima di arrivare ai nastri bagagli (ci sono due linee di coda)

si consegna il modulo ai poliziotti e si esce. Fuori, i parcheggi aeroportuali sono deserti.

E per chiudere, un saluto dalla Sella del Diavolo!

A inizio aprile, confidando in una lenta ripresa delle operazioni di volo, decido di prenotare il mio classico volo su Cagliari per il primo fine settimana di giugno. Dovrebbe essere il primo volo dalla fine di febbraio, nella speranza che, nel frattempo, le operazioni riprendano, che i milanesi non siano trattati da untori, che la Sardegna non abbia vinta la battaglia per considerarsi uno stato a sé stante e non una Regione della Repubblica Italiana. Alla fine, la congiunzione astrale si realizza, non ci sarà la necessità di modificare i programmi e, preparato il fido zainetto, il viaggio avrà inizio come da programma. Unica variante rispetto alla consuetudine, si partirà da Malpensa anziché dall'hub cittadino.
Al fine di evitare i rischi di contagio, opto per raggiungere l'aeroporto varesotto con la mia auto, anziché utilizzare i servigi delle patrie ferrovie e del Malpensa Express, rientrato in piena operatività da poche ore.
Si parte dall'unico terminal ancora funzionante, lo scalcagnato T2, rimasto ai tempi che furono. Unico parcheggio disponibile, il P5, che si presenta deserto


L'affollamento il venerdì sera alle 20 non è quello atteso: in sostanza, non c'è quasi nessuno, e ci sono più taxi che gente da trasportare

La segnaletica per il mantenimento delle distanze c'è, sarà da verificare quanto verrà rispettata una volta riprese le attività

All'interno, la desolazione è totale: nessuno in coda ai controlli, e tra i pochi addetti l'unico motivo di gioia è l'orario: sono le 20, è quasi la fine del turno!


Le dimensioni della tragedia legata alla pandemia sono ben riassunte dai particolari: a parte all'epoca dell'incendio di Fiumicino, mai si era visto un banchetto AMEX non presidiato!

In area sterile, la desolazione è totale: nessun punto di ristoro aperto, tutte le attività commerciali sono chiuse ad eccezione del venditore di smalti e rossetti. Un solo bar dava segni di vita vissuta, nel senso che il personale stava provvedendo alla sanificazione di chiusura. Per il resto, chi ha fame può acquistare uno snack alle macchinette o, in alternativa, farsi il segno della croce ed attaccare una dieta sempre rinviata.





I residui voli in partenza per oggi sono 4: il Dusseldorf di Eurowings, ed i 3 voli di continuità territoriale per la Sardegna, tutti operati da AZ. Per il resto, il nulla cosmico.

Anche i piazzali sono sostanzialmente deserti, almeno quelli al T2, normalmente di colore arancione: sono presenti i 3 AZ, l'Eurowings è in arrivo, si vede un A300 cargo Sanmarinese, un DHL, un 738 di Neos e nulla più. Solo in lontananza, ai parcheggi del T1, si vede una discreta ammucchiata di A32X di U2

Ai gate, l'organizzazione prevede le sedute dimezzate per garantire il distanziamento sociale, e le linee tracciate a terra per le code all'imbarco. Facile mantenere le prima, sulle seconde...

L'imbarco apre in perfetto orario, e si scatena la bagarre, in modo del tutto irrazionale: l'aereo ha capienza ridotta, già adeguata alla nuova norma del solo posto centrale libero (circa 120 posti contro i canonici 180 del 320), quindi, per quanto pieno il volo, non si capisce il motivo per il quale debba scatenarsi la coda al gate, e debbano venire meno tutte le regole sulle distanze

Viene consegnato il modulo di autocertificazione sostitutivo: la regione Sardegna (meglio, il suo Presidente) sino all'ultimo ha tentato di obbligare i test sierologici a quanti volessero raggiungerla, con tutta una serie di vincoli che avrebbero scoraggiato anche l'ultimo dei turisti a metterci piede, sino a quando lo Stato centrale (giustamente) ha spiegato che l'iniziativa alla libertà di spostamento era di competenza appunto statale e non regionale. Cosa che ha comportato il dovere modificare all'ultimo momento la vecchia modulistica (perché, naturalmente, l'ipotesi di essere mandati al diavolo dal Governo non era stata minimamente presa in considerazione), e di mettere in piedi in modo raffazzonato un nuovo modulo da fare compilare ai viaggiatori. Modulo da compilare on line (ma ancora non è disponibile...), oppure distribuito al gate. Ah, se cercate informazioni, lasciate perdere: il numero verde da chiamare ancora non è stato comunicato...



In ogni caso, ovviamente niente jetbridge (non ci sono più) ed imbarco a piedi sino alla scaletta


Il volo, come detto, è pieno, con i posti centrali liberi

Nelle tasche, sono state tolte le riviste: rimangono solo le istruzioni di sicurezza e i sacchetti, solo in quelle dei posti occupabili

Si sblocca in perfetto orario, ed in due minuti si raggiunge la testata pista senza dovere attendere nessuno

Lungo la strada, si ha ben chiara la situazione: ho contato una quarantina di aerei U2 parcheggiati davanti al T1 (chiuso) ed all'area cargo




Nel mentre, dimostrazione di sicurezza ed annunci: le uniche variazioni sono legate all'obbligo di mantenere la mascherina indossata per tutto il volo (norma rispettata da tutti senza alcun problema), e la comunicazione della mancanza di passaggio per il servizio a bordo, comunque disponibile a richiesta (anche se, a naso, nessuno ha chiesto nulla all'equipaggio)

Decolliamo alle 21.02: la durata del volo, normalmente di un'ora e 10 minuti, sarà di 58 minuti precisi, con arrivo al parcheggio in anticipo rispetto all'orario canonico di oltre 20 minuti.
Lo sbarco sarà scaglionato, 4 file per volta, e ordinatamente tutti hanno atteso al proprio posto il turno, anche se, inevitabilmente, 16 persone che si alzano in contemporanea fanno venire meno il metro di distanziamento.
Sbarco sempre a piedi, controllo della temperatura con videocamere termiche prima di arrivare ai nastri bagagli (ci sono due linee di coda)

si consegna il modulo ai poliziotti e si esce. Fuori, i parcheggi aeroportuali sono deserti.

E per chiudere, un saluto dalla Sella del Diavolo!

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