L’idea, come detto, era quella di passare qualche giorno alle Lofoten, tuttavia il tempo calcolato male e i mezzi di trasporto non proprio agevoli a quelle latitudini mi fanno preferire una discesa graduale verso sud, con sosta nella disgraziata Bodø, a Trondheim, dove passerò il capodanno, e a Oslo. Ora, qualsiasi persona sana di mente non passerebbe a Bodø più di qualche ora, giusto li necessario per cambiare mezzo di trasporto e andarsene al più presto. Invece io, che sono brillante, attratto dal fantomatico museo norvegese dell’aviazione, decido pure di pernottarci. Tanto per dire, Rostock dovrebbe essere più attraente. Vabbè, ormai è fatta.
Arriva il mio prossimo treno, che mi porterà al capolinea della Ofoten Line delle ferrovie svedesi, Narvik, porto in terra norvegese da dove parte tutto il ferro estratto nelle miniere di Kiruna.
Tratta: Åbisko Östra – Narvik
Treno numero: SJ IC 94
Carrozza: 61
Posto: 36
Sched/Actual: 1235-1418 / 1243-1413
Durata: 1H 30’
Bagaglio pronto all'imbarco
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Il treno non è pienissimo, ho fortunatamente il posto libero a fianco per cui posso svaccarmi in assoluta libertà.
Pitch e tavolinetto
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Trovare delle calze tecniche a righe non è stata un’impresa facile e passarle sopra i pantaloni da sci un’impresa ancora più ardua. Guarda quanto mi fai sudare, Aviazionecivile.
Il paesaggio lungo il fiordo di Narvik è spettacolare, peccato che al capotreno non venga in mente di spegnere le luci – le foto sono impossibili e i finestrini sono di quelli sigillati. La scelta della partenza a mezzogiorno oltremodo azzeccata, almeno c’è la possibilità di vedere qualcosa con una pseudoluce.
Dopo un’oretta e mezza di treno sono finalmente a Narvik, dove persi il mio primo biglietto interrail, poi ritrovato fortunosamente grazie all’autista norvegese del pullman che, quel giorno, sostituì il treno. Non sarò mai abbastanza riconoscente a quel signore. Stavolta, però, niente treni, bus o traghetti – si va in aereo.
Avevo necessità di arrivare in serata a Bodø per non buttare via una seconda giornata intera di viaggio il giorno successivo: infatti prenderò poi il treno notturno per Trondheim. I bus si fanno i 300km di distanza tra i due paesoni in circa cinque ore – avrei potuto prenderne uno, solo che quel giorno l’ultimo bus partiva qualche ora prima dell’arrivo del mio treno. Decido allora di dare un occhio alla caruccia Widerøe, che in zona ha tantissimi voli, molti dei quali in PSO. In effetti un bel NVK-BOO ci sarebbe, al costo di un rene e un pacreas. Decido di fare la spesa folle e mi riservo un posto sul WF855 della sera, in modo da fare un veloce giro della cittadina.
Arrivato in stazione, dove so poter depositare il bagaglio, mi trovo nella scomoda posizione di avere solo corone svedesi ed euro, ma nessuna corona norvegese con cui chiudere l’armadietto. Disdetta; esco e cerco un bancomat e poi un Narvesan, o un 7-11, dove poter comprare qualcosa e cambiare. Cammino per mezz’ora e del bancomat nessuna traccia, ne trovo uno che ormai sono a metà strada dall’aeroporto e decido di recarmi direttamente là – il tour l’ho già fatto con venti kg sulle spalle!
Dato che ci vuole circa un km e mezzo per arrivarci, non so dove trovare un bus né tantomeno un taxi, me la faccio a piedi. L’idea non sarebbe male, senonché l’aeroporto è dietro una collinetta e scendere per la strada ghiacciata non è un’idea brillantissima; c’è anche un piccolo belvedere con panchina che guarda sulla pista e sul piccolo golfo antistante.
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L’aeroporto è tipo quello del Playmobil: quattro assi inchiodate e poco altro. Non c’è una sala d’attesa, ci sono quattro seggiole all’ingresso, di fronte all’unico banco check-in, che è esattamente di fianco all’unico controllo di sicurezza e che è adiacente alle altre quattro seggiole del gate (unico). È di sicuro l’aeroporto più piccolo, in termini di superficie, in cui sia mai stato, che sia regolarmente servito da voli di linea. La rotta (unica) per BOO è in parte finanziata dallo stato norvegese, e dal mio biglietto :diavoletto:
La cosa divertente è che Narvik è servita anche da un altro aeroporto, quello di Harstad/Narvik presso Evenes, a circa una ottantina di km più a nord. NVK dovrebbe chiudere tra qualche anno, non appena il nuovo ponte in costruzione ridurrà la distanza di viaggio verso EVE a meno di un’ora, d’altra parte stiamo parlando di un aeroporto vero, con un terminal, una pista di 2800m e voli di linea verso varie località domestiche norvegesi contro una portaerei che serve una località a 25 minuti di volo di distanza.
Una volta entrato nel terminal, il signore al check-in mi saluta e mi osserva sedermi su una delle seggiole. Si avvicina e mi chiede dove devo andare. Bodø, con il volo serale, e “sì lo so che sono in grosso anticipo”. Torna dopo trenta secondi e mi chiede se voglio essere spostato sul volo precedente. Quando parte? Tra venti minuti, sir. Azz, me cojoni! Se si può sì, ben volentieri!
Controlla due cose sul terminale e mi rilascia subito la carta d’imbarco. Porto lo zainone sul bancone del check-in (viene pesato dopo!) e mi rilascia il bagtag, vedo lo zainone che mi segue mentre mi dirigo al controllo radiogeno. Devo aver scombussolato un po’ la monotonia delle uniche due persone a lavorare nel “terminal”. Non mi viene mai chiesto un documento di identità, tanta fiducia da queste parti.
Mi rimetto comodo su una delle altre seggiole presso il gate, l’aereo è già atterrato; vedo il mio zaino venire incastrato nel baggage hold posteriore, che viene poi chiuso.
La registrazione LN-WIN è particolarmente azzeccata per la situazione
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L’aereo è free seating. Visto il numero di passeggeri direi che non c’è bisogno di correre a prendere il finestrino!
Tratta: NVK-BOO
Volo: WF 853
Aereo: Bombardier DHC-8-103B
MSN: 409
Reg: LN-WIN
Primo volo: AUG 1995
Consegnato: 25/08/1995
Età: 19.4 anni
Posto: 05A
Gate: ---
Sched/Actual: 1549-1628 / 1553-1627
Durata volo: 34’
Fuori scatto un paio di foto tanto per gradire. Mosse e orribili. Appropriato che questo aereo sia intitolato "Lofoten".
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A bordo vi è un’unica assistente di volo, molto carina, avrà avuto sì e no 25 anni. Mi accomodo a 5A, dietro l’uscita di emergenza (stesso pitch) che rimarrà sguarnita. Dimostrazione di sicurezza lampo in solo norvegese, porte chiuse e in due minuti (davvero due) siamo pronti al decollo in testata 19. Decollo non è forse il termine corretto, dato che si tratta di un lancio con la fionda: motori a manetta, freni tirati e via! Il piccolo frullino si mangia i 965m della pista di NVK e, con ancora lo stomaco sulla striscia di asfalto, siamo in aria, nella notte polare, per il breve salto che ci porterà a terra a BOO.
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Ovviamente non si vede nulla fuori dal finestrino. Guardiamo dentro allora
La cabina mi è sembrata in qualche modo rinnovata. Molto spaziosa.
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Durante il volo c’è pure il tempo per passare a consegnare un cioccolatino a ciascun passeggero.
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Questa pubblicità è particolarmente riuscita! La rivista di bordo, interamente in norvegese, è chiaramente dedicata ad un pubblico locale.
Piccola selezione del network a nord:
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e flotta
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Ormai siamo in finale per BOO
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e poco dopo atterriamo, senza troppe cerimonie, lungo pista 25. Scopro solo a casa che questo DH8 è stato coinvolto in fuori pista nel 2003, danneggiato, riparato e rimesso in servizio. Nessuno scherzo stavolta, nonostante l’avvicinamento non sia stato dei più tranquilli.
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Sbarco a piedi, le scalette sono a pochi metri; si rientra direttamente nell’area dei check-in e si esce verso il baggage claim e poi nella hall di ingresso. L’aeroporto non è malaccio e non è neppure troppo piccolo, d’altra parte da qui ci passano oltre un milione di passeggeri l’anno. Bodø fa 40.000 abitanti, per la cronaca.
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Quella roba che penzola dal soffitto dovrebbe essere una scultura.
All’uscita ci sono gli autobus che portano in centro città, sono meno di 2 km; delle quattro linee, tre passano anche per l’aeroporto.
La mattina dopo, dopo una sveglia molto rilassata, vado a fare un salto al famoso museo dell’aviazione. Non è enorme e l’apertura, causa festività natalizie, è limitata.
Ad ogni modo, qualche foto per gradire:
F-5A Freedom Fighter
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Veduta generale dell’hangar civile
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U-2. Prima volta che ne vedo uno dal vivo, pensavo fosse più grosso:
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Quando ancora in torre si guadagnavano la pagnotta!
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La cabina di un vecchio Dc9 SAS riadattata a sala cinema:
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i sedili sono ancora quelli originali!
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Purtroppo dell’esterno non si è salvato molto
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De Havilland Canada DHC-6 Twin Otter Widerøe. Ci sono interessanti pannelli illustrativi sulla compagnia e di come abbia letteralmente inventato il mercato dei PSO in Norvegia, scommettendo sulla miriade di micro aeroporti locali costruiti durante la WW2.
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Modellone appeso, la compagnia è scomparsa in seguito alla fusione con Thomas Cook.
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Fokker 28 Fellowship, esemplare nella livrea storica di Braathens SAFE
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E interno visitabile, parzialmente. Non mi pare in ottimo stato di conservazione e ho dei dubbi che gli interni non siano quelli originali.
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Ci sono anche una serie di poster storici di Braathens e SAS, magnifici. Purtroppo le foto sono una ciofeca.
De Havilland Canada DHC-3 Otter
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Il giro per la parte militare sarà un po’ più breve, il museo stava per chiudere e ho più interessi per la parte civile
De Havilland Vampire
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Cessna T37-B Tweet
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North American F-86 Sabre
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Northrop F-5A in version Tiger Meet
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Republic F-84 Thunderjet
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Prima di andare via, faccio anche un salto in torre, dove i gentilissimi controllori si spostano tutti dalle loro postazioni per permettermi di fare una foto “pulita”. Mi lasciano anche vettorare un aereo in avvicinamento a BOO, gli ho fatto fare un S, divertentissimo! Praticamente è un lavoro che possono fare tutti.
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Il resto della giornata sarà passato da un posto all’altro a bere e mangiare. Si segnala in particolare un bellissimo pub dove yours truly spenderà circa 30€ per una birra e un piatto di nachos col formaggio. Ci credo che in Norvegia sono tutti così ricchi. Se vogliono che torni lì mi devono pagare!