Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


Stato
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le banche non vedono l'ora di indebitarsi, con una spettacolare azienda ad un passo dal secondo fallimento un 5 anni, il loan se lo litigano tutti i giorni.

Secondo?? E perchè?
Primo, casomai.

C'hanno sempre tenuto così tanto alla discontinuità rispetto al passato (quando si tratta di sfoderare le livree vintage mi pare di no, però), che mi pare giusto riconoscerlo.
 
Nicola, tutti questi che si ostinano a non voler vedere in faccia la realtà continuano a dire che ci sono altre strade (studiare una soluzione, abbasso AF, ci pensi la CDP, etc...), ma ce ne fosse uno che dica (realisticamente) quali.
tuttavia la risposta italiana tipo sarebbe: "beh....-sospiro-.., valutare in primis l'istituzione di una commissione (di saggi...altri...) che effettui un'attenta analisi della situazione macro-economica del settore con particolare riferimento a fattori che interpretino la volontà di mantenere la compagnia di bandiera in uno stato di competitività e rilancio, salvaguardando i posti di lavoro e pur tuttavia esaminando altresì quelle dinamiche che non la rendono attualmente profittevole, cagionando perdite non oltre sostenibili in un mercato sempre più attento ad una gestione accurata del bilancio..."

che ne dite, amici di AZ, può andare? O vogliamo aprire gli occhi finalmente?
ma credo che ormai i giochi siano piu' o meno gia' fatti, si tratta di fare un prestito ponte, garantito ovviamente dallo stato, magari non in modo cosi' palese,, aspettando che l'unico pretendente interessato la prenda in una situazione a loro piu' consona, senza fastidi sindacali o societari
nessuno sano di mente metterebbe cinque lire in un'azienda ed un ambiente strettamente politicizzzato e comunque palesemente fallimentare
 
A causa del momento politico ed economico (fiscal compact, sforamento al 3,1, situazione banche, etc.), per alcuni versi la situazione mi sembra anche più complessa di quella del 2008.

Purtroppo come ogni navigante sa, il rischio di incidente si massimizza coll'aumentare dei cofattori. Oltre al fatto che adesso si parla di un'azienda privata e come fai a farlo digerire a un cittadino.

Quello che però veramente non capisco è: i miei ex colleghi che in questi 5 anni si sono fatti un secchio così, hanno lavorato come muli, hanno fatto molto più della loro parte, ma possibile che in pubblico e fuori non abbiano nulla da dire su una storia che rischia di decidere un'altra volta del loro futuro?
 
ma possibile che in pubblico e fuori non abbiano nulla da dire...
E' molto più interessante leggere quello che hanno da dire gli spettatori di questa commedia, chi sta sul palcoscenico è meglio se si limita a recitare la sua parte senza interferire nella sceneggiatura.
 
E' molto più interessante leggere quello che hanno da dire gli spettatori di questa commedia, chi sta sul palcoscenico è meglio se si limita a recitare la sua parte senza interferire nella sceneggiatura.

Intervengo solo ora, ma secondo te che questa storia "la vivi" qual'è la miglior soluzione?
 
Nicolap ha ragione ,
inutile pensare che prediche sulla sicurezza cambino la questione
se ci si guarda indietro gli ultimi 10 anni sono un susseguirsi di compagnie fallite, non vedo perche sentirsi al di sopra degli altri solo perche si chiama alitalia
ad ogni modo la soluzione dovrebbe gia' esserci
anche se tutto sommato, per certi versi, spererei di sbagliarmi
 
E' molto più interessante leggere quello che hanno da dire gli spettatori di questa commedia, chi sta sul palcoscenico è meglio se si limita a recitare la sua parte senza interferire nella sceneggiatura.

Se non ricordo male sei un navigante, e quindi anche tu uno spettatore della commedia.
 
Si sentiva la mancanza delle Bertade.

No, scusa, c'ho messo un attimo a capire il tuo post, ma poi ci sono arrivato.
Non mi riferivo a quello che intendi. Ho estrapolato un concetto da CRM o RT, per dire che in questo caso i cofattori sono la crisi, le banche a tocchi, i politici che litigano, Grillo, fiscal compact, .....

Tutto ciò nel 2008 non c'era. Quindi: cofattori in senso socio/economico/finanziario.

Scusa ancora, ma non mi permetterei mai di accennare all'aspetto che hai inteso, anche perchè stando fuori non mi compete proprio.
 
No, scusa, c'ho messo un attimo a capire il tuo post, ma poi ci sono arrivato.
Non mi riferivo a quello che intendi. Ho estrapolato un concetto da CRM o RT, per dire che in questo caso i cofattori sono la crisi, le banche a tocchi, i politici che litigano, Grillo, fiscal compact, .....

Tutto ciò nel 2008 non c'era. Quindi: cofattori in senso socio/economico/finanziario.

Scusa ancora, ma non mi permetterei mai di accennare all'aspetto che hai inteso, anche perchè stando fuori non mi compete proprio.

Scusa tu, avevo capito male io. E per un attimo mi si era materializzata davanti agli occhi la scena apocalittica di Berti a Porta a Porta.
 
Cai è privata. Bene. Al di la di questo assunto però è anche pacifico che sia la maggiore azienda di trasporto pubblico passeggeri e che svolge dunque un servizio primario per i cittadini. Reputo che il governo e la politica a tutti i livelli dovrebbero una volta per tutte formulare degli interventi di sistema che agevolino la vita ad un'azienda del genere. Come? Ad esempio rendendo meno facile lo sviluppo selvaggio dei vettori LC stranieri,detassando il lavoro,riorganizzando aeroporti e strutture relative. Si parlava di progetto di integrazione con le ferrovie stile Deutusch... Che fine ha fatto ?
 
ma credo che ormai i giochi siano piu' o meno gia' fatti, si tratta di fare un prestito ponte, garantito ovviamente dallo stato, magari non in modo cosi' palese,, aspettando che l'unico pretendente interessato la prenda in una situazione a loro piu' consona, senza fastidi sindacali o societari
nessuno sano di mente metterebbe cinque lire in un'azienda ed un ambiente strettamente politicizzzato e comunque palesemente fallimentare

Volevo segnalare che la tua previsione trova conferma ufficiale da parte del sottosegretario Dell'Aringa in una risposta ad un'intepellanza parlamentare tenutasi ieri e pubblicata sul sito della Camera dei Deputati.
In pratica il sottosegretario dice che il Governo fara' si' che verranno trovati tutti i fondi necessari per dare attuazione al piano industriale. Aggiunge anche che fino ad allora la trattativa con i francesi e' congelata.
 
Volevo segnalare che la tua previsione trova conferma ufficiale da parte del sottosegretario Dell'Aringa in una risposta ad un'intepellanza parlamentare tenutasi ieri e pubblicata sul sito della Camera dei Deputati.
In pratica il sottosegretario dice che il Governo fara' si' che verranno trovati tutti i fondi necessari per dare attuazione al piano industriale. Aggiunge anche che fino ad allora la trattativa con i francesi e' congelata.

Non ci trovo nulla di scandaloso se non il fatto che si sia giunti a un metro dal baratro anziché rendersi conto prima che un piano fenice oltretutto pure decurtato era palesemente l'anticamera di un nuovo fallimento. Il piano di DT io lo ho letto più volte. Merita fiducia se non altro per il coraggio di invertire la tendenza.
 
Non ci trovo nulla di scandaloso se non il fatto che si sia giunti a un metro dal baratro anziché rendersi conto prima che un piano fenice oltretutto pure decurtato era palesemente l'anticamera di un nuovo fallimento. Il piano di DT io lo ho letto più volte. Merita fiducia se non altro per il coraggio di invertire la tendenza.

Bè, sul piano Fenice possiamo pure parlare di quanto sia stato azzeccato con una mano scrivere di riempire una compagnia di aa/mm m/r per le note ragioni e con l'altra finanziare direttamente o indirettamente i diretti concorrenti, oppure non vederne le magagne.
 
intanto posto questo articolo, giusto per fare capire che in Italia non ci sara' mai un futuro aeronautico e non ci sara' mai una compagnia in grado di campare.

Alitalia/Sagat: ora il "gruppo di lavoro"
studierà i collegamenti internazionali...


Possibile un ritorno del Mosca e anche del doppio Amsterdam (con un'intesa con Transavia-Klm?)
Sul comunicato congiunto, stilato dalle parti dopo l'accordo Sagat/Alitalia, sta scritto così: "Il gruppo di lavoro (ma chi ne fa parte? ndr) continuerà ora a lavorare per individuare possibilità interessanti anche sul mercato internazionale da effettuare o da parte del Gruppo Alitalia o attraverso partner selezionati in base alle specifiche esigenze del mercato". Al di là di qualche licenza linguistica, la frase è da interpretare anche sotto il profilo del reale contenuto. Alitalia aprirà rotte internazionali, dunque. E per dove? Ricordiamo il poker (pagato carissimo:6,8 milioni di euro) calato quattro anni fa: Mosca, Istanbul, Berlino e Amsterdam. Tutte rotte defunte: nel marzo 2011 - ad accordo in corso - Alitalia cancellò una volo su Berlino, eliminando definitivamente il collegamento a luglio assieme al volo per Istanbul. Mosca è stato cancellato nel settembre 2012. Amsterdam chiuso nel gennaio 2013. Con un contenzioso finale fra le parti di cui si è sempre cercato di parlare pochissimo.
"Perseverare diabolicum", ma eventuali ritorni sono però possibili: sappiamo che la meta più ambita in palazzina (e anche all'Unione Industriale e alla Camera di commercio) è giustamente il Mosca, che Sagat ha inutilmente cercato in un recente passato di far operare da Aeroflot. Qui entrerà presto in azione Livingstone con un collegamento che, aldilà di alcune vaghe promesse, sembra davvero un volo di linea charterizzato. Un volo utile per cercare di continuare a portare in Piemonte un buon numero di sciatori russi, ma sostanzialmente inutile per il business che ha bisogno di frequenze più intense e anche di code share capaci di rendere possibili i proseguimenti ed i voli intercontinentali. Quindi il ritorno del Mosca di Alitalia è più che una ipotesi di lavoro...
Sull'Amsterdam ci vuole una riflessione perchè molto dipende da quanto piede metteranno AirFrance-Klm alla Magliana: se avranno una quota di controllo, il doppio Az su Schipol potrebbe tornare perchè Klm ha tutti gli interessi ad alimentare il suo hub. Anzi, migliori collegamenti verso l'Olanda, potrebbero essere uno strumento importante per convincere Klm a dare il suo assenso ad una operazione di acquisto di parte di Alitalia. Ma anche su questa rotta sta arrivando un nuovo player: è Transavia, gruppo Klm, che però offre al momento soluzioni pochissimo compatibili con i proseguimenti dall'hub degli zoccoli. Quindi, in caso di ritorno di Alitalia, questo collegamento salterebbe. A meno che Transavia-Klm non si allarghi, inserendo un doppio volo giornaliero e facendo tutto da se (ipotesi che potrebbe essere suffragata da quel passaggio del comunicato che dice "da effettuare da parte del Gruppo Alitalia o attraverso partner selezionati in base a specifiche esigenze di mercato...").
Quanto al Berlino sappiamo tutti che il volo gestito da Alitalia, alla fine si era messo ad andare bene. E che era stato chiuso proprio quando gli riempimenti erano diventati interessanti. Quindi una speranziella c'è anche qua.
Nessuna possibilità, invece, di tornare su Istanbul. Turkish ha messo la bandierina su Caselle, potrebbe raddoppiare il volo nel 2014, ed è pronta - eventualmente - a politiche tariffarie insostenibili per Az, anche sul lungo raggio da Istanbul.
C'è , fra le destinazioni più richieste da Torino, il Londra Heathrow, ma su quello scalo sarebbe molto molto molto preferibile avere British, in chiave di hub. E poi dubitiamo fortemente che Az impegnerebbe un suo prezioso slot su quella destinazione (in più competitiva verso il gruppo Az-AF-Klm....). E c'è anche Budapest nella lista dei sogni, supportato da indicazioni di buon flusso di traffico.
Altro non vediamo, a parte destinazioni etniche tipiche da low-cost o da compagnie estere con catchment anche nel paese d'origine.
Per concludere insinuiamo che di collegamenti internazionali Alitalia si potrebbe anche fare a meno, pensando anche a quanto potrebbero pesare sui bilanci di Sagat (e degli enti che la partecipano).
A costo di essere noiosi, ricorderò ancora una volta che c'è tanto altro in cielo. Basta alzare gli occhi...
 
Stato
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