DomandA da ignorante in materia: perché le regioni pagano le compagnie aeree? Perché portano turismo? Lavoro?
Ma le stesse,a loro volta, pagano l'aeroporto per i servizi offerti?
Come funziona?
Per aggirare le severe norme comunitarie che vietano gli aiuti di Stato alle imprese, le società che gestiscono gli scali aeroportuali, sottoscrivono degli accordi di co-marketing per la promozione turistica del territorio.
Soldi che sulla carta sono stati impiegati soltanto per fare pubblicità, sul sito web della compagnia aerea, con banner ed inserzioni sui giornali di bordo etc, ma che servivano per ottenere tratte e basi da quell'aeroporto.
Nel caso della Puglia, che è il modello usato in molte regioni, soprattutto in quelle zone, dove la proprietà della società che gestisce lo scalo aeroportuale, è controllata da partecipate con quote di maggioranza di regioni ed enti territoriali e che non avevano(almeno inzialmente) quel traffico aereo sufficiente, per spingere compagnie aeree ad investire con proprie rotte e basi aeree.
L'accordo prevedeva un contratto di marketing per la promozione turistica della Puglia, tra AdP(Aeroporti di Puglia, Regione (99,41%) e (0,59%) alle Province, Comuni, Camere di Commercio pugliesi) con la società irlandese Airport Marketing services limited, l'Ams, che gestisce la pubblicità sul sito web di Ryanair ed il giornale di bordo.
Il contratto tra Aeroporti e Ryanair, che fino al 2010 era sostenuto da fondi europei, prevedeva un contributo per la pubblicità sul sito web del vettore e uno sconto del 50% sui costi di handling per un totale di 12 milioni di euro l’anno. In cambio, la compagnia irlandese avrebbe garantito 33 rotte (20 da Bari, 13 da Brindisi) e 3 milioni di passeggeri l’anno. Per poter finanziare la compagnia, in base alle indicazioni della Ue, Adp doveva presentare una relazione sugli impatti del piano di marketing sul turismo pugliese,infatti furono concessi finanziamenti europei per 30 milioni a Ryanair, ma non era possibile però darli direttamente, altrimenti sarebbero stati aiuti di Stato, e dunque l’Unione europea ne avrebbe potuto chiedere la restituzione.