Trasporti. La plusvalenza di circa 40 milioni riduce le perdite
Alitalia vende a Etihad slot a Londra Heathrow
ROMA
Alitalia ha venduto al suo azionista Etihad slot all’aeroporto di Londra Heathrow per fare cassa. L’operazione è stata realizzata in luglio. La cessione è stata fatta al prezzo di 60 milioni di euro, con una plusvalenza di circa 40 milioni per Alitalia, che ha così potuto ridurre le perdite accumulate nel 2016, superiori alle previsioni. Gli slot sono le bande orarie che danno diritto ad atterrare e decollare in un aeroporto. Negli accordi del 2014 con Etihad era prevista la vendita di cinque coppie di slot a Heathrow. Il 7 gennaio di quest’anno, quando Il Sole 24 Ore aveva scritto che la cessione sarebbe avvenuta nel 2016, Alitalia aveva smentito. La vendita, con un accordo di sale and lease back, è avvenuta un po’ più tardi del previsto, con Alitalia in difficoltà finanziarie. Adesso per volare nel principale scalo europeo la compagnia paga un canone di affitto al suo socio forte (con il 49%) Etihad.
Quest’anno Alitalia sta accumulando perdite sensibilmente superiori a quelle stimate nel «Piano economico 2015-2018», fatto per l’ingresso di Etihad, che prevedeva una perdita netta di 44 milioni quest'anno e un utile netto il prossimo. Nel 2015 Alitalia ha dichiarato una perdita netta consolidata di 199,1 milioni, in linea con le previsioni, mettendo a conto economico 220 milioni di plusvalenze, realizzate con la cessione a Etihad del 75% della società del Mille Miglia (194 milioni di plusvalenza) e con la vendita di 15 aerei Airbus (26 milioni). Senza questo apporto, la gestione nel 2015 avrebbe prodotto una perdita consolidata di circa 420 milioni. A livello consolidato a fine 2015 i debiti finanziari netti sono saliti a 903 milioni, mentre il patrimonio netto (capitale più riserve) si è ridotto a 122 milioni. La sola capogruppo Alitalia Spa ha dichiarato una perdita netta di 408,1 milioni e un patrimonio netto di 51,88 milioni a fine 2015.
Questo patrimonio non basta a coprire le perdite che si stanno accumulando quest’anno, il cui importo, mai rivelato, secondo indiscrezioni potrebbe superare anche la perdita del 2015, che è stato l’anno migliore della storia per il trasporto aereo mondiale, con profitti record secondo la Iata. L'a.d. Cramer Ball dice che la compagnia perde 500mila euro al giorno.
Alitalia avrebbe bisogno di un aumento di capitale. Ma i principali azionisti italiani, Unicredit e Intesa Sanpaolo, hanno detto che non metteranno altri soldi. L’emiratina Etihad ha le risorse, ma non può mettere neppure un euro se non lo fanno anche i principali soci italiani, altrimenti salirebbe oltre il 50% del capitale infrangendo le norme Ue, che prescrivono una maggioranza assoluta in mano a soci comunitari, pena la perdita dei diritti di volo. La compagnia sta preparando tagli al costo del lavoro e forse nuovi esuberi, ma uno dei problemi è la debolezza dei ricavi.
Come riferito dal Sole 24 Ore il 4 ottobre, la compagnia sta studiando un’operazione sul capitale basata su uno swap per trasformare circa 200 milioni di debiti in strumenti partecipativi, i tecnici li chiamano “quasi capitale”. Se i creditori accetteranno, sarebbe un modo di rafforzare il patrimonio sulla carta ed evitare di dichiarare che il patrimonio netto è negativo, il che significherebbe il collasso. Se l’operazione si farà, potrebbe essere una soluzione solo temporanea. La necessità di un vero aumento di capitale con soldi freschi sarebbe solo rimandata.
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Gianni Dragoni