Tedeschi all'aeroporto di Venezia : parte da Francoforte la scalata a Save


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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Fraport punta alle quote di Generali e Morgan Stanley


MILANO - Gli aeroporti di Venezia e Treviso entrano nel mirino dei tedeschi della Fraport. La società di gestione dello scalo di Francoforte è pronta infatti a scendere in campo n ella partita per la conquista della Save, approfittando della scadenza del patto di sindacato a tre (Generali, Morgan Stanley e Finint) che attraverso Agorà Investimenti controlla il 40% delle due infrastrutture venete. L'accordo con Trieste arriverà al capolinea il prossimo 14 ottobre. E Fraport - visti i rapporti non proprio fluidi tra i soci-avrebbe affidato un mandato a Medio - banca per sondare la disponibilità del Leone e della banca d'affari Usa a cedere le loro partecipazioni. Il blitz del colosso tedesco è l'ennesimo colpo di scena di una telenovela partita un anno fa che ha già regalato all'aeroporto lagunare un balzo del 100% in Borsa. Piazza Affari ha iniziato a fiutare aria di battaglia nell'estate del 2012, quando Mario Greco - appena arrivato al vertice delle Generali-ha avviato una revisione delle partecipazioni non strategiche per concentrare la società sul core business assicurativo. E il tamtam del listino milanese ha indicato tra le potenziali quote in vendita quella della Save. Non solo perché gli aeroporti c'entrano poco con le polizze, ma soprattutto perché i ritorni dell'investimento erano stati modesti e lo sbarco della compagnia a Venezia, secondo le indiscrezioni, sarebbe stato frutto di un controverso asse di ferro tra Giovanni Perissinotto, il predecessore di Greco, e la Finint. Il divorzio, insomma, è nell'aria. E i complessi patti parasociali di Agorà (la quota di Generali vale circa il 13,6% di Save) rendono possibile ogni soluzione. De Vido e Marchi - viste le difficoltà finanziarie della loro cassaforte - stanno lavorando da mesi per convincere Morgan Stanley a rilevare la partecipazione delle Generali e blindare così il gruppo. Greco, però, forte del boom in Borsa dei titoli, sarebbe pronto ad aprire un'asta per la quota del Leone, vendendola al miglior offerente. Una mossa destinata a riaprire la battaglia per il controllo dello scalo rischiando di spiazzare Marchi & C. Fraport non è stata la sola a muoversi. Il fondo Amber ha rastrellato il 17,7% della Save, rilevando anche una quota dal Comune di Venezia, e sarebbe pronto ad appoggiare un partner industriale capace di creare valore e migliorare la governance. E anche F2I- che controna Napoli Capodichino, Torino Caselle e una quota importante in Sea- sarebbe sul " chi va là", pronta avalutare una discesa in campo nel caso si aprisse davvero la partita in Laguna. Fraport comunque ha tutte la carte in regola, soprattutto finanziariamente parlando, per far saltare il tavolo. Da sola o, nel caso, raggiungendo un'intesa per la gestione con Finint. Lo scalo di Francoforte capitalizza oltre 4 miliardi di euro in Borsa e da tempo ha deciso di giocare un ruolo da protagonista nel processo di consolidamento
delle strutture aeroportuali continentali. Finora, a dire il vero, senza troppo successo: nelle scorse settimane è stata bruciata sul filo di lana nelle gare per la gestione del nuovo maxi-aeroporto di Istanbul e per l'acquisto di tutti quelli portoghesi.
 
Ultima modifica:
Agora' non e' solo marchi che ormai vede sfumare decisamente il controllo della piu' grande macchina da soldi del nord est,
vediamo se la strategia e' comune anche col terzo incomodo, io credo di no
Greco non e' perissinotto, e giustamente ritornera' il gruppo generali a far fare il proprio mestiere cioe' assicurazioni
interessanti saranno le mosse dei soci pubblici, ma direi forse piu' di tutti di qualche socio di agorà, qualcuno che non si legge nei bilanci
La cosa si fa moooolto interessante
I tempi anche in veneto stanno davvero cambiando, per tutti.
 
Lasciamo entrare i Teutonici a VCE e TSF!

Il Presidente Letta ha parlato:

http://corrieredelveneto.corriere.i...mier-letta-arriva-venezia-2223062296345.shtml

«È bene che l'aeroporto di Venezia rimanga italiano, perchè ho letto oggi su alcuni giornali qualcosa di poco sintonico con l'interesse del Paese». Lo ha detto il premier Enrico Letta riferendosi a indiscrezioni su un interessamento di un aeroporto tedesco per lo scalo veneziano.

Letta ci potrebbe anche spiegare perchè l'interesse di Fraport dovrebbe essere contro l'interesse del Paese. Semmai lo vedrei come un ottimo segno. Parliamo di un colosso come Fraport non di "un aeroporto tedesco" qualunque.
 
i tedeschi sono funzionali alla lotta di potere per il controllo
nessuno molla un'asset del genere ai crucchi, e' tutto un bel gioco, anche se poi magari due soldi ce li mettono dentro, nonostante i dividendi non siano un gran che...
 
[h=1]Generali vende il 13% di Save (Aeroporti Venezia) a Morgan Stanley[/h][h=3]Si concretizza la progressiva uscita di un socio storico come Generali, a favore di altro azionista di peso come il fondo delle infrastrutture di Morgan Stanley - In questo modo il controllo dell’Aeroporto di Venezia resta saldamente in mano a Enrico Marchi[/h]
  • Meno speculazione, più solidità, e azienda sempre più in mano a Enrico Marchi. Dopo mesi di tensioni infatti il presidente di Save, la società che controlla l'aeroporto Marco Polo di Venezia, chiude con successo la partita aeroportuale, accompagnando l’uscita di un socio storico, come Generali, e facendo rafforzare un altro azionista di peso, come il fondo delle infrastrutture di Morgan Stanley.

In questo modo il controllo dell’Aeroporto di Venezia resta saldamente in mano a Marchi, e sfuma l’appeal speculativo che da un anno tiene banco sul titolo, il cui flottante nel frattempo si è ridotto sotto il 10% del capitale. Save resterà quindi non solo in mano italiana, ma con una governance ancora più stabile e con un controllo così blindato da scoraggiare eventuali incursioni ostili.
 
[h=1]Aeroporto di Venezia: Generali esce da Save e cede la quota a Finint[/h]Il valore dell’operazione ammonta a 60 milioni di euro La finanziaria girerà il pacchetto azionario a Morgan Stanley












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di Luigi Dell’Olio
image.

MILANO. Generali prosegue nella strategia di uscita dalle partecipazioni che non rientrano nel suo core business, mentre la veneta Finint stringe la presa su Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, evitando che finisca in mani straniere. Può essere letta così la cessione, siglata ieri, della quota detenuta da Generali (33,49%) in Agorà, veicolo finanziario che attraverso Marco Polo holding controlla il 40,2% di Save. A rilevare la partecipazione, in linea con quanto previsto dal patto di sindacato (sciolto contestualmente all’operazione), è stata la Finint di Enrico Marchi e Andrea De Vido, che a sua volta girerà il pacchetto a Morgan Stanley, già socio di Agorà al 16,4%. A quel punto l’azionariato del veicolo finanziario vedrà Finint al 51% e la banca d’affari statunitense al 49%. L’operazione vale 60 milioni di euro («un valore in linea con le attese», secondo gli analisti di Websim), pari a 13 euro per azione, contro una chiusura di Borsa a quota 12,2 euro e un prezzo medio negli ultimi sei mesi di poco inferiore ai 12 euro. Un premio che si spiega con l’appetibilità della partecipazione e le prospettive di ripresa del traffico aeroportuale nei prossimi mesi.
Considerato che nei giorni scorsi Banca Popolare di Vicenza (da sempre vicina a Finint) ha fatto incetta di titoli di Save fino a raggiungere l’8,2% del capitale, si è quindi chiuso il riassetto, finita nel mirino di diversi operatori internazionali del settore, tra cui Fraport, che gestisce l’aeroporto di Francoforte. Un interesse, a sentire gli analisti, dettato soprattutto dal fatto che il mercato nordestino rappresenta per i tedeschi una porta di accesso ai Paesi recentemente entrati nell’Unione europea. Mire sterilizzate dall’intervento del Governo Letta, deciso nel difendere l’italianità della società. Così alla fine si è deciso di vendere la quota, che Generali aveva intenzione di dismettere da tempo, a una società sì straniera come Morgan Stanley, ma che opera con un’ottica di puro investimento finanziario. Resta da capire quale posizione prenderà ora il fondo Amber, che nell’ultimo mese e mezzo era salito dal 2 al 17% di Save confidando in una sfida aperta per il controllo societario, con ricadute positive sul valore del titolo.
Intanto va segnalato che anche Save si sta muovendo su altri scali, come dimostrano le trattative avviate con la società Catullo di Verona uno scambio di quote azionarie: la prima cederebbe il suo 0,9%, ottenendo in cambio il 5% della società veronese. A seguire potrebbe esserci un aumento di capitale, che dovrebbe portare in pancia della Save il 35% della Catullo.
Tornando all’accordo siglato ieri, va sottolineato che riassetto sociale di Agorà non pregiudica gli altri affari in comune tra Generali e Finint. Il gruppo assicurativo è infatti azionista con il 10% della finanziaria di Enrico Marchi e Andrea De Vido ed è obbligazionista della stessa società tramite un bond convertibile del valore di 50 milioni di euro che va in scadenza nel 2014.
Con l’ultima cessione, Generali ha definito cessioni per circa 2,3 miliardi di euro, superando così la metà dei 4 miliardi fissati come obiettivo per la fine del 2015. Finora sono usciti dal perimetro di Trieste soprattutto partecipazioni non riguardanti il mercato assicurativo o nelle quali il gruppo guidato da Mario Greco aveva una quota secondaria, con poche possibilità di incidere sulle scelte strategiche, come nel caso delle quote detenute nelle società messicane Seguros Banorte Generali e Pensiones Banorte Generali, cedute la scorsa settimana.
Ora l’attenzione si sposta sulla vendita della Bsi (Banca svizzera italiana), che potrebbe fruttare più di un miliardo e mezzo di euro. Il rafforzamento patrimoniale consentirebbe di affrontare con relativa tranquillità eventuali, nuove turbolenze sui mercati e di liberare risorse per nuovi investimenti.

 
bisognerebbe conoscere le condizioni e la vera forza finanziaria di finint
la chiave e' li