Thread Alitalia - Etihad IV : DICHIARAZIONE CONGIUNTA


Stato
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@Mauro: se posso permettermi, non rispondere :)! Credo sia la cosa migliore da fare!
 
Su questo punto tu hai gia' trovato da ridire in passato. Puoi anche non essere d'accordo su quello che dico, non pretendo di avere ragione, anzi, visto che fai l'avvocato del lavoro probabilmente su certe questioni hai ragione tu.
A volte sul forum prevalgono spiritosaggini e risposte addirittura fuorvianti, che difficilmente possono venire da errori di persone solitamente bene informate.
Non è il caso stavolta: mauro mi ha dato il link all'altro thread e c'era la risposta ai miei due punti: sono eccezioni fissate per legge e valide per il settore aeronautico.
Il thread linkato mi lo ricordavo più per i commenti (platealmente cannati) di chi sosteneva che il fondo non era finanziato dallo Stato e che addirittura con le tasse lo Stato guadagnava su CIGS e relative integrazioni.
Sul sito INPS ci sono lordo e netto dei trattamenti e sono molto vicini.
Allora forse puoi dirci esattamente come stanno le cose, cominciando dal rispondere alla domanda di matteoc, cosi da essere utile a chi sta per affrontare la perdita del posto di lavoro.
Grazie ma personalmente non sono coinvolto, mi occupo di un settore diverso e cercavo di capire da dove venisse tanta generosità.
Ovviamente le risposte sono utili a che si trova nei guai sia in Alitalia che altrove.
 
Alitalia-Etihad: alleanza tormentata (Mi.Fi.)

08:55 MILANO (MF-DJ)--Se gia' non bastassero la richiesta da parte di Etihad di portare da 200 a 300 milioni l'aumento di capitale a carico dei soci Cai per garantire i contenziosi, le resistenze della Popolare di Sondrio a cancellare la sua quota di debiti, e i malumori dei sindacati, ecco che un altro ostacolo, che si credeva rimosso, torna a frapporsi tra Alitalia e il suo possibile futuro di rilancio e sviluppo per mano degli emiri. Lo spauracchio dell'aiuto di Stato, scrive Milano Finanza, aleggia ancora sull'operazione che ha portato Poste a entrare nella compagnia guidata da Gabriele Del Torchio. Non se ne parlava piu', ma il caso e' tutt'altro che chiuso, anzi e' tornato alla ribalta proprio ora che Alitalia sta cercando di chiudere l'accordo con Abu Dhabi, per dare il via alla newco (51% Cai-49% Etihad). Poste, allora guidata da Massimo Sarmi, e' controllata al 100% dal Tesoro e si e' ritrovata azionista di Alitalia col 19,48%, alle spalle del primo socio Intesa Sanpaolo (20,59%) avendo apportato 75 milioni di euro con l'aumento di capitale da 300 milioni di euro chiuso il 20 dicembre scorso. Con Poste hanno esordito come azionisti Alitalia anche Unicredit e Odissea spa (Percassi). Gia' a fine ottobre, quasi due mesi prima di quell'operazione, subito avversata dai competitor di Alitalia come Lufthansa e British Airways con Iberia, l'intervento di Poste nella sua valenza industriale e strategica era stato spiegato dalle autorita' italiane all'Antitrust europeo. a allora gli scambi con gli uffici della Commissione sono stati frequenti, ma a quanto pare non altrettanto esaustivi. Cosi' ora Bruxelles e' tornata a chiedere un supplemento di informazioni. La missiva, su carta intestata della direzione generale Concorrenza, ha per oggetto "Presunto aiuto di Stato ad Alitalia" e da' tempo fino al 22 luglio per fornire le risposte alle nuove domande. Perche' le ultime, inviate il 15 maggio scorso, non sono ritenute complete. Ora la Com-missione vuole documenti riservati, e li vuole integrali, pur chiedendo alle autorita' italiane di indicare se si tratta di "informazioni di natura confidenziale". Per esempio, viene chiesto di fornire "una versione completa e non oscurata del verbale del consiglio di amministrazione di Alitalia dell'11 ottobre 2013", con aggiornamenti sulle trattative con Etihad, e si richiede anche copia della fairness opinion di Credit Suisse, con la valutazione della societa', ben misera, a onor del vero. All'Alitalia poi, come noto, e' stato riconosciuto in sede di aumento di capitale un valore di 30 milioni di euro. Certo, fa specie tanta solerzia nel dossier Alitalia mentre un'altra operazione, Cargoitalia-Cargolux, che pure ha arrecato forti pregiudizi a un vettore italiano, giace da anni in fondo ai cassetti di Bruxelles. La scadenza del 22 luglio non e' un aspetto secondario nelle vicende Alitalia. Tre giorni dopo, infatti, gli azionisti della compagnia si riuniranno in assemblea ordinaria per approvare il bilancio 2013, chiuso in rosso per oltre 500 milioni di euro, tra perdite operative e accantonamenti necessari a predisporre lo spin off della newco nella quale dovrebbe entrare Etihad. Ma prima di quella data, intorno alla meta' di luglio, il management di Alitalia conta di poter annunciare il via libera alle nozze, fermo restando che poi dovranno passare mesi per il closing.
 
Il thread linkato mi lo ricordavo più per i commenti (platealmente cannati) di chi sosteneva che il fondo non era finanziato dallo Stato e che addirittura con le tasse lo Stato guadagnava su CIGS e relative integrazioni.
Sul sito INPS ci sono lordo e netto dei trattamenti e sono molto vicini.
mi dai il link, per favore?
 
Alitalia-Etihad: alleanza tormentata (Mi.Fi.)

08:55 MILANO (MF-DJ)--Se gia' non bastassero la richiesta da parte di Etihad di portare da 200 a 300 milioni l'aumento di capitale a carico dei soci Cai per garantire i contenziosi, le resistenze della Popolare di Sondrio a cancellare la sua quota di debiti, e i malumori dei sindacati, ecco che un altro ostacolo, che si credeva rimosso, torna a frapporsi tra Alitalia e il suo possibile futuro di rilancio e sviluppo per mano degli emiri. Lo spauracchio dell'aiuto di Stato, scrive Milano Finanza, aleggia ancora sull'operazione che ha portato Poste a entrare nella compagnia guidata da Gabriele Del Torchio. Non se ne parlava piu', ma il caso e' tutt'altro che chiuso, anzi e' tornato alla ribalta proprio ora che Alitalia sta cercando di chiudere l'accordo con Abu Dhabi, per dare il via alla newco (51% Cai-49% Etihad). Poste, allora guidata da Massimo Sarmi, e' controllata al 100% dal Tesoro e si e' ritrovata azionista di Alitalia col 19,48%, alle spalle del primo socio Intesa Sanpaolo (20,59%) avendo apportato 75 milioni di euro con l'aumento di capitale da 300 milioni di euro chiuso il 20 dicembre scorso. Con Poste hanno esordito come azionisti Alitalia anche Unicredit e Odissea spa (Percassi). Gia' a fine ottobre, quasi due mesi prima di quell'operazione, subito avversata dai competitor di Alitalia come Lufthansa e British Airways con Iberia, l'intervento di Poste nella sua valenza industriale e strategica era stato spiegato dalle autorita' italiane all'Antitrust europeo. a allora gli scambi con gli uffici della Commissione sono stati frequenti, ma a quanto pare non altrettanto esaustivi. Cosi' ora Bruxelles e' tornata a chiedere un supplemento di informazioni. La missiva, su carta intestata della direzione generale Concorrenza, ha per oggetto "Presunto aiuto di Stato ad Alitalia" e da' tempo fino al 22 luglio per fornire le risposte alle nuove domande. Perche' le ultime, inviate il 15 maggio scorso, non sono ritenute complete. Ora la Com-missione vuole documenti riservati, e li vuole integrali, pur chiedendo alle autorita' italiane di indicare se si tratta di "informazioni di natura confidenziale". Per esempio, viene chiesto di fornire "una versione completa e non oscurata del verbale del consiglio di amministrazione di Alitalia dell'11 ottobre 2013", con aggiornamenti sulle trattative con Etihad, e si richiede anche copia della fairness opinion di Credit Suisse, con la valutazione della societa', ben misera, a onor del vero. All'Alitalia poi, come noto, e' stato riconosciuto in sede di aumento di capitale un valore di 30 milioni di euro. Certo, fa specie tanta solerzia nel dossier Alitalia mentre un'altra operazione, Cargoitalia-Cargolux, che pure ha arrecato forti pregiudizi a un vettore italiano, giace da anni in fondo ai cassetti di Bruxelles. La scadenza del 22 luglio non e' un aspetto secondario nelle vicende Alitalia. Tre giorni dopo, infatti, gli azionisti della compagnia si riuniranno in assemblea ordinaria per approvare il bilancio 2013, chiuso in rosso per oltre 500 milioni di euro, tra perdite operative e accantonamenti necessari a predisporre lo spin off della newco nella quale dovrebbe entrare Etihad. Ma prima di quella data, intorno alla meta' di luglio, il management di Alitalia conta di poter annunciare il via libera alle nozze, fermo restando che poi dovranno passare mesi per il closing.

meglio tardi che mai...
 
Sono da cell e non riesco.

Il link l'hai postato tu nel vecchio thread post #28; Mauro ha messo il link al thread qui sopra.
Ovviamente i trattamenti a cui mi riferisco sono quelli di CIGS, perché quello integrativi sono diversi per ciascuno.
Se sono diversi per ciascuno, cosa c'e' di sbagliato nei conti che fece quell'utente parlando di irpef ?
 
ma chi glielo fa fare ad Ethiad...
Fare business è i loro lavoro, superare le difficoltà è parte del business.
In Italia e anche qua da parte di alcuni sembra sempre che ci facciano un piacere, in realtà EY pesa bene i pro e contro e su quelli opera. Per esempio non è che con 500 milioni si possono prendere la metà di LH o di BA ed essere il partner industriale privilegiato, per quella cifra possono prendere AZ con potenzialità in prospettiva ma anche problemi assortiti, altrimenti se andava tutto bene non sarebbe in questa situazione e non varrebbe questi soldi e magari non sarebbero nemmeno in vendita.
 
A volte sul forum prevalgono spiritosaggini e risposte addirittura fuorvianti, che difficilmente possono venire da errori di persone solitamente bene informate.
Non è il caso stavolta: mauro mi ha dato il link all'altro thread e c'era la risposta ai miei due punti: sono eccezioni fissate per legge e valide per il settore aeronautico.
Il thread linkato mi lo ricordavo più per i commenti (platealmente cannati) di chi sosteneva che il fondo non era finanziato dallo Stato e che addirittura con le tasse lo Stato guadagnava su CIGS e relative integrazioni.
Sul sito INPS ci sono lordo e netto dei trattamenti e sono molto vicini.

Grazie ma personalmente non sono coinvolto, mi occupo di un settore diverso e cercavo di capire da dove venisse tanta generosità.
Ovviamente le risposte sono utili a che si trova nei guai sia in Alitalia che altrove.

Secondo me erano invece giuste le tre affermazioni che hai scritto al #188. Ovvero, la risposta è sì a tutte. Tranne solo il fatto che allo stato attuale delle trattative non si può desumere se si tratti di cigs o mobilità.

In parte mi sembra si stia facendo confusione, anche perchè come puoi vedere, l'articolo dell'Inps non reca una data e quindi non è noto se sia ante o post Fornero.

A mio avviso è ante, in quanto avevo già postato un aggiornamento più recente riguardo gli effetti della riforma sugli ammortizzatori sociali del trasporto aereo.

Detto questo, ma in caso, non sarebbe meglio continuare sulla discussione apposita?
 
Fare business è i loro lavoro, superare le difficoltà è parte del business.
In Italia e anche qua da parte di alcuni sembra sempre che ci facciano un piacere, in realtà EY pesa bene i pro e contro e su quelli opera. Per esempio non è che con 500 milioni si possono prendere la metà di LH o di BA ed essere il partner industriale privilegiato, per quella cifra possono prendere AZ con potenzialità in prospettiva ma anche problemi assortiti, altrimenti se andava tutto bene non sarebbe in questa situazione e non varrebbe questi soldi e magari non sarebbero nemmeno in vendita.

Veramente lo dice (ora) il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti; e forse per una volta, probabilmente unica, non dice una castroneria...
O torniamo al concetto che "c'e' la fila fuori dalla porta perche' siamo un asset che fa gola a molti" ? E dai...e' (quasi) andata di fino..il mezzo bluff e' andato fin troppo bene e il piatto vince...
 
Alitalia: Gros Pietro, su debito problema non sono le banche

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Grugliasco, 30 giu - "Alla fine l'accordo si trovera'. Il problema non sono le banche". Lo ha detto Gian Maria Gros Pietro, presidente del consiglio di gestione di Intesa San Paolo, a proposito della soluzione del problema del debito di Alitalia. Intesa Sanpaolo e' uno degli istituti maggiormente esposti verso l'ex compagnia di bandiera, il cui capitale si sta aprendo al vettore degli Emirati Etihad. Il banchiere ha parlato a margine dell'assemblea dell'Unione degli industriali di Torino.
 
Veramente lo dice (ora) il Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti; e forse per una volta, probabilmente unica, non dice una castroneria...
O torniamo al concetto che "c'e' la fila fuori dalla porta perche' siamo un asset che fa gola a molti" ? E dai...e' (quasi) andata di fino..il mezzo bluff e' andato fin troppo bene e il piatto vince...
Il concetto lo ha ben spiegato Hogan dicendo che non fanno beneficenza.

Simpatico come Lupi diventi attendibile a random...
 
MILANO - I servizi del commissario Ue per la concorrenza, Joaquin Almunia, hanno inviato una lettera alle autorità italiane chiedendo entro il 22 luglio nuovi documenti per chiarire l'eventuale aiuto di stato fornito ad Alitalia tramite Poste italiane, e per avere ragguagli sull'operazione con Etihad. Lo riporta l'Agi citando la lettera: l'aspetto dell'operazione Etihad è stato gestito finora non come questione di concorrenza, ma solo sotto il profilo della proprietà e del controllo della compagnia, di cui si occupa il commissario Ue per i trasporti Siim Kallas.


Di più. L'oggetto della missiva arrivata al governo è "Italia: presunto aiuto di stato ad Alitalia" e ora gli esperti dell'antitrust Ue sottolineano che "alcuni profili sono ancora da chiarire" in merito alla vicende dell'ex compagnia di bandiera che dovrebbe essere salvata dal vettore di Abu Dhabi.


Bruxelles in particolare chiede "una versione completa e non oscurata del verbale del consiglio di amministrazione di Alitalia dell'11 ottobre 2013" quando fu deciso l'aumento di capitale di Alitalia attraverso l'ingresso di Poste Italiane. La Commissione richiede inoltre "una copia della fairness opinion predisposta da Crédit Suisse" in relazione all'aumento di capitale.


I servizi di Almunia entrano anche nel dossier Etihad chiedendo
di "fornire un aggiornamento sulle negoziazioni e discussioni tra Alitalia e Etihad", prefigurando un interesse anche sotto il profilo dell'antitrust dell'operazione in corso con la compagnia emiratina. La lettera, datata 24 giugno, aggiunge che "i servizi della Commissione chiedono di fornire una risposta alle nostre domande entro 20 giorni lavorativi dalla data della presente lettera, in particolare entro il 22 luglio 2014, fornendo tutte le informazioni che possano consentire alla Commissione di valutare le misure in questione ai sensi degli articoli 107 e 108 del Trattato sul Funzionamento dellÃó Unione Europea (TFUE)."

repubblica
 
Il concetto lo ha ben spiegato Hogan dicendo che non fanno beneficenza.

Simpatico come Lupi diventi attendibile a random...

Simpatico come ci si senta ancora chissa' chi quando il mondo intero e' d'accordo che si tratti una svendita al ribasso senza se e senza ma...
Lupi? e' inattendibile a prescindere...ne ha solo imbroccata una giusta sulle 1000 castronerie che e' (spero) costretto a dire dalla sua posizione!
 
Simpatico come ci si senta ancora chissa' chi quando il mondo intero e' d'accordo che si tratti una svendita al ribasso senza se e senza ma...
Lupi? e' inattendibile a prescindere...ne ha solo imbroccata una giusta sulle 1000 castronerie che e' (spero) costretto a dire dalla sua posizione!

Un'azienda con un debito di oltre 2 mld in 5 anni, valutata 30 mln dall'advisor, e i cui soci hanno azzerato a bilancio il valore delle partecipazioni quanto la dovevano pagare gli arabi? Così per curiosità... :)
 
Stato
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