Sono sempre stato uno di quelli che: “in India mai, piuttosto me ne sto a casa”.
Infatti…
A novembre scorso visitiamo la mostra “BBC wildlife photographer of the year” qui a Milano. A commentare le foto in quell’occasione c’è anche tale Alessandro Bee, fotografo naturalista che è stato appunto appena premiato dalla BBC per alcuni suoi scatti.
Terminata la mostra si scopre che Bee organizza dei viaggi fotografici in India a fotografare delle tigri al parco nazionale di Ranthambore nel Rajhastan. E lui viene con te a scattare e a darti consigli di tecnica fotografia.
Tigre = animale preferito della mia ragazza + fotografia = hobby preferito della mia ragazza. Ho già capito che l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
In meno che meno la decisione è presa. Si va in India.
Step numero uno: trovare i voli.
Ho una caterva di Avios BA e il sito BA è veramente il top dei top per chi vuole usare le miglia, in qualsiasi classe.
In meno di 2 minuti ho 2 biglietti in F emessi senza dover stare a supplicare un addetto del call center perdendo minimo un pomeriggio al telefono. Il servizio Millemiglia in confronto è “una cagatina di mosca” (cit.)
Step numero due: fare il visto.
Se c’è una cosa che non sopporto sono i paesi che nel 2014 richiedono il visto preventivo. Ma si svegliassero un attimo! Se è per non perdere gli introiti da visto allora che chiedessero direttamente 150 o 200 euro di tassa sul biglietto aereo e buonanotte. Mamma mia.
Il sito del consolato di Milano rende bene l’idea di quello che è l’India: un paese tragicomico con una burocrazia assurda.
Si può andare solo martedì mattina e non si può prenotare.
10 righe dopo c’è scritto che però non tutti i martedì è aperto, e ovviamente si guardano bene da scrivere le date esatte di chiusura.
Poi dicono che devi fare l’application, ma non inviarla. Se la invii non va bene e non devi più presentarti. Però non ti spiegano gli step successivi.
Inoltre è vietato portare il passaporto di persona ma va spedito.
Sai che c’è?
Vado ad un agenzia visti e ci pensano loro.
Step numero 3: apportare una LEGGERISSIMA modifica all’albergo proposto dal programma in loco.
Da una stamberga all’Oberoi. Fatto.
Ora possiamo partire.
Eccoci quindi al sitierport, aeroporto prediletto da British Airways e da tanti altri miscredenti (E anche dai famosi romanodonti. Poi un giorno qualcuno mi spiegherà cosa sarebbe un romanodonte, nda).
A Linate a quest’ora non c’è veramente nessuno. Check-in, meno di 1 minuto. Security 1 minuto.
Terraces Lounge. Paga sempre lo scotto dell’assenza di finestre.

Buona l’offerta.



Imbarco obbligatoriamente dai remoti.
Ecco l’ultimo gioiello di casa IG, EI-FDS.

Il nostro bus.

“L’innovazione (digitale) porta le aziende e il paese verso il futuro”. Ah beh, con Linate aperto, è proprio sicuro al 100% guarda…

I ras dell’idroscalo.
(…Sò uno strano animale...sò un tip'eccezziunale, sò il re del quartiere...dettengo il potere, se perto la pazienza...mi scatta la iulenza...ah aaah…)

Per fortuna che gli amici dell’enav vegliano su di noi.

Mercoledì 16 aprile 2014
LIN-LHR
Flight: BA 575 – AA 6262
Class: C
Seat: 03A
Eqp: Airbus 319-131
Reg: G-EUPL
c/n: 1239
Delivered: 08/06/2000
Scheduled: 1420-1520
Block to block: 1424-1528
In air: 1434-1522
Oggi il LF è tristino, 7/12 davanti, 84 totali. Oddio non aspirano più…come faranno? Se fossimo partiti da MXP ci sarebbe stata la gente in piedi sulle ali.

Farsi superare da un carciofo della Bombardier è l’umiliazione suprema.

Interni assai vintage.


Stacchiamo in un niente.

ATA



Ed ecco a voi la città più figa del mondo, l’unica assieme a Parigi, New York e Londra che DEVE poter avere minimo minimo due aeroporti! Che siamo noi, i figli della schifosa?

D’altronde abbiamo 3 stazioni, è giusto avere altrettanti aeroporti, no?


Ecco un altro aeroporto! Ué, feeega, sem minga dei pirla qui! Te capì?

Como

Lugano


Locarno



Arriva il pre-rancio.

Seguito da rancio.
Sarebbe esattamente sta ciofeca?
“It’s an afternoon tea, Sir…”
Mecojoni! I meant, lovely, thank you!

Lasciamo la France.

Per la perfida Albione.

Mr Gatwick, I suppose?

E chi l’ha detto che in Inghilterra non c’è mai il sole?

Il vero sitierport, l’originale, non il tarocco made in peschiera borromeo.

Eh vedi che pure qui c’hanno una cifra di aeroporti come noi milanesi feeeeeghi!!!

E pure alcuni in disuso!!! Che invidiaaaaa!!!

Bei colori.


Pure l’idroscalo ci hanno copiato!

E anche il castello sforzesco! Vabbé ma chi si credono di essere sti inglesotti?






Questi ce li abbiamo pure noi a malpensa, e ben due al giorno, gné, gné, gné…

E pure questi…no beh, questi forse proprio no.






Sbarchiamo e rifacciamo la trafila dei controlli. Lentissimi.

L’ingresso della Concorde Room.



Quello che puoi ordinare ai solerti camerieri che girano per la lounge.



Artistica.


Tabelloni

Scale mobili per il peoplemover.

Il nostro gate. L’aereo è in ritardo per un problema tecnico.

Ecco il nostro mezzo.

Closeup


Fauna variegata sullo sfondo

I migliori amici degli indiani.


Mercoledì 16 aprile 2014
LHR-DEL
Flight: BA 257 – AA 6663 – IB 4670
Class: F
Seat: 04E
Eqp: Boeing 777-236ER
Reg: G-YMMN
c/n: 30316/346
Delivered: 15/06/2001
Scheduled: 1930-0810
Block to block: 2001-0908
In air: 2022-0859
Anche su questo volo siamo in pochi. L’aereo è configurato 12F/48J/32W/127Y.
In F siamo in 6. Ma credo non più di 120 in tutto.
Al solito su BA l’accoglienza è cerimoniosa ma distaccata quanto basta. Certo è che l’ambiente è più da business che da first ma BA è così e lo sapevo.
Abbiamo 2 posti centrali affiancati tipo honeymoon.


Pigiama ed amenity kit. Diversi tra uomo e donna.

Contenuto dell’amenity kit

L’immancabile sciampagnino

La seduta è comoda e la poltrona è bella lunga.
Questo aereo –a differenza di quello che prenderemo al ritorno- ha ancora il vecchio IFE.

Partiamo con un discreto ritardo.



Noccioline average.

Questa forse era la cosa più edibile dell’intero servizio.

Sì perché diciamocelo, su BA si mangia discretamente male. Ma su questo volo oggi penso che batteranno ogni record.
Ah no, anche la zuppa non era malvagia.

Questo glielo avrei tirato in testa anche in Y.

E questa aragosta…no comment!

Direi che forse è meglio dormirci su.

Sì, decisamente meglio il sonno del cibo.




Mi faccio portare una mezza colazione, una cosa leggera. Anche se era disponibile ogni ben di dio.

Abbiamo fatto una specie di doppio arco.


Il dreamliner di Al Baker.

L’aeroporto di Delhi è meno un incubo di quanto credessi e l’immigration indiana è molto meno un incubo di quanto credessi. Già è tanto se mi hanno controllato il visto. Dopo il girone dantesco per ottenerlo minimo minimo mi sarei aspettato che lo esaminassero esperti di CSI col lumino ma invece niente.

Fuori fa veramente un caldo masai. E c’è pure un inquinamento masai.

Il gate guardian di DEL.

Siamo in macchina col nostro autista. Siamo diretti a Sawai Madhopur. Quanti km sono? 300 km, Sir. Ah ok, so how long the journey is going to take? 8 hours, Sir.
Minchia…!!
Poi capirete il perché.
(continua)
Infatti…
A novembre scorso visitiamo la mostra “BBC wildlife photographer of the year” qui a Milano. A commentare le foto in quell’occasione c’è anche tale Alessandro Bee, fotografo naturalista che è stato appunto appena premiato dalla BBC per alcuni suoi scatti.
Terminata la mostra si scopre che Bee organizza dei viaggi fotografici in India a fotografare delle tigri al parco nazionale di Ranthambore nel Rajhastan. E lui viene con te a scattare e a darti consigli di tecnica fotografia.
Tigre = animale preferito della mia ragazza + fotografia = hobby preferito della mia ragazza. Ho già capito che l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
In meno che meno la decisione è presa. Si va in India.
Step numero uno: trovare i voli.
Ho una caterva di Avios BA e il sito BA è veramente il top dei top per chi vuole usare le miglia, in qualsiasi classe.
In meno di 2 minuti ho 2 biglietti in F emessi senza dover stare a supplicare un addetto del call center perdendo minimo un pomeriggio al telefono. Il servizio Millemiglia in confronto è “una cagatina di mosca” (cit.)
Step numero due: fare il visto.
Se c’è una cosa che non sopporto sono i paesi che nel 2014 richiedono il visto preventivo. Ma si svegliassero un attimo! Se è per non perdere gli introiti da visto allora che chiedessero direttamente 150 o 200 euro di tassa sul biglietto aereo e buonanotte. Mamma mia.
Il sito del consolato di Milano rende bene l’idea di quello che è l’India: un paese tragicomico con una burocrazia assurda.
Si può andare solo martedì mattina e non si può prenotare.
10 righe dopo c’è scritto che però non tutti i martedì è aperto, e ovviamente si guardano bene da scrivere le date esatte di chiusura.
Poi dicono che devi fare l’application, ma non inviarla. Se la invii non va bene e non devi più presentarti. Però non ti spiegano gli step successivi.
Inoltre è vietato portare il passaporto di persona ma va spedito.
Sai che c’è?
Vado ad un agenzia visti e ci pensano loro.
Step numero 3: apportare una LEGGERISSIMA modifica all’albergo proposto dal programma in loco.
Da una stamberga all’Oberoi. Fatto.
Ora possiamo partire.
Eccoci quindi al sitierport, aeroporto prediletto da British Airways e da tanti altri miscredenti (E anche dai famosi romanodonti. Poi un giorno qualcuno mi spiegherà cosa sarebbe un romanodonte, nda).
A Linate a quest’ora non c’è veramente nessuno. Check-in, meno di 1 minuto. Security 1 minuto.
Terraces Lounge. Paga sempre lo scotto dell’assenza di finestre.

Buona l’offerta.



Imbarco obbligatoriamente dai remoti.
Ecco l’ultimo gioiello di casa IG, EI-FDS.

Il nostro bus.

“L’innovazione (digitale) porta le aziende e il paese verso il futuro”. Ah beh, con Linate aperto, è proprio sicuro al 100% guarda…

I ras dell’idroscalo.
(…Sò uno strano animale...sò un tip'eccezziunale, sò il re del quartiere...dettengo il potere, se perto la pazienza...mi scatta la iulenza...ah aaah…)

Per fortuna che gli amici dell’enav vegliano su di noi.

Mercoledì 16 aprile 2014
LIN-LHR
Flight: BA 575 – AA 6262
Class: C
Seat: 03A
Eqp: Airbus 319-131
Reg: G-EUPL
c/n: 1239
Delivered: 08/06/2000
Scheduled: 1420-1520
Block to block: 1424-1528
In air: 1434-1522
Oggi il LF è tristino, 7/12 davanti, 84 totali. Oddio non aspirano più…come faranno? Se fossimo partiti da MXP ci sarebbe stata la gente in piedi sulle ali.

Farsi superare da un carciofo della Bombardier è l’umiliazione suprema.

Interni assai vintage.


Stacchiamo in un niente.

ATA



Ed ecco a voi la città più figa del mondo, l’unica assieme a Parigi, New York e Londra che DEVE poter avere minimo minimo due aeroporti! Che siamo noi, i figli della schifosa?

D’altronde abbiamo 3 stazioni, è giusto avere altrettanti aeroporti, no?


Ecco un altro aeroporto! Ué, feeega, sem minga dei pirla qui! Te capì?

Como

Lugano


Locarno



Arriva il pre-rancio.

Seguito da rancio.
Sarebbe esattamente sta ciofeca?
“It’s an afternoon tea, Sir…”
Mecojoni! I meant, lovely, thank you!

Lasciamo la France.

Per la perfida Albione.

Mr Gatwick, I suppose?

E chi l’ha detto che in Inghilterra non c’è mai il sole?

Il vero sitierport, l’originale, non il tarocco made in peschiera borromeo.

Eh vedi che pure qui c’hanno una cifra di aeroporti come noi milanesi feeeeeghi!!!

E pure alcuni in disuso!!! Che invidiaaaaa!!!

Bei colori.


Pure l’idroscalo ci hanno copiato!

E anche il castello sforzesco! Vabbé ma chi si credono di essere sti inglesotti?






Questi ce li abbiamo pure noi a malpensa, e ben due al giorno, gné, gné, gné…

E pure questi…no beh, questi forse proprio no.






Sbarchiamo e rifacciamo la trafila dei controlli. Lentissimi.

L’ingresso della Concorde Room.



Quello che puoi ordinare ai solerti camerieri che girano per la lounge.



Artistica.


Tabelloni

Scale mobili per il peoplemover.

Il nostro gate. L’aereo è in ritardo per un problema tecnico.

Ecco il nostro mezzo.

Closeup


Fauna variegata sullo sfondo

I migliori amici degli indiani.


Mercoledì 16 aprile 2014
LHR-DEL
Flight: BA 257 – AA 6663 – IB 4670
Class: F
Seat: 04E
Eqp: Boeing 777-236ER
Reg: G-YMMN
c/n: 30316/346
Delivered: 15/06/2001
Scheduled: 1930-0810
Block to block: 2001-0908
In air: 2022-0859
Anche su questo volo siamo in pochi. L’aereo è configurato 12F/48J/32W/127Y.
In F siamo in 6. Ma credo non più di 120 in tutto.
Al solito su BA l’accoglienza è cerimoniosa ma distaccata quanto basta. Certo è che l’ambiente è più da business che da first ma BA è così e lo sapevo.
Abbiamo 2 posti centrali affiancati tipo honeymoon.


Pigiama ed amenity kit. Diversi tra uomo e donna.

Contenuto dell’amenity kit

L’immancabile sciampagnino

La seduta è comoda e la poltrona è bella lunga.
Questo aereo –a differenza di quello che prenderemo al ritorno- ha ancora il vecchio IFE.

Partiamo con un discreto ritardo.



Noccioline average.

Questa forse era la cosa più edibile dell’intero servizio.

Sì perché diciamocelo, su BA si mangia discretamente male. Ma su questo volo oggi penso che batteranno ogni record.
Ah no, anche la zuppa non era malvagia.

Questo glielo avrei tirato in testa anche in Y.

E questa aragosta…no comment!

Direi che forse è meglio dormirci su.

Sì, decisamente meglio il sonno del cibo.




Mi faccio portare una mezza colazione, una cosa leggera. Anche se era disponibile ogni ben di dio.

Abbiamo fatto una specie di doppio arco.


Il dreamliner di Al Baker.

L’aeroporto di Delhi è meno un incubo di quanto credessi e l’immigration indiana è molto meno un incubo di quanto credessi. Già è tanto se mi hanno controllato il visto. Dopo il girone dantesco per ottenerlo minimo minimo mi sarei aspettato che lo esaminassero esperti di CSI col lumino ma invece niente.

Fuori fa veramente un caldo masai. E c’è pure un inquinamento masai.

Il gate guardian di DEL.

Siamo in macchina col nostro autista. Siamo diretti a Sawai Madhopur. Quanti km sono? 300 km, Sir. Ah ok, so how long the journey is going to take? 8 hours, Sir.
Minchia…!!
Poi capirete il perché.
(continua)