Low cost nel mirino dei 5S


ripps

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17 Giugno 2017
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Regole uguali per le compagnie aeree che operano in Italia e revisione delle concessioni aeroportuali. Qualora andasse in porto e diventasse legge, avrebbe l’effetto di sconvolgere l’intero settore del trasporto aereo tricolore il disegno di legge presentato dal M5S, a opera dei senatori Giulia Lupo, Agostino Santillo, Mauro Coltorti, Gabriella Di Girolamo, Sabrina Ricciardi ed Emanuele Dessì. Facendo un favore alla nuova Alitalia e penalizzando i concorrenti low cost che operano nello Stivale, a cominciare da Ryanair.

Esaminato in Commissione Trasporti al Senato e destinato, se non ci sono intoppi, ad approdare in Aula a Palazzo Madama a febbraio, la proposta di legge punta non solo a rivedere la pratica dei contratti di comarketing attraverso la quale i piccoli aeroporti sovvenzionano le compagnie low cost (è previsto, a questo scopo, un sistema sanzionatorio), ma anche a stabilire contratti di lavoro uguali per tutti tra il personale dei vettori a basso costo stranieri che operano e fanno base in Italia e quelli dei lavoratori delle altre compagnie italiane.

«I vettori europei possano operare in Italia senza l’obbligo di stabilire nel nostro Paese una sede secondaria o una rappresentanza stabile – si legge nella bozza del ddl – Questo ha determinato svantaggi competitivi a danno del vettore aereo nazionale e ha ridotto la tutela normativa dei passeggeri-consumatori italiani che si rivolgono a vettori i quali, pur abilitati ad operare in Italia, applicano regole diverse. Tra gli Stati europei, l’Italia è il Paese in cui le compagnie low cost hanno raggiunto le quote di mercato più elevate nel trasporto aereo di linea».

Insomma, una dichiarazione sovranista in piena regola, rafforzata da quanto si legge più sotto. «I benefici dell’espansione del mercato del trasporto aereo italiano vengono assorbiti e sfruttati da compagnie straniere e gran parte di questa fuga di proventi è foraggiata da contributi palesi o occulti erogati da aeroporti o enti locali italiani a favore delle compagnie low cost», si legge ancora nel ddl. «Le compagnie aeree in questione – si rileva – si trovano in una posizione di forza, poiché si stabiliscono con la maggior parte degli aerei su un dato aeroporto, costringendo il gestore aeroportuale ad investire somme consistenti in infrastrutture, uomini e mezzi».

Ma preparato il terreno alla newco di Alitalia, la “rivoluzione” dei cieli pentastellata punta anche ad altro: in primo luogo, il traffico passeggeri verrebbe dirottato per la maggior parte verso Roma Fiumicino e Milano Malpensa, prevedendo un calo di traffico per gli altri scali, con la possibilità per alcuni dei quali di venire utilizzati soprattutto per i veicoli della protezione civile, del servizio anti-incendio, della Polizia, per i volo da diporto e sportivo e i voli cargo. Per farsi sì che non ci siano più «cattedrali nel deserto» la gestione – propongono i senatori Cinque Stelle – non verrebbe lasciata più ai territori. Ci sarebbe la creazione di un ente unico di gestione aeroportuale sul modello dell’Aena spagnolo.

Non è finita, però. perché il ddl, oltre a spingere per regole uguali per tutte le compagnie aeree, prevede anche la ridiscussione delle concessioni aeroportuali, la gran parte delle quali hanno scadenze intorno al 2040.«L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha rilevato – riporta il ddl – che gran parte delle concessioni non sono state assegnate con procedura concorsuale».

Tra gli altri obiettivi della proposta M5s ci sono la ridefinizione del «sistema di tariffazione, tenuto conto della valutazione dei costi sostenuti per gli aeroporti e per tipi di aeromobili»; il contrato a «forme diffuse di precariato» prevedendo un contratto collettivo nazionale per il personale aereo navigante; la «differenziazione dei rifiuti a bordo degli aeromobili».

Inoltre «gli utenti potranno veder riconosciuti i propri diritti senza ricorrere necessariamente all’autorità giudiziaria ordinaria, determinando così una riduzione del contenzioso e, conseguentemente, dei relativi tempi e costi».

https://www.lagenziadiviaggi.it/disegno-di-legge-anti-ryanair-le-intenzioni-dei-cinque-stelle/
 
Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

Regole uguali per le compagnie aeree che operano in Italia e revisione delle concessioni aeroportuali. Qualora andasse in porto e diventasse legge, avrebbe l’effetto di sconvolgere l’intero settore del trasporto aereo tricolore il disegno di legge presentato dal M5S, a opera dei senatori Giulia Lupo, Agostino Santillo, Mauro Coltorti, Gabriella Di Girolamo, Sabrina Ricciardi ed Emanuele Dessì. Facendo un favore alla nuova Alitalia e penalizzando i concorrenti low cost che operano nello Stivale, a cominciare da Ryanair.

Esaminato in Commissione Trasporti al Senato e destinato, se non ci sono intoppi, ad approdare in Aula a Palazzo Madama a febbraio, la proposta di legge punta non solo a rivedere la pratica dei contratti di comarketing attraverso la quale i piccoli aeroporti sovvenzionano le compagnie low cost (è previsto, a questo scopo, un sistema sanzionatorio), ma anche a stabilire contratti di lavoro uguali per tutti tra il personale dei vettori a basso costo stranieri che operano e fanno base in Italia e quelli dei lavoratori delle altre compagnie italiane.

«I vettori europei possano operare in Italia senza l’obbligo di stabilire nel nostro Paese una sede secondaria o una rappresentanza stabile – si legge nella bozza del ddl – Questo ha determinato svantaggi competitivi a danno del vettore aereo nazionale e ha ridotto la tutela normativa dei passeggeri-consumatori italiani che si rivolgono a vettori i quali, pur abilitati ad operare in Italia, applicano regole diverse. Tra gli Stati europei, l’Italia è il Paese in cui le compagnie low cost hanno raggiunto le quote di mercato più elevate nel trasporto aereo di linea».

Insomma, una dichiarazione sovranista in piena regola, rafforzata da quanto si legge più sotto. «I benefici dell’espansione del mercato del trasporto aereo italiano vengono assorbiti e sfruttati da compagnie straniere e gran parte di questa fuga di proventi è foraggiata da contributi palesi o occulti erogati da aeroporti o enti locali italiani a favore delle compagnie low cost», si legge ancora nel ddl. «Le compagnie aeree in questione – si rileva – si trovano in una posizione di forza, poiché si stabiliscono con la maggior parte degli aerei su un dato aeroporto, costringendo il gestore aeroportuale ad investire somme consistenti in infrastrutture, uomini e mezzi».

Ma preparato il terreno alla newco di Alitalia, la “rivoluzione” dei cieli pentastellata punta anche ad altro: in primo luogo, il traffico passeggeri verrebbe dirottato per la maggior parte verso Roma Fiumicino e Milano Malpensa, prevedendo un calo di traffico per gli altri scali, con la possibilità per alcuni dei quali di venire utilizzati soprattutto per i veicoli della protezione civile, del servizio anti-incendio, della Polizia, per i volo da diporto e sportivo e i voli cargo. Per farsi sì che non ci siano più «cattedrali nel deserto» la gestione – propongono i senatori Cinque Stelle – non verrebbe lasciata più ai territori. Ci sarebbe la creazione di un ente unico di gestione aeroportuale sul modello dell’Aena spagnolo.

Non è finita, però. perché il ddl, oltre a spingere per regole uguali per tutte le compagnie aeree, prevede anche la ridiscussione delle concessioni aeroportuali, la gran parte delle quali hanno scadenze intorno al 2040.«L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha rilevato – riporta il ddl – che gran parte delle concessioni non sono state assegnate con procedura concorsuale».

Tra gli altri obiettivi della proposta M5s ci sono la ridefinizione del «sistema di tariffazione, tenuto conto della valutazione dei costi sostenuti per gli aeroporti e per tipi di aeromobili»; il contrato a «forme diffuse di precariato» prevedendo un contratto collettivo nazionale per il personale aereo navigante; la «differenziazione dei rifiuti a bordo degli aeromobili».

Inoltre «gli utenti potranno veder riconosciuti i propri diritti senza ricorrere necessariamente all’autorità giudiziaria ordinaria, determinando così una riduzione del contenzioso e, conseguentemente, dei relativi tempi e costi».

https://www.lagenziadiviaggi.it/disegno-di-legge-anti-ryanair-le-intenzioni-dei-cinque-stelle/
Delirio puro.
 
Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

«I vettori europei possano operare in Italia senza l’obbligo di stabilire nel nostro Paese una sede secondaria o una rappresentanza stabile – si legge nella bozza del ddl – Questo ha determinato svantaggi competitivi a danno del vettore aereo nazionale e ha ridotto la tutela normativa dei passeggeri-consumatori italiani che si rivolgono a vettori i quali, pur abilitati ad operare in Italia, applicano regole diverse. Tra gli Stati europei, l’Italia è il Paese in cui le compagnie low cost hanno raggiunto le quote di mercato più elevate nel trasporto aereo di linea».

https://www.lagenziadiviaggi.it/disegno-di-legge-anti-ryanair-le-intenzioni-dei-cinque-stelle/

Solo a me questo punto fa sorridere?
Innanzitutto non so quanto questo possa violare le leggi comunitarie; non credo che tu, azienda europea, debba essere obbligata a stabilire una rappresentanza stabile in un altro paese sempre all'interno del mercato UE. Nel dubbio, qualcuno può confermare?
In secondo luogo, se l'obbligo fosse implementato vedo già un pullulare di targhette dorate di compagnie aeree fuori dagli studi dei commercialisti con all'interno 0 dipendenti della compagnia. Insomma, "Ecco la vostra sede di rappresentanza".

Edit, grazie a Dancrane per la segnalazione. Roba da fustigazione in pubblica piazza.
 
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Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

Regole uguali per le compagnie aeree che operano in Italia e revisione delle concessioni aeroportuali. Qualora andasse in porto e diventasse legge, avrebbe l’effetto di sconvolgere l’intero settore del trasporto aereo tricolore il disegno di legge presentato dal M5S, a opera dei senatori Giulia Lupo, Agostino Santillo, Mauro Coltorti, Gabriella Di Girolamo, Sabrina Ricciardi ed Emanuele Dessì. Facendo un favore alla nuova Alitalia e penalizzando i concorrenti low cost che operano nello Stivale, a cominciare da Ryanair.

Esaminato in Commissione Trasporti al Senato e destinato, se non ci sono intoppi, ad approdare in Aula a Palazzo Madama a febbraio, la proposta di legge punta non solo a rivedere la pratica dei contratti di comarketing attraverso la quale i piccoli aeroporti sovvenzionano le compagnie low cost (è previsto, a questo scopo, un sistema sanzionatorio), ma anche a stabilire contratti di lavoro uguali per tutti tra il personale dei vettori a basso costo stranieri che operano e fanno base in Italia e quelli dei lavoratori delle altre compagnie italiane.

«I vettori europei possano operare in Italia senza l’obbligo di stabilire nel nostro Paese una sede secondaria o una rappresentanza stabile – si legge nella bozza del ddl – Questo ha determinato svantaggi competitivi a danno del vettore aereo nazionale e ha ridotto la tutela normativa dei passeggeri-consumatori italiani che si rivolgono a vettori i quali, pur abilitati ad operare in Italia, applicano regole diverse. Tra gli Stati europei, l’Italia è il Paese in cui le compagnie low cost hanno raggiunto le quote di mercato più elevate nel trasporto aereo di linea».

Insomma, una dichiarazione sovranista in piena regola, rafforzata da quanto si legge più sotto. «I benefici dell’espansione del mercato del trasporto aereo italiano vengono assorbiti e sfruttati da compagnie straniere e gran parte di questa fuga di proventi è foraggiata da contributi palesi o occulti erogati da aeroporti o enti locali italiani a favore delle compagnie low cost», si legge ancora nel ddl. «Le compagnie aeree in questione – si rileva – si trovano in una posizione di forza, poiché si stabiliscono con la maggior parte degli aerei su un dato aeroporto, costringendo il gestore aeroportuale ad investire somme consistenti in infrastrutture, uomini e mezzi».

Ma preparato il terreno alla newco di Alitalia, la “rivoluzione” dei cieli pentastellata punta anche ad altro: in primo luogo, il traffico passeggeri verrebbe dirottato per la maggior parte verso Roma Fiumicino e Milano Malpensa, prevedendo un calo di traffico per gli altri scali, con la possibilità per alcuni dei quali di venire utilizzati soprattutto per i veicoli della protezione civile, del servizio anti-incendio, della Polizia, per i volo da diporto e sportivo e i voli cargo. Per farsi sì che non ci siano più «cattedrali nel deserto» la gestione – propongono i senatori Cinque Stelle – non verrebbe lasciata più ai territori. Ci sarebbe la creazione di un ente unico di gestione aeroportuale sul modello dell’Aena spagnolo.

Non è finita, però. perché il ddl, oltre a spingere per regole uguali per tutte le compagnie aeree, prevede anche la ridiscussione delle concessioni aeroportuali, la gran parte delle quali hanno scadenze intorno al 2040.«L’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha rilevato – riporta il ddl – che gran parte delle concessioni non sono state assegnate con procedura concorsuale».

Tra gli altri obiettivi della proposta M5s ci sono la ridefinizione del «sistema di tariffazione, tenuto conto della valutazione dei costi sostenuti per gli aeroporti e per tipi di aeromobili»; il contrato a «forme diffuse di precariato» prevedendo un contratto collettivo nazionale per il personale aereo navigante; la «differenziazione dei rifiuti a bordo degli aeromobili».

Inoltre «gli utenti potranno veder riconosciuti i propri diritti senza ricorrere necessariamente all’autorità giudiziaria ordinaria, determinando così una riduzione del contenzioso e, conseguentemente, dei relativi tempi e costi».

https://www.lagenziadiviaggi.it/disegno-di-legge-anti-ryanair-le-intenzioni-dei-cinque-stelle/

Un disegno di legge che dimentica trent'anni di mercato unico europeo, norme di non discriminazione comunitaria e via dicendo.

Senza contare che, pur se i costi del lavoro di FR fossero piu' alti del 10%, sarebbe piu' profittevole di AZ.
 
Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

Delirio puro.

+1000000....tocca ancora una volta sperare nella UE che stoppi subito questa ennesima capriola nazionalista.
Savona ministro per uscire dall'euro no, non lo si volle per ovvia suprema ragion di Stato (grazie Mattarella!), ma che ogni 3x2 arrivino di queste iniziative dalla maggioranza e' stucchevole, perche' infine si cerca comunque la medesima deriva.
 
Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

Guarda, non è il thread giusto per parlare di FR. Ad ogni modo, sono pilota con contratto FR, basato in Italia fa due anni e ti garantisco che, ahimè, non è come dici tu. Se vuoi approfondire scrivimi in privato o ne parliamo sul thread dedicato a Ryanair.


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Magari! Sarebbe interessante approfondire questo tema, di cui si parla sempre per relata refero...

Un disegno di legge che dimentica trent'anni di mercato unico europeo, norme di non discriminazione comunitaria e via dicendo.

Senza contare che, pur se i costi del lavoro di FR fossero piu' alti del 10%, sarebbe piu' profittevole di AZ.
Non avrei potuto esprimerlo meglio
Una gestione tipo AENA, non è per niente la soluzione di tutti i mali
 
Le low cost entrano nel mirino del Governo M5s-Lega. In un decreto di legge, presentato in Commissione trasporti del Senato e previsto in discussione in Aula entro il 19 febbraio, il Movimento mette sotto accusa gli aiuti concessi alle low fare che operano sulla Penisola.



L’obiettivo non dichiarato, ma che circola nei corridoi degli addetti ai lavori, riporta affariitaliani.it, sarebbe quello di riequilibrare l’assetto del trasporto aereo a vantaggio, principalmente, di Alitalia (per la quale il Governo gialloverde continua a sostenere la linea della newco).


Accordi di comarketing
Sotto la lente, ci sarebbero, infatti, gli accordi di comarketing siglati tra gli aeroporti minori e le low fare. Una pratica che ha permesso ad alcune compagnie di espandersi in modo capillare sulla Penisola, conquistando fette di mercato importante nel corto raggio, e di ricevere contributi monetari importanti da parte delle destinazioni e degli scali stessi.


Tasse e concessioni
Ma il ddl vuole far luce anche sui vettori stranieri che non versano le tasse in Italia e sulle procedure di assegnazione delle concessioni aeroportuali.


Contratti
Un altro capitolo è dedicato poi alla definizione di contratti di lavoro, chiedono i grillini, uguali per tutti per i dipendenti delle low cost basate in Italia.



Fonte:https://www.ttgitalia.com


 
Re: Alitalia e Ferrovie: accordo raggiunto

Comunque ho appena dato uno sguardo ai pregressi dei relatori del DDL. Un pool di cervelli che in confronto Saul Perlmutter, Brian Schmidt e Adam Reiss sono gente che nemmeno e' riuscita a passare l'Elevamento Obbligo Scolastico...
 
Al solito ignorano il fatto che siamo all'interno della UE e quindi non possono impedire il cabotaggio da parte di compagnie comunitarie.
Quanto agli accordi di comarketing, anche se a me non piacciono sono di fatto contratti da società indipendenti in cui entrambe forniscono una prestazione, difficile vietarli.
 
Al solito ignorano il fatto che siamo all'interno della UE e quindi non possono impedire il cabotaggio da parte di compagnie comunitarie.
Quanto agli accordi di comarketing, anche se a me non piacciono sono di fatto contratti da società indipendenti in cui entrambe forniscono una prestazione, difficile vietarli.

difficile vietarli ma volendo possono essere regolamentati in modo molto stretto. Particolarmente per societa` a controllo pubblico. Auspicabile o no...un altro discorso.
 
difficile vietarli ma volendo possono essere regolamentati in modo molto stretto. Particolarmente per societa` a controllo pubblico. Auspicabile o no...un altro discorso.

Costruire bandi ad hoc per determinare il vincitore in base alle condizioni di partenza è la specialità di ogni ente pubblico. Nel caso specifico basta richiedere che la compagnia assegnataria abbia più di 100 milioni di clienti in un anno :D
 
Ho riordinato i messaggi nei due thread per separare il destino di AZ dalla guerra alle low cost.
 
Mi fa sorridere che io se apro in cantiere anche per un paio di mesi in una provincia diversa ho mille adempimenti compreso il trasferimento degli operai da una cassa edile all’altra... e questi possono aprire basi in Italia e dire che i loro uffici centrali si trovano a dublino , barcellona o londra o bucarest ed è tutto regolare. Per nom parlare del fatto che non posso guidare la macchina targata Germania di mio fratello se viene a trovarci..e qui ci si scandalizza se si vogliono far pagare le tasse in Italia se queste operano stabilmente in Italia e poi speriamo che intervenga l’Europa per continuare a permettergli di eludere le tasse qui... un po di coerenza ogni tanto ci vorrebbe..
 
Mi fa sorridere che io se apro in cantiere anche per un paio di mesi in una provincia diversa ho mille adempimenti compreso il trasferimento degli operai da una cassa edile all’altra... e questi possono aprire basi in Italia e dire che i loro uffici centrali si trovano a dublino , barcellona o londra o bucarest ed è tutto regolare. Per nom parlare del fatto che non posso guidare la macchina targata Germania di mio fratello se viene a trovarci..e qui ci si scandalizza se si vogliono far pagare le tasse in Italia se queste operano stabilmente in Italia e poi speriamo che intervenga l’Europa per continuare a permettergli di eludere le tasse qui... un po di coerenza ogni tanto ci vorrebbe..

L'Italia fa parte dell'Unione Europea. Come membro UE fa parte del mercato unico, il trasporto aereo e' uno dei settori coperti dal mercato unico.
La patente Italiana non ti permette di guidare auto con targa straniera, non esiste una vera 'patente europea' (o un mercato unico delle patenti), anche il cantiere e' un discorso diverso.

Nulla impedisce ad AZ (o IG, o Neos, o Blu Panorama) di aprire una base a Bordeaux, o a Rotterdam. Come ho gia' detto in un'altro thread AZ opera un ATH-TLV grazie al mercato unico europeo.

Per favore, cerchiamo di non mescolare arance con damigiane.

(Chiedo scusa del tono ma non saprei come altro esprimermi)
 
Mi fa sorridere che io se apro in cantiere anche per un paio di mesi in una provincia diversa ho mille adempimenti compreso il trasferimento degli operai da una cassa edile all’altra... e questi possono aprire basi in Italia e dire che i loro uffici centrali si trovano a dublino , barcellona o londra o bucarest ed è tutto regolare. Per nom parlare del fatto che non posso guidare la macchina targata Germania di mio fratello se viene a trovarci..e qui ci si scandalizza se si vogliono far pagare le tasse in Italia se queste operano stabilmente in Italia e poi speriamo che intervenga l’Europa per continuare a permettergli di eludere le tasse qui... un po di coerenza ogni tanto ci vorrebbe..

Si chiama liberalizzazione.

L'Unione Europea e' riuscita a liberalizzare il mercato del trasporto aereo, con immensi benefici per il consumatore, e dei dis-benefici per quelle compagnie legacy che non stanno stare sul mercato. ll tutto in un contesto di sicurezza ed efficienza mai visti sul continente.

L'UE ha anche provato a liberalizzare i servizi con la famosa direttiva Bolkenstein, tentativo poi naufragato (ve lo ricordate l'idraulico polacco?)

Non si tratta di coerenza, per niente.
 
Si chiama liberalizzazione.

L'Unione Europea e' riuscita a liberalizzare il mercato del trasporto aereo, con immensi benefici per il consumatore, e dei dis-benefici per quelle compagnie legacy che non stanno stare sul mercato. ll tutto in un contesto di sicurezza ed efficienza mai visti sul continente.

L'UE ha anche provato a liberalizzare i servizi con la famosa direttiva Bolkenstein, tentativo poi naufragato (ve lo ricordate l'idraulico polacco?)

Non si tratta di coerenza, per niente.
Va detto che nell'articolo da cui è nata la discussione si parla di diverse cose, dal co-marketing che più volte è finito nei mirini dell'antitrust UE e delle varie nazioni che non va certo nella direzione di un mercato competitivo come sarebbe nello spirito UE all'annosa questione dei paradisi fiscali all'interno dell'UE che è uno dei grandi problemi dell'UE stessa e frutto di soventi contenziosi su concetti come stabile organizzazione, base di lavoro ecc che ls aziende utilizzano per utilizzare la normativa fiscale più vantaggiosa. Anche questo con i principi UE non va molto d'accordo.
Che poi i 5s dubito siano in grado di correggere certe storture siamo tutti d'accordo, che FR diventi santa subito ho qualche dubbio in più e non parliamo di AZ perchè MOL è tutto fuorchè simpatico e accolto amichevolmente ovunque a casa delle big che sia LH (affaire AB già dimenticato?), AF (idem le resistenze del governo francese con diversi contenziosi su co-marketing e contratti di lavoro) o IAG (questioni come quella di AENA o di Aer Lingus non sono andate certo a favore di MOL alla faccia della fraterna accoglienza).
Mol con il suo modello estremo crea ovvie reazioni, infatti si parla di LCC ma poi si riassume FR. Le varie U2, VY, W6 ecc non mi pare siano parte della discussione.
 
Va detto che nell'articolo da cui è nata la discussione si parla di diverse cose, dal co-marketing che più volte è finito nei mirini dell'antitrust UE e delle varie nazioni che non va certo nella direzione di un mercato competitivo come sarebbe nello spirito UE all'annosa questione dei paradisi fiscali all'interno dell'UE che è uno dei grandi problemi dell'UE stessa e frutto di soventi contenziosi su concetti come stabile organizzazione, base di lavoro ecc che ls aziende utilizzano per utilizzare la normativa fiscale più vantaggiosa. Anche questo con i principi UE non va molto d'accordo.
Che poi i 5s dubito siano in grado di correggere certe storture siamo tutti d'accordo, che FR diventi santa subito ho qualche dubbio in più e non parliamo di AZ perchè MOL è tutto fuorchè simpatico e accolto amichevolmente ovunque a casa delle big che sia LH (affaire AB già dimenticato?), AF (idem le resistenze del governo francese con diversi contenziosi su co-marketing e contratti di lavoro) o IAG (questioni come quella di AENA o di Aer Lingus non sono andate certo a favore di MOL alla faccia della fraterna accoglienza).
Mol con il suo modello estremo crea ovvie reazioni, infatti si parla di LCC ma poi si riassume FR. Le varie U2, VY, W6 ecc non mi pare siano parte della discussione.

Farfallina, il problema e' che - qui ed ora - il piu' pulito c'ha la rogna, e se andiamo ad aprire gli armadi ne usciranno in bel po' di scheletri. Ryanair, e' ovvio, circuisce gli incapaci in mezza Italia e altrove. Ma anche Alitalia ha preso 4 milioni dalla regione Piemonte, piu' prestiti-ponte vari. Air France ha ricevuto aiuti e aiutoni dallo stato, BA ha ricevuto sconti dal governo gallese per BAMC... Vogliamo veramente fare la gara a chi ha preso meno denaro pubblico?

Poi, torno a dire: il margine di profitto di Ryanair e' sul 25% andante; quello di Alitalia e', a essere generosi, -5%. Anche ipotizzando che giocare pulito (qualunque cosa voglia dire) costi a Ryanair un 5% del suo margine, e sarebbe un'enormita', rimarrebbe 5 volte piu' profittevole di Alitalia. Ryanair continuerebbe quindi a doppiare Alitalia sul corto, e AZ continuera' a perdere soldi a palate pur in questo scenario.

In piu' dobbiamo anche considerare il potenziale sul lavoro. Al momento non so a quanta gente Ryanair, EasyJet e Vueling diano da mangiare in Italia; di sicuro non poche. Questi discorsi di "contratti unici" sono pericolosi, perche' e' facile immaginare di vederle sbaraccare tutte in poco tempo: il governo del cambiamento ha gia' bruciato 100mila posti di lavoro in tre mesi di 'decreto dignita'', vogliamo fare un remake?

Dipendesse da me, copierei - e questa e' una delle poche cose in cui lo farei - l'UK. Tana libera tutti, open skies con tutti, persino col Madagascar, tutti volino ovunque a patto di norme di safety e slot. Aggiungerei anche un calmieramento delle tasse aeroportuali, IVA bassa su tutti i prodotti relativi al trasporto aereo, e che vinca il migliore.