Thread Alitalia - Gennaio 2018


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Io mi sarei anche stufato di leggere articoli sulla vendita di AZ. Articoli che portano relativamente pochi fatti ma molte "voci di corridoio", in pratica aria fritta! A me sembra di assistere a una serie di conversazioni al 'Bar Sport' dove tutti sono grandi Commissari Tecnici della nazionale e magari hanno visto un pallone qualche volta, ovviamente in cartolina.

Sarebbe molto bello se si potesse creare una 'pausa' sulle discussioni sulla vendita per almeno un mese... e "vedere di nascosto l'effetto che fa" (cit.)

Hai ragione. Di notizie non ve ne sono, sempre le stesse riprese e condite con qualche particolare insignificante.
 
1) la gestione commissariale fa perdere valore dal momento che non può effettuare tagli sul personale nè può fare investimenti. Questo stallo è si perdere valore, dal momento che il mondo intanto continua a girare.

Quanto ai tagli sul personale, Lufthansa ha ufficialmente dichiarato di non confidare di poter operare tagli in Italia e chiede che provvedano i Commissari. Del resto chi ci ha provato prima di lei ci ha lasciato lo zampino.
Quanto agli investimenti, dovresti spiegare in che cosa in concreto consisterebbero perché a leggere molti forumisti più esperti di me pare che AZ abbia difficoltà a trovare rotte profittevoli lungo raggio per saturare le macchine attualmente in flotta.
 
Quanto ai tagli sul personale, Lufthansa ha ufficialmente dichiarato di non confidare di poter operare tagli in Italia e chiede che provvedano i Commissari. Del resto chi ci ha provato prima di lei ci ha lasciato lo zampino.
Quanto agli investimenti, dovresti spiegare in che cosa in concreto consisterebbero perché a leggere molti forumisti più esperti di me pare che AZ abbia difficoltà a trovare rotte profittevoli lungo raggio per saturare le macchine attualmente in flotta.

LH ha posto la condizione chiave (e giusta, a mio avviso) di potersi accollare AZ al netto dei tagli; ora, o il governo da' mandato ai commissari di procedere in tal senso o mai, MAI, nessuno si prendera' AZ.
Investimenti? Tutto quanto ruota intorno all'industria dell'aviazione commerciale, infrastrutture, flotta, marketing, sales, e-commerce,etc...
Il network AZ? Un assurdo puzzle senza ne' capo ne' coda da anni, poche idee e pure iper-confuse. E non si tiri in ballo la JV che mordo...
 
LH ha posto la condizione chiave (e giusta, a mio avviso) di potersi accollare AZ al netto dei tagli; ora, o il governo da' mandato ai commissari di procedere in tal senso o mai, MAI, nessuno si prendera' AZ.
Investimenti? Tutto quanto ruota intorno all'industria dell'aviazione commerciale, infrastrutture, flotta, marketing, sales, e-commerce,etc...
Il network AZ? Un assurdo puzzle senza ne' capo ne' coda da anni, poche idee e pure iper-confuse. E non si tiri in ballo la JV che mordo...

Quindi secondo te il governo dovrebbe fare come nel 2008, cioè iniziare la trattativa con i sindacati prima delle elezioni.
Ogni opinione ha la sua dignità.
 
Quindi secondo te il governo dovrebbe fare come nel 2008, cioè iniziare la trattativa con i sindacati prima delle elezioni.
Ogni opinione ha la sua dignità.

c'e' poco, o nulla , da trattare; o cosi' o cosi'.
Ma non saremo mai la Germania, che in 3 settimane ha risolto la questione AB...e questo perche' il carrozzone AZ e' un pezzo del carrozzone politico.
 
c'e' poco, o nulla , da trattare; o cosi' o cosi'.
Ma non saremo mai la Germania, che in 3 settimane ha risolto la questione AB...e questo perche' il carrozzone AZ e' un pezzo del carrozzone politico.

Affermare che per i tedeschi è "o così o così" equivale a dire che non hanno mai avuto reali intenzioni di acquistarla.
Ma ti rendi conto, nessuno su questo forum si è mai permesso di andare così contro i tifosi ultrà di Lufthansa :D
 
c'e' poco, o nulla , da trattare; o cosi' o cosi'.
Ma non saremo mai la Germania, che in 3 settimane ha risolto la questione AB...e questo perche' il carrozzone AZ e' un pezzo del carrozzone politico.

A me sembra che ci sia molta poca voglia di rendersi conto che la parte italiana ha veramente poco potere di contrattazione. L'azienda e' bollita, irrilevante dal punto di vista del mercato a meno di ingenti investimenti, e' al terzo fallimento e non so piu' quanti CEO in un decennio e ha piu' volte dimostrato di non essere capace di cambiare.

E' di sicuro pregevole il tentativo del governo di provare a mischiare le carte e a cercare di vendere tutto al miglior prezzo possibile, ma se il rischio - secondo me sempre piu' elevato - e' quello che ci si trovi con nessun compratore disposto a sborsare una qualsivoglia cifra forse e' meglio vendere, e vendere subito. Altrimenti ci troviamo col psicodramma della nazionalizzazione, e io spero ardentemente in una discesa di Schauble colle MG-42 nella sedia a rotelle per impedirlo.
 
Ma ti rendi conto, nessuno su questo forum si è mai permesso di andare così contro i tifosi ultrà di Lufthansa :D
Pensa te, questo forum dà anche spazio ai tifosi ultrà dei creditori, che nulla hanno a che fare con l’aviazione civile.
Più democratico di così.
 
Pensa te, questo forum dà anche spazio ai tifosi ultrà dei creditori, che nulla hanno a che fare con l’aviazione civile.
Più democratico di così.

Caro AZ209,
la tutela dei creditori è imposta dalla legge.
Per tifosì ultrà mi riferisco proprio a que forumisti che considerano l'aviazione civile come il gioco delle figurine.
 
LH ha posto la condizione chiave (e giusta, a mio avviso) di potersi accollare AZ al netto dei tagli; ora, o il governo da' mandato ai commissari di procedere in tal senso o mai, MAI, nessuno si prendera' AZ.
Investimenti? Tutto quanto ruota intorno all'industria dell'aviazione commerciale, infrastrutture, flotta, marketing, sales, e-commerce,etc...
Il network AZ? Un assurdo puzzle senza ne' capo ne' coda da anni, poche idee e pure iper-confuse. E non si tiri in ballo la JV che mordo...
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Caro AZ209,
la tutela dei creditori è imposta dalla legge.
Esattamente per quel motivo non credo ci sia bisogno di dover sguinzagliare sui fora i gendarmi a tutela dei creditori.
Soprattutto se in nome dei creditori ci si augurano soluzioni per AZ che sono a dir poco dannose aviatoriamente parlando.
 
LH ha posto la condizione chiave (e giusta, a mio avviso) di potersi accollare AZ al netto dei tagli; ora, o il governo da' mandato ai commissari di procedere in tal senso o mai, MAI, nessuno si prendera' AZ.
Investimenti? Tutto quanto ruota intorno all'industria dell'aviazione commerciale, infrastrutture, flotta, marketing, sales, e-commerce,etc...
Il network AZ? Un assurdo puzzle senza ne' capo ne' coda da anni, poche idee e pure iper-confuse. E non si tiri in ballo la JV che mordo...

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Primo faccia a faccia ieri tra i manager di Air France-Klm e due dei tre commissari di Alitalia, Luigi Gubitosi e Stefano Paleari. Un incontro proseguito tutta la giornata e terninato in serata. L'inizio di un percorso, scrive Il Sole 24 Ore, cominciato la scorsa settimana con la manifestazione di interesse della compagnia franco-olandese che, in accordo con la low cost easyJet, ha chiesto di accedere alla data room, un passaggio obbligato prima di presentare un'eventuale offerta per Alitalia.

L'incontro di ieri aveva come oggetto anche gli accordi commerciali, facendo seguito al viaggio dei commissari della scorsa settimana ad Atlanta, dove hanno discusso con i manager di Delta della joint venture transatlantica alla quale partecipa anche Air France-Klm: i commissari chiedono di rinegoziare le condizioni per avere le mani piu' libere sul ricco mercato nordamericano. Bocche cucite su un dossier delicato che potrebbe rappresentare la svolta nel difficile salvataggio della compagnia di bandiera. Sul tavolo i nodi da sciogliere sono numerosi: dalle rotte, alla flotta, agli investimenti e soprattutto gli esuberi.

Poiche' l'alleanza tra Air France-Klm e easyJet si e' appena formata, mancano i dettagli di un piano congiunto. Di fatto il vettore britannico e' l'unico qualificato ad andare avanti avendo presentato un'offerta sulla base di quanto previsto dal bando per la vendita di Alitalia. Non ha mai nascosto che gli slot di Alitalia sul mercato domestico potrebbero essere l'oggetto dei suoi desideri, convinto che il problema del vettore italiano sia la poca competitivita' sul corto e sul medio raggio.

Nell'incontro di mercoledi' con i sindacati, il capo del personale Luciano Sale ha spiegato -hanno riferito fonti sindacali al giornale- che per l'azienda sarebbe preferibile che la vendita avvenisse dopo l'estate, stagione in cui tradizionalmente si fanno i maggiori profitti, anche per evitare di affrontare i mesi caldi 2018 con la conflittualita' causata dagli esuberi. Con la vendita dopo l'estate la compagnia avrebbe un maggiore valore. Anche se resta da capire quale sara' la scelta politica.


http://www.affaritaliani.it/economi...-air-france-parte-da-conti-rumors-520155.html
 
AZ insieme agli altri membri della JV atlantica secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore adottera' una tariffa "basic economy" sui voli in questione a partire da aprile 2018, sula falsariga di quanto avviene in Norwegian, facendo pagare ad es il bagaglio a parte.
 
Dal sole 24 ore di oggi: i commissari avrebbero discusso a Parigi della JV, "chiedendo di rinegoziare le condizioni per avere le mani più libere", intanto i sindacati chiedono di vendere dopo l'estate "anche per evitare di affrontare i mesi caldi 2018 con la conflittualità causata dagli esuberi"
Lascio a voi ogni commento...



Trasporti. Ieri a Parigi l’incontro dei Commissari Gubitosi e Paleari con il vertice francese
Air France, parte dai conti il confronto con Alitalia
Transalpini in «data room» - Ipotesi di cessione dopo l’estate
Mara Monti
Giorgio Pogliotti
Primo faccia a faccia ieri tra i commissari di Alitalia Luigi Gubitosi e Stefano Paleari e i manager di Air France-Klm a Parigi. Un incontro proseguito tutta la giornata e terminato in serata, l’inizio di un percorso cominciato la scorsa settimana con la manifestazione di interesse della compagnia franco-olandese che a fianco della low cost easyJet ha chiesto di accedere alla data room, un passaggio obbligato prima di presentare un’eventuale offerta per Alitalia. L’incontro di ieri aveva come oggetto anche gli accordi commerciali, facendo seguito al viaggio dei commissari della scorsa settimana ad Atlanta, dove hanno discusso con i manager di Delta della joint venture transatlantica alla quale partecipa, appunto, anche Air France-Klm: i commissari chiedono di rinegoziare le condizioni per avere le mani più libere sul ricco mercato nordamericano.
Alitalia, da aprile tariffe low cost sul lungo raggio
Bocche cucite su un dossier delicato che potrebbe rappresentare la svolta nel difficile salvataggio della compagnia di bandiera. Sul tavolo i nodi da sciogliere sono numerosi: dalle rotte, alla flotta, agli investimenti e soprattutto gli esuberi. Se la strategia industriale è tutta da costruire, non così quella commerciale: dal 10 aprile, Alitalia insieme a Delta, Air France e Klm adotterà la formula tariffaria della «basic economy» sui voli intercontinentali, facendo pagare a parte il bagaglio, così come già sta facendo Norwegian Air Shuttle. Di certo le new entry nella corsa per Alitalia si parlano da tempo e se l’americana Delta Air Lines per ora ha chiesto di accedere alla data room separatamente, tutti scommettono sul fatto che di fronte ad una offerta congiunta Air France-Klm-easyJet anche gli Americani potrebbe accodarsi. Il vettore franco-olandese, dal canto suo, ha una priorità: quella di non perdere posizione in Europa di fronte ad un mercato che si sta concentrando velocemente. Nel 2016 solo Air France Klm hanno trasportato 93 milioni di passeggeri contro 109,7 milioni del gruppo Lufthansa e 100,7 milioni del gruppo Iag.
Air France punta alle alleanze strategiche
Quello che temono le major è la crescita inarrestabile delle low cost: nel 2016 Ryanair ha trasportato 106,4 milioni di passeggeri ed easyJet 73,1 milioni. Dati superiori a quelli registrati dalle singole major come British Airways (44,5 milioni di passeggeri), Lufthansa (62,4 milioni) e Air France (45,3 milioni). Consolidarsi è quindi diventata una necessità per non perdere posizioni. Air France e Klm hanno rappresentato il primo caso di consolidamento in Europa , ma che non ha fatto molta strada a causa delle difficoltà finanziarie del vettore francese. Tuttavia, la strategia delle alleanze sta dando risultati come ha riconosciuto lo stesso chairman Jean-Marc Janaillac in occasione della pubblicazione dei dati dei primi nove mesi: «Continuiamo a sviluppare l’espansione del nostro network di alleanze strategiche» che finora l’ha portata a stringere incroci azionari con Delta, Virgin Atlantic e China Eastern Airlines.
EasyJet, gli slot di Alitalia un oggetto dei desideri
Poiché l’alleanza tra Air France e easyJet si è appena formata, mancano i dettagli di un piano congiunto. Di fatto il vettore britannico è l’unico qualificato ad andare avanti avendo presentato un’offerta sulla base di quanto previsto dal bando per la vendita di Alitalia. Non ha mai nascosto che gli slot di Alitalia sul mercato domestico potrebbero essere l’oggetto dei suoi desideri, convinto che il problema del vettore italiano sia la poca competitività sul corto e medio raggio. Crescere in Italia vuol dire confrontarsi con Ryanair: nel 2016 la compagnia britannica ha trasportato in Italia 14,3 milioni di passeggeri doppiata da Ryanair con 32,4 milioni e non ci sono segni che indichino un cambiamento di tendenza.
L’azienda ai sindacati: meglio vendere dopo l’estate
Nell’incontro di mercoledì con le organizzazioni sindacali il capo del personale, Luciano Sale, ha spiegato - secondo quanto riferiscono i sindacati - come per l’azienda che secondo le previsioni chiuderà il 2017 con i ricavi in crescita dell’1% e il primo trimestre con i ricavi allineati alla crescita del settore (intorno al 3%), sarebbe preferibile che la vendita avvenisse dopo l’estate, stagione in cui tradizionalmente si fanno i maggiori profitti, anche per evitare di affrontare i mesi caldi 2018 con la conflittualità causata dagli esuberi. Con la vendita dopo l’estate la compagnia, che attualmente ha in cassa ancora il prestito ponte da 900 milioni quasi intaccato, avrebbe un maggiore valore. Anche se resta da capire quale sarà la scelta della “politica”.
 
(ANSA) - PARIGI, 19 GEN - "Clima molto cordiale": questa l'atmosfera di un primo incontro Alitalia-Air France, svoltosi a Parigi ieri pomeriggio, riferiscono all'ANSA fonti francesi. Nell'incontro, propiziato dall'Ambasciatore d'Italia Giandomenico Magliano, Air France è stato deciso che entrerà nella data room di Alitalia, "avendo così accesso a informazioni che prima non aveva" sulla compagnia italiana. Sulla base dell'acquisizione di nuovi dati, equipe tecniche dei due gruppi si incontreranno prossimamente su vari aspetti della trattativa.
 

Etihad torna all’attacco, spina nel fianco dei commissari Alitalia. L’affaire insoluto del MilleMiglia

Tra le promesse non mantenute, Abu Dhabi punterebbe la sciabola sulla mancata liberalizzazione del traffico extra-Schengen dal ricco aeroporto di Milano Linate


Economia, Trasporti · 19 gennaio 2018 - 12.51
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Etihad torna all’attacco, spina nel fianco dei commissari Alitalia. L’affaire insoluto del MilleMiglia (Teleborsa) - Mentre i tre commissari straordinari di Alitalia, Gubitosi, Laghi e Paleari, lavorano a stretto contatto con il Governo al fine di trovare una plausibile quanto degna via di uscita per il rilancio della ex compagnia di bandiera, Etihad sembra non voler assolutamente allentare la presa. Fonti vicino al dossier, dalle ultime settimane vedono infatti i commissari particolarmente impegnati, oltre che nel trovare un nuovo partner industriale, a trattare ai "tempi supplementari" con le irragionevoli quante ferme richieste provenienti da Abu Dhabi.

Richieste che sarebbero tuttavia supportate da circostanziate quante estese accuse di gravi inadempienze nelle promesse fatte al tempo dal Governo Renzi, e mai ottemperate, circa provvedimenti legislativi che avrebbero, a loro dire, facilitato il rilancio di Alitalia sotto la guida di Etihad, ma nel corso dei travagliati mesi passati mai favoriti concretamente dal Parlamento.

Tra le varie promesse non mantenute, Etihad sembrerebbe puntare la sciabola proprio sulla mancata liberalizzazione del traffico extra-Schengen dal ricco ma ridimensionato aeroporto di Milano Linate, dal quale Etihad avrebbe invece voluto far volare Alitalia in direzione Abu Dhabi con relativo feederaggio di clientela business per la compagnia emiratina verso le sue ambite destinazioni nel sud est-asiatico.

Inoltre, vi sarebbero nelle loro accuse precise rimostranze nei confronti dell’organo governativo che regola le concessioni dei traffici aerei negli aeroporti nazionali e verso la stessa direzione dell’aeroporto di Fiumicino, sede e base vitale per lo sviluppo di Alitalia, ove entrambi gli enti avrebbero privilegiato la penetrazione delle compagnie concorrenti, tra cui proprio le low cost, che in Italia superano ben il 55% del traffico totale. Fenomeno che in altri hub europei viene invece prudentemente limitato a favore delle compagnie aeree tradizionali e di riferimento dello scalo coinvolto.

Così, da Abu Dhabi, questa volta non tirano più ricchi e caldi venti concilianti, tutt’altro. Le ferite subite nel breve sodalizio italo-emiratino sono lungi dall’essere state rimarginate. Bruciano ancora, e anche molto, tant’è che i rapporti interrotti bruscamente nella primavera scorsa a seguito del NO nel referendum con cui i dipendenti bocciarono l’ultima – disperata - proposta di rilancio di Abu Dhabi, hanno portato oggi ad azzerare non solo ogni valore di azionariato ma davvero anche ogni minima possibilità di un secondo capitolo di Etihad nella vicenda Alitalia.

Addirittura un contenzioso tra le due compagnie, voce circolata nei giorni scorsi, sarebbe stato aperto da Ethiad al Tribunale di Civitavecchia, competente per l’area di Fiumicino. Sarebbero addirittura state presentate le richieste di un risarcimento di ben 200 milioni di euro che l’ex socio Etihad reclamerebbe da Alitalia.

Ma deboli sono le chance che tale ingente somma, che corrisponde al capitale di rischio, possa essere rimborsato poiché tra i tanti creditori, Etihad, non si posiziona davvero tra quelli privilegiati da dover risarcire, considerate anche le presunte quanto ampiamente discusse responsabilità manageriali che la vedrebbe oltremodo coinvolta nel disastro di Fiumicino.

In ogni caso, problematiche complesse dai possibili risvolti sfavorevoli col rischio di ripercussioni, se non risolti tempestivamente dai "Triunviri", nella futura strategia di sviluppo di Alitalia. Di questa impervia e datata questione potrebbe in ogni caso essere il futuro azionista a doversene occupare, con il supporto della politica che avallerà al tempo la prossima operazione. Nel brevissimo periodo i commissari hanno infatti ben altri nodi da sciogliere.

A "giustificare" i rapporti tesissimi tra Alitalia ed Etihad vi è anche un’ulteriore querelle che vede più precisamente, nel patrimonio di famiglia, un altro prezioso gioiellino, il Programma MilleMiglia, di cui si parla poco o niente, conteso un po' per la sua importanza strategica – più per la stessa Alitalia - ma anche per Etihad come eventuale ultimo strumento di compensazione dei 200 milioni richiesti per cambiare rotta e rientrare definitivamente nel deserto di Abu Dhabi.

Nella trattiva sui futuri possibili investitori di Alitalia, impegnati a circoscrivere il perimetro di investimento nella solo parte volo, e, o, anche della parte aeroportuale e di manutenzione, viene infatti ancora poco menzionata dagli analisti che si occupano dell’argomento, la piccola quanto florida società Alitalia Loyalty, che detiene appunto le redini del Programma MilleMiglia, brand noto ed apprezzato dai viaggiatori.

Alitalia Loyalty non è infatti sotto il controllo dei commissari straordinari, a differenza della casa madre. La società, che vive di propria vita, fu appositamente creata come "spin off" e distaccata da Alitalia precisamente nel 2012 dall’allora CEO Del Torchio, ben prima dell’operazione di vendita di Alitalia agli emiri. L’intento di questa operazione aveva il preciso scopo di estrarre ancora maggiore valore e rendere in definitiva il pacchetto più appetibile sul mercato, proprio per la peculiarità della società di custodire il cuore del data base dei clienti di Alitalia ad alto valore.

La piccola azienda, fiore all’occhiello nello scenario internazionale delle società che operano in ambito loyalty, conta poco più di 50 dipendenti ma ha l’attivo svariate iniziative di marketing relazionale coinvolgendo dunque i suoi "frequent flyer" attraverso l’ampliamento del così denominato "customer journey" con interessanti promozioni declinate grazie agli oltre 60 partner commerciali e aerei che ruotano attorno al programma di fidelizzazione come anche gli accordi co-brand con le più importanti carte di credito.

Gli oltre 5 milioni di Soci iscritti al programma volando con Alitalia accumulano quindi le miglia "qualificanti" necessarie all’ottenimento dello status degli ambiti club esclusivi "Ulisse", "Freccia Alata" e "Freccia Alata Plus" con l’accesso a benefici personalizzati e, inoltre, partecipando alle promozioni dedicate si accumulano anche le miglia necessarie per il conseguimento del biglietto premio.

Etihad nel 2014 versò 500 milioni di euro per rilevare il 49% di Alitalia e altri 112.5 milioni per acquistare il 75% di Alitalia Loyalty, lasciando il restante 25% all'ex compagnia italiana di bandiera. Poiché appunto la Società Alitalia Loyalty non è stata commissariata, perché decisamente in attivo, il suo assetto azionario rimane attualmente invariato e poichè Etihad non è più invece l’azionista di riferimento dell’aerolinea, va da sé che il corso naturale vorrebbe Alitalia presto riprendere il totale controllo del suo storico programma di fidelizzazione che l’anno scorso ha compiuto ben 25 anni di attività.

Nello scenario di un evidente divorzio tutt’altro che consensuale, la partita su questo fronte è ancora in altissima quota. I commissari dovranno prestare massima attenzione nella delicata conta degli asset "buoni" da portare in dote al futuro compratore. La piccola ma profittevole realtà di Alitalia Loyalty aveva chiuso l’esercizio 2015 con un ebitda di ben 7 milioni di euro. Utile successivamente sceso drasticamente per una serie di motivi per l'esercizio successivo, primi tra tutti lo scenario mutato dal Commissariamento di Alitalia e il rinnovo, al momento, solo per 1 anno del Programma in scadenza.

Etihad sembrerebbe avere però il coltello dalla parte del manico, in quanto anche un’incombenza pretestuosa da parte degli Arabi di mantenerne il legittimo controllo sul MilleMiglia potrebbe di certo creare ingerenze nell’operazione complessiva qualora il futuro azionista decidesse di voler includere e valorizzare nel paniere anche i dati della clientela ad alto valore, oppure in alternativa, si creerebbe un conflitto d’interesse di non poco conto. Al contempo Etihad sa bene infatti di avere per le mani un asso vincente da giocare e poter così ottenere magari a compensazione il risarcimento richiesto, senza attendere le lungaggini legislative, e di rientrare dunque almeno di una parte dell’ investimento iniziale che ha lasciato sulle piste di Fiumicino. Nei fatti, molta più sabbia dell’oro investito.
 
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