Thread Alitalia da gennaio 2015


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Esatto, il processo è più o meno quello che hai delineato tu. La direzione Marketing (che dipende dalla macro-area delle vendite) fornisce le linee-guida, poi lo studio esterno elabora il tutto e la proposta viene data all'AD e al CdA che ha l'ultima parola

Grazie. Ma la decisione delle linee guidi e quali mandare allo studio esterno tra le diverse proposte le sceglie la direzione marketing autonomamente?
 
Grazie. Ma la decisione delle linee guidi e quali mandare allo studio esterno tra le diverse proposte le sceglie la direzione marketing autonomamente?
Sicuramente lavorano gomito a gomito con AD (e quindi CdA) ma - che io sappia - chi "guida" il processo sono loro.
Poi, sai, Alitalia è molto complessa e si trova in un Paese complesso, quindi spesso delineare in maniera netta questi processi non è semplicissimo. Talvolta esistono riunioni per stabilire "chi fa cosa" e se ti perdi un pezzo rischi di fare danni!
 
Sicuramente lavorano gomito a gomito con AD (e quindi CdA) ma - che io sappia - chi "guida" il processo sono loro.
Poi, sai, Alitalia è molto complessa e si trova in un Paese complesso, quindi spesso delineare in maniera netta questi processi non è semplicissimo. Talvolta esistono riunioni per stabilire "chi fa cosa" e se ti perdi un pezzo rischi di fare danni!

Quindi siamo rimessi al gusto di uno stretto manipolo di individui. Paura. Grazie comunque.
 
Quindi siamo rimessi al gusto di uno stretto manipolo di individui. Paura. Grazie comunque.
A me sarebbe piaciuto un referendum on-line, almeno tra i dipendenti se non anche tra i CFP (per lo meno quelli "a vita"). Sarebbe anche stato un bel segnale, a costo (quasi) zero.
 
Sicuramente lavorano gomito a gomito con AD (e quindi CdA) ma - che io sappia - chi "guida" il processo sono loro.
Poi, sai, Alitalia è molto complessa e si trova in un Paese complesso, quindi spesso delineare in maniera netta questi processi non è semplicissimo. Talvolta esistono riunioni per stabilire "chi fa cosa" e se ti perdi un pezzo rischi di fare danni!

Ma i sindacati non hanno anche loro un ruolo in tutto questo ?? :D
 
A me sarebbe piaciuto un referendum on-line, almeno tra i dipendenti se non anche tra i CFP (per lo meno quelli "a vita"). Sarebbe anche stato un bel segnale, a costo (quasi) zero.

Assolutamente. Vedi EZY come si è comportata...
 
Io non mi occupo di marketing o di comunicazione, quindi non faccio testo, ma immagino che in un processo di questo tipo, in un paese che non conosci, una volta che hai definito il concept che ritieni essere innovativo e che vuoi lanciare, lo dovresti valutare con chi lo dovrà poi apprezzare ed eventualmente scegliere.
L'assenza di una fase valutativa mi sembra assurda.

Nel procedente adattamento della livrea i focus group mi sembra fossero stati fatti.

Iddio ci salvi dai focus group.
Anni fà ho partecipato ad un focus group per il rebranding di Total (gruppo petrolifero). Fosse per i partecipanti del gruppo ancora oggi avremmo avuto il classico logo anni 80 che a rivederlo oggi sa tanto di vecchio. Purtroppo la gente preferisce sempre quello che conosce al nuovo. Concordo con maclover.
 
Assolutamente. Vedi EZY come si è comportata...

Non so come abbiano fatto in U2...mi sembra una cosa carina ed un modo per coinvolgere dipendenti e clienti affezionati. Aiuterebbe a sviluppare un po' di senso di appartenenza, oltre che statisticamente avere la probabilità di incontrare i gusti del mercato
 
Non so come abbiano fatto in U2...mi sembra una cosa carina ed un modo per coinvolgere dipendenti e clienti affezionati. Aiuterebbe a sviluppare un po' di senso di appartenenza, oltre che statisticamente avere la probabilità di incontrare i gusti del mercato

U2 ha fatto un sondaggio tra i dipendenti per scegliere tra due livree (brutte entrambe, ndr), il cui peso sul risultato finale non è dato saperlo, però cementa il senso di appartenenza
 
Alitalia non paga i taralli
«Ma ora provvederemo»


BARI - A lla fine, sono stati scomodati gli arabi, l’alta finanza, gli accordi internazionali e il processo di transizione in atto in Alitalia (la ex compagnia di bandiera per il 51% in mano a Cai e per il 49% in quota Etihad) per i debiti non pagati alla piccola azienda a conduzione familiare di Alberobello che produce i tarallini che i passeggeri consumano sulle tratte aeree in partenza dall’Italia. La notizia, pubblicata ieri dalla Gazzetta del Mezzogiorno, è rimbalzata subito su RadioRai che ha chiamato i due contendenti in trasmissione. Il titolare del «Tarallificio dei trulli» si è presentato, quello di Alitalia no. In serata, la compagnia — sollecitata dal Corriere del Mezzogiorno — ha mandato una nota: «Alitalia è al corrente della posizione dell’azienda della famiglia Recchia. Il ritardo del pagamento è legato alla complessità delle formalità di passaggio delle attività Alitalia da Cai (Compagnia aerea italiana) a Sai (Società aerea italiana). La Compagnia sta già provvedendo al pagamento di quanto dovuto».
Non una parola in più. Ma è difficile che con questo fuoco mediatico possano ritardare ancora a lungo. Finalmente una buona notizia per il titolare dell’azienda, raggiunto al telefono, il cui contratto con la multinazionale è scaduto alla fine dello scorso anno. Aspetta ancora l’ultima tranche di pagamento riguardante le fatture emesse fra novembre e dicembre scorsi. Un credito di 116mila euro, di cui 76mila con fatture già scadute. Nelle scorse settimane è partito un viavai di email (anche tre al giorno) all’indirizzo dell’amministrazione della compagnia aerea che intanto temporeggiava e provava a tirare sul prezzo chiedendo di abbattere del 50% l’importo. Circostanza improponibile, visto che quella dei Recchia è un’azienda a conduzione familiare che non ha grossi margini sugli importi di vendita dei pacchetti da 25 grammi di tarallini e i cui operai erano terrorizzati per uno scoperto di quelle proporzioni. La controproposta dell’azienda è stata di uno sconto inferiore al 10% . Alitalia alla fine ha deciso di pagare 70mila euro, rispetto ai 76mila fatturati inizialmente, con il beneplacito dell’azienda ormai con l’acqua alla gola. Tuttavia, restano ancora 40mila euro da coprire. Ecco, allora, di nuovo il viavai di mail e, infine, la richiesta di un’autorizzazione scritta per la cessione del credito residuo alle banche per ottenere delle anticipazioni. Silenzio. Intanto, il topolino viene schiacciato dai debiti con i fornitori. Ieri, finalmente, la conferma del pagamento a breve attraverso la nota arrivata in redazione. Ora si aspetta di capire quanto breve sarà questo tempo per il pagamento dei tarallini pugliesi così tanto graditi ai passeggeri.

http://corrieredelmezzogiorno.corri...mo-14b0e460-a303-11e4-90e7-adbfbf35b4b7.shtml
 
Iddio ci salvi dai focus group.
Anni fà ho partecipato ad un focus group per il rebranding di Total (gruppo petrolifero). Fosse per i partecipanti del gruppo ancora oggi avremmo avuto il classico logo anni 80 che a rivederlo oggi sa tanto di vecchio. Purtroppo la gente preferisce sempre quello che conosce al nuovo. Concordo con maclover.

Non è vero quanto affermi.
 
Che voi sappiate, il 330 in arrivo in az è ancora operativo per jet airways al momento? E approssimativamente, quanto tempo prima della presentazione di maggio sarà rinchiuso in hangar per essere riconfigurato internamente e riverniciato?
 

Non puoi generalizzare, come hai fatto, la tua esperienza: non è vero che 'la gente' preferisca sempre il brand che conosce rispetto a quello nuovo (di solito dovremmo dire quelli nuovi, perché è raro che si faccia vedere solo una nuova proposta). Te lo scrivo per esperienza.
Inoltre, come già hanno scritto altri, ogni Azienda non si limita ad osservare il risultato, che è solo un elemento non necessariamente determinante per la scelta finale: conta tantissimo l'interazione e le considerazioni delle persone coinvolte, a volte anche apparentemente stupide o banali, ma che sono invece preziosissime. Così come nel debriefing contano tantissimo altri aspetti che rientrano nella sfera del non detto: la reazione, le mimiche facciali, o la presenza di un leader che 'traina' verso una direzione ecc ecc. Tutti elementi che vengono 'registrati' dal o dagli psicologi, e poi rielaborati e presentati al Cliente finale che prenderà una decisione.
Ultima cosa: è davvero raro che si faccia un solo panel.
 
Non puoi generalizzare, come hai fatto, la tua esperienza: non è vero che 'la gente' preferisca sempre il brand che conosce rispetto a quello nuovo (di solito dovremmo dire quelli nuovi, perché è raro che si faccia vedere solo una nuova proposta). Te lo scrivo per esperienza.
Inoltre, come già hanno scritto altri, ogni Azienda non si limita ad osservare il risultato, che è solo un elemento non necessariamente determinante per la scelta finale: conta tantissimo l'interazione e le considerazioni delle persone coinvolte, a volte anche apparentemente stupide o banali, ma che sono invece preziosissime. Così come nel debriefing contano tantissimo altri aspetti che rientrano nella sfera del non detto: la reazione, le mimiche facciali, o la presenza di un leader che 'traina' verso una direzione ecc ecc. Tutti elementi che vengono 'registrati' dal o dagli psicologi, e poi rielaborati e presentati al Cliente finale che prenderà una decisione.
Ultima cosa: è davvero raro che si faccia un solo panel.

Assolutamente d'accordo.

Ci sono peraltro numerose tecniche d'analisi (prese poi a prestito anche in ambito militare per gli studi strategici) create proprio per questi fini. Basti pensare alla SWOT, alla PEST o alla Delphi.
 
Assolutamente d'accordo.

Ci sono peraltro numerose tecniche d'analisi (prese poi a prestito anche in ambito militare per gli studi strategici) create proprio per questi fini. Basti pensare alla SWOT, alla PEST o alla Delphi.

La prima, in particolare, nella mia Azienda la utilizziamo tantissimo. Aggiungerei altre cose, ma mi fermo qui, che siamo OT.
 
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