Io non ho elementi in mano per provare a vedere se le soluzioni che immagino stiano in piedi o no; non ho i numeri e le informazioni per mettere alla prova un minimo di business plan. Detto cio', se ti accontenti di idee, te le dico.
Si dovrebbe partire dalla mission aziendale: che vuole fare questa azienda da grande, escludendo apriori "continuare a mungere la vacca"? Qui le cose divergono subito se immagini AZ assorbita da un player importante o in mano ad un fondo di investmento che deve, come si dice, valorizzarla prima di rimetterla sul mercato.
Se AZ e' acquisita da uno dei grandi diventa funzionale alla strategia dello stesso. Si pone subito un grosso problema: se questo e' europeo non ha il vincolo del 49% e mano libera per fare un hard reset della cultura aziendale ma, verosimilmente, non avra' nemmeno l'interesse a sottrarre traffico dai suoi hub. Se invece e' extraeuropeo si puo' immaginare una strategia di crescita ma ad oggi c'e' il vincolo del 49% con annessa pratica impossibilita' di adottare quelle misure da SS necessarie a sradicare la mentalita' dello statale. Comunque sia, il nuovo padrone andrebbe necessariamente ad inquadrare l'azienda nella sua struttura con i suoi obiettivi ed e' inutile suggerire ad una Delta quadratica media che fare con il nuovo acquisto, lo saprebbe gia'.
Diverso e' il caso di un fondo. AZ ballerebbe da sola, o comunque non dentro un player dominante. E qui viene il bello perche' ti devi differenziare dalla concorrenza, che e' molto piu' forte di te. Come? Scontata la posizione geografica - che, visto il casino di Milano, puo' anche giocare a tuo sfavore per il segmento business - devi inventarti qualcosa per far salire la gente sui tuoi aerei. Al momento, e visto che non sono uno che lavora in aviazione, non vedo alternativa che al low cost lungo raggio. Lo sappiamo tutti che i prezzi delle LC sono spesso specchietti per le allodole, che paghi anche l'aria che respiri ecc. ecc., ma la sola parola low cost "tira" ed e' comunque qualcosa che sta per partire in forze (magari per fare cilecca). E poi in l'Italia c'e' un vero love affair con le low cost, tutti si aspettano che il biglietto aereo costi 10 anche se il taxi costa 80. E il Low Cost va sempre piu' di moda anche per il segmento business, e' solo una questione di tempo prima che divenga una sorta di standard - come in ogni settore merceologico, fra l'altro. D'altronde il trasporto aereo e' sempre piu' una commodity, chi ci lavora se ne faccia una ragione, e lo spumantino non basta piu' a giustificare certe differenze di prezzo: Ryanair, che piaccia o no, vi ha levato il pavimento da sotto i piedi (purtroppo, ormai viaggiano piu' comodi i pacchi che i cristiani).
Ripeto, queste sono mie personali considerazioni ad alta voce: nessun elemento di business intelligence, nessuna SWOT analysis, nessun ROI, nessun trascorso in aviazione se non come passeggero (e volare AZ sul lungo raggio, quelle poche volte che becchi metallo AZ, non e' affatto peggio che volare con un'altra occidentale, anzi). Pero' se in 32 hanno detto "fammi andare a vedere che fanno questi qua", magari del potenziale puo' esserci. E io me lo auguro per il paese Italia, non per una azienda di nome Alitalia che, come e' ora, continua solo a succhiare soldi dalle mie tasse