[TR] Due tigri asiatiche su quattro


Che bello DUS

Credo che queste tre parole non siano mai state proferite, o scritte, prima a memoria d'uomo (almeno non senza un "non sono più a" infilato strategicamente). Chi ti paca?!!11!!!!!1

Ad ogni modo, mi fa piacere di non essere l'unico che trova le assistenti di volo di CX robotiche. Strano che non t'abbiano chiesto che volevi, io ricordo ancora con orrore la scelta della congee... Che brutta roba.

Splendida continuazione, daje col resto!
 
Complimenti ti seguo sempre con piacere. Le foto sono sempre fantastiche.

Inviato dal King Kamehamea Club
 
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TR molto piacevole! Attendo con ansia il resto...

Grazie! A brevissimo un po' di OT su Hong Kong.

L'alba o il tramonto visti dall'aereo sono sempre fantastici.

Già!

ma che bello ! complimenti per tutte queste belle foto!

Grazie mille.

Davvero bello, Dave.

Di già? Eravamo d'accordo per i complimenti una volta sola, alla fine. Non posso pagarti il pizzo così spesso...

Mi raccomando, mai avvertire che si passa per HKG...

:( hai ragione! Ti avevo anche scritto dicendo che avrei fatto sapere. Mi tocca tornare!

Wow, Bellissime foto e bellissimo TR!!!!!

Grazie mille!!!!!

Credo che queste tre parole non siano mai state proferite, o scritte, prima a memoria d'uomo (almeno non senza un "non sono più a" infilato strategicamente). Chi ti paca?!!11!!!!!1

Ad ogni modo, mi fa piacere di non essere l'unico che trova le assistenti di volo di CX robotiche. Strano che non t'abbiano chiesto che volevi, io ricordo ancora con orrore la scelta della congee... Che brutta roba.

Splendida continuazione, daje col resto!

Ma che davero? Dai, DUS non è male. Poi a me piace anche Düsseldorf, ma so che rientriamo nel regno del soggettivo, e a me piacciono pure la calze Gallo.

Complimenti ti segue sempre con piacere. Le foto sono sempre fantastiche.

Inviato dal King Kamehamea Club

Grazie!
 
Esco e vado a farmi un biglietto per l'Airport Express, davvero comodo e rapido per raggiungere Central o Kowlooon. Ho l'hotel a Mongkok, arrivo che sono le nove abbondanti e ovviamente la camera non è pronta; la buona notizia però è che riusciranno a darmela per le 11, quindi ho solo due ore da girare, sotto al diluvio. Ecco, il clima di Hong Kong non è esattamente un bijoux: un caldo umido piuttosto fastidioso, unito alla pioggia intermittente (a volte davvero violenta) e alla temperatura polare all'interno di negozi e mezzi di trasporto sono un cocktail micidiale; mi stupisco perciò che non mi prenda né un raffreddore né... beh, avete capito.

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Visto che sono vicino a Nathan Road, e piove, una buona idea è gironzolare in zona e andare subito alla ricerca di obiettivi vintage da Sim City in Shantung Street. Purtroppo non trovo nulla di interessante (stavo cercando un 35mm con messa a fuoco manuale) e i prezzi non sono poi così convenienti come immaginavo. Però due ore, inclusa qualche sosta nei 7/11 a comprare schifezze locali, passano veloci, per cui posso tornare in albergo e rilassarmi un paio d'ore, prima di uscire nuovamente in mezzo al caldo, al traffico e al brulicare di gente che contraddistingue le indaffarate metropoli asiatiche.

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Mi stupisce che fino alle undici, undici e mezza, ci sia relativamente poca gente in giro e la maggior parte dei negozi (con l'esclusione degli onnipresenti convenience store) sia chiusa. Considerando che fa buio piuttosto presto mi sarei aspettato una città vivissima già di prima mattina. L'altra cosa che non si ferma mai sono i taxi. Ovunque se ne vedono sfrecciare a decine, basta alzare la mano per vederne arrivare uno. Non ne ho presi, dato che ero a due passi dall'efficientissima rete della metropolitana, e non avevo mete da raggiungere al di fuori di essa. per tutto il resto ci sono i bus, spesso intasati nel caotico traffico pomeridiano. Ah, per salire sul bus, alla fermata ci si mette in fila indiana.

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Mongkok e Kowloon sono il cuore cinese e commerciale di Hong Kong, così come l'isola di Hong Kong (per lo meno il lato settentrionale) era la sede di quello che era il potere britannico nell'area, e ora la sede del potere finanziario. In realtà mi è sembrato che HK sia pienamente una città cinese, in tutto e per tutto, e poco si percepisca il passato inglese.

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Qualche eco, quà e là, la presenza rilevante di colletti bianchi biondi e con occhi azzurri che entrano ed escono dall'IFC, da HSBC, da Standard Chartered, ma nessuna traccia persistente: degli zombie expat, sudati fino al midollo, che non vedono l'ora di finire il turno e ritornare nell'avita Albione (stesso clima, peraltro, giusto con venti gradi in meno). L'altra cosa che differenzia molto le due sponde è l'odore del cibo da strada, a tratti asfissiante in tutta Kowloon, e quasi assente su HK Island, dove invece è un susseguirsi i locali fighetti, bar, bistrot, ristoranti e uno spirito pseudo radical chic, finto ribelle, molto hipster. Ecco, in questo senso è molto occidentale/europea.

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E l'architettura. Alveare e disordinata a Kowloon, in continua trasformazione, incredibilmente affascinante, con stesse tutte uguali di highrise dove vive il ceto medio (gli affitti hanno prezzi folli. Le case sono dei buchi). Il caos urbano che distrugge e ricostruisce, un demiurgo con in mano la cazzuola e la canna di bambù (così li fanno i ponteggi, qui).

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Coloniale e archistaresca a HK Island, quasi monumentale, con ampi spazi verdi, una moderna San Gimignano con torri alte dieci, venti volte tanto dove la lotta per conquistare nuovi spazi si scontra con una flebile idea di preservazione del proprio passato

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Naturalmente dove ci sono i soldi, c'è povertà. Per chi volesse iniziare ad approfondire il lato oscuro di HK, The Society for Community Organisation organizza mostre fotografiche piuttosto scioccanti su come vivono gli outcast. Non mi lamenterò più delle mini-camere che si trovano nella maggior parte degli alberghi asiatici.

Come in tutta le grandi città asiatiche, le uniche oasi di pace dal frastuono cittadino sono i templi. Piccoli, a volte minuscoli, soffocati dai grattacieli. Che contrasto.

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Purtroppo non ho le conoscenze necessarie per apprezzare fino in fondo la bellezza artistica e culturale di questi luoghi. Mi limito a sorbirne la spiritualità. E il PM10 di tutto l'incenso che bruciano

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Pensavo di andare a fare un salto a Macau, ma mi sono reso conto che avrei perso molto del già poco che avevo programmato di vedere. Preferisco quindi fare un salto oltre l'altro lato del Lion Rock e andare a Sha Tin per dare un occhio all'Hong Kong Heritage Museum (piuttosto modesto, devo dire, con una grande sezione dedicata a Bruce Lee) e il monastero dei mille Buddha (piuttosto kitch).

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Città(-stato) interessante, dove lo spirito imprenditoriale e la sete di soldi sono palpabili. Ci sarà mai un'integrazione vera con la PRC? O sarà la Repubblica Popolare a doversi integrarsi con Hong Kong?

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Non sono sicuro che faccia per me. Però è divertente esplorare tutte le contraddizioni di questo miscuglio di (poco) vecchio e decadente occidente, (tanta) rampante Cina, antiche tradizioni, tecnologia, lusso sfrenato e arte di arrangiarsi.

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Bellissimo inizio. Niente calze e nessun selfie. L'unica foto di tutto il TR che suscitava un certo interesse, a Praga, è sfuocata. Ma vabbeh.
Stavo guardano lo spazio che in media resta tra le tue ginocchia e il sedile davanti, e mi chiedevo: hai sette anni o sei alto 140 cm?
 
Bello, concordo con molto di quanto hai scritto su HK. Non fa per me, ugualmente, ma e' comunque un'esperienza interessante.
 
Bel TR e belle foto.
Io ho una tale fascinazione per le brutte metropoli asiatiche che non comprendo i ragazzi della mia età che preferiscono New York o San Francisco
 
Molto bello e mi trovi d'accordo su quanto scritto in merito a Hong Kong. L'hai descritta molto bene con le sue contraddizioni sia sociali, architettoniche e storiche. E' affascinante ed ha un'energia unica ma anche io non riuscirei a viverci per piu' di un paio di mesi. Forse un po meglio per vivere e' il lato sud di HK Island.
 
[FONT=&quot]Quattro giorni a HK passano relativamente veloci. La prossima meta è stata scelta assolutamente a caso. Un giorno, dopo aver prenotato il volo su HKG, nel momento e nel luogo in cui tutte le più grandi menti riflettono sui problemi dell'umanità, mi dico: vorrei provare il 350.[/FONT]
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[FONT=&quot]Ovviamente scherzo (circa). Dalla meta del viaggio (Taiwan) è poi nata l'idea del 350, visto che sia Cathay Pacific, sia China Airlines hanno in consegna gli aerei ed entrambi li opereranno per un certo periodo sulla HKG-TPE come parte del programma di familiarizzazione degli equipaggi. [/FONT]
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[FONT=&quot]L'opzione più logica sarebbe stata prenotare un volo premio con CX usando Avios BA, per un costo irrisoio e con la quasi certezza di volare il nuovo 'bus. Ma poi il TR sarebbe stato noiosissimo, con tutti 'sti aerei verdi, e allora ho prenotato con CI. Sì, quella con un safety record non esattamente brillante (8 aerei persi e circa 750 morti negli ultimi trent'anni). Sì, quella che i 350 doveva ancora riceverli.[/FONT]
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[FONT=&quot]Ovviamente ritarderanno le consegne da luglio a ottobre, e conseguentemente anche tutti i voli con 350 verranno rimpiazzati da altri aerei. [/FONT][FONT=&quot]Brilliant choice, I-DAVE. [/FONT][FONT=&quot]Ma, ohibò, in questo hobby si vince e si perde. [/FONT]
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[FONT=&quot]Dicevamo. Quattro giorni passano in fretta. Impacchettati i miei averi, lasciato l'hotel, mi reco a Central dove è possibile anche fare il check-in in città per svariate compagnie che operano su HKG, ivi inclusa China Airlines. Comodo! Così lascio tutto al c-in già la mattina e posso godermi ancora un giorno intero (il volo è alla sera). Il banco è vuoto ma, appena mi avvicino, un'addetta giunge e mi lascia la carta d'imbarco, come fosse un normale c-in in aeroporto. I bagagli vengono spediti con l'Airport Express (immagino abbiano una carrozza bagagliaio attaccata ai treni).[/FONT]
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[FONT=&quot]Appena lascio il check-in, mi arrivano due email che mi avvisano del cambio operativo del mio volo, con spostamento di circa due ore dello schedulato. [/FONT]
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[FONT=&quot]Fast forward al pomeriggio, ed è ora di recarsi in aeroporto.[/FONT]
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[FONT=&quot]L'idea è di fare un po' di spotting; percorrendo la vetrata di ingresso si ha una buona vista sugli aerei sia in decollo che in atterraggio, su entrambe le piste, a seconda della configurazione usata. Oggi è uso la 25R per i decolli. [/FONT]
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[FONT=&quot]Purtroppo il meteo non è dei migliori, ci sono forti acquazzoni alternati a schiarite, la luce del tardo pomeriggio non è particolarmente forte, tramondando qui il sole piuttosto presto, e la maggior parte dei decolli arriva al mio punto già alto, ho montato su il 18-200 (una lente orribile) anziché il 70-300, insomma le foto fanno un po' schifo e non sono neppure molte. Sento sospiri di sollievo tra la folla.[/FONT]
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Avutone abbastanza, mi ritiro nel terminal e vado diretto ai controlli di sicurezza, preceduti dal controllo passaporti. Purtroppo qui hanno la pessima abitudine di non timbrare il passaporto (chissà perché, poi). Controlli molto rapidi.


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Il terminal è un grosso shopping mall dall'architettura molto gradevole, da cui si dipartono i vari satelliti con i gate. Tutti i tabelloni delle partenze indicano che il mio volo è ancora programmato all'orario originario.

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Si cammina tanto. Arrivato al gate, il volo viene effettivamente dato in ritardo di circa due ore.

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Allora andiamo a mangiare un boccone. La food court è su un piano rialzato rispetto ai gate e ha una discreta offerta. Stasera giappo.

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C'è pure il tempo per vedere qualche aereo. Grandi vetrate e grande illuminazione interna di solito non producono risultati particolarmente brillanti, dal punto di vista fotografico... poi aggiungiamo che era più pratica scattare col telefonino che, appoggiato alla vetrata, almeno mascherava in parte i riflessi. Chiedete a Dancrane, ve lo saprà spiegare molto meglio di me.

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Ritorno al gate, sono ancora tutti seduti in religioso silenzio.

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Chi sbuca fuori dal jetbridge?

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Ma è un 747-400! Come se non lo sapessi, no :D

Passo un po' di tempo a ricaricare il telefono ad uno dei totem gratuiti in giro per l'aeroporto, e appena chiamano il volo si forma una breve e ordinata fila di passeggeri.

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Tratta: HKG-TPE
Volo: CI 920
Aereo: Boeing 747-409
MSN: 28711 LN: 1136
Reg: B-18203
Primo volo: 17/11/1997
Consegnato: 05/12/1997
Età: 18.9 anni
Posto: 61J
Gate: A79
Sched/Actual: 2010-2200/2211-2327
Durata volo: 1h16'

Prima volta che metto piede su un 747; il volo l'ho scelto apposta. All'ingresso c'è una masnada di belle assistenti di volo, tutte giovani. Mi salutano in inglese. Ricambio in inglese. Mi indicano dove andare. Ci vado. No, non è quel posto.

Il volo è notturno e non ho grandi velleità fotografiche, ma ho scelto comunque un posto al finestrino, nella sezione dove il 3-4-3 diventa 2-4-2. Tra il sedile e la paratia c'è un sacco di spazio, ma non si possono lasciare i bagagli a mano lì. Ovviamente non lo sapevo, lo mollo lì, e passa il marcantonio che gestisce il mio settore. Lo vede (non so come abbia fatto, era praticamente invisibile!) e mi dice molto gentilmente ma in modo perentorio che purtroppo gli hand baggage non possono stare lì, solo sotto al sedile o in cappelliera. Mi scuso, faccio per alzarmi ma mi dive di stare pure seduto, chiede solo di allungarglielo e lo mette a posto lui nella cappelliera, senza che mi debba alzare io. Sono commosso!

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Il legroom non è male (mi pare maggiore di quello offerto da CX), ma il sedile mi sembra un filo duro. Un volo di otto-dieci ore qui sopra potrebbe essere un problema. Inoltre c'è lo scatolotto dell'IFE, che per me è assolutamente un fattore negativo.

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Il mio vicino si addormenta nel momento in cui tocca il sedile; quindi non mi trattiene neppure la vergogna dal fare la foto per gli "amanti del genere" :D

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L'aereo non è molto pieno.

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La demo di sicurezza è manuale (inglese molto buono e chiaro, peccato che per motivi geografici qui abbiano quel fastidioso accento americano da Baywatch). Poco dopo lasciamo il gate e iniziamo un rullaggio infinito - peccato che fuori sia tutto buio. Lo stesso assistente dello zainetto si accorge che il mio sedile è impercettibilmente reclinato - doveva esserlo dal volo precedente perché non avevo toccato il meccanismo. In genere, danno l'idea di essere stra-fissati con la sicurezza, che sicuramente è una cosa positiva per una compagnia che non ha esattamente una buona nomea sul tema.

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L'emozione di sentire ruggire quattro PW è un po' offuscata dal decollo piuttosto moscio: il volo è poco più di un'ora, l'aereo è mezzo vuoto e abbiamo 3800 di pista da usare.

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Neanche i nuvoloni che scuotono il cielo sopra Hong Kong ci fanno sobbalzare: sarà un volo tranquillissimo. Il monitor dell'IFE è abbastanza piccolo ma ha un'ottima risoluzione. Non ho esplorato molto i contenuti, preferendo lasciare attiva unicamente la mappa.

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Dopo circa venti minuti dal decollo gli assistenti di volo iniziano a servire uno snack, composto da panino caldo al pollo (o così c'era scritto): assolutamente inaspettato e pure commestibile. Nella confezione anche una bottiglietta d'acqua e una confezione di Ritz al formaggio.

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Fuori non c'è molto da vedere, in ogni caso iniziamo poco dopo l'avvicinamento, da sud-ovest, seguendo la costa. Non so se sia la normalità sul 747, tuttavia durante la crociera ho spesso sentito le orecchie tapparsi e poi stapparsi così come l'aria condizionata sparare aria a folate alternate a silenzio. Non so se riuscirei a farmi un intercont in queste condizioni.

Il cielo è sereno, l'atterraggio tranquillo e andiamo a parcheggiare al gate a fianco ad un altro 747 di compagnia che sta facendo pushback (Eva Air usa l'altro lato del terminal, quindi difficile vedere le due compagnie mischiate).

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L'area arrivi di TPE è piuttosto interessante architettonicamente, ricorda un po' una pagoda. La coda per l'immigration è lunghissima (credo di averci impiegato circa 45 minuti), e vedo solo pochi altri occidentali: una coppia austriaca e dei ragazzi con passaporto britannico. L'ufficiale dell'immigrazione dà appena uno sguardo al passaporto, lo timbra e mi lascia subito andare; merito della mia faccia da bravo ragazzo, senza dubbio.

TPE non è ancora collegato su ferro a Taipei - la linea ad alta velocità passa nei pressi, a Taoyuan, dove si arriva con uno shuttle bus, ma a quest'ora non ci sono probabilmente più treni. Ci dovrebbe essere una linea di metro veloce, che doveva essere completata nel 2009 o giù di lì e che forse (molto forse) aprirà alla fine di quest'anno. C'è il bus che porta a Taipei Main Station. Vada per il bus. Le indicazioni in inglese sono scarsine, alla fine però basta seguire la folla. Prendo un biglietto e esco alla ricerca della fermata, chiaramente indicata; ma, come a Hong Kong, per salire sui bus si fa la coda. La coda è di svariate centinaia di persone! Per fortuna, vista la situazione abbastanza emergenziale, devo aspettare solo altri venti/venticinque minuti prima di prenderne uno.

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Dopo circa 45 minuti si arriva a Taipei, mi fiondo al parcheggio dei taxi e mostro l'indirizzo cinese dell'hotel al guidatore. Sono a letto che sono quasi le due del mattino.
 
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Ottima continuazione! Sul 744 non ho mai sentito i cambi di pressione e gli sbalzi dell'aria condizionata come dicevi tu, magari e' un caso.

[FONT="]Primo volo: 17/11/1997[/FONT]
[FONT="]Consegnato: 05/12/1997[/FONT]
[FONT="]Età: 1.8 anni [/FONT]

Giovincello, lui! :D
 
La mattina dopo mi alzo piuttosto presto, dato che alle 10 ho prenotato per ritirare la Sim locale con l'operatore telefonico nazionale. Avrei preferito la sera prima, direttamente in aeroporto, ma l'ultimo ritiro si può fare alle 23. Per gli stranieri, sono autorizzati solo due punti di ritiro - uno a Taipei Taoyuan, l'altro a Taipei Songshan. Che disdetta, mi tocca tornare in un aeroporto :D

Per caso scopro che Songshan è dotato di una terrazza panoramica - vuoi mica che non ci faccia un salto? L'aeroporto è facilmente raggiungibile in metropolitana e si trova non lontano dal centro della città, nel bel mezzo di un quartiere residenziale.

La terrazza è vetrata, dotata di panchine, pannelli informativi (curiosamente, la maggior parte delle compagnie riportate non opera su TSA, e c'è pure Alitalia!) e un piccolo bar subito all'interno dell'aerostazione. Fa un caldo fottuto, l'umidità è altissima - quasi rimpiango Hong Kong - e purtroppo poche sono le zone in ombra. Rimarrò non più di una trentina di minuti, era davvero insopportabile. La struttura però è davvero bella e, nonostante i vetri, si fotografa decentemente.

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Il traffico di Songshan (il Linate di Taipei) è piuttosto limitato, per lo più di compagnie regionali taiwanesi, ma vede anche qualche widebody di EVA e China Airlines, nonché di alcune compagnie cinesi e giapponesi. La maggior parte dei voli lo connette ad altri "city" airport asiatici - su Tokyo si vola a Haneda e non Narita; Gimpo e non Incheon; su Shanghai la maggior parte dei voli sono su Hongqiao (vi sono però voli anche su Pudong).

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Dato che sono già qui, faccio un salto al tempio di Confucio e al tempio Baoan, che si trovano non molto distanti da Songshan - il sentiero di discesa passa proprio qui sopra.

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Taipei mi ha affascinato moltissimo; è chiaramente una megalopoli (composta da quattro città - Taipei, New Taipei, Taoyuan e Keelung) che di fatto occupa tutta la punta settentrionale di Taiwan.

Per ordine e pulizia ricorda moltissimo Tokyo e, in generale, il Giappone; i giapponesi che conosco, infatti, mi hanno sempre parlato di Taiwan come un posto in cui i giapponesi si sentono particolarmente a loro agio. È innegabile che Giappone, e Stati Uniti, siano stati i due modelli cui il paese si sia rivolto per sviluppare la propria identità; nonostante tutto, ha ancora profonde radici tradizionali cinesi e certi riti sono tuttora molto vivi tra la popolazione, indipendentemente dall'età. La cultura otaku, invece, è particolarmente forte tra gli under 35. Pokemon Go ha sconvolto il paese, per dire.

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La vita è per lo più notturna: la mattina fino alle dieci e trenta, undici, le strade sono piuttosto tranquille ed è assai difficile trovare molti negozi aperti; la sera, invece, le strade si riempiono e i mercati notturni si animano. La quantità di cibo da strada che è possibile assaggiare è pressoché sconfinata. Ovunque. A ogni ora.

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I taiwanesi sono in assoluto le persone più gentili sulla faccia della terra. Rispettose, educate, pulite, ospitali e semplici. Sempre pronte a dare una mano, anche quando la lingua è una barriera. Sono dei giapponesi che parlano mandarino, con la differenza che i giapponesi sanno essere molto timidi e riservati. I taiwanesi no. Vengono, chiedono, ti salutano per strada, fanno foto, si fanno fotografare, sono interessati a sapere tutto e anche di più. La cosa bella è che non si scompongono neppure nel vedere un occidentale sudato come un maiale, con la maglietta da strizzare (letteralmente), mentre loro appena appena hanno un accenno di fastidio per l'umidità.

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Taipei, pur essendo densamente urbanizzata, un po' come tutte le città asiatiche, ha ancora molte aree dove l'urbanizzazione è moderata. L'orografia particolarmente complessa ha aiutato a preservare buona parte dell'area est, dove montagne e strette valli si susseguono fino alla costa; così, nel giro di 20 km, si passa a paesaggi più bucolici. Ad esempio, a pochi passi dal Taipei 101, c'è un bel parco tutto collinare, una fatica per arrivare fin qui e fare questa foto che non vi dico

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Avevo scelto di dedicare solo tre giorni alla capitale, e ho sbagliato un po' i calcoli, considerando che una intera giornata l'ho dedicata ad un day trip nella valle del Pingxi, dove si trovano i vecchi paesi fantasma dove un tempo c'erano le miniere, come Houtong, ora il villaggio dei gatti

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Tutta la valle è una zona altamente turistica e percorsa da una piccola ferrovia che, durante i weekend, è presa d'assalto.

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A Shifen, in particolare, si sta sulla ferrovia, a costruire e far partire queste enormi lanterne con auspici di buona fortuna, ricchezza, amore e salute:

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tranne quando passa il treno!

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Il posto è così turistico che i negozi sono unicamente di cibo, bevande dai colori improponibili e souvenir :D

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Poco distanti ci sono anche le cascate, che i locali chiamano le Niagara di Taiwan (con un po' di fantasia)

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Poco lontano, ma servita un po' male (c'è un bus, altrimenti ci sono i taxi, che costano davvero poco) c'è il villaggio di Jiufen, famoso per le case da te.

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Essendo in collina, si gode di una vista eccezionale sulla baia di Keelung, soprattutto al tramonto

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Qui, due tour organizzati di giapponesi hanno bloccato il villaggio, dato che c'è un'unica scalinata che porta dalla statale a monte: uno scendeva, l'altro saliva, nessuno passava. È intervenuta la polizia per sbrogliare la situazione :D Io ho perso l'ultimo bus per tornare a alla stazione di Ruifang; con l'aiuto di un paio di locali sono riuscito a chiamare un taxi per tornare indietro. Tutto sommato un contrattempo divertente (le bestemmie dette col sorriso tanto non le capivano):

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Il giorno dopo ho un trasferimento in treno fino a Hualien, da dove si parte per esplorare la gola di Taroko; ho ancora però tempo per girare un altro po' di templi e trovare una rappresentazione apotropaica di Dancrane:

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e una di nicolap (hint: non è quello vestito di blu):

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In modo un po' macchinoso è possibile acquistare online i biglietti dei treni a lunga percorrenza; il biglietto fisico si può poi ritirare in qualsiasi 7-11, Family Mart e altri negozi di vicinato presentando il documento e il codice di prenotazione. I treni sono tutti molto confortevoli, non velocissimi (a parte la rete ad alta velocità, che corre tra Taipei e Kaohsiung a ovest, e i treni di classe Puyuma, che corrono sulla linea lenta ma saltando la maggior parte delle fermate). Per arrivare a Hualien ho prenotato un Puyuma. Il pitch è meglio definibile come "campo da calcio":

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Per i coraggiosi, TransAsia collega Taipei a Hualien con gli ATR - sinceramente, non me la sono sentita particolarmente, soprattutto al ricordo di questo.