La bufala del dirottamento col telefonino


NoEmptyElse

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1 Giugno 2014
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Partiamo da qui
http://www.usatoday.com/story/tech/2015/05/17/hacker-sideways-chris-roberts-fbi-united/27492409/
La notizia è di ieri sui siti US, quindi i copiaincollatori casalinghi in settimana, previa traduzione con Google, pubblicheranno i titoloni “Con un iPhone si può dirottare un Boeing” (segue foto di A320 e intervista a Maradona).
Siccome è una cosa che ho discusso più volte, per vari motivi, mi permetto di anticipare due note a chi almeno qualcosa ne capisce. Spero di fare cosa gradita.
Parto dal fondo per quelli che non hanno tempo da perdere o voglia di leggere. La notizia è una bufala.
Un passo indietro. Tempo fa gli aeromobili erano controllati (intendo controllo sugli assi e potenza) quasi esclusivamente con sistemi meccanici, poi elettro/meccanico/pneumo/idraulici. Per molto tempo i sistemi di intrattenimento non erano nemmeno contemplati e, quando aggiunti erano sistemi che avrebbero potuto sopravvivere su un pullman o una barca. Molte delle componenti andavano addirittura piazzate da qualche parte (i classici scatolotti in mezzo ai piedi) e molto dipendeva anche dall’allestimento che il carrier decideva per quella macchina. In sostanza al netto di alimentazione e pannelli di controllo si trattava di sistemi che poco avevano a che fare con l’aereo vero e proprio se non in termini di peso trasportato e a volte una o più fonti di ingresso video. Per dirla un po’ bene il sistema impegnava dei processori separati per funzionare i quali nel loro mondo dovevano chiaramente rispettare tutta una serie di specifiche. E’ un po’ come pensare a due persone sedute affiancate, ognuna col proprio telefonino e le proprie app, chiaramente indipendenti e unite solo dal fatto di essere collegate alla stessa alimentazione. Per molti anni i sistemi si sono evoluti diventando sempre più sofisticati, ma la logica è cambiata poco. Lo stesso vale per molti dei sistemi di bordo, ognuno che ha vissuto una vita a sé. E’ abbastanza chiaro che questo fa si che molte parti comuni a tutti i sistemi vengano replicate molte volte con aggravi di peso e complessità di cablaggio. La logica principe che ha portato a mantenere questo modo di lavorare, legata anche a delle specifiche adottate nel nostro mondo, è che il fallimento di uno di questi sistemi non avrebbe dovuto avere impatti (o averne di controllabili) sugli altri.
Tuttavia dalla metà degli anni 90 è arrivata la disponibilità commerciale di sistemi, che qui possiamo approssimare ai sistemi operativi dei nostri telefoni e computer, che consentono di utilizzare un unico processore (non intendetelo come il chip A8 o Intel Core ma come un intero “computer”) per svolgere diversi compiti. Non che i sistemi multi programmati non esistessero prima, ma questi nuovi prodotti garantivano (in termini di specifiche) la separazione spaziale e temporale tra i vari processi. In pratica una “app” aveva risorse e tempi di esecuzione garantiti ed un suo fallimento non si ripercuoteva sulle altre “app”. Abbiamo provato tutti ad avere una app in background sul telefonino che rallenta tutto o fa scaricare la batteria no? Pensate se succedesse che la “app” del TCAS si mangiasse le risorse dedicate all’auto pilota o lo facesse andare in crash!
Con questi sistemi disponibili e soprattutto certificati secondo le norme aeronautiche è partito l’embolo del consolidamento dei sistemi che ha ridotto da una parte i costi e la complessità dei sistemi. Ovviamente il tutto è avvenuto perché questi nuovi sistemi sono in grado di supportare tutti i “vecchi” pezzi di codice che prima giravano su processori separati. Il costo di riscrivere tutto da capo sarebbe stato troppo elevato. In sostanza dentro un unico scatolotto oggi possono girare diversi vecchi scatolotti, ognuno addirittura con diversi livelli di criticità. Una enorme comodità ed un grande risparmio il tutto con la garanzia di sicurezza necessaria (ovviamente non è tutto rose e fiori ma diventerebbe lunga parlarne qui).
I sistemi IFE delle ultime macchine possono girare qui dentro, nel grosso scatolotto ed in qualche caso lo fanno. E’ quindi vero che sullo stesso processore si trovano in esecuzioni i processi di controllo del velivolo e quelli che arrivano ai sedili dei passeggeri. Tuttavia vengono rispettate le certificazioni che i sistemi avrebbero avuto come “stand alone”. Tra l’altro per ragioni, a volte ahimè politiche, su una stessa macchina esistono più scatolotti separati, con sistemi concorrenti (ma che rispettano le stesse specifiche) e le funzioni ancillari sono integrate in uno di questi sistemi che non comprende quelli di condotta.
In breve, tornando agli articoli citati, credo veramente poco a quello che è stato scritto. Ciò nondimeno la sicurezza di questi sistemi riveste e rivestirà un ruolo essenziale nel loro sviluppo.
Ciao
 
Ultima modifica da un moderatore:
Re: Come (non) dirottare un aereo col telefonino

E' bello leggere i commenti di chi ci capisce qualcosa ed è in grado di spiegare il "come funziona" e non solo "mio cugggino mi ha detto".
Grazie NEE
 
Re: Come (non) dirottare un aereo col telefonino

Ottima analisi.

Oggi Repubblica riprende l'argomento

http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2015/05/18/news/hacker_voli_aerei-114625489/

Premesso che a questo pinocchio evidentemente cresce la barba piuttosto che il naso, l'ombra di questo tipo di azioni è perlomento inquietante per il normale passeggero che ignora totalmente l'architettura di tali sistemi e non può far altro che aggiungerla alla "lista delle inquietudini 2015", assieme ai piloti suicida.
 
Re: Come (non) dirottare un aereo col telefonino

Ottima analisi.

Oggi Repubblica riprende l'argomento

http://www.repubblica.it/tecnologia/sicurezza/2015/05/18/news/hacker_voli_aerei-114625489/

Premesso che a questo pinocchio evidentemente cresce la barba piuttosto che il naso, l'ombra di questo tipo di azioni è perlomento inquietante per il normale passeggero che ignora totalmente l'architettura di tali sistemi e non può far altro che aggiungerla alla "lista delle inquietudini 2015", assieme ai piloti suicida.

Google translate è sempre più veloce quindi.
Dando per scontato che per gli utenti dei media tradizionali vale quello che hai scritto, il mio intento era proprio evitare che a qualcuno qui dentro venissero gli stessi sospetti.
Poi, ovviamente, anche io posso essermi perso qualcosa anche se sono abbastanza sereno.

Edit: no, Google translate avrebbe fatto un lavoro migliore.
 
Ho editato il titolo ed evidenziato che si tratta di una bufala. Credo sia utile per tutti capire di cosa stiamo parlando, ed evitare (almeno qui da noi) allarmismi ingiustificati. Quanti ci leggono e sono estranei a questo mondo possono così farsi un'idea più completa di come funzionano i diversi sistemi e (speriamo) volare con maggiore serenità.
Un ringraziamento a NoEmptyElse per avere avviata la discussione e per il post iniziale, semplice e di immediata comprensione per il pubblico.
 
Google translate è sempre più veloce quindi.
Dando per scontato che per gli utenti dei media tradizionali vale quello che hai scritto, il mio intento era proprio evitare che a qualcuno qui dentro venissero gli stessi sospetti.
Poi, ovviamente, anche io posso essermi perso qualcosa anche se sono abbastanza sereno.

Edit: no, Google translate avrebbe fatto un lavoro migliore.

Naturalmente la mia intenzione era quella di ridicolarizzare il fatto (ed il personaggio), l'hackeraggio di un veivolo a partire da una porta usb di un ife mi sembra proprio per le ragioni che hai detto assolutamente impossibile, semmai potrebbe capitare il caso di un moderno Conte Corrado Maria Lobbiam che, hackerando il database dei film, consenta la sola visione della Corazzata Kotiomkin :)
 
Ultima modifica:
Pure http://www.corriere.it/esteri/15_ma...ga-39f3fb60-fd33-11e4-b490-15c8b7164398.shtml e man mano che nelle redazioni arrivano gli alert i copia&incolla abbonderanno.
Capisco la battuta di Dancrane, ma se io (o uno qualsiasi di voi nel suo campo) mi registrassi su tutti i forum dove leggo minchiate per controbattere farei quello di mestiere. Oltretutto scrivere sul Corriere ti espone alle risate degli sciakimikari di 13 anni che confondono fruit ninja con l'ADIRU. E se metti insieme 10 imbecilli che si battono il 5, purtroppo poi hanno ragione loro. Impiegare del tempo per scrivere qui sopra è produttivo, altrove sarebbe uno spreco di tempo.
D'altra parte ragioniamoci tutti bene: spiegare le cose, in questo caso di aviazione, richiede una base di conoscenze, un pubblico che vuole ascoltare, tempo e impegno. I vari "esperti" in TV durano 30 secondi, perchè poi l'itagliano medio si è già rotto di sentire termini complicati, procedure, blah blah blah. L'idea dell'hacker barbuto è assolutamente in linea con i termini traggedia/scampato pericolo/gombloddo che costituiscono le 3 righe iniziali che vengono lette dal pubblico.
Ho spesso a che fare coi giornalisti (in casa) e non vi dico che discorsi vengono fuori.
 
Tranquillo: la richiesta era proprio quella di scrivere qua da noi! :cool:

Anche peggio, mi hai chiesto di leggere quella roba là!
Chiunque può capire la qualità dell'articolo, mal tradotto dall'inglese come previsto (http://aptn.ca/news/2015/05/15/hack...e-fly-sideways-cracking-entertainment-system/). La cosa interessante dell'originale (quello italiano, davvero, è raccapricciante) è la parte dell'affidavit che va al punto 19,20. Qui sono accatastate un po' di m*****te relative a tools utilizzabili su reti "normali", ma assolutamente fuori luogo in quel contesto. Il fatto di mettere quei nomi e quei termini serve credo a rendere più credibile la storia, se cercate in rete qualche termine trovate un sacco di cose. Tutte fuori contesto. Da specificare anche che Roberts dice di aver tentato accesso all'IFE mediante un cavo di rete ad hoc, quindi i vari corollari sul WiFi sono di qualche maestro della penna.
Il mio personale riassunto della situazione?
- il sig. Roberts ha provato a mettere mano agli IFE
- può essere che ci sia riuscito, ma non come ha detto lui
- per certo non ha avuto accesso a nulla che, chi ne capisce, possa considerare "controllo del velivolo".
- la roba del CLB (unica legata a qualcosa di serio) parla da sè (e assumo che l'agente che ha redatto il verbale abbia capito poco e male)
- traffico dati dalla cabina alla meglio può riferire il feed dei dati di volo riportato negli IFE

Considerazioni aggiuntive.
Non penso nemmeno che questo l'abbia fatto per farsi pubblicità, negli US del terrorismo rischia veramente parecchio. La sua dichiarazione riportata nel verbale parla delle ormai ovvie sciocchezze sul testare un sistema per renderne note le vulnerabilità e migliorarlo. Spariti quelli che quei ragionamenti li facevano davvero, gli altri sono ridicole macchiette. Aspetto con ansia l'articolo italiota sui "former hackers" assunti come esperti di sicurezza e la pubblicità dell'ultimo libro di Mitnick.

Riguardo al manomettere davvero un IFE. Secondo me alcuni punti della logica di Roberts sono applicabili (possiamo poi discutere quali). Può comandare ad un motore di "salire"?!? No. Può far scendere le maschere? No. Può creare casini? Assolutamente si. Non abbiamo ancora dati statistici a riguardo ma mi chiedo quali possano essere i risultati nel, ad esempio, corrompere l'IFE di 400 persone che si devono fare un transoceanico. E non dico di partire con un bannerino "IFE is unavailable" (ti metti l'animo in pace) ma di farlo funzionare a singhiozzo, male e ripetutamente per ore. Il risultato sarebbero, su 400 persone, un buon numero di idioti che danno in escandescenza, che molestano gli AA/VV, che urlano disturbando gli altri.
Altro scenario, di più altro profilo in esecuzione, quello di iniettare informazioni da panico al momento opportuno (discesa, 30° di bank, turbolenza) indicando avarie o intimando la posizione di crash. Di nuovo il risultato sarebbe "tecnicamente" insignificante, ma globalmente potrebbe portare a situazioni che mettono a rischio la condotta serena del volo. In quel senso un attacco informatico potrebbe avere successo.

Riguardo ai sistemi di "Thales" può essere che qualcuno scriva qualcosa di più specifico.

I miei 3 cents (erano 2, ma li ho investiti in azioni Boeing anni fa :))
 
Pure http://www.corriere.it/esteri/15_ma...ga-39f3fb60-fd33-11e4-b490-15c8b7164398.shtml e man mano che nelle redazioni arrivano gli alert i copia&incolla abbonderanno.
Capisco la battuta di Dancrane, ma se io (o uno qualsiasi di voi nel suo campo) mi registrassi su tutti i forum dove leggo minchiate per controbattere farei quello di mestiere. Oltretutto scrivere sul Corriere ti espone alle risate degli sciakimikari di 13 anni che confondono fruit ninja con l'ADIRU. E se metti insieme 10 imbecilli che si battono il 5, purtroppo poi hanno ragione loro. Impiegare del tempo per scrivere qui sopra è produttivo, altrove sarebbe uno spreco di tempo.
D'altra parte ragioniamoci tutti bene: spiegare le cose, in questo caso di aviazione, richiede una base di conoscenze, un pubblico che vuole ascoltare, tempo e impegno. I vari "esperti" in TV durano 30 secondi, perchè poi l'itagliano medio si è già rotto di sentire termini complicati, procedure, blah blah blah. L'idea dell'hacker barbuto è assolutamente in linea con i termini traggedia/scampato pericolo/gombloddo che costituiscono le 3 righe iniziali che vengono lette dal pubblico.
Ho spesso a che fare coi giornalisti (in casa) e non vi dico che discorsi vengono fuori.

Puro vangelo, come dice Kit Carson. :)