Salvataggio Alitalia, Meridiana non ci sta: «Siamo penalizzati»
Scaramella: «
Da sempre camminiamo con le nostre risorse. Denunciamo le storture del sistema, il governo intervenga»
di Guido Piga
OLBIA. Tutte le attenzioni per Alitalia, nessuna per Meridiana. Con i poteri pubblici (lo Stato, in questo caso) impegnati a salvare l’ex compagnia di bandiera e poco interessati (la Regione, nello specifico) alla vita della prima compagnia aerea privata d’Italia. Sarà che per Alitalia erano scesi in campo i patrioti (1,5 miliardi bruciati dal 2008, peggio della gestione pubblica, come certificato ieri dal Sole-24 Ore) e l’affare era ed è di Stato, ma a Olbia, quartier generale del vettore dell’Aga Khan, questi giorni sono stati vissuti con un misto di attenzione e delusione.
Nessuno - né da Roma, né da Cagliari - si è fatto sentire per capire se, insomma, nel salvataggio pubblico della privata Alitalia
ci fosse un posto anche per Meridiana. «Non abbiamo avuto alcun tipo di contatto» taglia corto l’ad Roberto Scaramella. Un po’ lo aveva messo nel conto, è sicuro. Meridiana ha fatto sempre le cose da sola, nel bene e nel male. E con un azionista, l’Aga Khan, che non sarà un patriota (anche se, utile per l’aneddotica, la nonna paterna è italiana e il padre è nato a Torino), ma che dal 2007, tra intuizioni e errori, ha investito nella sua compagnia qualcosa come 600 milioni.
«Osserviamo con attenzione il salvataggio di Alitalia - dice Scaramella -. Riteniamo positivo che il Governo sia intervenuto su un settore strategico ma - aggiunge con una frecciatina, la prima - ora speriamo che intervenga per le riforme strutturali, non solo per il salvataggio degli azionisti privati».
C’è poco da equivocare: Scaramella - come molti osservatori - fa capire che la posizione del Governo, di fatto, ha favorito un player privato (grande e strategico quanto si vuole) senza offrire sostegno all’altro. «Noi esistiamo da 50 anni - chiarisce l’ad di Meridiana -.
Abbiamo sempre camminato con le nostre risorse, ma non possiamo non denunciare le storture del sistema che ci penalizzano».
La prima: a parte il Governo che salva Alitalia, «ci sono le low cost straniere che, invece di sviluppare le rotte internazionali, battono quelle italiane e lo fanno con i ricchi finanziamenti pubblici degli aeroporti e senza pagare le tasse in Italia». La seconda: «Rispetto alla concorrenza, i partner strategici ci chiedono le garanzie in anticipo, mentre, come abbiamo visto, con Alitalia hanno un diverso atteggiamento». Chiaro riferimento all’Eni, che ha fornito carburante ad Alitalia nonostante non avesse più garanzie.
Un ragionamento propedeutico per lanciare la seconda frecciatina. «Ora che il risanamento di Alitalia è stato avviato, mi sono convinto che il Governo non si fermerà all’emergenza ma andrà avanti per cambiare il sistema dei trasporti in Italia - dice Scaramella -. L’ingresso delle Poste in Alitalia ha un suo senso: da anni la società tiene in vita la compagnia Mistral, sempre in perdita. Sta replicando quell’operazione, sa come si fa...».
Ma se Roma, per Alitalia, si è mossa, da Cagliari neppure un passo per la compagnia della Sardegna. «Non abbiamo avuto né incontri né contatti. Restiamo fermi nel denunciare l’inefficacia della nuova continuità territoriale. Ma - annuncia Scaramella - c’è un altro problema: la Regione ci ha fatto sapere che anche le rotte della continuità territoriale 2 (Bologna, Torino, Napoli, Verona) non avranno più sostegno a partire dal 27 ottobre. Aspettiamo la comunicazione ufficiale, ma, se fosse così, è chiaro che Meridiana sarà obbligata a fare solo quelle in cui non perde. Le altre le lasceremo, non per colpa nostra».
http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...idiana-non-ci-sta-siamo-penalizzati-1.7916018
Cosa non ci tocca sentire...