Thread Alitalia - Giugno 2017


Stato
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Io avrei un dubbio, che parte da una riflessione, magari assurda (mi è venuta in mente ieri buttando l'occhio su una pagina di giornale mentre versavo una Coca Zero alla fila 8...). Qui spesso tirate fuori il buon Pantalone, immedesimandovi in lui, e vi capisco. Ma ieri per l'appunto dopo aver letto quel titolo ho provato a fare un conto così, molto banale (fonte wikipedia):
-debito pubblico Italia fine 2016: € 2.217.909.000.000
-debito pubblico Italia apr 2017: € 2.270.335.000.000
-aumento in 4 mesi: circa 50 miliardi di euro

Ora, lo Stato iperindebitato ha prestato ad AZ 600 milioni, che nella debita proporzione sarebbe come se io chedessi a mia madre che ha un debito in banca di 2.270 euro di prestarmi 60 centesimi. O parlando dei soldi bruciati da AZ negli ultimi 30 anni (7 miliardi pare) come se il commercialista di mia madre mi ricordasse che lei mi ha prestato in 30 anni un totale di 7 euro.
Quindi, è una stupidaggine pensare che in realtà non c'è nessun Pantalone che paga? perchè tanto che io chieda 60 centesimi, 10 centesimi, o 7 euro, alla fine tutto finisce nel calderone della cifra enorme e che non viene mai saldata da nessuno e continua a crescere?
Questo è un ragionamento assurdo, ma non trovo dove sia l'errore nella mia analisi. Chi mi fa capire dove stia l'inghippo?


... dicevano cosi' pure in Argentina...

A mio avviso i problemi arrivano quando la comunità finanziaria internazionale non ha più fiducia in te come debitore per ripagare i debiti. Quello è ciò che è successo in Argentina in tutte le volte che siamo andati in default. L'Italia per adesso si può permettere di continuare ad aumentare il debito visto che ha la fiducia degli organismi internazionali e le grandi banche. Ma in quanto quella fiducia cominci a scendere, scende anche la quantità di denaro che le banche saranno disposte a darle, arrivando un punto in cui non le daranno più niente e faranno pressione per pagare il debito.
 
Parole sacrosante, ma che nessun politico pronuncia. La politica del consenso è l'unica che la classe politica italiana sappia concepire, perchè è quella che porta più voti, e quel tipo di politica è incentrata sulla possibilità di fare debito. Chi parla di flessibilità o addirittura di recupero della sovranità monetaria tenta di nascondere dietro termini fumosi un intento politico molto semplice: poter fare più debito. Questa è l'unica soluzione ai problemi del paese che una classe politica inetta come la nostra è in grado di concepire. E questo, a quanto pare, è ciò che piace alla maggioranza dei cittadini-elettori. Quindi avanti così. Ma una cosa è certa: fino a quando si continuerà a fare ciò che piace alla gente, invece di ciò che sarebbe necessario, è illusorio sperare che qualcosa possa veramente cambiare in questo paese.

Siamo un insieme sociale di semianalfabeti e produciamo una classe politica che rispecchia fedelmente la media del nostro QI nazionale.
Prendersela col "politico" vuol dire non comprendere la natura del problema.
 
Beh, la soft version della Troika c'è stata eccome, e conosciuta ai posteri come Governo Monti.
 
A mio avviso i problemi arrivano quando la comunità finanziaria internazionale non ha più fiducia in te come debitore per ripagare i debiti. Quello è ciò che è successo in Argentina in tutte le volte che siamo andati in default. L'Italia per adesso si può permettere di continuare ad aumentare il debito visto che ha la fiducia degli organismi internazionali e le grandi banche. Ma in quanto quella fiducia cominci a scendere, scende anche la quantità di denaro che le banche saranno disposte a darle, arrivando un punto in cui non le daranno più niente e faranno pressione per pagare il debito.

infatti...
 
Beh, la soft version della Troika c'è stata eccome, e conosciuta ai posteri come Governo Monti.

Ovviamente il personaggio che ha creato piu danni negli ultimi 20 anni ora non viene piu nominato ( si proprio quello dei ristoranti pieni, di Ruby, dei capitani coraggiosi, della legge obbiettivo, dei 300 milioni di media al giorno di debito pubblico, del falso in bilancio, della riforma gelmini, dell'abolizione dei tetti agli stipendi dei manager pubblici, della cancellazione della legge che contrastava la sottoscrizione delle “dimissioni in bianco”, dei tagli alla scuola di 8 miliardi, del lodo alfano, dello scudo fiscale, del processo breve e leggittimo impedimento e mi fermo qui...). Tutta colpa di Monti....
 
Ovviamente il personaggio che ha creato piu danni negli ultimi 20 anni ora non viene piu nominato ( si proprio quello dei ristoranti pieni, di Ruby, dei capitani coraggiosi, della legge obbiettivo, dei 300 milioni di media al giorno di debito pubblico, del falso in bilancio, della riforma gelmini, dell'abolizione dei tetti agli stipendi dei manager pubblici, della cancellazione della legge che contrastava la sottoscrizione delle “dimissioni in bianco”, dei tagli alla scuola di 8 miliardi, del lodo alfano, dello scudo fiscale, del processo breve e leggittimo impedimento e mi fermo qui...). Tutta colpa di Monti....

... e, per rientrare in tema, dell'Alitalia ai campioni italiani!
 
permettetemi una mia riflessione al riguardo
Il debito pubblico italiano non è stato alimentato da "elargizioni", "prestiti ponte", "sostegni", "contributi a fondo perduto e/o conto interessi" ad Az o ad altre mila mila aziende che nel corso della vita della nostra Repubblica hanno ricevuto queste "attenzioni" da parte dello stato. Questi interventi, comunque hanno consentito ad esse di espandersi, di ammodernarsi, di crescere, di aggredire nuovi mercati e nuove possibilità e comunque di essere più competitive, di continuare ad impiegare persone, di continuare a pagare tasse, di alimentare l'economia.
Anche nel caso di Az, dove comunque questi obiettivi non sono stati sempre raggiunti, secondo il mio modesto avviso, non sono stati soldi buttati, poiché, tenendo in vita Az, hanno consentito a tantissime altre aziende di sopravvivere, occupare persone, continuare a pagare tasse e contributi previdenziali. Negli scorsi anni in maniera più consistente, negli ultimi in maniera diversa, per via del ridotto peso di Az nel settore.
Chi dice che sono stati buttati alle ortiche altri 600 milioni di euro non tiene conto di quanto, un'eventuale fallimento di Az, ci sarebbe costato in termini di sussidi e sostegno al personale, alle aziende interessate, ai creditori, etc.
Certo, questo non giustifica ne può essere una scusa per continuare a governare male Az. La debolezza del nostro stato non è nel "contributo che deve dare" per evitare maggiori disastri, ma nel non essere capace di esigere comportamenti virtuosi e nell'incapacità di punire e sanzionare chi sbaglia. (dirigenti e manager che anche in presenza di pessimi risultati spessissimo vengono premiati!)
Proprio per questo, far fallire un'azienda e far ricadere direttamente sui suoi dipendenti, sui suoi fornitori, sui suoi creditori e sui contribuenti questo fardello e magari vedere il manager che lo ha causato ottenere una lauta buonuscita e il posto in un'altra azienda (di stato se ha un amico al posto giusto), sarebbe un'ennesima ingiustizia.
E uno Stato che sia tale, questo non può e non deve permetterlo.

Relativamente alle cause che hanno generato il nostro debito pubblico, quello che già pesa su di noi e quello che peserà maggiormente sui nostri figli, è stato alimentato, è cresciuto e crescerà ancora, per la inefficienza dell'Amministrazione pubblica, per questo grande, enorme, sproporzionato apparato che oltre a costarci tanto danaro, spessissimo anziché facilitare la vita ai cittadini, alle imprese, la complica rendendola ancor più costosa. E, per non scontentare nessuno, (anche se la mia opinione è diversa) aggiungerei pure i costi della politica.
 
permettetemi una mia riflessione al riguardo
Il debito pubblico italiano non è stato alimentato da "elargizioni", "prestiti ponte", "sostegni", "contributi a fondo perduto e/o conto interessi" ad Az o ad altre mila mila aziende che nel corso della vita della nostra Repubblica hanno ricevuto queste "attenzioni" da parte dello stato. Questi interventi, comunque hanno consentito ad esse di espandersi, di ammodernarsi, di crescere, di aggredire nuovi mercati e nuove possibilità e comunque di essere più competitive, di continuare ad impiegare persone, di continuare a pagare tasse, di alimentare l'economia.
Anche nel caso di Az, dove comunque questi obiettivi non sono stati sempre raggiunti, secondo il mio modesto avviso, non sono stati soldi buttati, poiché, tenendo in vita Az, hanno consentito a tantissime altre aziende di sopravvivere, occupare persone, continuare a pagare tasse e contributi previdenziali. Negli scorsi anni in maniera più consistente, negli ultimi in maniera diversa, per via del ridotto peso di Az nel settore.
Chi dice che sono stati buttati alle ortiche altri 600 milioni di euro non tiene conto di quanto, un'eventuale fallimento di Az, ci sarebbe costato in termini di sussidi e sostegno al personale, alle aziende interessate, ai creditori, etc.
Certo, questo non giustifica ne può essere una scusa per continuare a governare male Az. La debolezza del nostro stato non è nel "contributo che deve dare" per evitare maggiori disastri, ma nel non essere capace di esigere comportamenti virtuosi e nell'incapacità di punire e sanzionare chi sbaglia. (dirigenti e manager che anche in presenza di pessimi risultati spessissimo vengono premiati!)
Proprio per questo, far fallire un'azienda e far ricadere direttamente sui suoi dipendenti, sui suoi fornitori, sui suoi creditori e sui contribuenti questo fardello e magari vedere il manager che lo ha causato ottenere una lauta buonuscita e il posto in un'altra azienda (di stato se ha un amico al posto giusto), sarebbe un'ennesima ingiustizia.
E uno Stato che sia tale, questo non può e non deve permetterlo.

Relativamente alle cause che hanno generato il nostro debito pubblico, quello che già pesa su di noi e quello che peserà maggiormente sui nostri figli, è stato alimentato, è cresciuto e crescerà ancora, per la inefficienza dell'Amministrazione pubblica, per questo grande, enorme, sproporzionato apparato che oltre a costarci tanto danaro, spessissimo anziché facilitare la vita ai cittadini, alle imprese, la complica rendendola ancor più costosa. E, per non scontentare nessuno, (anche se la mia opinione è diversa) aggiungerei pure i costi della politica.

Ritiro quello che ho detto... neanche in Argentina si era arrivati a tanto
 
Ritiro quello che ho detto... neanche in Argentina si era arrivati a tanto
Spesso su questo forum si chiede di argomentare e sostenere con numeri le proprie affermazioni:
qualcuno di voi ha provato a quantificare quanto sarebbe stato l'esborso per lo Stato in caso di fallimento di Az. E quanto avrebbe inciso sulle nostre tasche? E di quanto avrebbe incrementato il debito pubblico?
 
per questo lo stato paga consulenti come te

Tu sei il tipico politichetto di provincia, quello che gira per i paeselli delle aree più depresse a vendere le ricette miracolose. Un saltimbanco.

Il tuo problema è che non ti rendi conto nemmeno di quello che scrivi, perché non hai gli strumenti intellettuali per comprendere il livello delle baggianate che ci propini.

"Questi interventi, comunque hanno consentito ad esse di espandersi, di ammodernarsi, di crescere, di aggredire nuovi mercati e nuove possibilità e comunque di essere più competitive, di continuare ad impiegare persone, di continuare a pagare tasse, di alimentare l'economia."
Bene. Quindi dovremmo avere un tessuto industriale, imprenditoriale e bancario che spacca il culo all'Europa. O è stata la "malasorte" o, come andrai a dire nei comizi a Bitonto, "'a scfica" a ridurci in questo stato?

Perché nel 3ad si parla proprio di un'azienda fallita dopo interventi a cazzo come quelli di cui ti fai alfiere. E che continui a perorare come soluzione al problema.
 
permettetemi una mia riflessione al riguardo
Il debito pubblico italiano non è stato alimentato da "elargizioni", "prestiti ponte", "sostegni", "contributi a fondo perduto e/o conto interessi" ad Az o ad altre mila mila aziende che nel corso della vita della nostra Repubblica hanno ricevuto queste "attenzioni" da parte dello stato. Questi interventi, comunque hanno consentito ad esse di espandersi, di ammodernarsi, di crescere, di aggredire nuovi mercati e nuove possibilità e comunque di essere più competitive, di continuare ad impiegare persone, di continuare a pagare tasse, di alimentare l'economia.
Anche nel caso di Az, dove comunque questi obiettivi non sono stati sempre raggiunti, secondo il mio modesto avviso, non sono stati soldi buttati, poiché, tenendo in vita Az, hanno consentito a tantissime altre aziende di sopravvivere, occupare persone, continuare a pagare tasse e contributi previdenziali. Negli scorsi anni in maniera più consistente, negli ultimi in maniera diversa, per via del ridotto peso di Az nel settore.
Chi dice che sono stati buttati alle ortiche altri 600 milioni di euro non tiene conto di quanto, un'eventuale fallimento di Az, ci sarebbe costato in termini di sussidi e sostegno al personale, alle aziende interessate, ai creditori, etc.
Certo, questo non giustifica ne può essere una scusa per continuare a governare male Az. La debolezza del nostro stato non è nel "contributo che deve dare" per evitare maggiori disastri, ma nel non essere capace di esigere comportamenti virtuosi e nell'incapacità di punire e sanzionare chi sbaglia. (dirigenti e manager che anche in presenza di pessimi risultati spessissimo vengono premiati!)
Proprio per questo, far fallire un'azienda e far ricadere direttamente sui suoi dipendenti, sui suoi fornitori, sui suoi creditori e sui contribuenti questo fardello e magari vedere il manager che lo ha causato ottenere una lauta buonuscita e il posto in un'altra azienda (di stato se ha un amico al posto giusto), sarebbe un'ennesima ingiustizia.
E uno Stato che sia tale, questo non può e non deve permetterlo.

Relativamente alle cause che hanno generato il nostro debito pubblico, quello che già pesa su di noi e quello che peserà maggiormente sui nostri figli, è stato alimentato, è cresciuto e crescerà ancora, per la inefficienza dell'Amministrazione pubblica, per questo grande, enorme, sproporzionato apparato che oltre a costarci tanto danaro, spessissimo anziché facilitare la vita ai cittadini, alle imprese, la complica rendendola ancor più costosa. E, per non scontentare nessuno, (anche se la mia opinione è diversa) aggiungerei pure i costi della politica.
Ti spiego in due parole due perché sei fuori strada.
1) Il fallimento è la soluzione darwiniana all'evoluzione del mercato. Il fallimento permette di liberare spazio a nuovi imprenditori innovativi che soddisfano in maniera migliore la richiesta del mercato, generando valore anziché distruggendolo. Se a metà degli anni '90, in una delle tante situazioni di crisi, si fossa lasciata fallire AZ probabilmente ci sarebbe stato spazio per un'impresa italiana innovativa che avrebbe coperto lo stesso segmento di mercato. Così invece abbiamo perso vent'anni e la possibilità di avere una compagnia italiana in grado di servire le esigenze dei pax.
2) Senza il fallimento si alimenta quello che in inglese viene definito "moral hazard". Se sono certo di non fallire assumo rischi e prendo decisioni senza senso, perché tanto paga qualcun altro. Invece il fallimento deve essere la minaccia che tiene attaccato l'imprenditore alla realtà del suo mercato e delle sue possibilità e capacità.
 
Finché non ci si renderà conto che una (o due) generazione dovrà per forza mangiare i sassi perché i loro padri e i loro nonni sono andati in pensione a 37 anni et simila allora non ne usciremo mai.

Non trovate giusto che qualcuno debba pagare oggi per ciò che hanno fatto gli altri quando loro non erano ancora nati? Tanto non c'è altra soluzione, quindi o così o così. E prima lo accettiamo meglio è.
 
Tu sei il tipico politichetto di provincia, quello che gira per i paeselli delle aree più depresse a vendere le ricette miracolose. Un saltimbanco.

Il tuo problema è che non ti rendi conto nemmeno di quello che scrivi, perché non hai gli strumenti intellettuali per comprendere il livello delle baggianate che ci propini.

"Questi interventi, comunque hanno consentito ad esse di espandersi, di ammodernarsi, di crescere, di aggredire nuovi mercati e nuove possibilità e comunque di essere più competitive, di continuare ad impiegare persone, di continuare a pagare tasse, di alimentare l'economia."
Bene. Quindi dovremmo avere un tessuto industriale, imprenditoriale e bancario che spacca il culo all'Europa. O è stata la "malasorte" o, come andrai a dire nei comizi a Bitonto, "'a scfica" a ridurci in questo stato?

Perché nel 3ad si parla proprio di un'azienda fallita dopo interventi a cazzo come quelli di cui ti fai alfiere. E che continui a perorare come soluzione al problema.

Vedo che non reggi alla pressione e reagisci in maniera scomposta. Ti piace fare il professore e pontificare, magari con
Il xxxx degli altri. Io non propino ricette né a Bitonto né in altri paeselli di aree depresse. Qualora dovessi decidere di farlo, passerò senz'altro da Stromboli.
La mia era una opinione che puoi non condividere ne pretendo che tu lo faccia. Di contro non puoi permetterti di apostrofare o offendere nessuno anche perché se l'Italia abbonda di cetto laqualunque è perché spesso ci si affida a consulenti come te.
Quelli sì che contribuiscono ad incrementare il debito pubblico. Rappresentano solo una voce di spesa senza nessun utile al paese.

Ti prego di voler considerare di continuare eventualmente la discussione in privato
 
1) Il fallimento è la soluzione darwiniana all'evoluzione del mercato. Il fallimento permette di liberare spazio a nuovi imprenditori innovativi che soddisfano in maniera migliore la richiesta del mercato, generando valore anziché distruggendolo. Se a metà degli anni '90, in una delle tante situazioni di crisi, si fossa lasciata fallire AZ probabilmente ci sarebbe stato spazio per un'impresa italiana innovativa che avrebbe coperto lo stesso segmento di mercato. Così invece abbiamo perso vent'anni e la possibilità di avere una compagnia italiana in grado di servire le esigenze dei pax.
2) Senza il fallimento si alimenta quello che in inglese viene definito "moral hazard". Se sono certo di non fallire assumo rischi e prendo decisioni senza senso, perché tanto paga qualcun altro. Invece il fallimento deve essere la minaccia che tiene attaccato l'imprenditore alla realtà del suo mercato e delle sue possibilità e capacità.
Assolutamente d'accordo con te.
 
Stato
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