Alitalia, il CdA vara il nuovo Piano


Stato
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Io su questo punto credo invece che Alitalia abbia agito correttamente.

Le pulizie a bordo vengono fatte già ora in modo sommario e sbrigativo.
Non sono solo un costo vivo per la prestazione, ma anche un fattore che fa aumentare il tempo di permanenza degli aeromobili a terra. E quando un aereo è in ritardo, assomma ancora più ritardo.
Già ora alla fine del servizio di bordo gli assistenti di volo ritirano quando deve andare nella spazzatura. In futuro dovranno farlo con maggiore attenzione e solerzia.

Per quanto riguarda i bagni, basta proceduralizzare che se vengono rinvenuti sporchi, si chiami all'occorrenza una persona (una sola) per pulirli durante la sosta.

C'è un altro punto su cui bisogna intervenire per minimizzare la permanenza degli aeromobili a terra: consentire in tutti gli aeroporti italiani il rifornimento di carburante mentre si sbarcano/imbarcano le persone.

Sempre Top flyboy, + 1!
 
[FONT=&quot]La deadline per salvare Alitalia è stata fissata: entro il 13 aprile si capirà se la compagnia aerea riuscirà a evitare o no il crac. E’ una corsa contro il tempo piena di ostacoli e paletti da arginare. Che (ri)comincerà ufficialmente il 6 aprile quando riprenderà una trattativa a oltranza tra governo, vertici dell’azienda e sindacati sul piano industriale che prevede oltre 2.000 esuberi e il taglio del 30% dello stipendio dei piloti. L’obiettivo, è quello di cercare un compromesso che possa mettere d’accordo tutte le parti “in causa”. Con la fumata bianca (o nera) che potrebbe arrivare a tre giorni dalla santa Pasqua. Nell’uovo ci sarà dunque una sorpresa, se sarà dolce o amara è ancora presto per dirlo. [/FONT][FONT=&quot]Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha spiegato che il termine posto “si spiega con il fatto che dal 14 aprile va fatto un piano di ristrutturazione finanziaria. E, in assenza di un accordo, si sposterebbero in avanti i tempi della ricapitalizzazione. Scenario, questo, che renderebbe ancora più complicate le cose”.[/FONT][FONT=&quot]O la va o la spacca, dunque. Perché per quella data il futuro dovrà essere chiaro. Senza se e senza ma. Si rischia una tragedia con migliaia di dipendenti che corrono il pericolo di finire in un mare di guai. All’esecutivo il compito di fare da mediatore in una negoziazione che si annuncia snervante. Ma che allo stesso tempo, come ammesso proprio da Calenda, partirà sotto i migliori auspici. “Bisogna lavorare – ha sottolineato il ministro – intensamente, ma se si continuerà a farlo con questo spirito la possibilità di un’intesa certamente è concreta. Le ultime, sono state settimane di approfondimento molto utili. La compagnia aerea ha fornito ai sindacati tutti i numeri richiesti. Il clima è molto costruttivo ma le posizioni sono molto diverse e il tempo stringe. Quello dell’esecutivo è un lavoro di supporto. Ma posso promettere che personalmente farò di tutto per facilitare l’accordo”.[/FONT][FONT=&quot]Sulla stessa lunghezza d’onda anche il titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: “Abbiamo fatto passi in avanti concentrandosi su due obiettivi. Il primo è quello di accompagnare gli azionisti nel rilancio dell’azienda, il secondo è quello di ridurre al minimo le sofferenze dei lavoratori. Non c’è altro da fare se non quello di trovare il modo per arrivare a siglare un’intesa”. Ancora lontanissima.[/FONT][FONT=&quot]Meno di due settimane per evitare quella che rappresenterebbe un’autentica tragedia. Il countodwun è iniziato, non c’è più tempo da perdere. In ballo il futuro di Alitalia e quello dei suoi lavoratori.[/FONT]
 
Giusto per la cronaca, stamattina a FCO ho notato che praticamente tutti ifinger del nuovo Molo sono occupati da voli AZ.

Mentre al satellite oramai ci sono solo le altre compagnie.
 
Giusto per la cronaca, stamattina a FCO ho notato che praticamente tutti ifinger del nuovo Molo sono occupati da voli AZ.

Mentre al satellite oramai ci sono solo le altre compagnie.

Bene! E tuttavia tornando da Londra parcheggio in APRON praticamente sulla Roma-Fiumicino (insieme ad altri 20) con l'annuncio gaudente "siamo atterrati con 20 minuti di anticipo!", salvo poi aspettare 10 per un bus, 10 per sbarcare, 10 per riempire il bus e 10 per arrivare agli arrivi T3: atterraggio alle 2010 e controllo passaporti alle 21!
 
[FONT="]La deadline per salvare Alitalia è stata fissata: entro il 13 aprile si capirà se la compagnia aerea riuscirà a evitare o no il crac. E’ una corsa contro il tempo piena di ostacoli e paletti da arginare. Che (ri)comincerà ufficialmente il 6 aprile quando riprenderà una trattativa a oltranza tra governo, .....i.[/FONT]

che faticaccia cominciare una trattativa così dura il giovedì.......
 
concentrandosi su due obiettivi. Il primo è quello di accompagnare gli azionisti nel rilancio dell’azienda
jgjyte
 
Se gia' postato prego i moderatori di togliere:

Toto-Alitalia, scontro da 260 milioni di dollari davanti all'Alta corte di giustizia di Londra
31 Marzo 2017

«La vera partita è quella che si giocherà a Londra», fanno sapere dal gruppo Toto. Chieti, Milano, Londra, una sorta di triangolo delle Bermuda nel quale sembra essersi cacciata la guerra tra Alitalia e i vecchi proprietario di AirOne. Al momento la partita sembra segnare il punteggio di 2-1 a favore della compagnia di bandiera ma il pronostico resta aperto. Da Milano è arrivata un mese fa la decisione del lodo arbitrale che condanna la Toto Holding a versare circa 40milioni nelle casse di Alitalia. Le carte sono adesso finite al Tribunale di Chieti dove, dal 2012, è in corso il contenzioso civile tra le parti per il presunto credito di circa 120milioni che la vecchia cordata nata per il salvataggio di Alitalia, quella dei cosiddetti capitani coraggiosi capeggiata da Colaninno, vanta nei confronti degli ex proprietari di AirOne. Il lodo arbitrale è in realtà solo uno dei filoni aperti nel contenzioso tra Alitalia e la holding che fa capo all'imprenditore teatino da quando, nel 2008, fu perfezionato l'acquisto di AirOne.

Il gruppo Toto fa intanto sapere di avere impugnato la sentenza del lodo per «gravi vizi di nullità», così le due parti saranno costrette a rivedersi per il secondo round in un'aula della Corte d'Appello di Milano. Ma qui, nello scontro con la vecchia cordata nata per il salvataggio di Alitalia, ballano poco più di 40milioni, niente rispetto ai 120milioni di risarcimento su cui dovrà pronunciarsi il Tribunale civile di Chieti. In realtà, come informa lo stesso gruppo Toto, la vera partita si gioca da tutt'altra parte perché la holding teatina è passata al contrattacco chiedendo all'ex compagnia di bandiera la cifra stratosferica di 260milioni di dollari davanti all'Alta Corte di Giustizia di Londra. L'accusa è di aver violato gli accordi contrattuali sottoscritti a suo tempo per la fornitura in leasing operativo di nuovi aerei. L'inadempienza di Alitalia, secondo i legali della holding, avrebbe causato agli ex proprietari di AirOne un danno per un ammontare, appunto, di 260milioni di dollari.

«Ricordiamo - si legge in una nota del gruppo Toto - che proprio la gestione della società operata da Colaninno & company ha condotto al fallimento il progetto di rilancio della compagnia di bandiera, maturando complessivamente nel periodo di gestione perdite per quasi 2,9miliardi di euro". Secondo la Toto Holding, la conduzione del Cai (quella dei capitani coraggiosi) avrebbe avuto come unico risultato l'aumento delle perdite persino rispetto alla gestione pubblica della compagnia aerea, e questo a causa di scelte che si sarebbero rivelate un boomerang, sia sul piano strategico che di conduzione ordinaria della società. "Letta anche sotto questo punto di vista, e non solo - contrattacca il gruppo Toto - l'azione revocatoria intentata da Alitalia davanti al Tribunale di Chieti appare come una mossa strumentale e temeraria, dalle motivazioni infondate». La compagnia di bandiera ha invece sempre accusato i titolari di AirOne di aver taciuto circostanze che, se note, avrebbero indotto Alitalia-Cai a valutazioni diverse all'atto di acquisto del vettore. Questioni legata ad aspetti fiscali e patrimoniali ancora tutte in mano ai giudici e agli avvocati, anche di oltre Manica.
Venerdì 31 Marzo 2017 - Ultimo aggiornamento: 17:40

© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.ilmessaggero.it/abruzzo/scontro_toto_alitalia_alla_corte_giustizia_londra-2352213.html
 
[FONT="]La deadline per salvare Alitalia è stata fissata: entro il 13 aprile si capirà se la compagnia aerea riuscirà a evitare o no il crac. E’ una corsa contro il tempo piena di ostacoli e paletti da arginare. Che (ri)comincerà ufficialmente il 6 aprile quando riprenderà una trattativa a oltranza tra governo, vertici dell’azienda e sindacati sul piano industriale che prevede oltre 2.000 esuberi e il taglio del 30% dello stipendio dei piloti. L’obiettivo, è quello di cercare un compromesso che possa mettere d’accordo tutte le parti “in causa”. Con la fumata bianca (o nera) che potrebbe arrivare a tre giorni dalla santa Pasqua. Nell’uovo ci sarà dunque una sorpresa, se sarà dolce o amara è ancora presto per dirlo. [/FONT][/COLOR][COLOR=#000000][FONT="]Il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha spiegato che il termine posto “si spiega con il fatto che dal 14 aprile va fatto un piano di ristrutturazione finanziaria. E, in assenza di un accordo, si sposterebbero in avanti i tempi della ricapitalizzazione. Scenario, questo, che renderebbe ancora più complicate le cose”.[/FONT][FONT="]O la va o la spacca, dunque. Perché per quella data il futuro dovrà essere chiaro. Senza se e senza ma. Si rischia una tragedia con migliaia di dipendenti che corrono il pericolo di finire in un mare di guai. All’esecutivo il compito di fare da mediatore in una negoziazione che si annuncia snervante. Ma che allo stesso tempo, come ammesso proprio da Calenda, partirà sotto i migliori auspici. “Bisogna lavorare – ha sottolineato il ministro – intensamente, ma se si continuerà a farlo con questo spirito la possibilità di un’intesa certamente è concreta. Le ultime, sono state settimane di approfondimento molto utili. La compagnia aerea ha fornito ai sindacati tutti i numeri richiesti. Il clima è molto costruttivo ma le posizioni sono molto diverse e il tempo stringe. Quello dell’esecutivo è un lavoro di supporto. Ma posso promettere che personalmente farò di tutto per facilitare l’accordo”.[/FONT][/COLOR][COLOR=#000000][FONT="]Sulla stessa lunghezza d’onda anche il titolare del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio: “Abbiamo fatto passi in avanti concentrandosi su due obiettivi. Il primo è quello di accompagnare gli azionisti nel rilancio dell’azienda, il secondo è quello di ridurre al minimo le sofferenze dei lavoratori. Non c’è altro da fare se non quello di trovare il modo per arrivare a siglare un’intesa”. Ancora lontanissima.[/FONT][FONT="]Meno di due settimane per evitare quella che rappresenterebbe un’autentica tragedia. Il countodwun è iniziato, non c’è più tempo da perdere. In ballo il futuro di Alitalia e quello dei suoi lavoratori.[/FONT]

Letta così parrebbe di capire che il 14 aprile la società vorrebbe depositare al Tribunale di Roma domanda di ristrutturazione ai sensi della Legge Fallimentare.
Teniamo presente che il 18 aprile rappresenta il termine di scadenza di oneri previdenziali e fiscali. Se presentano domanda di ristrutturazione il 14 aprile i pagamenti dei debiti sono tutti sospesi e potranno usare la cassa per tirare avanti un po' in attesa di raggiungere accordi con le società di leasing, fornitori, ecc.
 
Bene! E tuttavia tornando da Londra parcheggio in APRON praticamente sulla Roma-Fiumicino (insieme ad altri 20) con l'annuncio gaudente "siamo atterrati con 20 minuti di anticipo!", salvo poi aspettare 10 per un bus, 10 per sbarcare, 10 per riempire il bus e 10 per arrivare agli arrivi T3: atterraggio alle 2010 e controllo passaporti alle 21!
Venerdi a francoforte con LH abbiamo aspettato 20 minuti che liberassero il posto per posizionare l'aereo... ma nessuno si è lamentato ne ha aperto bocca... sul volo in prosecuzione altri 20/30 fermi su un bus ad aspettare un'av ... e altri 10 minuti di bus per arrivare alla piazzola...tutti muti... quando capita a FCO ne senti di tutti i colori...
 
Venerdi a francoforte con LH abbiamo aspettato 20 minuti che liberassero il posto per posizionare l'aereo... ma nessuno si è lamentato ne ha aperto bocca... sul volo in prosecuzione altri 20/30 fermi su un bus ad aspettare un'av ... e altri 10 minuti di bus per arrivare alla piazzola...tutti muti... quando capita a FCO ne senti di tutti i colori...

se ti piace cosi'...
 
Venerdi a francoforte con LH abbiamo aspettato 20 minuti che liberassero il posto per posizionare l'aereo... ma nessuno si è lamentato ne ha aperto bocca... sul volo in prosecuzione altri 20/30 fermi su un bus ad aspettare un'av ... e altri 10 minuti di bus per arrivare alla piazzola...tutti muti... quando capita a FCO ne senti di tutti i colori...

Tipica mentalità dell'Italiota (animale duro a estinguersi) è cosi (purtroppo) in tutti i settori.
 
Bene! E tuttavia tornando da Londra parcheggio in APRON praticamente sulla Roma-Fiumicino (insieme ad altri 20) con l'annuncio gaudente "siamo atterrati con 20 minuti di anticipo!", salvo poi aspettare 10 per un bus, 10 per sbarcare, 10 per riempire il bus e 10 per arrivare agli arrivi T3: atterraggio alle 2010 e controllo passaporti alle 21!

Non-news. Senza voler stare qui a paragonare FCO con FRA o MUC, le tempistiche che hai citato (a parte, ahimè, l'arrivo ritardato del bus) sono assolutamente normali, mi capita il 99 virgola 9 % delle volte di transito a FRA/MUC/AMS da BHX/GDN/WAW (gli arrivi ai remoti da GDN -per via di smaller aircraft, CR9/E90- o del secondo e terzo volo giornaliero da BHX per FRA sono assicurati quanto la Paulaner nelle salette LH). Giorni fa, in arrivo da BHX sulla 955 (in perfetto orario), sono arrivato alla Senator dei gate B (non-Schengen) circa un'ora (indeed) dopo l’atterraggio per via di attese varie tra le quali piazzola (con metà dell’aereo già in piedi ad aprire le cappelliere, nonostante il 320 in motion), scaletta e così via discorrendo. Uno dei motivi per i quali ho spostato la maggior parte del mio weekly commuting a SK (a CPH, negli ultimi 9 mesi, sono arrivato ai remoti una volta contata) o LH, at times, via MUC, che è senz'altro una spanna sopra gli altri per quel che concerne i transiti.

G
 
Bene! E tuttavia tornando da Londra parcheggio in APRON praticamente sulla Roma-Fiumicino (insieme ad altri 20) con l'annuncio gaudente "siamo atterrati con 20 minuti di anticipo!", salvo poi aspettare 10 per un bus, 10 per sbarcare, 10 per riempire il bus e 10 per arrivare agli arrivi T3: atterraggio alle 2010 e controllo passaporti alle 21!

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