E niente, Dubai e’ una di quelle destinazioni che non mi ha mai attirato, ma dove finisco sempre per tornare. Sara’ la sesta volta.
Faccio pero’ una cosa mai fatta prima e cioe’ compro volo+hotel su Expedia. Cosi’ facendo, mi cade l’occhio una combinazione insolita per il volo: Alitalia fino a LHR e poi Virgin fino a DXB, ad una tariffa appena poco superiore al volo diretto con EK.
Certo e’ il cosiddetto giro di peppe, e i transiti a LHR sono sempre una iattura, ma l’occasione di viaggiare con VS non me la lascio scappare.
Flight: AZ208
Route: FCO-LHR
A/C: A320-216
Reg: EI-EIA
ETD: 17.20 (ATD 17.25)
ETA: 19.10 (ATA 19.00)
In the air: 17.42-18.53 (2h09)
Del volo di andata non ho moltissime foto. Della tratta FCO-LHR nessuna, tranne questa, di The Boss (riferito ad AZ) seduto all’1C.
L’equipaggio e’ molto professionale: si comporta come se niente fosse, senza cercare di strafare. Anzi, serve le bevande nei bicchieri di plastica, non so se per dimenticanza o perche’ non avevano sufficienti bicchieri di vetro.
Lui sembra strafregarsene del servizio e si fa i fatti suoi. Per cena mi sembra ci fossero dei ravioli.
Partiti con un lieve ritardo, arriveremo a LHR in anticipo.
Ho 3 ore per il transito. Scelgo di fare i controlli e uscire dalla zona sterile per prendere l’Heathrow Connect fino al T3. Tutto sara’ risolto in appena una ventina di minuti.
L’ala del T3 dedicata a Virgin e’ ora condivisa anche con Delta.
Hanno fatto una cosa simile a quanto realizzato al T4, cioe’ “incassare” il vecchio terminal in una struttura di acciaio e vetro, ottenendo un risultato molto gradevole.
Il check-in e’ veloce.
Da una porta laterale si raggiunge la Upper Class wing studiata per coloro che usano il servizio limousine che li lascia in un piazzale dedicato.
Ha il suo canale di sicurezza dedicato. I Fast-track di LHR sono sempre un terno al lotto, ma questo dedicato ai soli pax VS e’ vuoto.
Sono airside in un tempo da record: 49 minuti dall’arrivo del volo precedente. Andra’ molto peggio al ritorno.
Da quando ha aperto il T2, il T3 si e’ svuotato un bel po’: Thai, Singapore, Air Canada, United e altri si sono tutti trasferiti da tempo.
La Clubhouse si conferma la migliore lounge di business (alla faccia delle varie EK, QR o CX). Che spettacolo. E’ sempre un piacere trascorrervi un paio d’ore.
Oltre al ristorante c’e’ una sorta di salumiere per gli snacks veloci.
Il gate e’ il piu’ lontano che esiste.
Una volta raggiunto e’ tutto estremamente civilizzato: nessuna calca, tutti seduti ad attendere l’annuncio, e quando inizia l’imbarco si mettono tutti in fila in maniera ordinata. Quanto mi manca l’Inghilterra…
Flight: VS400
Route: LHR-DXB
A/C: A340-642
Reg: G-VGAS
ETD: 22.30 (ATD 22.30)
ETA: 08.35 (ATA 08.20)
In the air 22.55-08.17 (6h22)
Questo volo e’ pieno al 100%.
Sull’A340-600 c’e’ un simpatico gioco di luci e specchi sul bulkhead.
L’amenity kit e’ abbastanza ben fornito.
VS distribuisce pigiami in J sui voli notturni, con anche uno spray rilassante da vaporizzare sul cuscino per aiutarti a dormire in volo.
Salto in toto la cena optando per un paio d’ore (4 per l’esattezza) di sonno. L’offerta consiste in una cena completa e una prima colazione a’ la carte da richiedere compilando un cartoncino.
Le bevande oltre ai vini e analcolici propongono alcuni cocktails.
L’equipaggio su questo volo e’ abbastabza disorganizzato, fa del suo meglio per prendere gli ordinativi di chi vuole mangiare, servire bevande e hot towels, e fare il letto per chi vuole dormire ma il risultato e’ piuttosto caotico.
Faccio da me e mi preparo il letto.
Due cose non mi piacciono di questa specifica configurazione: primo, anche se sei seduto al finestrino e’ impossibile guardare fuori; in secondo luogo l’atmosfera e’ quella di un grande dormitorio.
Insomma, tipo questo.
Devo invece ricredermi sulla comodita’ della poltrona. Ci dormo splendidamente per 4 ore filate senza percepire alcuna sensazione di claustrofobia. Anzi, la poltrona in posizione letto mi sembra nettamente piu’ lunga di tutte le altre (ad eccezione, ma non ne sono sicuro, della Zodiac Cirrus).
Sono in piedi quando siamo gia’ sull’Iran, a circa 2 ore da DXB.
G-VGAS e’ in uno stato un po’ pietoso.
Intanto mi viene servita la colazione cosi’ come ordinata. Non ricordo bene ma c’erano diverse cose da scegliere, ovviamente senza prodotti di maiale.
Comunque e’ tutto buono assai, le uova sono cucinate e scaldate alla perfezione.
Mentre il resto della cabina si sveglia e fa colazione faccio un giretto al bar. Virgin e’ l’unica europea ad averlo, mi sembra.
L’ultima ora di volo e’ trascorsa ascoltando alcuni remix niente male dei Fathless.
E come niente siamo gia’ a Dubai.
DXB dall’alto.
Downtown.
Arriviamo in anticipo con un taxi cortissimo. Una volta raggiunto il Gate il comandante annuncia di rimanere seduti perche’ sono trascorsi appena 3 minuti dall’atterraggio e con i motori ancora caldi non e’ possibile attaccare i finger.
Attracchiamo al nuovo Terminal D. Faro’ alcune foto al ritorno, comunque anticipo che non e’ niente di che.
Il fast track anche all’arrivo e’ provvidenziale: poco prima di noi sono arrivati diversi voli e la fila e’ gia’ molto lunga.
Senza bagaglio sono fuori in un niente. Alle 9 di mattina ci sono gia’ 35 gradi.
Intanto beccatevi un po’ di OT Dubai. Questa e’ Marina.
Ho scoperto che il mio (ex) fornaio/coffee shop di Londra ha una succursale a Dubai. Il passaggio e’ obbligatorio.
Uno dei motivi che mi porta a Dubai stavolta e’ il set dei Disclosure, inseirito nella line-up della produzione internazionale Love Music Your Way. I locali mi dicono che e’ una delle prime volte in assoluto ove consentono la vendita di alcol ad un evento all’aperto.
Oltre ai Disclosure, anche Rudimental.
Mai stato prima sulla Palma. L’hotel e’ il Fairmont.
A parte una attesa di 3 ore all’arrivo per avere la stanza (arrivato alle 9, stanza pronta dietro non poca insistenza alle 12), l’hotel si rivelera’ una ottima scelta.
La lobby e’ in stile mediorientale ma senza kitsch.
Interessante arte calligrafica.
La stanza e’ molto spaziosa e allelujah non c’e’ la moquette, ad eccezione di un tappeto direttamente sotto al letto. +1000 punti solo per quello.
Il balconcino non so quanto e’ fruibile viste le temperature di Dubai.
In ogni caso la vista e’ panoramica.
Ovviamente ovunque ti giri si costruisce.
Esterni.
La spiaggia sarebbe pure ok se non fosse che passeggiare su questa simil-sabbia equivale a camminare sul cemento.
Ville private.
Gioco d’acqua sotto il Bourj Khalifa.
La torre in diverse colorazioni.
Finto souk.
Karma Café.
Fanno un ottimo tataki di salmone.
Dubai Mall.
Flight: VS401
Route: DXB-LHR
A/C: A340-641
Reg: G-VGAS
ETD: 11.10 (ATD 11.02)
ETA: 15.55 (ATA 15.50)
In the air: 11.25-15.46 (7h21)
48 ore dopo si riparte.
La facciata del buon vecchio T1 mostra tutti i suoi anni, soprattutto in raffronto al futuristico T3.
Anche in questo caso il check-in e’ rapido. L’agente Dnata stranamente parla un ottimo italiano.
Dicevamo del nuovo molo D. Si raggiunge con un trenino sopraelevato.
I moli C-A-B, qui di profilo, sono interamente occupati da EK.
FIDS.
Per essere un Terminal nuovo di zecca, non e’ niente di che.
Virgin ha contrattato la Lounge Marhaba. All’ingresso trovo l’addetta vestita di rosso che mi guida attraverso la lounge principale.
E mi accompagna in uno spazio riservato a Virgin all’estremita’ della lounge piu’ tranquilla e gradevole. Ovviamente nulla di paragonabile alla Clubhouse, ma ok per trascorrervi un’oretta.
Mi piazzo in un piccolo salottino privato molto comodo.
Un cameriere mi porta un espresso.
C’e’ un buffet di tutto rispetto per la colazione con piatti caldi e freddi, e dolci di ogni tipo.
Il rancio.
Lascio la lounge un po’ in anticipo per andare a fare qualche compera. L’addetta Virgin alla porta mi invita a rimanere ancora un po’ visto che l’imbarco ancora non e’ iniziato.
Il volo e’ in codeshare con Singapore Airlines. Ma SQ si era liberata della sua quota vendendola a DL?
Purtroppo non si possono fare grandi foto dal gate. L’aereo e’ sempre lo stesso, G-VGAS, che dopo essere rientrato a LHR ha effettuato una rotazione su JFK prima di tornare nuovamente a DXB.
L’imbarco e’ ordinato e salgo a bordo per primo per la foto di rito alla cabina vuota.
Stavolta sono al 3K, una fila avanti rispetto a due giorni prima.
L’amenity kit e’ diverso rispetto all’andata anche se il contenuto e’ identico.
Il poggiapiedi/buddy seat con neon rosso fuoco.
Il 3K e’ nelle stesse condizioni pietose del 4K.
La poltrona e’ eccellente per dormire ma il giudizio e’ un po’ contrastato su questo volo diurno. Lo spazio, in posizione verticale, e’ molto confinato, e soprattutto reclina pochissimo.
Lo spazio per le braccia e’ calcolato al millimetro: subito sopra c’e’ il tavolinetto e all’estremita’ il cofanetto con il telecomando.
La cabina frattanto si popola di personaggi che paiono usciti da Little Britain.
Welcome drinks. Il Capo Cabina passera’ una seconda volta a riempire i bicchieri durante il taxi.
Le hostess sono Virgin al 101%. Tra di loro e’ tutto un chiamarsi darling, love, sweetie.
Stacchiamo in anticipo. Un annuncio dice che a bordo ci sono 288 pax, quindi un LF del 90%. In Upper Class tutti i posti sono occupati.
Non deve essere facile per il volo giornaliero di Virgin competere volo i 6 voli EK, 2 BA e 2 QF, ma almeno sulla base di questo viaggio, non sembra cavarsela troppo male.
Mai visto prima un aereo Ural Airlines.
Il taxi e’ lungo e l’attesa per il decollo pure. Lui se ne va a Pechino.
DXB-LHR.
In the air.
Le AV prima passano con le salviette calde e profumate.
Poi viene servito l’aperitivo. Frattanto inizio a guardare 13 hours: the secret soldiers of Benghazi. Il mio IFE ogni tanto ha fa qualche bizza ma tutto sommato regge: non sara’ cosi’ per altri pax, cui ad un certo punto le AV consegnano degli iPads.
Il menu di oggi prevede l’opzione del pranzo dopo il decollo e l’afternoon tea o snacks caldi a scelta prima dell’arrivo. La carta dei vini e’ identica a quella dell’andata ma non li ho provati quindi non posso esprimermi.
Tavolo apparecchiato… ehm, come si dice?
Simpatici.
Antipasto di salmone affumicato. Buono ma non particolarmente fantasioso.
Filetto con salsa al pepe, patate e peperoni arrosto.
Come rovinare un altrimenti eccellente filetto, lezione 1.
Custard pudding, il dolce piu’ inglese che esiste. Era pure buono!
I formaggi vengono serviti dal carrello.
Secondo loro sta brodaglia e’ un espresso!
Frattanto siamo arrivati qui, il servizio e’ finito come pure il film. Inizio a vedere The Big Short. Un film molto divertente e molto ben realizzato.
Non riesco a stare comodo quindi metto la poltrona in posizione letto per vedere il secondo film. Altro difetto e’ di non poter reclinare a piacere quindi la scelta e’ tra posizione sostanzialmente dritta oppure orizzontale, senza molte vie di mezzo. Per andare in posizione letto lo schienale si ribalta e il bracciolo destro si abbassa completamente.
Quando siamo qui gli AV passano per la cabina per chiedere cosa si gradisce per il secondo servizio.
Scelgo il classico afternoon tea.
I tramezzini sono un po’ secchi.
Gli scones, clotted cream e marmellata mi mancavano da un po’.
Per completare lo shock diabetico, dolcetti vari (mini pecan pie, velvet cake e bigne’ alla nocciola).
Finito il film nell’ultima ora di volo ascolto questo CD che non avevo mai sentito ptima. Il mix di stili mi piace subito.
In generale su Virgin si trova un’ottima selezione musicale, e a ragione, visto che prima di essere una compagnia aerea era una casa discografica (tra le altre cose).
Mentre attraversiamo la Manica iniziamo la discesa su LHR.
L’avvicinamento e’ da nord.
Non sarebbe Heathrow se non ci fosse da girare un po’.
Atterriamo comunque in anticipo. Per andare al T4 stavolta ho la pessima idea di restare in zona sterile e di prendere l’autobus che BAA mette a disposizione per collegare i diversi Terminals.
Il Flight Connections Centre del T3 consiste uno scantinato completamente spoglio senza neppure una sedia dove ci sara’ da aspettare mezz’ora (gli autobus per il T5 sono molto piu’ frequenti). Avrei fatto sicuramente prima a prendere l’Heathrow connect come all’andata.
Arrivo al T4 e mi fanno storie con i liquidi perche’ secondo loro il sacchetto trasparente che ho con me e’ piu’ grande di quello che hanno loro. Mi mordo le labbra ricordandomi che con gli addetti alla sicurezza di BAA e’ inutile avere qualsiasi forma di comunicazione.
Circa 15 minuti dopo sono al banco transiti di Azzurra dove speravo di ottenere la carta di imbarco, che ovviamente VS non mi poteva emettere a DXB. Paradossalmente neppure Azzurra puo’ farlo, nonostante sia l’handler di AZ a FCO: dicono che non hanno accesso al sistema…
Provano a chiamare i numeri di Alitalia ma nessuno risponde. Dopo almeno una ventina di tentativi a numeri diversi finalmente l’addetta trova un’anima pia di AZ che risponde e mi accetta via telefono. Devo andare alla lounge che AZ avrebbe preavvertito del mio arrivo e li’ avrei trovato la carta d’imbarco pronta e stampata.
Vado quindi alla lounge dove… vi lascio indovinare.
La lounge Etihad e’ una versione ridotta di quella ad AUH. Comunque molto elegante e anni luce avanti a quella SkyTeam (che pure non era malvagia).
C’e’ anche qui la spa cui stranamente i pax che viaggiano AZ possono accedere. Dopo 7 ore sulla poltrona VS ne approfitto e prenoto un massaggio di 15 minuti.
Lato ristoro si trovano varie scelte calde e fredde dal buffet, di cucina prevalentemente indiana o mediorientale.
Nonche’ un vero e prioprio menu a’ la carte.
Per la pappa ci si puo’ sedere alla zona ristorante.
Essendo ancora pieno dal volo precedente mi accontento di una coca. A differenza del cibo le bevande sono solo su ordinazione, ma i camerieri sono molto proattivi.
Avere accesso alla lounge EY a LHR e’ un plus non da poco (anche perche’ i voli AZ in genere imbarcano dal Gate 21 praticamente davanti alla lounge) e, almeno in questa direzione, equipara AZ a BA.
La carta di imbarco arrivera’ pochi minuti prima dell’imbarco, che inizia in lieve anticipo.
Il volo e’ pieno a tappo ma in J saremo in due su sei posti totali.
Flight: AZ209
Route: LHR-FCO
A/C: A320-216
Reg: EI-DTF
ETD: 18.50 (ATD 18.47)
ATA: 22.20 (ATA 22.06)
In the air: 19.04-21.59
I sedili hanno i nuovi rivestimenti.
Il welcome drink stavolta viene servito in bicchieri di vetro.
Tutto sommato non sono male i nuovi allestimenti.
Per fortuna sono ancora sazio dai pasti precedenti perche’ questa pasta riesce ad essere secca, scotta e totalmente insipida allo stesso tempo.
Prima dell’atterraggio c’e’ un nuovo passaggio di bevande. Null’altro da segnalare se non che arriviamo con 20 minuti di anticipo.
Sulla puntualita’ AZ ha fatto passi da gigante, questo almeno gli va riconosciuto.
E anche questo viaggio e’ andato.
Alla prossima puntata.
Faccio pero’ una cosa mai fatta prima e cioe’ compro volo+hotel su Expedia. Cosi’ facendo, mi cade l’occhio una combinazione insolita per il volo: Alitalia fino a LHR e poi Virgin fino a DXB, ad una tariffa appena poco superiore al volo diretto con EK.
Certo e’ il cosiddetto giro di peppe, e i transiti a LHR sono sempre una iattura, ma l’occasione di viaggiare con VS non me la lascio scappare.
Flight: AZ208
Route: FCO-LHR
A/C: A320-216
Reg: EI-EIA
ETD: 17.20 (ATD 17.25)
ETA: 19.10 (ATA 19.00)
In the air: 17.42-18.53 (2h09)
Del volo di andata non ho moltissime foto. Della tratta FCO-LHR nessuna, tranne questa, di The Boss (riferito ad AZ) seduto all’1C.

L’equipaggio e’ molto professionale: si comporta come se niente fosse, senza cercare di strafare. Anzi, serve le bevande nei bicchieri di plastica, non so se per dimenticanza o perche’ non avevano sufficienti bicchieri di vetro.
Lui sembra strafregarsene del servizio e si fa i fatti suoi. Per cena mi sembra ci fossero dei ravioli.
Partiti con un lieve ritardo, arriveremo a LHR in anticipo.
Ho 3 ore per il transito. Scelgo di fare i controlli e uscire dalla zona sterile per prendere l’Heathrow Connect fino al T3. Tutto sara’ risolto in appena una ventina di minuti.
L’ala del T3 dedicata a Virgin e’ ora condivisa anche con Delta.

Hanno fatto una cosa simile a quanto realizzato al T4, cioe’ “incassare” il vecchio terminal in una struttura di acciaio e vetro, ottenendo un risultato molto gradevole.

Il check-in e’ veloce.

Da una porta laterale si raggiunge la Upper Class wing studiata per coloro che usano il servizio limousine che li lascia in un piazzale dedicato.

Ha il suo canale di sicurezza dedicato. I Fast-track di LHR sono sempre un terno al lotto, ma questo dedicato ai soli pax VS e’ vuoto.

Sono airside in un tempo da record: 49 minuti dall’arrivo del volo precedente. Andra’ molto peggio al ritorno.
Da quando ha aperto il T2, il T3 si e’ svuotato un bel po’: Thai, Singapore, Air Canada, United e altri si sono tutti trasferiti da tempo.

La Clubhouse si conferma la migliore lounge di business (alla faccia delle varie EK, QR o CX). Che spettacolo. E’ sempre un piacere trascorrervi un paio d’ore.

Oltre al ristorante c’e’ una sorta di salumiere per gli snacks veloci.

Il gate e’ il piu’ lontano che esiste.
Una volta raggiunto e’ tutto estremamente civilizzato: nessuna calca, tutti seduti ad attendere l’annuncio, e quando inizia l’imbarco si mettono tutti in fila in maniera ordinata. Quanto mi manca l’Inghilterra…
Flight: VS400
Route: LHR-DXB
A/C: A340-642
Reg: G-VGAS
ETD: 22.30 (ATD 22.30)
ETA: 08.35 (ATA 08.20)
In the air 22.55-08.17 (6h22)
Questo volo e’ pieno al 100%.
Sull’A340-600 c’e’ un simpatico gioco di luci e specchi sul bulkhead.

L’amenity kit e’ abbastanza ben fornito.

VS distribuisce pigiami in J sui voli notturni, con anche uno spray rilassante da vaporizzare sul cuscino per aiutarti a dormire in volo.

Salto in toto la cena optando per un paio d’ore (4 per l’esattezza) di sonno. L’offerta consiste in una cena completa e una prima colazione a’ la carte da richiedere compilando un cartoncino.


Le bevande oltre ai vini e analcolici propongono alcuni cocktails.


L’equipaggio su questo volo e’ abbastabza disorganizzato, fa del suo meglio per prendere gli ordinativi di chi vuole mangiare, servire bevande e hot towels, e fare il letto per chi vuole dormire ma il risultato e’ piuttosto caotico.
Faccio da me e mi preparo il letto.
Due cose non mi piacciono di questa specifica configurazione: primo, anche se sei seduto al finestrino e’ impossibile guardare fuori; in secondo luogo l’atmosfera e’ quella di un grande dormitorio.
Insomma, tipo questo.

Devo invece ricredermi sulla comodita’ della poltrona. Ci dormo splendidamente per 4 ore filate senza percepire alcuna sensazione di claustrofobia. Anzi, la poltrona in posizione letto mi sembra nettamente piu’ lunga di tutte le altre (ad eccezione, ma non ne sono sicuro, della Zodiac Cirrus).

Sono in piedi quando siamo gia’ sull’Iran, a circa 2 ore da DXB.


G-VGAS e’ in uno stato un po’ pietoso.


Intanto mi viene servita la colazione cosi’ come ordinata. Non ricordo bene ma c’erano diverse cose da scegliere, ovviamente senza prodotti di maiale.
Comunque e’ tutto buono assai, le uova sono cucinate e scaldate alla perfezione.

Mentre il resto della cabina si sveglia e fa colazione faccio un giretto al bar. Virgin e’ l’unica europea ad averlo, mi sembra.


L’ultima ora di volo e’ trascorsa ascoltando alcuni remix niente male dei Fathless.


E come niente siamo gia’ a Dubai.


DXB dall’alto.

Downtown.

Arriviamo in anticipo con un taxi cortissimo. Una volta raggiunto il Gate il comandante annuncia di rimanere seduti perche’ sono trascorsi appena 3 minuti dall’atterraggio e con i motori ancora caldi non e’ possibile attaccare i finger.
Attracchiamo al nuovo Terminal D. Faro’ alcune foto al ritorno, comunque anticipo che non e’ niente di che.
Il fast track anche all’arrivo e’ provvidenziale: poco prima di noi sono arrivati diversi voli e la fila e’ gia’ molto lunga.
Senza bagaglio sono fuori in un niente. Alle 9 di mattina ci sono gia’ 35 gradi.
Intanto beccatevi un po’ di OT Dubai. Questa e’ Marina.



Ho scoperto che il mio (ex) fornaio/coffee shop di Londra ha una succursale a Dubai. Il passaggio e’ obbligatorio.

Uno dei motivi che mi porta a Dubai stavolta e’ il set dei Disclosure, inseirito nella line-up della produzione internazionale Love Music Your Way. I locali mi dicono che e’ una delle prime volte in assoluto ove consentono la vendita di alcol ad un evento all’aperto.





Oltre ai Disclosure, anche Rudimental.

Mai stato prima sulla Palma. L’hotel e’ il Fairmont.
A parte una attesa di 3 ore all’arrivo per avere la stanza (arrivato alle 9, stanza pronta dietro non poca insistenza alle 12), l’hotel si rivelera’ una ottima scelta.

La lobby e’ in stile mediorientale ma senza kitsch.



Interessante arte calligrafica.

La stanza e’ molto spaziosa e allelujah non c’e’ la moquette, ad eccezione di un tappeto direttamente sotto al letto. +1000 punti solo per quello.


Il balconcino non so quanto e’ fruibile viste le temperature di Dubai.

In ogni caso la vista e’ panoramica.

Ovviamente ovunque ti giri si costruisce.

Esterni.


La spiaggia sarebbe pure ok se non fosse che passeggiare su questa simil-sabbia equivale a camminare sul cemento.

Ville private.

Gioco d’acqua sotto il Bourj Khalifa.

La torre in diverse colorazioni.



Finto souk.

Karma Café.



Fanno un ottimo tataki di salmone.

Dubai Mall.


Flight: VS401
Route: DXB-LHR
A/C: A340-641
Reg: G-VGAS
ETD: 11.10 (ATD 11.02)
ETA: 15.55 (ATA 15.50)
In the air: 11.25-15.46 (7h21)
48 ore dopo si riparte.
La facciata del buon vecchio T1 mostra tutti i suoi anni, soprattutto in raffronto al futuristico T3.

Anche in questo caso il check-in e’ rapido. L’agente Dnata stranamente parla un ottimo italiano.

Dicevamo del nuovo molo D. Si raggiunge con un trenino sopraelevato.

I moli C-A-B, qui di profilo, sono interamente occupati da EK.


FIDS.

Per essere un Terminal nuovo di zecca, non e’ niente di che.

Virgin ha contrattato la Lounge Marhaba. All’ingresso trovo l’addetta vestita di rosso che mi guida attraverso la lounge principale.


E mi accompagna in uno spazio riservato a Virgin all’estremita’ della lounge piu’ tranquilla e gradevole. Ovviamente nulla di paragonabile alla Clubhouse, ma ok per trascorrervi un’oretta.

Mi piazzo in un piccolo salottino privato molto comodo.

Un cameriere mi porta un espresso.

C’e’ un buffet di tutto rispetto per la colazione con piatti caldi e freddi, e dolci di ogni tipo.



Il rancio.

Lascio la lounge un po’ in anticipo per andare a fare qualche compera. L’addetta Virgin alla porta mi invita a rimanere ancora un po’ visto che l’imbarco ancora non e’ iniziato.
Il volo e’ in codeshare con Singapore Airlines. Ma SQ si era liberata della sua quota vendendola a DL?

Purtroppo non si possono fare grandi foto dal gate. L’aereo e’ sempre lo stesso, G-VGAS, che dopo essere rientrato a LHR ha effettuato una rotazione su JFK prima di tornare nuovamente a DXB.

L’imbarco e’ ordinato e salgo a bordo per primo per la foto di rito alla cabina vuota.

Stavolta sono al 3K, una fila avanti rispetto a due giorni prima.


L’amenity kit e’ diverso rispetto all’andata anche se il contenuto e’ identico.

Il poggiapiedi/buddy seat con neon rosso fuoco.

Il 3K e’ nelle stesse condizioni pietose del 4K.


La poltrona e’ eccellente per dormire ma il giudizio e’ un po’ contrastato su questo volo diurno. Lo spazio, in posizione verticale, e’ molto confinato, e soprattutto reclina pochissimo.
Lo spazio per le braccia e’ calcolato al millimetro: subito sopra c’e’ il tavolinetto e all’estremita’ il cofanetto con il telecomando.

La cabina frattanto si popola di personaggi che paiono usciti da Little Britain.


Welcome drinks. Il Capo Cabina passera’ una seconda volta a riempire i bicchieri durante il taxi.

Le hostess sono Virgin al 101%. Tra di loro e’ tutto un chiamarsi darling, love, sweetie.


Stacchiamo in anticipo. Un annuncio dice che a bordo ci sono 288 pax, quindi un LF del 90%. In Upper Class tutti i posti sono occupati.
Non deve essere facile per il volo giornaliero di Virgin competere volo i 6 voli EK, 2 BA e 2 QF, ma almeno sulla base di questo viaggio, non sembra cavarsela troppo male.
Mai visto prima un aereo Ural Airlines.

Il taxi e’ lungo e l’attesa per il decollo pure. Lui se ne va a Pechino.

DXB-LHR.

In the air.


Le AV prima passano con le salviette calde e profumate.

Poi viene servito l’aperitivo. Frattanto inizio a guardare 13 hours: the secret soldiers of Benghazi. Il mio IFE ogni tanto ha fa qualche bizza ma tutto sommato regge: non sara’ cosi’ per altri pax, cui ad un certo punto le AV consegnano degli iPads.

Il menu di oggi prevede l’opzione del pranzo dopo il decollo e l’afternoon tea o snacks caldi a scelta prima dell’arrivo. La carta dei vini e’ identica a quella dell’andata ma non li ho provati quindi non posso esprimermi.


Tavolo apparecchiato… ehm, come si dice?

Simpatici.

Antipasto di salmone affumicato. Buono ma non particolarmente fantasioso.

Filetto con salsa al pepe, patate e peperoni arrosto.

Come rovinare un altrimenti eccellente filetto, lezione 1.

Custard pudding, il dolce piu’ inglese che esiste. Era pure buono!

I formaggi vengono serviti dal carrello.


Secondo loro sta brodaglia e’ un espresso!

Frattanto siamo arrivati qui, il servizio e’ finito come pure il film. Inizio a vedere The Big Short. Un film molto divertente e molto ben realizzato.



Non riesco a stare comodo quindi metto la poltrona in posizione letto per vedere il secondo film. Altro difetto e’ di non poter reclinare a piacere quindi la scelta e’ tra posizione sostanzialmente dritta oppure orizzontale, senza molte vie di mezzo. Per andare in posizione letto lo schienale si ribalta e il bracciolo destro si abbassa completamente.

Quando siamo qui gli AV passano per la cabina per chiedere cosa si gradisce per il secondo servizio.


Scelgo il classico afternoon tea.

I tramezzini sono un po’ secchi.

Gli scones, clotted cream e marmellata mi mancavano da un po’.

Per completare lo shock diabetico, dolcetti vari (mini pecan pie, velvet cake e bigne’ alla nocciola).

Finito il film nell’ultima ora di volo ascolto questo CD che non avevo mai sentito ptima. Il mix di stili mi piace subito.
In generale su Virgin si trova un’ottima selezione musicale, e a ragione, visto che prima di essere una compagnia aerea era una casa discografica (tra le altre cose).

Mentre attraversiamo la Manica iniziamo la discesa su LHR.

L’avvicinamento e’ da nord.

Non sarebbe Heathrow se non ci fosse da girare un po’.

Atterriamo comunque in anticipo. Per andare al T4 stavolta ho la pessima idea di restare in zona sterile e di prendere l’autobus che BAA mette a disposizione per collegare i diversi Terminals.
Il Flight Connections Centre del T3 consiste uno scantinato completamente spoglio senza neppure una sedia dove ci sara’ da aspettare mezz’ora (gli autobus per il T5 sono molto piu’ frequenti). Avrei fatto sicuramente prima a prendere l’Heathrow connect come all’andata.


Arrivo al T4 e mi fanno storie con i liquidi perche’ secondo loro il sacchetto trasparente che ho con me e’ piu’ grande di quello che hanno loro. Mi mordo le labbra ricordandomi che con gli addetti alla sicurezza di BAA e’ inutile avere qualsiasi forma di comunicazione.
Circa 15 minuti dopo sono al banco transiti di Azzurra dove speravo di ottenere la carta di imbarco, che ovviamente VS non mi poteva emettere a DXB. Paradossalmente neppure Azzurra puo’ farlo, nonostante sia l’handler di AZ a FCO: dicono che non hanno accesso al sistema…
Provano a chiamare i numeri di Alitalia ma nessuno risponde. Dopo almeno una ventina di tentativi a numeri diversi finalmente l’addetta trova un’anima pia di AZ che risponde e mi accetta via telefono. Devo andare alla lounge che AZ avrebbe preavvertito del mio arrivo e li’ avrei trovato la carta d’imbarco pronta e stampata.
Vado quindi alla lounge dove… vi lascio indovinare.
La lounge Etihad e’ una versione ridotta di quella ad AUH. Comunque molto elegante e anni luce avanti a quella SkyTeam (che pure non era malvagia).




C’e’ anche qui la spa cui stranamente i pax che viaggiano AZ possono accedere. Dopo 7 ore sulla poltrona VS ne approfitto e prenoto un massaggio di 15 minuti.

Lato ristoro si trovano varie scelte calde e fredde dal buffet, di cucina prevalentemente indiana o mediorientale.


Nonche’ un vero e prioprio menu a’ la carte.

Per la pappa ci si puo’ sedere alla zona ristorante.

Essendo ancora pieno dal volo precedente mi accontento di una coca. A differenza del cibo le bevande sono solo su ordinazione, ma i camerieri sono molto proattivi.

Avere accesso alla lounge EY a LHR e’ un plus non da poco (anche perche’ i voli AZ in genere imbarcano dal Gate 21 praticamente davanti alla lounge) e, almeno in questa direzione, equipara AZ a BA.
La carta di imbarco arrivera’ pochi minuti prima dell’imbarco, che inizia in lieve anticipo.
Il volo e’ pieno a tappo ma in J saremo in due su sei posti totali.
Flight: AZ209
Route: LHR-FCO
A/C: A320-216
Reg: EI-DTF
ETD: 18.50 (ATD 18.47)
ATA: 22.20 (ATA 22.06)
In the air: 19.04-21.59
I sedili hanno i nuovi rivestimenti.

Il welcome drink stavolta viene servito in bicchieri di vetro.

Tutto sommato non sono male i nuovi allestimenti.

Per fortuna sono ancora sazio dai pasti precedenti perche’ questa pasta riesce ad essere secca, scotta e totalmente insipida allo stesso tempo.

Prima dell’atterraggio c’e’ un nuovo passaggio di bevande. Null’altro da segnalare se non che arriviamo con 20 minuti di anticipo.
Sulla puntualita’ AZ ha fatto passi da gigante, questo almeno gli va riconosciuto.
E anche questo viaggio e’ andato.
Alla prossima puntata.