Ryanair-Orio, accordo di crescita 10 milioni di passeggeri entro il 2020


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29 Giugno 2013
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La compagnia irlandese ha siglato un nuovo contratto con lo scalo bergamasco. Obiettivo: superare gli 8 milioni di clienti entro marzo 2016 e i 9 milioni entro il 2020.

L’annuncio è stato dato dall’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary in conferenza stampa a Orio al Serio il 27 gennaio: «Siamo lieti di siglare questo nuovo accordo pluriennale con Orio al Serio, che è la nostra più grande base in Italia – ha detto –. Questo accordo vedrà Ryanair crescere dagli 8 milioni di clienti del 2016 a più di 9 milioni nel 2020, significa anche che sosterremo 8.000 posti di lavoro in loco».

Ryanair ha anche lanciato una nuova rotta per Copenaghen e ha annunciato di aver registrato un record di prenotazioni anticipate per i nuovi collegamenti con Crotone e Lisbona che partiranno nell’estate 2015. Secondo O’Leary, «mentre stiamo dialogando con gli altri aeroporti milanesi in merito a nuove rotte e a una nuova crescita, Milano Bergamo continuerà ad essere la principale base milanese di Ryanair e la nostra maggiore base sul mercato italiano».

La compagnia irlandese «per festeggiare l’accordo pluriennale e il 30° compleanno di Ryanair» annuncia 100.000 biglietti in vendita a partire dal 19,99 euro per viaggiare a febbraio, marzo e aprile, prenotabili entro la mezzanotte del 29 gennaio.

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/ryanair-orio-contratto-fino-al-2020_1101749_11/
 
sono numeri che non stupiscono piu' di tanto. Anzi. in 4 anni guadagnano solo un milione di passeggeri
 
puntualmente:

Fino a 10 milioni di passeggeri?
Colognola: Orio sta mangiando la città


L’associazione «Colognola per il suo futuro» ha inviato in redazione un’email in cui esprime il suo sconcerto per l’accordo tra Sacbo e Ryanair che ha come obiettivo un aumento fino a 10 milioni di passeggeri.

«L’accordo stipulato tra Sacbo e Ryanair, per un aumento fino a 10 milioni di passeggeri, ha lasciato esterrefatti noi cittadini, che non possiamo non domandarci se in Italia norme e decreti abbiano dignità di legge o siano solo mere esercitazioni linguistiche».

«Il decreto di Valutazione d’Impatto Ambientale del 2003 fissava il limite di 6.174.000 unità di traffico (unità che comprendono sia il numero dei passeggeri che le merci equivalenti): tale numero non è puramente indicativo, ma citato ripetutamente e con precisione nei numerosi documenti che hanno caratterizzato l’iter autorizzativo al Piano di Sviluppo Aeroportuale e che sono poi confluiti nel decreto di Via e nel Provvedimento autorizzativo finale del Ministero dei Trasporti».

«È ovvio che tale limite è stato definito in base agli scenari ipotizzati, tenendo conto dell’impatto che il traffico aereo avrebbe avuto sul territorio. Considerando che “Il Caravaggio” opera in un’area densamente antropizzata, i risvolti ambientali sono stati valutati con estrema attenzione e sono state imposte prescrizioni molto rigide, al fine di non pregiudicare il fragile e delicato equilibrio tra aeroporto e territorio. Gran parte delle prescrizioni sono state disattese ed oggi purtroppo l’intera Bergamo ed i paesi limitrofi devono sopportate le pesanti ricadute di uno scalo che non è più al servizio della città, ma sta asservendo la città ai suoi esclusivi interessi».

«Già ora aree sempre più vaste sono coinvolte dall’inquinamento aereo e migliaia di cittadini vedono quotidianamente la loro vita stravolta dall’incessante sorvolo degli aerei: com’è possibile ipotizzare un’ulteriore crescita che mira a raddoppiare il traffico dei passeggeri? Com’è possibile che si possano fare accordi tra una compagnia aerea e la società di gestione dello scalo, ignorando le normative vigenti e senza una nuova Valutazione d’Impatto Ambientale (quella attuale scadrà a fine 2015) che definisca i limiti al traffico aereo, indispensabili affinché il territorio e la popolazione siano salvaguardati? Com’è possibile fare accordi al di sopra delle teste dei cittadini, senza dar loro la possibilità di essere consultati e di partecipare ai progetti che riguardano la loro vita, in violazione di quanto garantito dalle Direttive Ue e dalla legislazione italiana che le ha recepite?»

«Noi cittadini di Bergamo, e soprattutto noi residenti di Colognola che più di tutti stiamo subendo la violenza dell’incessante traffico aereo, esprimiamo la nostra più viva indignazione per l’indifferenza con cui vengono ignorati i nostri diritti e disattese le norme che ci tutelano».

«Noi aspettiamo che la nostra amministrazione comunale, insieme ai Sindaci degli altri Comuni limitrofi, levi la sua voce per porre un freno allo sviluppo del Caravaggio e per far rispettare le leggi; aspettiamo che essa si adoperi per garantire la vivibilità di tutti i quartieri di Bergamo, in linea con gli impegni assunti».

«Come ampiamente sottolineato dalla stampa, l’accordo Sacbo-Ryanair creerà nuova occupazione: ma tali posti di lavoro quanto costeranno alla nostra comunità, in termini di sovvenzioni alla società irlandese che, notoriamente, riceve cospicui contributi per ogni passeggero imbarcato? Nelle migliori delle ipotesi, 10 milioni di passeggeri in transito da Orio costeranno dai 50 agli 80 milioni di euro all’anno!»

«E quanto costeranno alla nostra comunità i profitti dell’accordo, in termini di maggiori spese sanitarie dovute all’inquinamento del traffico aereo e di quello veicolare indotto? Noi cittadini ci chiediamo che senso abbia adoperarsi per la rivalutazione dei quartieri cittadini, centrali e periferici, che senso abbia parlare di partecipazione della popolazione ai progetti per la rivalutazione del suo territorio, se non si dice “basta” alla crescita di un aeroporto che si sta mangiando la città!».

«Crediamo che i maggiori vantaggi dati dall’operazione Sacbo-Ryanair non potranno mai giustificare la svendita dei cittadini e l’abdicazione al progetto di costruire una città più vivibile».

Associazione «Colognola per il suo futuro»


Gori ai sindaci anti aeroporto
«Serve responsabilità, non slogan»


Dopo le tensioni dei giorni scorsi e la mancata firma sul documento del Tavolo dei sindaci, Palafrizzoni spiega la sua posizione.

«Il Comune di Bergamo considera la salute dei cittadini una priorità, è impegnato per una concreta riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico sugli abitati oggi più colpiti, ma non perde di vista che l’aeroporto è un fattore assolutamente decisivo per lo sviluppo economico (quindi per la creazione di posti di lavoro, in tutti i settori) della nostra provincia» esordisce Gori.

«A volte ho l’impressione che qualcuno lo dimentichi o lo consideri un fatto di secondaria importanza. Se la notizia del giorno è che Ryanair ha rinnovato per altri 5 anni il proprio contratto con Sacbo, e nel frattempo progetta per il 2020 di raggiungere e forse superare ad Orio i 9 milioni di passeggeri, ho l’impressione che qualcuno (anche tra noi) se ne dispiaccia, quando dovremmo invece essere i primi a rallegrarcene» prosegue Gori.

«Questa è in fondo, aldilà dei tecnicismi, la ragione per cui la scorsa settimana il Comune di Bergamo - a malincuore, dopo aver inutilmente cercato un punto di mediazione - ha ritenuto di non poter firmare la lettera del Tavolo dei Sindaci: concordavamo su tutto, non sull’idea che l’aeroporto debba bloccarsi di fronte ad un “tetto” tanto infondato (a più riprese i ministeri interpellati hanno chiarito che il numero di movimenti indicato nel decreto Via non può essere letto come un limite) quanto inattuale (sappiamo tutti che l’aeroporto ha già ampiamente varcato quella soglia). Un maggior numero di passeggeri del resto non comporta necessariamente un incremento dei movimenti (nel 2014 i primi sono aumentati e i secondi diminuiti) e anche all’aumento dei movimenti la popolazione esposta al rumore può diminuire in ragione dell’utilizzo di aeromobili più moderni e capienti (come quelli già ordinati da Ryanair)» rileva il sindaco.

«Abbiamo detto: cerchiamo un punto di equilibrio tra l’attenuazione dell’impatto ambientale e il sostegno dell’impresa aeroportuale. Bene, questo punto di equilibrio non è l’auspicio che il trasferimento dei voli notturni a Montichiari (che tutti invochiamo) “non sia sostituito con maggiori voli” - com’era scritto nella prima versione della lettera che abbiamo scelto di non firmare - poiché questo significherebbe tagliare le gambe ad Orio al Serio - e nemmeno resuscitare il limite dei 68.570 movimenti annui. L’eventuale migrazione di voli merci e courier a Montichiari consentirebbe invece, liberando gli abitati ad est dal gravoso carico acustico dei voli notturni, di modificare sensibilmente la suddivisione tra est ed ovest dei decolli, con la possibilità di immaginare una crescita (ragionevole) del traffico a fronte di un contenimento dell’impatto ambientale».

«Ci siamo visti accusare di conflitto di interessi, quindi sostanzialmente d’essere in malafede, perché azionisti di Sacbo. È un’insinuazione ingiusta ed offensiva. Pensare che la salute dei cittadini possa essere barattata con qualche centinaio di migliaia di euro di dividendi è offensivo. Nel nostro ruolo di amministratori rivendichiamo invece il diritto di promuovere il lavoro e lo sviluppo del territorio, ricercando tutte le soluzioni per rendere compatibili la tutela dei cittadini residenti nell’intorno aeroportuale e la crescita di un’industria decisiva come lo scalo di Orio».

Vanno in questa direzione «tutte le proposte che il Comune di Bergamo ha portato al Tavolo dei Sindaci e in Commissione aeroportuale: il ripristino delle misure di attenuazione del rumore che erano state inopinatamente sospese dopo la bocciatura del piano di zonizzazione (tra cui l’arretramento del punto di partenza degli aeromobili); l’incremento del rateo di decollo degli aerei; e infine la ripartizione dei decolli ad ovest su diverse rotte, così da distribuire in modo più equo i disagi e ridurre il più possibile la popolazione esposta alle soglie di rumore più elevate (> 60 decibel)».

«È una strada difficile. Probabilmente è più facile alzare la bandiera dello “stop ai voli notturni” e insieme la voce (tanto poi, si sa, i voli notturni vanno avanti e in fondo non si è mai costretti a fare i conti con le conseguenze di ciò che si invoca). Ma questo condanna i sindaci all’irrilevanza, e non credo sia quello che la maggior parte di voi desidera. Noi vorremmo contribuire insieme a voi a governare lo sviluppo dell’aeroporto e a migliorare il suo rapporto col territorio».

Il Comune di Bergamo è al tavolo del Cda di Sacbo e al Tavolo dei Sindaci. Una condizione può essere funzionale all’altra, nell’interesse di tutti i nostri Comuni. Ma al tavolo di Sacbo si fa sul serio, e coerenza vuole che anche il Tavolo dei Sindaci sia affrontato con la stessa responsabilità, senza ricorrere a slogan o a scorciatoie. È quello che forse non siamo riusciti fin qui a spiegare e che può aver determinato qualche incomprensione. Se però condividete la strada del “pragmatismo positivo”, la ricerca di soluzioni percorribili, la volontà di trovare un equilibrio tra tutele e sviluppo, allora è certamente possibile ricostruire una sintonia e rendere molto più forte e incisiva, perché compatta, l’azione del nostro Tavolo. Questo è il nostro auspicio, che accompagniamo con la disponibilità a farci carico di una rappresentanza comune anche all’interno del board di Sacbo»

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/fino-a-10-milioni-di-passeggericolognola-orio-sta-mangiando-la-citta_1102032_11/#commenti

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