[TR] DL & KL, NYC e WAS - Squadra vincente non si cambia

  • Autore Discussione Autore Discussione Cekky
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Cekky

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18 Luglio 2014
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Ho scritto l'introduzione di questo TR.
Poi l'ho cancellata.
E ne ho scritto un'altra versione.

Dopodiché ho cancellato pure quella.
E ne ho scritta un'altra.



Febbraio è bassa stagione.
I prezzi per volare sono sempre stati parecchio bassi per andare negli USA. Se poi aggiungiamo anche il fatto che a una festa di compleanno a New York non si dice mai di no, ecco che in meno di cinque minuti mi ritrovo su matrix a cercare i voli.


Però:
- Devo essere a New York in serata. O meglio, potrei anche arrivare in giornata come faccio di solito, ma non avrebbe senso perché non saprei dove andare e soprattutto, non ho assolutamente voglia di alzarmi presto.
- I 744 stanno sparendo. Air France ne ha dato l'addio, Delta ne ha seccati un altro paio sui voli dagli USA all'Europa, con BA e LH ho un buon rapporto ma non mi fanno guadagnare le miglia che mi servono. Quindi KLM.
- Ovviamente, AZ ha i codeshare solo via CDG. E altrettanto ovviamente, facciamo fare un po' di revenue a DL.
- Il volo per JFK operato col 744 si sposa perfettamente con quello che voglio fare: forse sarà la volta buona che non morirò di fuso orario.
- Il ritorno non conta, in qualche modo dopo aver preso un treno da New York a Washington, in Italia ci si torna.



Ho in mano le ricevute dei biglietti quando il mio capo mi guarda storto. Ha già capito che sto per chiedergli una settimana di congedo.
Che gentilmente («Potresti portarmi qualcosa ogni tanto però!») mi ha concesso.

Ogni tanto i miei colleghi con cui viaggio quel giorno mi chiedono come io faccia ad andare negli USA così spesso, dove trovi i giorni di ferie (Ogni tanto me lo chiedo anche io), come faccio con la lingua (Stendiamo un velo pietoso), come faccia a non annoiarmi sull'aereo (Vero, mi stupisco di me stesso) e soprattutto, come faccio a spendere così poco (I prezzi non li decido io, è il mercato bellezza).


Insomma, mi sveglio una mattina, la valigia è già pronta, e salgo in macchina.
Il mio autista privato (mia sorella) mi aspetta.


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Ho sempre avuto un ottimo rapporto con mia sorella.
Non ci siamo parlati per vent'anni nonostante vivessimo a una parete di distanza, fino a quando interrompendo il silenzio mi ha chiesto se potessi farle da testimone al suo matrimonio.
Le dissi di no.
E intanto già avevo tirato fuori giaccia, camicia e cravatta.

Il succo del discorso qual è? Che la macchina è la mia, ma sta guidando lei. Io voglio fare la circonvalla, e lei la tangenziale.

Non so come abbiamo fatto, ho chiuso gli occhi per un po' (Donna al volante, carrozziere esultante?) e in qualche modo mi ritrovo a Linate.
Agli arrivi.

«Ti sembro una persona che sta partendo o una persona che sta arrivando?» le chiedo.
«A me basta che te ne vai e mi porti quello che ti ho chiesto» mi disse.


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Linate fa schifo.
Innanzitutto non vedi gli aerei, e già questo in un aeroporto non ha senso.

Poi vedi questo mix di businessman che corrono a destra e sinistra come se fossero sempre di fretta (e se lo fossero veramente?) e viaggiatori vacanzieri che approfittando di U2 riescono ad andare a farsi un giro in Europa (ma chi cazz ci va in ferie a Febbraio? Ah già, io sono in ferie adesso).

Vado a mollare il bagaglio.
Arrivo davanti a una gentile signorina (lo era davvero gentile, non è una battuta) quando mi rendo conto che un cinese in coda al banco accanto al mio mi sta guardando con uno sguardo assassino.
Ne ignoro tutt'oggi il motivo, ma penso avesse a che fare con lo SkyPriority. Nel dubbio, constato che la mia valigia se ne è andata (12kg di roba per una settimana, ed è inverno, probabilmente in estate scenderò sotto i 7kg) e che ho due carte di imbarco in mano.

Finalmente posso partire.

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Sono quasi le 12 e sto morendo di fame.
Le due brioches della sera prima sono solo un ricordo, e la colazione è un'eterea visione mistica.
Decido di andare in Lounge, ho bisogno di un caffè italiano prima di realizzare che per una settimana non potrò averne diritto.

Voi americani avrete molti pregi, ma sul cibo non ci siamo proprio.


Ah si, la lounge.

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Il buffet è desolatamente deserto. Di cibo più complesso neanche a parlarne, mi nutro di pizzette e tartine (Forse dovrei fare bella figura) alla 'If there was no tomorrow' e disquisisco con la gentile signora (anche questa gentile per davvero) al bancone sul fatto se sia più opportuno, all'alba delle 12:30 dire 'Buongiorno' o 'Buonasera'.

Io nel dubbio dico sempre buongiorno, se poi dal lavoro mi chiamano alle 23 chiedendomi dove diavolo sia perché «C'è da fare un treno, dove *** sei?» io rispondo sempre con buongiorno.



Ah, l'aereo.


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Ho provato a imbarcarmi tra i primi, e ovviamente sono arrivato tra gli ultimi.
Il problema è che ho il posto finestrino, e la signora al posto corridoio sta russando.

Una ragazzina, minuta, bionda, con due occhi azzurri KLM (questo l'avrei scoperto successivamente, ma vabbè) sta russando.
Come fa una corpo così piccolo a emettere tutto quel rumore? («chiediti come fa il tuo gatto a fare così tanta cacca, e avrai la risposta» disse la mia coscienza).


Insomma, in qualche modo scavalco la malcapitata, riesco a contorcermi e a sedermi, e a realizzare che il libro che volevo leggere è nello zaino.
Lo zaino è nella cappelliera.

Porc...



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Ci pushano in netto anticipo, e pascoliamo.
Linate fa sempre più schifo, però guardare i bambini accompagnati dai nonni che ti salutano dalla rete (no, in realtà non stanno salutando me, però mi piace pensarlo) hanno sempre il loro fascino.
Guardo il cimitero di Canzo e mi chiedo se ai morti venga voglia di farsi un viaggio ogni tanto, o se siano semplicemente infastiditi dal rumore degli aerei che passano.


Ci allineiamo sulla solita 36, e mi rendo conto che sto cercando inconsciamente delle monetine in tasca.

Stacchiamo e guardo Milano.
Guardo in basso, e vedo passare un treno che pigramente affronta le turbodeviate di Bivio Lambro. Controllo l'ora.
Era il mio treno.

Guardo Milano Centrale, e dietro i grattacieli di Garibaldi.
Mi chiedo ogni tanto quale sia l'identità di Milano, il problema è che probabilmente è coperta da una cappa di smog e non riesco a vederla. Sia la città che l'identità, naturalmente.


Passiamo sopra Expo, e puntiamo alle Alpi.

Finalmente (Ancora?!) cibo.


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Dopo le Alpi passiamo su quello che penso sia un pezzo di Francia.
Non è che i francesi mi stiano antipatici, ma è una sorta di odio viscerale come tra Milan e Inter, come i newyorkesi vedono chi abita nel New Jersey, e cose del genere insomma.

Dalla fila dietro sento provenire lodi sperticate sulla Francia e sui suoi fantastici paesaggi.
Penso che oltre a un vino con le bolle e quattro formaggi, ora potranno anche ritrovarsi un viaggiatore del cielo spantegato su uno di quei paesaggi dopo aver rievocato in chiave moderna la Defenestrazione di Praga.



Atterriamo in una Amsterdam nebulosa e piovosa, ovviamente a casa di Dio.

Nel buon quarto d'ora di taxi, si nota che al pseudo 747 per le esercitazioni c'è una bella fiammata. La bionda russante (che non ha smesso di russare se non quando abbiamo centrato la pista) si sveglia e lo nota.

Vaglielo a spiegare in olandese che è tutto calcolato.


Ci fermiamo, e le hostess ci ricordano che non è ancora il caso di alzarsi.
Uno si alza e apre una cappelliera. Uno zaino parte in quarta e gli cade in testa.
È il karma ragazzo mio, solo e semplice karma.



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Di Amsterdam mi ricordo che si cammina un sacco.
Non so se più o meno rispetto ad altri aeroporti, ma forse è una sensazione.

La legge dei grandi numeri è dalla mia, e ovviamente ci mollano al gate più lontano possibile.

Cerco di capire dove sia il mio aereo, e mi imbatto nelle macchinette self service.
KLM mi propone un upgrade in business a 700€.

Ci accordiamo e decido di dargliene 80€, però per la Premium Economy.
Il sedile non si piegherà tanto, ma se ciò che dice seatguru è vero, le mie gambe non avranno neanche da toccare.


Ho fame e sete.
Mi serve una birra e qualcosa da mangiare.
E mi serve una lounge.



Ah, la lounge.


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Mi guardo intorno e mi rendo conto di essere il più giovane, al netto di genitori con figli (Sono più giovani, ma non vale)
Un paio di signori anzianotti mi guardano come a cercare di capire chi sia questo personaggio che va a turbare la quiete tranquilla e pacifica di quest'oasi di pace.
Non avete mai visto qualcuno entrare in una lounge?


La morale della favola è che dopo cinque minuti sono comodamente sdraiato a osservare il brulichio di aerei muoversi come delle pedine su una scacchiera.
La differenza è che non cercando di mangiarsi a vicenda, e soprattutto, se c'è un Re al quale dare scacco, ancora non l'ho bene identificato.



Passo un'ora buona a meditare sul nulla, e poi decido di avviarmi al gate.
Non so perché ma mezza sala segue il mio esempio, intasando la scala mobile che ti riporta dall'Olimpo (secondo la definizione della bimba accanto a me) all'Inferno (questa definizione invece è mia).




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Il 747 che mi aspetta oggi è un Combi.
Il posto è il 9B.

Imbarchiamo perfettamente in orario, e ci sdraiamo.

Ho così tanto spazio per le gambe che seriamente - non ci contavo - le mie gambe non toccano il sedile per le hostess che è davanti a me.
Osservo i miei compagni di viaggio: la mia vicina del 9A, profondamente in coma (o vi impasticcate o riuscite a dormire a comando, se è la seconda per favore ditemi come si fa) sembra una contorsionista per via della sporgenza della porta di emergenza perfettamente davanti a noi.
Il mio vicino del 9C sembra che sia appena uscito da un incontro di pugilato, tatuaggi e piercing come se piovesse e quello che sembra un occhio nero. Si guarda intorno finché mi nota e mi chiede se anche stia andando a New York.


Sembriamo quasi pronti, e l'aereo si spegne.
Del tutto.



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A quanto pare c'è un qualquadra che non cosa sulla luci.
«Sorry, we have had a little problem».


Dopo un po' di minuti, dalla 1L entra l'uomo della salvezza.
Tuta blu, si guarda intorno, e si sdraia per terra. Apre una botola e sparisce.

Si riaccendono le luci, e lui riemerge, candido e sorridente (forse è vero che i nordici sono sempre così contenti quando piove?)
«Problem solved» e se ne va.

Al suo posto, il pinguino di Linux sui monitor ci ricorda che Windows non esiste su questo aereo.



Ci allontaniamo, con un po' di ritardo, e ce ne andiamo.
Superiamo le nuvole, e puntiamo l'oceano.

E prima che la mia vicina del 9A, implacabile, faccia scendere la tendina, faccio in tempo a godermi quello che mi han detto si chiami 'il tramonto più lungo del mondo'.
Beh, è vero.


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Riesco a crollare dopo il servizio.
Forse il fatto che per il mio corpo sia quasi ora di andare a letto è sicuramente di aiuto, la posizione da poco-ci-manca-che-cado-per-terra fa la sua parte e Spotify mi aiuta a decedere.
Mi risveglio che siamo sopra il Canada.
Ne approfitto per parlare col mio vicino del 9C: dopo tre anni in un qualche posto in Asia a fare qualcosa che non ho ben capito (di certo so che non mi sembrava troppo legale) torna per la prima volta in America a trovare sua madre rimasta sola.

Non ha ancora capito perché se ne sia andato e perché stia tornando, però secondo lui tanto vale fare quello che ci piace fare, per tutto il resto c'è una soluzione. O c'è MasterCard.

Tocchiamo terra, e Manhattan ci saluta in sottofondo.
La mia vicina del 9A guarda fuori, guarda me, guarda la hostess, e guarda fuori. E scoppia a piangere a dirotto.

(Ma con chi *** ho viaggiato?).



Attracchiamo al T4, e stranamente riposato, arrivo davanti all'ufficiale dell'Immigration.
Sbaglio clamorosamente la prima domanda.
Ne seguono ulteriori 15, serrate.

Mi timbrano e me ne vado.


La mia valigia è sopravvissuta al viaggio.
Vado in bagno e mi guardo allo specchio: ho due occhiaie che fanno paura (Quello è il lavoro, mica il viaggio), una faccia sconvolta e la consapevolezza che dovrò fare le ore piccole.


Muoio di freddo ad aspettare la subway e sbuco a Manhattan.


Mi sei mancata, sai?


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(Giuro, continua..)
 
Hai uno stile narrativo sempre molto bello, ed incaselli le fotografie con arte. Attendo fiducioso il racconto dela festa.
 
Non ho capito la storia dell'upgrade, hai detto che KLM ti ha proposto ad AMS un upgrade al 9B in premium economy per 80 euro ma già a Linate hai in mano la carta d'imbarco 9B.
 
Non ho capito la storia dell'upgrade, hai detto che KLM ti ha proposto ad AMS un upgrade al 9B in premium economy per 80 euro ma già a Linate hai in mano la carta d'imbarco 9B.
Penso di aver fatto confusione, riguardando gli appunti ho realizzato che l'upgrade l'ho fatto a LIN, e ad AMS mi son fermato alla macchinetta.. penso per far niente.
Probabilmente ho associato le due cose inconsciamente senza pensarci.

Grazie per avermelo fatto notare :)
 
Ero curioso di vedere cabina e servizio Y+ KLM, ma il TR è così bello che quasi non se ne sente troppo la mancanza.
 
Grande narrazione e foto molto belle, ne avrei volute di più dell'interno del 747! Mi sono promesso che quando tornerò a NY sarà a bordo della queen, quindi BA o KLM (quanti ne ha ancora in servizio?).
Come funzione questo upgrade in Y+?
 
Atterro a New York e mi risveglio a Washington.
Il tempo è maledettamente tiranno quando ti diverti, e dire che tre giorni siano volati è un'eufemismo. Per me è come se fossero spariti.


Sta di fatto che prima ancora che me ne renda conto, il barattolo di burro d'arachidi che sbuca dalla valigia mi ricorda che devo partire, che il mio volo parte tra sette ore e che forse dovrei anche organizzarmi su come arrivare in aeroporto.
Meno male che il Reagan è vicino.


L'itinerario è un anonimo DCA-JFK-MXP, prima parte operata da Delta, seconda parte da Alitalia.
Appunto, Alitalia.

Non posso fare il check-in dal sito Delta perché non riconosce la seconda tratta operata da Alitalia.
Non posso fare il check-in dal sito Alitalia perché non riconosce la prima parte operata da Delta.
Se chiamo Delta, mi dice che essendo il secondo volo di Alitalia devo sentire Alitalia.
Se chiamo Alitalia, mi dice che essendo il volo bigliettaio Delta devo sentire Delta.


Andate a quel paese, farò il check-in normale come ai vecchi tempi.



Carico di speranze, stanchezza, vestiti, burro d'arachidi e sciroppo d'acero, un autista di Uber mi porta al Reagan.
E il mio volo, manco a dirlo, è in ritardo.


Vado a fare questo benedetto check-in.
La prima carta di imbarco esce senza problemi. La seconda.. già, la seconda?
Riprovo. Ed esce un foglio bianco.


Vado al banco, espongo il problema, e mi dicono di provare alle macchinette (Dai, è un circo, non è vero).
Faccio presente che arrivo dalle macchinette.
E inizia a smanettare col computer.

Alla fine, esce anche la seconda carta d'imbarco. Non so perché, ma non mi convince.


Lascio la valigia, e vado al gate.
Davanti a me una famiglia sta per partire per le vacanze, e realizzo che domani a quest'ora sarò al lavoro.


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Passo i controlli, e visto il ritardo del volo, passo dalla Lounge.
Calma e tranquilla come la ricordavo, osservo gli aerei andare e arrivare, e realizzo che grazie al ritardo la mia connessione è scesa sotto i 60 minuti. E devo anche cambiare terminal.


In qualche modo farò, se perdo l'aereo al lavoro saranno meno contenti, i miei genitori forse dovranno venire a recuperarmi da un'altra parte e per il tutto il resto non c'è MasterCard, ma c'è la birra.
E i biscotti.


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Torno a guardare fuori, piove che è un piacere.
E realizzo di essere in ritardo. L'imbarco è già cominciato, e ovviamente mi sono distratto.
Dovrò prestare più attenzione se no davvero finirò per perdere qualche aereo prima o poi.


Transito da Starbucks, prendo un pessimo Caramel Macchiato e salgo a bordo.
Ormai sono abituato, il mio cognome letto da un americano non sarà mai giusto.

Ringrazio a salgo a bordo, per il disappunto della giornalista accanto a me che sperava di avere il posto accanto vuoto. Karma, anche qui.

Pushamo con un po' di ritardo, e iniziamo lentamente a rullare.
Fuori piove, la coda di aerei per il decollo è lunga, e come un orologio svizzero, a un decollo segue un atterraggio.

Mi piace vedere sbucare gli aerei all'improvviso dalle nuvole, ancora ogni tanto mi chiedo come facciano a stare in piedi («Hai studiato fisica, lo sai benissimo» direbbe il mio cervello)


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Decolliamo.
Osservo di sottecchi la tizia accanto a me, perennemente attaccata al cellulare.
In barba al mantra «Federal law requires bla bla bla..».

Il volo passa tranquillo, passo tutto il tempo a contare le nuvole e a leggere un libro, e dopo mezz'oretta scarsa siamo in coda per atterrare al JFK.
Sotto di noi, una qualche periferia.

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Odio le persone che si sentono al di sopra delle regole, ivi compresa la tizia che durante la discesa, orfana del Wi-Fi Delta, accende candidamente il telefono e inizia a spedire mail come se non ci fosse domani.
Ne approfitto per chiamare la AAVV per chiedergli se saremmo atterrati al T2 o al T4 visto il poco tempo per la connessione, e il suo sguardo, più esperto del mio, cade sul telefono della mia vicina di posto.

AT&T LTE. «Federal law requires bla bla bla..». È il Karma bellezza.


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Arriviamo - inaspettatamente - al T2, ho ancora 75 minuti per la connessione e sono tranquillo.
Ma il finger non vuole sapere di attaccarsi all'aereo.

Con una soluzione che potremmo definire molto italiana, viene stesa una passerella tra l'aereo e il finger, lunga un metro, per far sbarcare i passeggeri.
Esco dal T2, giro a sinistra, e in cinque minuti sono dentro al T1. A New York fa un freddo fotonico, almeno sono più o meno al caldo.

Non posso entrare airside. La mia carta di imbarco griffata Delta non va bene.
Vado a farmela ristampare al desk Alitalia, e finalmente, chiedendo se gentilmente posso usare la fila Business-FirstV-VIP-Salamadonna riesco ad arrivare al gate.
Ho dieci minuti prima che inizi l'imbarco, e ho sete.


Ah si, la birra.


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Il mio 330 è li che mi aspetta. La foto è come al solito improponibile, le luci del terminal sono troppo forti e riflettono tutto il riflettibile.
In tutto ciò, cerco di capire se ci saranno più americani o italiani a bordo.

Vincono gli italiani, il poco invidiabile casino che fanno quando stanno per salire su un aereo in compagnia probabilmente si sarà sentito fino al T8, io nel dubbio nascondo il passaporto e mi mimetizzo.


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Un'anonima fila 27 mi accoglie, gli interni sono quelli nuovi, e il posto accanto a me è vuoto.
Il volo sarà pieno, e come ogni volta mi chiedo dove cavolo vada tutta questa gente al 24 di Febbraio dall'America a Milano.
Andassimo in qualche hub, potrei darmi delle risposte, ma aMilano?


Stacchiamo clamorosamente in anticipo, e rulliamo clamorosamente in ritardo.
Anche a New York piove e tira vento, e siamo più o meno i sedicesimi per il decollo.

Mi metto il cuore in pace, l'importante è arrivare.
Spengo il telefono e andiamo.


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Ho guardato un film, Il figlio più piccolo. Non guardatelo, sarà anche riflessivo ma stavo cercando qualcosa che mi facesse ridere, non ammosciare più della pasta da Economy Class.

Do' un occhio al Wi-Fi, le tariffe sono 9€ per un'ora o 24bMb di traffico, oppure 21€ per tre ore e 60Mb di traffico.
Devolvo 9€ alla causa, un po' per provare il Wi-Fi e un po' per augurare una buonanotte.
Le miglia aumentano sempre di più.


Siamo sopra l'oceano, c'è solo la luna a rischiarare qualcosa.
Faccio un tentativo di foto, non è questo granché, ma ci ho provato.


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Attacco la musica, e sulle note di un lento blues, decedo nuovamente, invadendo senza ritegno il sedile accanto e trovando una sistemazione alla tetris che mi ha lasciato dormiente ma con un gran mal di schiena.

Ho dormito così profondamente che quando mi sono svegliato aspettavo la colazione. E non l'ho vista.

Hanno provato a svegliarmi, ma hanno desistito, fino a quando non era il momento di allacciarsi la cintura e «riportare lo schienale del vostro sedile in posizione diritta».


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La pianura padana è un piattume unico, immersa nella foschia e in qualche nuvola solitaria.
Non ha piovuto mentre sono stato via, e si vede, parecchio.

Continuiamo a scendere, e torno a vedere luoghi più familiari.
Ci allineiamo alla 35R, anche perché «vi ricordiamo che potrete seguire le fasi di decollo, rullaggio e atterraggio sugli schermi di fronte a voi» e siamo di nuovo a terra.


Italia.
Attraversiamo la 35L e andiamo ad appoggiarci al satellite B.

Mi catapulto per quanto possibile fuori dall'aereo, mettendoci non meno di dieci minuti visto che gli italiani descritti al gate stanno sbarcando dalle cappelliere tutte le loro borse.
Avete presente la gag dei clown che escono dalla 500? Ecco, uguale, ma al posto dei clown mettete degli zaini, e la 500 sono le cappelliere.


Passo i controlli alla velocità della luce, prelevo la valigia con altrettanta velocità e sono di nuovo a casa.
Un caffè prima di uscire dall'aeroporto, Dio benedica la caffeina e sono in autostrada.


Un altro giro è andato.


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Ero curioso di vedere cabina e servizio Y+ KLM, ma il TR è così bello che quasi non se ne sente troppo la mancanza.
Reietto ha detto:
Grande narrazione e foto molto belle, ne avrei volute di più dell'interno del 747! Mi sono promesso che quando tornerò a NY sarà a bordo della queen, quindi BA o KLM (quanti ne ha ancora in servizio?).
Come funzione questo upgrade in Y+?

Del 747 di foto ne ho poche, il fatto di essermi imbarcato quasi per ultimo sicuramente non ha aiutato.
Appena ho tempo ne recupero un paio dalla memoria esterna.

Sull'upgrade in Y+, o direttamente dal sito, alle macchinette, o al desk se te lo propongono, paghi e vai in Y+, che non è una Y+ come Alitalia ma più come DL, nel senso che non sono sedili diversi ma sono gli stessi sedili dell'economy un po' più distanziati e con un recline maggiore.

Non avere niente davanti, e non dover disturbare il vicino per andare in bagno comunque merita.


Per tutti gli altri, grazie mille.
Spero di avervi regalato dieci secondi di divertimento :)




Considerazioni finali, a margine, ma non meno importanti.


Sito Delta vs. sito Alitalia: Delta vince a mani basse. Se si vuole prenotare Skyteam, per come ti propone le soluzioni rimane il migliore. AF ti fa passare da CDG, AZ ti fa passare da CDG, KL ovviamente da AMS. Delta se la gioca combinando tutto quello che può e spesso si riescono a fare itinerari complessi senza scomodare le agenzie. Punto in più.
Unita nota: controllare la classe tariffaria perché alcune classi DL non danno miglia su FF AZ. Ma proprio zero.

Alitalia dal punto di vista IT si conferma una ciofeca: con DL posso scegliere il posto su ogni aereo, tranne ovviamente.. quelli operati da Alitalia.
Non puoi fare il check-in sui voli Alitalia perché ovviamente il sistema non lo legge. Carte d'Imbarco neanche a parlarne.

Lounge di Linate: bella è bella, a parte il buffet miseramente vuoto.
Apprezzabile il fatto che ti cercassero per chiederti se avessi caldo, freddo, o se volessi qualcosa da bere. Questa è una bella cosa, quindi un voto positivo.

KLM si conferma un'ottima compagnia: il 747 ha i suoi anni, ma se la cava ancora bene.
Il gelato offerto anche in Economy è quel tocco che ci vuole prima di finire il pranzo (o, a questo punto, la cena).


Un voto più all'equipaggio AZ al ritorno, niente er pomata, niente er pomicione, tanta cortesia e attenzione al viaggiatore. O ospite, che dirsi voglia.



See you! ;)
 
Mi hai fatto cominciare la giornata con un sorriso. Mi piace il tuo modo di scrivere, bravo.
 
Davvero piacevole e divertente, nonostante le poche foto...
Nota di demerito per due luoghi comuni duri a morire...la Francia (paese meraviglioso...che ha ben piu' di due bollicine e quattro formaggi) e gli italiani in vacanza....ed il loro rapporto con le cappelliere...ma hanno comunque "condito" il racconto?

Ah bellissime le foto in bianco e nero


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Mi piace molto il tuo stile narrativo e l'occhio che hai nello scattare le foto... Prossima volta però mettine un po' di più!
 
Questa settimana ci voleva proprio un TR come il tuo. Grazie. :)

Che bel ricordo la Blue Moon. La chiedevo sempre a cena alla steakhouse di West Bloomfield, Detroit di cui sono stato habitué. [Quanto mi mancano la Ashley, la Molly e la Shoshana, ragazze davvero squisite.]

Una serena Pasqua a te e a tutti. Ciao
 
Bel tr, divertente: tra lo stile narrativo e il taglio delle foto mi hai ricordato "Sin City", ma più simpatico.