Ottimo, grazie. Ricordavo però un post (che non sono riuscito poi a ritrovare, probabilmente non era tuo) nel quale si faceva l'esempio sull'acquisto del derivato con dei numeri, per chiarire meglio il concetto. Mi sembrava ci fosse anche un richiamo al diverso peso delle scadenze (6/9/12 mesi). Lo avevo trovato molto interessante e di facile intuizione.
Lo ricordo vagamente anche io (e non era mio).
Quando ho tempo vado a spulciare un documento di una banca d'affari (è un atto pubblico, essendo stato depositato in un precesso) per vedere se ci sono esempi numerici che possono essere riportati.
Comunque il concetto è che il tempo si paga, per cui la stessa opzione ha un prezzo diverso (crescente) in base alla distanza temporare della scadenza. La ragione è abbastanza ovvia, all'aumentare della dura cresce la probabilità che l'opzione sia "in the money", cioè lo strike (prezzo di esercizio) sia inferiore al prezzo spot nel caso di acquisto - o superiore al prezzo spot nel caso di vendita.