SEA e SACBO: incarico a università di BG per studiare fusione


Milanello

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10 Novembre 2009
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*MILAN AIRPORT MANAGER SEA, BERGAMO'S SACBO STUDYING MERGER

*MILAN'S SEA, SACBO HIRE BERGAMO UNIV. AS ADVISER FOR MERGER
 
Re: Fusione SEA - SACBO

Aeroporti: Sea e Sacbo studiano integrazione scali Malpensa, Milano e Orio al Serio
Il mandato all'Universita' di Bergamo

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 26 giu - Sea e Sacbo informano di aver dato mandato all'Universita' degli Studi di Bergamo, che contiene al suo interno competenze tecniche e scientifiche che la caratterizzano per la sua unicita', il
compito di valutare la possibilita' della costituzione di un
unico soggetto a cui afferiscano, anche indirettamente, le
gestioni degli aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate e
Bergamo Orio al Serio, attualmente gestiti dalle due
Societa'. Il referente per l'espletamento del mandato, spiega
la nota congiunta di Sea e Sacbo, e' il Rettore
dell'Universita' di Bergamo, Stefano Paleari.
 
Re: Fusione SEA - SACBO

Aeroporti: Sea e Sacbo studiano integrazione scali Malpensa, Milano e Orio al Serio -2-
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Milano, 26 giu - La
valutazione, spiega la nota di Sea e Sacbo, prevede l'analisi
dei seguenti aspetti: scenario di riferimento macro e microeconomico, contesto normativo nazionale e comunitario, condizioni di miglior sviluppo sostenibile, ambientale e territoriale, elementi di autonomia gestionale rispetto
all'attuale configurazione, assetti azionari, pubblici e
privati, elementi di convenienza economico-finanziaria, potenzialita' di posizionamento di mercato e
Piano Industriale. 'Si apre una prospettiva interessante
sulla quale ragionare - ha dichiarato Miro Radici, presidente
di Sacbo - l'incarico al professor Paleari ci mette nelle
condizioni di valutarla col massimo di competenza e di
serenita'.' A sua volta il presidente di Sea ha affermato che
si tratta di "un passo importante, da cui puo' scaturire, e
io me lo auguro, quel processo di integrazione del sistema aeroportuale lombardo che mi pare quanto mai necessario per valorizzare le rispettive infrastrutture nel rispetto dei territori'. Il rettore Paleari ringrazia per la fiducia
accordata da Sea e Sacbo e i rispettivi azionisti: "Studiero'
le possibilita' alla luce della situazione e delle
prospettive del trasporto aereo e delle istanze raccolte
dagli stakeholders. Mi auguro - ha aggiunto - che il lavoro
che verra' svolto, possa essere un elemento di chiarezza e un'opportunita' di crescita nell'interesse di tutte le parti".
 
Orio-Malpensa-Linate, prove tecniche di intesa per il futuro degli aeroporti

SEA e SACBO
hanno dato mandato all’Università degli Studi di Bergamo, che contiene al suo interno competenze tecniche e scientifiche che la caratterizzano per la sua unicità, il compito di valutare la possibilità della costituzione di un unico soggetto a cui afferiscano, anche indirettamente, le gestioni degli aeroporti di Milano Malpensa, Milano Linate e Bergamo Orio al Serio, attualmente gestititi dalle due Società.

La valutazione, si legge nel comunicato inviato da Sacbo, prevede l'analisi dei seguenti aspetti:
1) Analisi dello scenario di riferimento macro e microeconomico
2) Analisi di contesto normativo nazionale e comunitario
3) Analisi delle condizioni di miglior sviluppo sostenibile, ambientale e territoriale 4) Analisi degli elementi di autonomia gestionale rispetto all'attuale configurazione
5) Analisi degli assetti azionari, pubblici e privati
6) Analisi degli elementi di convenienza economico-finanziaria
7) Analisi delle potenzialità di posizionamento di mercato
8) Piano Industriale Il referente per l’espletamento del mandato è il Rettore dell’Università di Bergamo, Stefano Paleari.

Il referente per l’espletamento del mandato è il Rettore dell’Università di Bergamo, Stefano Paleari. “Si apre una prospettiva interessante sulla quale ragionare. - Ha dichiarato Miro Radici, Presidente di SACBO - L’incarico al Professor Paleari ci mette nelle condizioni di valutarla col massimo di competenza e di serenità”.

“E’ un passo importante - ha commentato il presidente di SEA, Pietro Modiano - da cui può scaturire, e io me lo auguro, quel processo di integrazione del sistema aeroportuale lombardo che mi pare quanto mai necessario per valorizzare le rispettive infrastrutture nel rispetto dei territori”.

“Ringrazio SEA e SACBO e i rispettivi azionisti, per la fiducia accordatami. - Ha dichiarato Stefano Paleari, Rettore dell’Università di Bergamo - Studierò le possibilità alla luce della situazione e delle prospettive del trasporto aereo e delle istanze raccolte dagli stakeholders. Mi auguro che il lavoro che verrà svolto, possa essere un elemento di chiarezza e un’opportunità di crescita nell'interesse di tutte le parti”.
bergamonews
 
Da Linate a Orio, l’aeroporto del Nord

Numeri da primato per il polo che sfida Fiumicino. Ma pesa l’incognita della politica La perizia Bergamo chiede un ruolo di primo piano L’importanza della perizia sulle società

di Daniela Polizzi - Rita Querzè

MILANO Il verdetto è atteso la prima settimana di settembre, con qualche giorno di ritardo rispetto all’originaria scadenza del 30 agosto. Ma il lavoro affidato dai Comuni di Milano e Bergamo a Stefano Paleari, rettore dell’Università orobica, è articolato e soprattutto sensibile. Dovrà dimostrare convenienza e svantaggi di una fusione tra Sea, che gestisce gli scali lombardi di Linate e Malpensa, e Sacbo, che ha il suo presidio a Orio al Serio. Lo studio potrebbe dare la benedizione economica al progetto di «grande aeroporto del Nord», in grado di gareggiare con Fiumicino, forte di un flusso complessivo di 36 milioni di passeggeri. Da quanto emerge tra gli addetti ai lavori, numeri e prospettive della nuova realtà sembrano dare ragione a chi da tempo sostiene il progetto. A partire dai soci privati quali il fondo F2i che ha in portafoglio il 44% di Sea che a sua volta possiede il 31% di Orio al Serio. Ma anche da alcune voci della compagine degli enti locali che nei due scali hanno la maggioranza. Palazzo Marino controlla il 55% di Linate e Malpensa, mentre Comune, Provincia, Camera di commercio di Bergamo più, in posizione di minoranza, il gruppo Ubi, Banco Popolare e Italcementi, si dividono il 69% di Orio al Serio. Resta l’incognita politica, quella che già cinque anni fa aveva mandato in fumo il progetto.

Sono sette i criteri di valutazione. Dai prospetti dei flussi di traffico e le possibilità di sviluppo dell’infrastruttura fino alle sinergie e al taglio dei costi di management. Ma tra i capitoli chiave ci sono la governance, la valutazione delle due società finalizzata ai concambi per la fusione. Un riferimento per i valori, quanto meno di Sea, c’è e risale a sei mesi fa quando, nell’ambito di un riassetto delle partecipazioni di F2i e l’ingresso del fondo Ardian e di Credit agricole nella holding F2i aeroporti, la sola Sea è stata valutata 1,4 miliardi. Quanto a Sacbo, in base alle stime del mercato, il valore potrebbe arrivare fino a 500 milioni. Nella nuova combinazione i soci avrebbero quote più piccole ma di una realtà di ben più ampio valore. F2i avrebbe una posizione di pivot a fianco del Comune di Milano. Lo step successivo sarebbe la quotazione e la possibilità per chi vuole di vendere.

Vista da Milano, però, l’operazione manca prima di tutto di tempismo. Le elezioni che devono esprimere il nuovo sindaco si terranno a primavera e già dall’autunno si entrerà in pieno clima da primarie. Morale: difficilmente ci saranno tempi e condizioni perché il consiglio possa esprimersi. Toccherà quindi al nuovo sindaco affrontare il dossier. Certo l’amministrazione Pisapia non disdegna l’operazione. La fusione sarebbe interessante se fosse in grado di liberare risorse per Sea. Secondo il Comune del Duomo la società potrebbe cedere il 31% di Sacbo per trovare fondi da investire su Malpensa. Un ragionamento, però, che lascia intravedere come le due amministrazioni considerino con un occhio di riguardo le infrastrutture del proprio territorio senza avere per ora una visione d’insieme. Un ruolo importante potrebbe avere la Regione Lombardia. Più volte il presidente Roberto Maroni ha manifestato interesse a investire negli aeroporti del territorio. L’ingresso del Pirellone potrebbe consentire di mantenere il controllo pubblico e nello stesso tempo liberare risorse per i Comuni.

La ricerca del punto di equilibrio è innegabilmente complessa. Soprattutto se da un gioco a due - i comuni di Milano e Bergamo - si passerà a un gioco a tre con la Regione. Senza contare che il quinto attore privato - F2i - non starà certo in panchina.


http://www.corriere.it/economia/15_...rd-8750df30-465e-11e5-979c-557f4d93ec30.shtml
 
Ho volato di recente da BGY e ritorno, e ho notato che i parcheggi sono già fatturati da SEA (LIN)...
 
Il grande aeroporto del Nord fa sul serio
La politica c’è. Torneranno anche i conti?


Entro la prima settimana di settembre l’analisi sulla fusione tra i gestori di Malpensa, Linate e Orio. La Regione benedice il progetto. Alfieri (Pd): «Con un solo soggetto, niente concorrenza ma sinergie»

MALPENSA - Fusione tra Sea, gestore degli scali di Malpensa e Linate e Sacbo che si occupa, invece, dell’aeroporto di Bergamo Orio al Serio: se il matrimonio si potrà fare lo dimostrerà, conti e opportunità messe nero su bianco, lo studio affidato dai Comuni di Milano e Bergamo a Stefano Paleari, rettore dell’Università di Bergamo e direttore scientifico dell’Iccsai, centro studi sull’aviazione.
Nessuno vuol fare il gregario
La prima settimana di settembre, e non a fine agosto, è atteso l’esito dello studio che, da un punto di vista economico, dovrà dire se sia conveniente e auspicabile un grande aeroporto del Nord.
Futura governance, valutazione delle due società (Sea è valutata 1,4 miliardi di euro; Sacbo arriverebbe a fatica a 500 milioni), ma anche prospettive future di traffico aereo e sinergie tra le tre infrastrutture sono i vari aspetti su cui Paleari dovrà rendicontare.
Certo Bergamo non intende rivestire un ruolo da gregario. Il timore di essere fagocitata dalla “grande” milanese Sea è tuttora reale, tanto che la futura governance di un’eventuale nuova società dovrebbe risultare un po’ più equilibrata a favore di Sacbo per convincere i bergamaschi. I numeri dei tre scali messi insieme portano sulla vetta di 37 milioni di passeggeri l’anno, raggiungendo quasi i 38 milioni di Fiumicino.
E chissà che non sia la volta buona, quella per cui, anziché farsi concorrenza, gli aeroporti lombardi (Brescia orientata ad est esclusa) comincino a remare nella stessa direzione e a fare squadra.

Quote del Pirellone?
E la politica? Il Comune di Milano sta scaldando i motori per le elezioni di Palazzo Marino, ma la Regione a guida Roberto Maroni si è sempre detta convinta sostenitrice di un progetto di integrazione tra gli scali lombardi.
Così l’interesse del governatore leghista, mai nascosto, di poter acquisire quote Sea, potrebbe diventare un ingresso di regione Lombardia nella futura nuova società.
«L’integrazione tra gli aeroporti lombardi è, a pieno titolo, nell’agenda politica», dichiara Alessandro Alfieri, consigliere regionale Pd e segretario del partito democratico della Lombardia che non ne fa una questione elettorale in capo al Comune di Milano, ma parla, anzi, di «trazione Pd» della faccenda. In altre parole: «Si fa sul serio».
Alfieri sostiene che i passi non debbano essere affrettati e che si debba «eliminare le preoccupazioni delle forze economiche e territoriali». Il quadro che il professor Paleari consegnerà ai Comuni di Milano e Bergamo conterrà gli elementi utili per decidere.

Interlocutore unico
Certo è che, annota il segretario della Lombardia del Pd, «con un solo soggetto a gestire i tre aeroporti, sarà possibile definire la vocazione di ciascuno ed evitare la concorrenza eliminando i duplicati». Regione Lombardia si è sempre detta disposta ad essere della partita.
«Ha interesse ad avere un interlocutore unico», evidenzia Alfieri. Dunque, prima ancora della possibilità di entrare nel nuovo soggetto, la Lombardia può guardare soltanto con entusiasmo alla costituzione di un soggetto che “faccia rete” o meglio sintesi tra tre scali aeroportuali che non sembrano volersi intendere fino ad ora. Si sa bene, del resto, come la stessa Linate, gestita da Sea come Malpensa, sia di fatto in concorrenza con la “sorella” che sta in provincia di Varese.

Il Forlanini non ha fatto il botto
Eppure il “decreto Linate” emanato dall’ex ministro dei Trasporti Maurizio Lupi non pare aver sortito questo incredibile scatto di reni che si pensava per il Forlanini. Voli ne sono stati tolti a Malpensa, ma sembrerebbe che con la prossima stagione invernale, in vigore da fine ottobre, qualche rotta risulterà ridimensionata (Dusseldorf?), se non addirittura cancellata come la Linate – Stoccarda operata da airberlin.
Un’integrazione tra gli aeroporti lombardi offrirebbe «più razionalità a Malpensa e maggiori investimenti sull’unico scalo che ha potenzialità di sviluppo», indica il consigliere regionale Dem.
Il quale vede di buon grado il ruolo fondamentale che Regione Lombardia potrebbe giocare, anche verso il governo centrale. «Sarebbe come avere un attore in più al fianco delle istituzioni», chiude Alessandro Alfieri.

http://www.laprovinciadivarese.it/s...olitica-ce-torneranno-anche-i-con_1136929_11/
 
È stucchevole leggere certe boiate. Ancora cercare motivazioni scuse per mantenere lo "status quo" su Linate. Imbarazzanti

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E la politica? Il Comune di Milano sta scaldando i motori per le elezioni di Palazzo Marino, ma la Regione a guida Roberto Maroni si è sempre detta convinta sostenitrice di un progetto di integrazione tra gli scali lombardi.

Così l’interesse del governatore leghista, mai nascosto, di poter acquisire quote Sea, potrebbe diventare un ingresso di regione Lombardia nella futura nuova società.


Niente, questi signori proprio non ce la fanno a starne fuori.

La politica, maggiore responsabile del pastrocchio aereo milanese, si ostina ancora a voler metterci dentro il becco ed i soldi (quelli pubblici ovviamente).

Se cosi' sara' aspettiamoci l'ennesimo flop.
 
"Si fa sul serio"!
Patetici come sempre.

Quoto.

Già vedo gli "effetti" del sistema che verranno sbandierati ai 4 venti:

MXP "hub" intercontinentale

BGY scalo low cost

LIN specializzato in collegamenti "point to point" nazionali ed europei
 
La politica purtroppo DEVE metterci il becco perchè è quella che decide l' allocazione delle risorse. Il problema è che spesso le scelte giuste arrivano troppo in ritardo ( se addirittura non sono pessime).

Ora, siamo tutti d'accordo che la soluzione ai problemi del sistema aeroportuale milanese non sarà risolta con la fusione tra sea e sacbo, ma al tempo stesso mi domando come si possa immaginare di chiudere linate dopo che è stato costruito/progettato un sistema di collegamenti apposito per connetterlo alla città.
Anche se quest' ultima forse è la soluzione "migliore".
 
Si legge anche qualche voce critica dopo il plauso di molti commentatori sui giornali.
Voce che io condivido.

Marco Ponti: “Milano sposa Bergamo? A pagare sono i passeggeri”
Secondo l'economista le economie di scala sono poche e la concorrenza si ridurrà

Nel plauso pressoché corale per la futura integrazione tra Sea e Sacbo (ovvero tra gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio), si leva anche qualche voce critica: l'unione dei tre scali lombardi, che andrebbe a creare un gruppo da 36 milioni di passeggeri e 830 milioni di fatturato, viene vista come il rafforzamento di un monopolio, senza la giusta considerazione per i diritti dei consumatori.
Gli aeroporti lombardi cesserebbero di farsi concorrenza e farebbero fronte comune sul mercato.
Chi la pensa in questo modo, applicando i principi del pensiero liberale, è Marco Ponti, professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano. E non è il solo. Partendo da un assunto accademico, egli spiega: “Gli aeroporti sono monopoli naturali. Non è illegittimo che due di essi si fondano, ma a due precise condizioni, sulle quali devono vigilare le autorità di regolazione: che si creino autentiche economie di scala, e che i vantaggi non restino nelle mani dei monopolisti, per essere riversati sulla collettività”. Quanto alle economie di scala, Ponti non ne vede: “Compreranno insieme l'asfalto per le piste? I radar? I carrelli bagagli? Sono cose marginali. L'unica vera sinergia è una spartizione dei voli, a loro vantaggio”. Ma lo studio redatto dal professor Stefano Paleari, dell'Università di Bergamo, elenca una serie di benefici... “Sì, ma per gli stessi concessionari che hanno commissionato lo studio. Non si è chiesto se l'operazione giova alla collettività. Sia chiaro: non spetta a lui, ma alla mano pubblica. Tuttavia nella ricerca non c'è traccia di ricadute sul benessere collettivo”.
Un esempio, citato in questi giorni, può far riflettere sulla vicenda. E' ciò che è accaduto a Londra tre anni fa, quando le autorità di regolazione imposero alla società di gestione Baa di vendere due dei quattro aeroporti che possedeva, perché la concentrazione danneggiava i consumatori. “Londra è un esempio paragonabile, perché la concentrazione a cui si vorrebbe dar vita in Lombardia interessa un bacino analogo, di 8-10 milioni di persone”. Concorrenza migliore significa “guerra a favore degli utenti su tariffe e qualità del servizio”.
Ponti segnala un altro pericolo: “Con i monopoli i meccanismi clientelari aumentano. Anche Lenin diceva che il monopolista, con i maggiori profitti, corrompe i lavoratori del monopolio”. Ma – osserviamo – il piano nazionale degli aeroporti favorisce le integrazioni. “Questo è un settore che va regolato dove si spendono soldi pubblici. Dove le società si autoalimentano, devono valere le leggi del mercato. L'integrazione va bene se un'unica società di gestione possiede più scali lontani tra loro; se sono vicini, la tentazione di manipolare l'offerta e la domanda è forte”.

“Piuttosto – conclude Ponti – l'esempio di Londra dovrebbe far pensare a un'operazione diversa: dividere la Sea e creare due società distinte, una per Malpensa e una per Linate, favorendo concorrenza vera, a vantaggio degli utenti, tra due aeroporti oggi gestiti con una visione unica”.
http://www.ilgiornale.it/news/econo...utura-integrazione-sea-e-sacbo-o-1179542.html
 
Si legge anche qualche voce critica dopo il plauso di molti commentatori sui giornali.
Voce che io condivido.

Marco Ponti: “Milano sposa Bergamo? A pagare sono i passeggeri”
Secondo l'economista le economie di scala sono poche e la concorrenza si ridurrà

Nel plauso pressoché corale per la futura integrazione tra Sea e Sacbo (ovvero tra gli aeroporti di Malpensa, Linate e Orio al Serio), si leva anche qualche voce critica: l'unione dei tre scali lombardi, che andrebbe a creare un gruppo da 36 milioni di passeggeri e 830 milioni di fatturato, viene vista come il rafforzamento di un monopolio, senza la giusta considerazione per i diritti dei consumatori.
Gli aeroporti lombardi cesserebbero di farsi concorrenza e farebbero fronte comune sul mercato.
Chi la pensa in questo modo, applicando i principi del pensiero liberale, è Marco Ponti, professore di economia dei trasporti al Politecnico di Milano. E non è il solo. Partendo da un assunto accademico, egli spiega: “Gli aeroporti sono monopoli naturali. Non è illegittimo che due di essi si fondano, ma a due precise condizioni, sulle quali devono vigilare le autorità di regolazione: che si creino autentiche economie di scala, e che i vantaggi non restino nelle mani dei monopolisti, per essere riversati sulla collettività”. Quanto alle economie di scala, Ponti non ne vede: “Compreranno insieme l'asfalto per le piste? I radar? I carrelli bagagli? Sono cose marginali. L'unica vera sinergia è una spartizione dei voli, a loro vantaggio”. Ma lo studio redatto dal professor Stefano Paleari, dell'Università di Bergamo, elenca una serie di benefici... “Sì, ma per gli stessi concessionari che hanno commissionato lo studio. Non si è chiesto se l'operazione giova alla collettività. Sia chiaro: non spetta a lui, ma alla mano pubblica. Tuttavia nella ricerca non c'è traccia di ricadute sul benessere collettivo”.
Un esempio, citato in questi giorni, può far riflettere sulla vicenda. E' ciò che è accaduto a Londra tre anni fa, quando le autorità di regolazione imposero alla società di gestione Baa di vendere due dei quattro aeroporti che possedeva, perché la concentrazione danneggiava i consumatori. “Londra è un esempio paragonabile, perché la concentrazione a cui si vorrebbe dar vita in Lombardia interessa un bacino analogo, di 8-10 milioni di persone”. Concorrenza migliore significa “guerra a favore degli utenti su tariffe e qualità del servizio”.
Ponti segnala un altro pericolo: “Con i monopoli i meccanismi clientelari aumentano. Anche Lenin diceva che il monopolista, con i maggiori profitti, corrompe i lavoratori del monopolio”. Ma – osserviamo – il piano nazionale degli aeroporti favorisce le integrazioni. “Questo è un settore che va regolato dove si spendono soldi pubblici. Dove le società si autoalimentano, devono valere le leggi del mercato. L'integrazione va bene se un'unica società di gestione possiede più scali lontani tra loro; se sono vicini, la tentazione di manipolare l'offerta e la domanda è forte”.

“Piuttosto – conclude Ponti – l'esempio di Londra dovrebbe far pensare a un'operazione diversa: dividere la Sea e creare due società distinte, una per Malpensa e una per Linate, favorendo concorrenza vera, a vantaggio degli utenti, tra due aeroporti oggi gestiti con una visione unica”.
http://www.ilgiornale.it/news/econo...utura-integrazione-sea-e-sacbo-o-1179542.html

Sono 15 anni che si leggono certe sciocchezze, non è ora di smetterla? Dopo 15 anni anche i muri dovrebbero aver capito che si continua a parlare del fallimento di Milano in materia aeroportuale grazie a scelte politiche miopi e ad interessi di pochi. BASTA!!! Mo pure Londra, ninnammo Bbbene!