Dopo un brevissimo soggiorno ormai 18 anni fa, ed essere quasi riuscito a volare con Eritrean Airlines lo scorso inverno, prima della repentina sopsensione della rotta per Malpensa, è finalmente ora di tornare in Eritrea. Per ragioni di orari piu comodi la scelta del vettore, rivelatesi infelice cade su TK.
L'operativo è FCO-IST-ASM, e il viaggio inizia con un gradito upgrade sulla prima tratta, operata da 737 configurato 3+3 in C, sedile centrale bloccato.
Sfogliando la rivisita di bordo, noto qualcosa di molto familiare nelle nuove divise TK, puo essere che..?
Ma si, la mano è la sua, con tanto di richiami alle abitazioni troglodite della cappadocia nei cappellini! A ripensarci anche le scarpe da aiutante di babbo natale mi erano familiari!
Nel frattempo arriva il menu di Do&Co
e una rapida occhiata allo spazio per le gambe, che nonostante il sedile stretto, non manca
c'è anche un poggiapiedi per diversamente alti
arriva anche il pranzo, servito come AF in J, con gli antipasti, l'insalata, il dolce e i formaggi serviti insieme, tutto ottimo! TK offre anche uno champagne passabile, che si trova spesso in offerta all'esselunga di viale pampanini a Milano e rende tutto molto più sparkling.
Il main di pesce spada invece è funestato da una cottura a suola di scarpa e da un contorno di broccoli bolliti..
Nel frattempo sorvoliamo la famosa spiaggia dell'isola di Brac, che pochi giorni dopo verrà "svirgolata" dalla perturbazione che tanti danni ha fatto in Italia
Non si vede niente, ma potete farvi un idea sul sito del corriere: https://www.corriere.it/esteri/18_n...ia-06503224-e0ce-11e8-b7b1-47f8050d055b.shtml
Purtroppo a causa della partenza con 90' di ritardo arriviamo a IST con 70', ci tocca il bus, corsa da un capo all'altro del terminal e gate chiuso letteralmente "in faccia" dall'antipatico agente TK.
Giornata di ritardi a IST e farsi riproteggere richiede piu di un ora.. visto che TK non vola daily ad Asmara, ci tocca un altro scalo a CAI, la sera successiva e da li con MS si prosegue con arrivo previsto alle 2:25am del giorno successivo. Quasi 26 ore di ritardo.. e pensare che la scelta di TK era stata fatta per evitare CAI e l'arrivo nel cuore della notte. Per info, l'unica lounge accessibile con PP al T3 di CAI fa sembrare quella dell'aeroporto di Tripoli The Pier di HKG, i bagni ricordano quelli della stazione di Howrah a Calcutta..
Vista la fila fantozziana per farsi assegnare una stanza da TK, prendo un taxi insieme ai miei business partners per Pera/Galata e durante il viaggio prenoto un buon albergo per la notte.
La sera dopo, ancora incazzato come una biscia mi sparo in sequenza IST-CAI-ASM + 3 ore di auto per Cheren con sosta al ministero del turismo per cambiare i nostri permessi di viaggio. Il volo MS per ASM si rivela migliore del previsto, la cabina è piena solo al 50% e l'equipaggio ha il buon senso di tenere le luci basse per tutto il volo.
Il motivo di questo sgradevole tour de force è arrivare in tempo a Cheren per godere della compagnia di alcune simpatiche bestiole, il lunedì infatti è il giorno del mercato del bestiame e la città è particolarmente viva e gradevole.
Complice la guida prudente del nostro autista, arriviamo a Cheren relativamente riposati e ci godiamo l'atmosfera del mercato diviso in due zone principali: una dedicata agli animali da carico (asini e cammelli) e una a quelli da carne/latte (vacche, capre e pecore)
Panaroma della zona vacche/capre/pecore
e di quella più piccola di asini e cammelli, sullo sfondo le cime che sovrastano il passso di Dongolaas dove le truppe di Carmineo e Lorenzini fermarono gli inglesi per circa 50 giorni tra Febbraio e Marzo del 41. La sconfitta di Cheren aprì alle truppe ango-indiane la strada per Asmara, che fu occupata il 31 Marzo.
Strano a dirsi ma la palma bassa in mezzo è una palma da cocco, vista inusuale a 1600 metri slm
In ultimo ci rilassiamo con una bella tazza di te nel chiosco del mercato insieme ai notabili locali.
Lasciato il mercato ci dirigiamo verso il centro della città, per un piatto di capretto ed enjera (una spessa crepe di pasta madre, fatta spesso ma non sempre di farine di Teff), un giro della città e dell'attesa visita al cimitero militare italiano
La vecchia stazione ferroviaria, ora dedicata ai bus
croce rossa e mezzaluna rossa convivono su una delle molte land cruiser attrezzate ad ambulanza che si vedono nel paese
Targa commemorativa nel cimitero militare, dove è sepolto anche il tenente Renato Togni (https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Togni)
Tornando verso Asmara incrociamo diverso "invenduto" che lascia il mercato
E risaliamo verso l'altopiano e i 2400 metri di Asmara
Per chiarire il titolo del TR, questa mappa evidenzia le strade, le città e le isole al momento consentite ai turisti stranieri, tutti i permessi vanno chiesti al ministero del turismo e vengono emessi tra poche ore e due giorni. Il permesso per andare da Cheren a Nafka viene concesso con più difficoltà, lo sto ancora aspettando.
Il giorno successivo ci spostiamo a sud, fino al confine recentemente riaperto con l'Etiopia. Prima tappa dopo quasi tre ore di auto e una quindicina di km di sterrato è al belvedere e alle rovine della città preaxumita di Qohaito, anticamente collegata da una pista carovaniera al porto di Adulis, 2500 metri più in basso. Al contrario di Adulis dove è presente una missione archeologica italiana, Qohaito non è ancora stata scavata da nessuno, ma si estende su una superficie molto estesa di cui però si vede ancora poco.
Sulla parete di fronte si intuisce un villaggio
Panorami, nelle giornate terse si dovrebbe vedere il mar Rosso
versione preaxumita della rosa camuna
che si trova sulle pareti di questa doppia sepolutra, ci sono anche delle pitture rupestri, ma potete vedere delle foto migliori online.
i locali sembrano maneggiare con un certo talento l'arte dei muri a secco
Sembra quasi che l'arte si sia tramandata dal VIII secolo ac.
tornati sulla strada asfaltata proseguiamo verso sud, il villaggio di Senafe con le rovine di Metera, scavate negli anni 60
è il momento della raccola dell'orzo, fatto tutto a mano, dal taglio alla battitura con il correggiato
a parte una stele rialzata 50 anni fa e i resti dei muri di un paio di imponenti edifici, non si vede molto
è il momento di tornare verso Asmara, con una sosta all'imboccattura della vale dei Sicomori
uno dei quali (ma non questo)
è presente sulla banconota da 5 Nafka
Si va a Massaua per fa famosa strada "3 stagioni in due ore" che dai 2400m di Asmara scende verso il Mar Rosso che i nostri fratelli greci chiamavano Erythra Thalassa, da cui il nome scelto per la colonia Italiana negli anni 80 del XIX secolo. La strada incrocia in diversi punti la ferrovia.
Locomotiva creativa
Ponte Menabrea nei pressi di Dogali, con la famosa epigrafe in Piemontese
Monumento commemorativo della Battaglia di Dogali, ai cui caduti è intitolata la grande piazza prospicente la stazione termini a Roma
Arrivo a Massawa, l'isola omonima vista dall'isola di Taulud (nessuno le chiama così, ma 1st Island e 2nd Island)
Qualche scorcio della città vecchia, mai ricostruita dopo la seconda battaglia di Massawa nel 1990
1st island e il Dhalak Hotel sullo sfondo
Il forno del miglior ristorante della città, gestito da un affabile dancalo e dai suoi 4 figli. Purtroppo niente alcoolici
Il giorno successivo, dopo aver giurato per iscritto che non faremo nulla di proibito, ci muoviamo verso la più vicina delle isole Dhalak, Dissei.
Piuttosto diversa dalle altre isole dell'arcipelago perchè di origine vulcanica e non corallina, Dissei presenta lo stesso dei fondali rimarchevoli, anche se la trasparenza delle acque del Sudan è solo un ricordo. La visibilità infatti varia da 3 a 10/12 metri.
Purtroppo in arrivo un inattesa tempesta di sabbia ci sorprende, e ci farà compagnia per tutto il giorno..
Solo in serata la situazione si normalizza
il giorno dopo, breve immersione sulla barriera a sud dell'isola e visita del villaggio afar situato sul lato occidentale (ben abituato alle visite dei turisti)
Il cielo si arrossa di nuovo, si deve quindi mettere la prua su Massawa, dove vicino alla stazione dei Bus troviamo inaspettatamente un pò di materiale IT. Un An-12!
In ultimo qualche scatto di Asmara, il mercato
Harnet Avenue
Dentro al tagliero si vedono i resti di una stalla..
Mulini dove si prepara il berberè. Mi chiedo ancora come facciano a respirare gli addetti..
Particolare della scuola elementare italiana di Asmara
Villa Roma, ex residenza del Duca Amedeo d'Aosta, ora dell'ambasciatore Italiano
Torniamo IT con qualche scatto del viaggio di ritorno, della prima tratta (che parte alle 2am) non ho tracce ne fotografiche ne mentali.
La seconda invece è operata da A330
Sedili
Drink di benvenuto al Lampone
Menu della colazione
A questo interessante piatto è seguita per fortuna un ottima selezione di liavitati, serviti caldi. Idea apprezzabile il cubo di favo da miele, con panna rappresa (clotted cream)
E per finire, un doveroso omaggio a Bilotta, di cui non possiamo che apprezzare l'estro creativo
L'operativo è FCO-IST-ASM, e il viaggio inizia con un gradito upgrade sulla prima tratta, operata da 737 configurato 3+3 in C, sedile centrale bloccato.

Sfogliando la rivisita di bordo, noto qualcosa di molto familiare nelle nuove divise TK, puo essere che..?

Ma si, la mano è la sua, con tanto di richiami alle abitazioni troglodite della cappadocia nei cappellini! A ripensarci anche le scarpe da aiutante di babbo natale mi erano familiari!

Nel frattempo arriva il menu di Do&Co

e una rapida occhiata allo spazio per le gambe, che nonostante il sedile stretto, non manca

c'è anche un poggiapiedi per diversamente alti

arriva anche il pranzo, servito come AF in J, con gli antipasti, l'insalata, il dolce e i formaggi serviti insieme, tutto ottimo! TK offre anche uno champagne passabile, che si trova spesso in offerta all'esselunga di viale pampanini a Milano e rende tutto molto più sparkling.

Il main di pesce spada invece è funestato da una cottura a suola di scarpa e da un contorno di broccoli bolliti..

Nel frattempo sorvoliamo la famosa spiaggia dell'isola di Brac, che pochi giorni dopo verrà "svirgolata" dalla perturbazione che tanti danni ha fatto in Italia

Non si vede niente, ma potete farvi un idea sul sito del corriere: https://www.corriere.it/esteri/18_n...ia-06503224-e0ce-11e8-b7b1-47f8050d055b.shtml
Purtroppo a causa della partenza con 90' di ritardo arriviamo a IST con 70', ci tocca il bus, corsa da un capo all'altro del terminal e gate chiuso letteralmente "in faccia" dall'antipatico agente TK.
Giornata di ritardi a IST e farsi riproteggere richiede piu di un ora.. visto che TK non vola daily ad Asmara, ci tocca un altro scalo a CAI, la sera successiva e da li con MS si prosegue con arrivo previsto alle 2:25am del giorno successivo. Quasi 26 ore di ritardo.. e pensare che la scelta di TK era stata fatta per evitare CAI e l'arrivo nel cuore della notte. Per info, l'unica lounge accessibile con PP al T3 di CAI fa sembrare quella dell'aeroporto di Tripoli The Pier di HKG, i bagni ricordano quelli della stazione di Howrah a Calcutta..
Vista la fila fantozziana per farsi assegnare una stanza da TK, prendo un taxi insieme ai miei business partners per Pera/Galata e durante il viaggio prenoto un buon albergo per la notte.
La sera dopo, ancora incazzato come una biscia mi sparo in sequenza IST-CAI-ASM + 3 ore di auto per Cheren con sosta al ministero del turismo per cambiare i nostri permessi di viaggio. Il volo MS per ASM si rivela migliore del previsto, la cabina è piena solo al 50% e l'equipaggio ha il buon senso di tenere le luci basse per tutto il volo.
Il motivo di questo sgradevole tour de force è arrivare in tempo a Cheren per godere della compagnia di alcune simpatiche bestiole, il lunedì infatti è il giorno del mercato del bestiame e la città è particolarmente viva e gradevole.
Complice la guida prudente del nostro autista, arriviamo a Cheren relativamente riposati e ci godiamo l'atmosfera del mercato diviso in due zone principali: una dedicata agli animali da carico (asini e cammelli) e una a quelli da carne/latte (vacche, capre e pecore)




Panaroma della zona vacche/capre/pecore

e di quella più piccola di asini e cammelli, sullo sfondo le cime che sovrastano il passso di Dongolaas dove le truppe di Carmineo e Lorenzini fermarono gli inglesi per circa 50 giorni tra Febbraio e Marzo del 41. La sconfitta di Cheren aprì alle truppe ango-indiane la strada per Asmara, che fu occupata il 31 Marzo.

Strano a dirsi ma la palma bassa in mezzo è una palma da cocco, vista inusuale a 1600 metri slm

In ultimo ci rilassiamo con una bella tazza di te nel chiosco del mercato insieme ai notabili locali.

Lasciato il mercato ci dirigiamo verso il centro della città, per un piatto di capretto ed enjera (una spessa crepe di pasta madre, fatta spesso ma non sempre di farine di Teff), un giro della città e dell'attesa visita al cimitero militare italiano





La vecchia stazione ferroviaria, ora dedicata ai bus

croce rossa e mezzaluna rossa convivono su una delle molte land cruiser attrezzate ad ambulanza che si vedono nel paese

Targa commemorativa nel cimitero militare, dove è sepolto anche il tenente Renato Togni (https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Togni)

Tornando verso Asmara incrociamo diverso "invenduto" che lascia il mercato

E risaliamo verso l'altopiano e i 2400 metri di Asmara

Per chiarire il titolo del TR, questa mappa evidenzia le strade, le città e le isole al momento consentite ai turisti stranieri, tutti i permessi vanno chiesti al ministero del turismo e vengono emessi tra poche ore e due giorni. Il permesso per andare da Cheren a Nafka viene concesso con più difficoltà, lo sto ancora aspettando.

Il giorno successivo ci spostiamo a sud, fino al confine recentemente riaperto con l'Etiopia. Prima tappa dopo quasi tre ore di auto e una quindicina di km di sterrato è al belvedere e alle rovine della città preaxumita di Qohaito, anticamente collegata da una pista carovaniera al porto di Adulis, 2500 metri più in basso. Al contrario di Adulis dove è presente una missione archeologica italiana, Qohaito non è ancora stata scavata da nessuno, ma si estende su una superficie molto estesa di cui però si vede ancora poco.
Sulla parete di fronte si intuisce un villaggio

Panorami, nelle giornate terse si dovrebbe vedere il mar Rosso


versione preaxumita della rosa camuna

che si trova sulle pareti di questa doppia sepolutra, ci sono anche delle pitture rupestri, ma potete vedere delle foto migliori online.


i locali sembrano maneggiare con un certo talento l'arte dei muri a secco


Sembra quasi che l'arte si sia tramandata dal VIII secolo ac.


tornati sulla strada asfaltata proseguiamo verso sud, il villaggio di Senafe con le rovine di Metera, scavate negli anni 60

è il momento della raccola dell'orzo, fatto tutto a mano, dal taglio alla battitura con il correggiato


a parte una stele rialzata 50 anni fa e i resti dei muri di un paio di imponenti edifici, non si vede molto

è il momento di tornare verso Asmara, con una sosta all'imboccattura della vale dei Sicomori


uno dei quali (ma non questo)

è presente sulla banconota da 5 Nafka

Si va a Massaua per fa famosa strada "3 stagioni in due ore" che dai 2400m di Asmara scende verso il Mar Rosso che i nostri fratelli greci chiamavano Erythra Thalassa, da cui il nome scelto per la colonia Italiana negli anni 80 del XIX secolo. La strada incrocia in diversi punti la ferrovia.


Locomotiva creativa



Ponte Menabrea nei pressi di Dogali, con la famosa epigrafe in Piemontese

Monumento commemorativo della Battaglia di Dogali, ai cui caduti è intitolata la grande piazza prospicente la stazione termini a Roma

Arrivo a Massawa, l'isola omonima vista dall'isola di Taulud (nessuno le chiama così, ma 1st Island e 2nd Island)

Qualche scorcio della città vecchia, mai ricostruita dopo la seconda battaglia di Massawa nel 1990



1st island e il Dhalak Hotel sullo sfondo

Il forno del miglior ristorante della città, gestito da un affabile dancalo e dai suoi 4 figli. Purtroppo niente alcoolici

Il giorno successivo, dopo aver giurato per iscritto che non faremo nulla di proibito, ci muoviamo verso la più vicina delle isole Dhalak, Dissei.

Piuttosto diversa dalle altre isole dell'arcipelago perchè di origine vulcanica e non corallina, Dissei presenta lo stesso dei fondali rimarchevoli, anche se la trasparenza delle acque del Sudan è solo un ricordo. La visibilità infatti varia da 3 a 10/12 metri.

Purtroppo in arrivo un inattesa tempesta di sabbia ci sorprende, e ci farà compagnia per tutto il giorno..

Solo in serata la situazione si normalizza

il giorno dopo, breve immersione sulla barriera a sud dell'isola e visita del villaggio afar situato sul lato occidentale (ben abituato alle visite dei turisti)


Il cielo si arrossa di nuovo, si deve quindi mettere la prua su Massawa, dove vicino alla stazione dei Bus troviamo inaspettatamente un pò di materiale IT. Un An-12!





In ultimo qualche scatto di Asmara, il mercato

Harnet Avenue




Dentro al tagliero si vedono i resti di una stalla..

Mulini dove si prepara il berberè. Mi chiedo ancora come facciano a respirare gli addetti..

Particolare della scuola elementare italiana di Asmara

Villa Roma, ex residenza del Duca Amedeo d'Aosta, ora dell'ambasciatore Italiano

Torniamo IT con qualche scatto del viaggio di ritorno, della prima tratta (che parte alle 2am) non ho tracce ne fotografiche ne mentali.
La seconda invece è operata da A330
Sedili

Drink di benvenuto al Lampone

Menu della colazione

A questo interessante piatto è seguita per fortuna un ottima selezione di liavitati, serviti caldi. Idea apprezzabile il cubo di favo da miele, con panna rappresa (clotted cream)

E per finire, un doveroso omaggio a Bilotta, di cui non possiamo che apprezzare l'estro creativo

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