Alitalia: tra Atlantia, Delta, CdP e FS, siamo alla resa dei conti


Stato
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Toninelli non si accorgerà neanche che è entrata Atlantia, basta che l'acquisizione sia fatta da una controllata con un nome diverso.

Riscrivo con altre parole: scommettiamo che se Atlantia entra la conditio sine qua non è il siluramento contestuale del genio dei trasporti?
 
Ultima modifica:
Business acumen all'italiana i.e. come fottere due aziende (specialmente FS, dopo anni di ristrutturazioni e migliorie al servizio non trascurabili, anche se parlo/scrivo con limitata esperienza sui treni italiani appunto) per salvarne una decotta da tempi non sospetti e, ahimé, senza tante speranze di rientrare/stare sul mercato attuale...

G
 
Re: Thread Alitalia luglio 2019

Scommettiamo che se Atlantia entra, lo farà dalle stessa sliding door dalla quale Toninelli uscirà dal governo?
E gigi tornerà al San Paolo, a distribuire la cocacola di cittadinanza.

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Come dissi prima della (mi sembra) terza proroga, un minuto prima della scadenza cederanno sulle concessioni ed entrera' Atlantia
 
Re: Thread Alitalia luglio 2019

Non necessariamente, ma l'azionista 'stato' deve agire in termini commerciali non politici, e l'azienda non operi in regime di monopolio. A meno che non abbia benefici sociali (per esempio un ospedale)

Grazie mille. Chiaro adesso.
 
Re: Thread Alitalia luglio 2019

Che di fatto è una (mezza) conferma

Credo siamo a tre quarti di conferma:

"Mi dicono che c'è un'offerta di Atlantia, io non ho pregiudizi" nei confronti dell'azienda però "nessuno deve mettersi in testa" che sulla revoca delle concessioni autostradali il Governo possa fare passi indietro. Lo dice il vicepremier Luigi Di Maio in diretta su Facebook. "Sulla revoca si va avanti, poi se si vuole fare un'offerta, verrà valutata per vedere se è un socio solido e può entrare" nel capitale.

https://www.agi.it/economia/alitalia_atlantia_di_maio-5812916/news/2019-07-10/
 
Alitalia, Di Maio: "Atlantia in arrivo". Ma salgono le quotazioni di Toto


di Luca Spoldi
e Andrea Deugeni


"Ci sono le Ferrovie dello Stato e il ministero dell'Economia. C'e' Delta Airlines, serve il quarto elemento. Ieri sera ho incontrato Toto, uno dei soggetti che ambisce a entrare nella nuova Alitalia, mi dicono che ci sarebbe anche una proposta in arrivo di Atlantia, io non ho pregiudizi sul dossier Alitalia e su Atlantia, però nessuno deve mettersi in testa che sulla questione delle revoche di Autostrade il Governo possa fare un passo indietro”.


In una diretta su Facebook il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio, conferma l’indiscrezione che la società controllata dai Benetton si prepara a entrare nella partita per il salvataggio dell’aviolinea. Secondo il Sole 24 Ore, Atlantia starebbe valutando infatti di presentare una manifestazione di interesse per circa il 35-40% del capitale, la quota di capitale mancante nella Newco Nuova Alitalia, corrispondente ad almeno 300 milioni.

L'operazione, secondo quanto raccolto negli ambienti finanziari, è oggetto di valutazione in queste ore e porrebbe alcuni paletti. In particolare la partecipazione del gruppo autostradale e il versamento di un assegno di 300 milioni nella nuova societa' della compagnia di bandiera sarebbe condizionata alla presentazione di un piano industriale di rilancio serio e credibile.

Tanto piu' che per Atlantia, se l'operazione non dovesse subire rallentamenti improvvisi, si tratta del terzo intervento diretto nella tormentata storia di Alitalia: aveva gia' partecipato alle due ricapitalizzazioni avvenute nel corso del 2008 e successivamente con l'avvento di Etihad. Al momento nessuna decisione definitiva e' stata presa, anche perche' il dossier sara' esaminato giovedi', quando e' in agenda il cda. Fonti vicine al gruppo autostradale fanno sapere che "il tema Alitalia non figura all'ordine del giorno, ma non si esclude che se ne parlerà".



Nel pomeriggio, fonti della maggioranza citate dall’agenzia Radiocor hanno rivelato che dopo l’incontro di ieri con Di Maio, anche le quotazioni del gruppo abruzzese Toto sarebbero in crescita. Per la Newco si procederà ad una ricapitalizzazione attorno al miliardo di euro. Visto che Alitalia dà ancora lavoro a 11 mila dipendenti (senza contare l’indotto) l’interesse pubblico è evidente.

Ma perché Alitalia, una compagnia aerea che continua a bruciare oltre un milione di euro al giorno, dovrebbe interessare a Carlo Toto e al figlio Riccardo (si presume con un investimento di 100-150 di milioni di euro in cambio di una quota tra il 10% e il 15%)? Che ai Toto il trasporto aereo sia sempre piaciuto non è una novità, visto che fin dal 1983 avevano costituito Aliadriatica, compagnia regionale low cost che nel 1995 assunse il nome di Air One e si mise a fare concorrenza proprio ad Alitalia sulla redditizia rotta Roma-Milano. Nel 2007 Air One formulò anche un’Opa per Alitalia, ma le venne preferita un’Offerta pubblica di scambio avanzata da Air France-Klm. Nemmeno un anno dopo fu però Alitalia (nel frattempo passata sotto le insegne della Cai dei “capitani coraggiosi”) a rilevare Air One trasformandola nella propria “low cost”.



Un esperimento chiuso ufficialmente sei anni dopo, nell’agosto 2014, quando Ethiad Airways rilevò il 49% di Alitalia-Cai, sulla base della necessità di “razionalizzare i costi”. Una “passionaccia”, visto che nel 2011 lo stesso Riccardo Toto aveva rilevato dal patron della Sampdoria, Massimo Ferrero, un’altra low cost, Livingstone, che però non ebbe più fortuna di Air One, anzi: già nel 2014 sospese le operazioni, per fallire l’anno successivo. Ma potrebbe non essere la sola motivazione.

A pensar male si fa peccato, ma i Toto, 400 milioni di ricavi circa a fine 2016 di cui la metà legata alle tariffe autostradali, rischiano di vedersi revocare o modificare la concessione come i Benetton. O di dover sborsare molti soldi (si parla di un miliardo, forse uno e mezzo) per ristrutturare la Roma-Pescara-L’Aquila al fine di evitare nuovi crolli stile il ponte Morandi. Ci sono poi vecchi strascichi giudiziari, in particolare legati ad un’azione di responsabilità per aver girato in leasing ad Alitalia-Cai (di cui lo stesso Toto era azionista avendo contribuito alla cordata con una sessantina di milioni) decine di Airbus Air One a prezzi superiori a quelli di mercato e per di più al centro di operazioni di “estero-vestizione” (risultavano infatti intestati a società irlandesi) che si sospetta potrebbero essere servite per frodare il fisco italiano. Una vicenda per la quale Alitalia chiede a Toto 260 milioni di dollari.

Almeno formalmente, come ripetuto anche oggi da Di Maio, il salvataggio Alitalia è una vicenda distinta e separata dal tema della revoca o rinnovo delle concessioni autostradali e tanto più dalle vicende giudiziarie legate alle vecchie gestioni di Alitalia. Nei fatti però come per Atlantia gli analisti finanziari sottolineano che una partecipazione al salvataggio consentirebbe se non di chiudere una “partita di giro”, quanto meno di “distendere i rapporti” tra i gruppi partecipanti e il governo. Possibilmente con conseguenze positive in termini di ricadute su altri business, come appunto le grandi opere, coi Toto che premono da mesi perché ripartano i cantieri del tunnel ferroviario del Terzo Valico dei Giovi, in Liguria. Una commessa a cui lavorano dall’aprile dello scorso anno proprio Toto Costruzioni assieme e Seli Overseas, ma che ha accumulato significativi ritardi.

http://www.affaritaliani.it/economi...-ma-salgono-le-quotazioni-di-toto-615131.html
 
Su Bloomberg ci prendono abbondantemente in giro...

Alitalia Can Get a Rapper His Own Plane But Can't Pay Its Debts
John FollainJuly 10, 2019, 11:03 AM EDT
Instagram influencer Chiara Ferragni posted a photo of Alitalia's dedicated flight for her wedding with rapper Fedez.
Instagram influencer Chiara Ferragni posted a photo of Alitalia's dedicated flight for her wedding with rapper Fedez.
Source: Instagram
When Italian rapper Fedez flew to Sicily to marry fashion “influencer” Chiara Ferragni last summer, bankrupt Alitalia provided a special plane, complete with tailor-made tickets, a dedicated departure gate and onboard gadgets.

The company’s largesse sparked protests in parliament and online -- as well as demands from the government for an explanation. Alitalia said the flight from Milan’s Linate airport to Catania was “a normal commercial accord and part of the company’s advertising campaign.”

Now, Alitalia might be down to its last fashion stunt.

After years of scandals and abysmal management, the airline has been under special administration for more than two years and now faces either liquidation or de facto nationalization. A group of public and private investors must submit a binding offer by Monday but most details -- including who will join the bid -- are murky.

“Alitalia can’t afford to lose more time,” said Claudio Tarlazzi, head of transport union Uiltrasporti. “Talks about possible shareholders are just political solutions at this stage. But Alitalia needs an industrial plan and an investment strategy.”

The core of the plan involves setting up a new company that would retain old Alitalia’s assets while its billions of euros of debt would remain with the old company and be liquidated.

Two state bodies -- railway operator Ferrovie dello Stato Italiane SpA and the Treasury -- are in talks to take a combined stake of about 50% in the new Alitalia, according to the economic development ministry headed by Luigi Di Maio, who is also deputy premier. U.S. carrier Delta Air Lines Inc. would take between 10% and 15%.

The numbers still don’t add up, and that’s where the tensions within Rome’s fractious coalition come into play. According to months of speculation in Italian media, the ideal candidate to complete the bidding group is Atlantia SpA, the Benetton family’s industrial arm which operates some of the country’s biggest airports.

But the Benettons’ future role has become the latest sore spot between Di Maio of the anti-establishment Five Star Movement, who’s overseeing the search for investors, and fellow Deputy Premier Matteo Salvini of the rightist League.

Bridge Disaster

After the deadly collapse of a highway bridge in Genoa last August, Di Maio wants to strip Autostrade per l’Italia SpA, which Atlantia controls, of its license to operate toll roads. That would probably rule out any Atlantia investment in Alitalia.

But any decision from a politically weakened Di Maio needs Salvini’s stamp of approval, according to a League lawmaker who asked not to be named. The League has been in contact with Atlantia about Alitalia, the lawmaker said.

At a board meeting Thursday, the Benettons’ company will discuss a potential investment of about 300 million euros ($336 million) to buy a stake of about 30%, according to a person familiar with the situation. The decision hinges on the participation of the Treasury and Delta, as well as a detailed business plan, the person said. Atlantia declined to comment.

There may be other parties to the investors’ group, including U.S.-based businessman Riccardo Toto, Lazio soccer club chairman Claudio Lotito and German Efromovich, ousted chairman of Colombian airline Avianca.

More Talks

Whatever the outcome of the talks, lining up the new stakeholders would be only a prelude to months of further negotiations. If stakeholders reach an accord by Monday, discussions with unions on a new industrial plan will likely take place beginning in September, according to an official who declined to be named.

Before it’s even been announced, the latest salvage plan has fueled doubts about the airline’s future.

“Di Maio is just prolonging Alitalia’s agony,’’ said Carlo Alberto Carnevale Maffe, a professor of business strategy at Milan’s Bocconi University. “He’s seeking an Italian-led solution but the only way to save Alitalia is to make the company part of a European hub.’’

Even with state backing, the success of the new Alitalia is far from guaranteed. The airline has been hit by competition from low-cost rivals and high-speed trains. A lack of aircraft and a paucity of international slots have also limited its market share, according to Carnevale Maffe.

Today, the airline is kept alive by a 900 million-euro bridge loan from the state. It loses about 700,000 euros a day, or 300 million euros a year, according to another person familiar with the situation, and it has less than half a billion euros in cash left.

Yet if Alitalia is going down, it seems determined to go in style. In 2017, the airline went through its second re-branding campaign in just two years, with one of Italy’s top stylists designing new uniforms for ground and flight staff.

And while Alitalia was quick to assure that this “design collaboration” cost nothing, sooner or later, Italian taxpayers may ultimately have to pick up the tab.

— With assistance by Dan Liefgreen, and Christopher Jasper
 
La costruzione della nuova Alitalia è arrivata al fotofinish. E la decisione spetta ai due azionisti di maggioranza, la Lega e i Cinque Stelle, che stanno cercando una sintesi per permettere al presidente di Consiglio Giuseppe Conte, nelle prossime 48-72 ore, di avocare a sé il dossier per chiudere il cerchio sulla composizione della cordata di soci della compagnia aerea dopo oltre due anni di amministrazione straordinaria. A Palazzo Chigi il sottosegretario Giancarlo Giorgetti sta tenendo le fila per consentire di arrivare entro il 15 luglio ad una proposta di rilancio della compagnia che coinvolga Ferrovie dello Stato (al 35%), il ministero del Tesoro (al 15%) e l’americana Delta Air Lines (al 15%) e uno o più soci privati.

Sono state ore febbrili al ministero dello Sviluppo. Il ministro Luigi Di Maio ha incontrato anche uno degli interessati all’investimento — l’azionista del vettore Avianca German Efremovich — per capire la fattibilità di un eventuale coinvolgimento. Dopo aver visto anche Carlo Toto (e il figlio Riccardo) che gli hanno prospettato la volontà di partecipare all’operazione. Ma l’unica strada davvero praticabile, per le garanzie patrimoniali e finanziarie dell’investitore e per la conoscenza del settore aeroportuale, sarebbe quella di far entrare Atlantia nella newco che necessita di almeno un miliardo per rilanciarsi.
La capogruppo degli Aeroporti di Roma e di Autostrade per l’Italia, controllata al 30% dalla famiglia Benetton, oggi discuterà in consiglio di amministrazione il dossier Alitalia. Anche per il pressing di Mediobanca, consulente di Ferrovie dello Stato capo-cordata, e con la quale ha legami consolidati. La banca d’affari di Piazzetta Cuccia ha mandato una lettera alla società guidata da Giovanni Castellucci chiedendole di presentare una manifestazione di interesse non vincolante. Un passo ritenuto necessario anche da un punto di vista tattico per aprire un negoziato a viso aperto con l’esecutivo. Senza legare il destino di Alitalia a quello di Atlantia alle prese con la richiesta di revoca della concessione di Autostrade agitata dal governo per il crollo del viadotto Morandi a Genova.

È un sentiero strettissimo. I cui piani si sovrappongono tra loro e complicano la trattativa anche per questioni psicologiche ed emotive. Di Maio ha la necessità politica di tenere i due dossier distinti. Atlantia è consapevole della necessità di salvare Alitalia anche per trainare i volumi degli Aeroporti di Roma, principale hub della compagnia. Non è da escludere che Atlantia possa effettivamente presentare una manifestazione non vincolante. Certo è necessaria la condivisione della scelta anche da parte della famiglia Benetton che ha appena richiamato Gianni Mion al timone della capogruppo Edizione per trovare una posizione condivisa a Ponzano Veneto e supportare Castellucci nella scelta di imbarcarsi ancora in un rilancio di Alitalia dopo averlo fatto per ben due volte (salvataggi del 2008 e del 2014) perdendo tutto l’investimento.

Ruolo centrale l’ha ormai assunto Mediobanca. Che sta vagliando la credibilità di Efremovich con una serie di verifiche incrociate, anche con l’ausilio di un circuito Interpol, sulle sue transazioni e sul suo patrimonio personale. Che ha fatto presente anche le difficoltà di Toto a detenere la quota mancante del 35% (a conti fatti oltre 300 milioni) anche per il contenzioso aperto con il ministero dei Trasporti sulla concessione dell’autostrada Roma-L’Aquila. Che ha scartato l’ipotesi Claudio Lotito per non aver presentato garanzie patrimoniali sufficienti.

Corriere della Sera
 
Ovviamente non dobbiamo dimenticare di fare sempre un grande plauso alla gestione commissariale. Davvero ottima. Guarda che numeri.
 
Per ora il rimpasto di governo ha spostato solo un paio di pedine in verde... i botti mi sa che debbono ancora venire...
 
Dal cinegiornale del 10 luglio 1968...

Alitalia: Tarlazzi (Uiltrasporti), Atlantia migliore soluzione, resto è pasticcio'

Roma, 10 lug. (AdnKronos)
(Mcc/AdnKronos)
"Non vedo alternative a una soluzione industriale che veda Atlantia tra gli azionisti. Tutto il resto rischia di essere un pasticcio". Ad affermarlo è il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi, per il quale, vanno ora superate "le problematiche politiche" per poter coinvolgere Atlantia. A quel punto, sottolinea all'Adnkronos, "deve essere predisposto un progetto industriale serio e solido che consenta il rilancio di Alitalia".

Per Tarlazzi, "non ci sono dubbi che la soluzione industriale migliore passa da Atlantia". Desta, invece, perplessità l'opzione di un eventuale affiancamento da parte del gruppo Toto. "Toto - dice Tarlazzi - ha contenziosi aperti con Alitalia. Sarebbe come portare in casa una persona con la quale litighi. Non mi sembra opportuno". Né altri soggetti sembrano avere le carte in regola e "la consistenza finanziaria" per entrare nella newco, come nel caso dell'azionista di Avianca, German Efromovich. "Non mi sembrano ci siano le condizioni", afferma.

Ma il punto vero, una volta individuato il partner, è il nuovo piano industriale. "Per essere rilanciata, Alitalia ha bisogno di un piano di investimenti per sviluppare la rete di lungo raggio con nuove rotte e nuovi aerei", spiega Tarlazzi. Un piano, tiene a sottolineare, "che non restringa il perimetro della compagnia perchè, negli anni, ogni volta si è perso qualcosa e questo non deve ripetersi anche questa volta".

Piano di sviluppo, dunque, e "garanzia di piena tutela dell'occupazione": è questo l'altro punto fermo che "deve essere assicurato, che noi nell'ultimo incontro abbiamo ribadito al ministro Di Maio e che va posto al centro del confronto con il sindacato". Ma non solo. C'è la partita delle nuove regole di sistema del settore del trasporto aereo. "Occorre mettere mano a una riforma del settore. Ora, Alitalia corre con una gamba legata, a tutto vantaggio delle compagnie low cost. In questo senso, la presenza dello Stato nella compagnia può essere una garanzia perché questa riforma finalmente si faccia. Altrimenti, il suo rilancio rischia di essere compromesso in partenza".
 
Ma non solo. C'è la partita delle nuove regole di sistema del settore del trasporto aereo. "Occorre mettere mano a una riforma del settore. Ora, Alitalia corre con una gamba legata, a tutto vantaggio delle compagnie low cost. In questo senso, la presenza dello Stato nella compagnia può essere una garanzia perché questa riforma finalmente si faccia. Altrimenti, il suo rilancio rischia di essere compromesso in partenza".[/I]

Cioè: secondo sua eccellenza lo stato sarebbe il soggetto più adatto a sopportare il costo della incapacità, dello stato stesso, di regolare un settore che peraltro è regolamentato per lo più da normativa sovranazionale.
La soluzione non è, quindi, risolvere in fretta e bene il problema di incapacità. È assumersene i costi.
Solo io fatico a trovare un barlume di logica?
 
Apre bocca chiunque, ma proprio chiunque chiunque...

Alitalia, Cesa (Udc): Inconcepibile piano che riduca voli e mezzi
Luglio 10, 2019 LorenzoCesa News
Roma, 10 lug. (LaPresse) – “Su Alitalia servono risposte concrete e serie. Non si può affidare la sorte della nostra compagnia di bandiera agli umori e alle simpatie del ministro Di Maio. Non è concepibile un piano che riduca voli e mezzi, per tagliare il personale e mandare a casa 2mila lavoratori. Non si agisce così da ministro del Lavoro e soprattutto non si fa né il bene di Alitalia né quello del Paese”. Così Lorenzo Cesa segretario Udc. POL NG01 alm 101655 LUG 19
 
MOMENTO AMARCORD...

«Tagliamo la mangiatoia e gli sprechi del 30%, partnership con Air France e Lufthansa. Così la rilanciamo, non abbiamo bisogno di mettere soldi degli italiani. Un’operazione di mercato, niente intervento dello Stato e soldi pubblici». Pochi secondi sintetizzati dal giornalista Luciano Capone e confermati dal video dell’intervista di Luigi Di Maio a Matrix del 5 agosto 2018.
 
Cioè: secondo sua eccellenza lo stato sarebbe il soggetto più adatto a sopportare il costo della incapacità, dello stato stesso, di regolare un settore che peraltro è regolamentato per lo più da normativa sovranazionale.
La soluzione non è, quindi, risolvere in fretta e bene il problema di incapacità. È assumersene i costi.
Solo io fatico a trovare un barlume di logica?
Credo si riferisca al fatto che in Italia le low cost non solo siano accolte a braccia aperte ma ci sguazzino alla grande nella cronaca incapacità di mettere in piedi una visione di sistema unitario riguardo al sistema aeroportuale.
E va detto che il problema non riguarda principalmente AZ, ma la guerra di orticelli a forza di sovvenzioni per "rubarsi" qualche volo FR fra confinanti.
 
MOMENTO AMARCORD...

«Tagliamo la mangiatoia e gli sprechi del 30%, partnership con Air France e Lufthansa. Così la rilanciamo, non abbiamo bisogno di mettere soldi degli italiani. Un’operazione di mercato, niente intervento dello Stato e soldi pubblici». Pochi secondi sintetizzati dal giornalista Luciano Capone e confermati dal video dell’intervista di Luigi Di Maio a Matrix del 5 agosto 2018.

Settari che -ricordiamolo- ai bei tempi dei vaffanculoday su AZ la pensavano così:

 
Stato
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