Hong Kong: navi nell'ex aeroporto
Inaugurato il nuovo terminal crociere, nel sito del vecchio scalo di Kai Tak. Quello dove atterrare era davvero un'impresa
Era l'aeroporto con arrivo più hitchkockiano del pianeta. Rinasce ora, dopo 15 anni, come terminal crociere, il vecchio scalo di Hong Kong, lo storico Kai Tak. Un atterraggio che definire da brivido è poca cosa. Situato nel cuore della angusta, quanto affascinante metropoli asiatica, tra il Victoria Harbour e la Kowloon Peninsula, quasi sommerso dall'imponente downtown di grattacieli alti fino a 4-500 metri, concentrati in uno spazio ristretto, il tutto quasi incastonato tra mare e monti, costringeva i comandanti degli aerei, fino ai Jumbo 747 delle generazioni di fine millennio scorso, ad autentiche acrobazie, non di rado rese ancor più difficoltose dal vento che spesso sferza l'area. Discese di quota improvvise, virate, edifici sfiorati e atterraggio a fil di mare: il tutto rigorosamente proibito a chi non ama il volo, e in generale ai deboli di stomaco e di cuore. Ma anche da sotto la scena, per abitanti e ospiti di passaggio, era tutt'altro che rassicurante, con giganti da 70 per 60 metri a sfrecciare, di continuo, sopra le teste, a poche decine di metri d'altezza.
Nato negli anni Venti, il vecchio Kai Tak divenne ben presto incompatibile con lo sviluppo urbano dell'ex colonia inglese, e fu pensionato nel 1998, pochi mesi dopo il definitivo passaggio di consegne tra Regno Unito e Cina. L'aeroporto odierno, situato nell'isola di Lantau, è costantemente al top della graduatoria mondiale (4o nel 2013, terzo l'anno scorso secondo SkyTrak). E ora gli amministratori della provincia autonoma cinese sperano di fare altrettanto con la neonata struttura che condivide con lo scalo nato 15 anni fa il designer, l'archistar britannica Norman Foster
Lungo circa 850 metri, il nuovo terminal si staglia nello skyline di una delle più assurde e allo stesso tempo affascinanti metropoli al mondo con la sua livrea argentata. Al suo interno, sul tetto, un enorme giardino con viste a 360 gradi sul downtown. E, naturalmente, due punti di attracco capaci di ospitare navi da crociera fino alle misure massime: 300 metri e oltre di lunghezza, 150 mila tonnellate e passa di stazza (220 mila la capacità massima teorica ospitabile): la prima ad attraccare, nelle scorse ore, la Mariner of The Seas di Royal Caribbean - 310 metri, 15 ponti, oltre 3 mila passeggeri a bordo.
Un'operazione costata quasi un miliardo di euro (8,2 miliardi di dollari locali), che al momento qualcuno vede ancora azzardata, anche in considerazione del non esaltante traffico previsto nel breve termine: solo 19 navi attraccheranno nei prossimi 12 mesi. Ma nella ex colonia britannica ci credono, anche in virtù delle prospettive di crescita del mercato crocieristico asiatico, e in particolare della clientela "locale". E secondo Royal Caribbean, tra i giganti della vacanza galleggiante il primo a puntare sul nuovo scalo, la clientela cinese, che ancora oggi dà numeri relativamente bassi, nell'arco di 2-3 anni si insedierà al secondo posto, dietro agli States, ma davanti all'Inghilterra, per numero di passeggeri/contratti. In ogni caso, a Kowloon hanno predisposto, sin dall'origine, un piano B: sale d'attesa e terminali sono facilmente riconvertibili per ospitare mostre, eventi e quant'altro, il che accadrà sistematicamente in bassa stagione. Il tutto, però, al momento non è ancora ben collegato: benché "centrale", il vecchio aeroporto non era proprio a due passi rispetto alle affollate Kowloon e Kwun Tong: e se i collegamenti via trasporto pubblico sono già in programma, ci vorrà un po' di tempo prima che gli abitanti locali e i turisti-non-crocieristi riescano ad accedere facilmente al decantato giardino panoramico.
Insomma, l'idea in un certo qual modo è una scommessa, benché supportata soprattutto dall'accresciuta capacità di spesa assoluta del turista asiatico e cinese in particolare. Restano i dati attuali, secondo i quali dei 21 milioni annui di crocieristi, solo il 7 per cento è costituito da asiatici, contro un 27 per cento di europei e una quota prossima ai 2/3 di nordamericani. Un pubblico che per definizione sceglie Caraibi e Mediterraneo, o perlomeno così ha sempre fatto. "Ma questo si deve anche al fatto che gli asiatici hanno iniziato a concepire l'idea di viaggio di piacere e relax solo di recente - ha spiegato in questi giorni Liu Zinan, Ad dell'Asian Cruise Association - E la penuria di scali adeguati e la conseguente scarsa possibilità di creare itinerari appetibili hanno fatto il resto". Singapore ha aperto un grande terminal l'anno scorso - Carnival ci ha fatto la sua base asiatica, vi fanno regolarmente scalo anche alcune navi di Costa Crociere. E anche Shanghai e Tianjin si sono attrezzate.
Moderno, tecnologico, confortevole, il nuovo terminal crociere concede poco al suo passato da aviazione d'antan. A quanto è dato sapere, i lavori di ampliamento e di "abbellimento" dei prossimi anni (la struttura resta per gran parte vuota) prevedono anche un parco a tema aeronautico.
Galleria di immagini: http://www.repubblica.it/viaggi/201...iere_nell_ex_aeroporto_da_brivido-60999419/1/
Repubblica.it
Inaugurato il nuovo terminal crociere, nel sito del vecchio scalo di Kai Tak. Quello dove atterrare era davvero un'impresa
Era l'aeroporto con arrivo più hitchkockiano del pianeta. Rinasce ora, dopo 15 anni, come terminal crociere, il vecchio scalo di Hong Kong, lo storico Kai Tak. Un atterraggio che definire da brivido è poca cosa. Situato nel cuore della angusta, quanto affascinante metropoli asiatica, tra il Victoria Harbour e la Kowloon Peninsula, quasi sommerso dall'imponente downtown di grattacieli alti fino a 4-500 metri, concentrati in uno spazio ristretto, il tutto quasi incastonato tra mare e monti, costringeva i comandanti degli aerei, fino ai Jumbo 747 delle generazioni di fine millennio scorso, ad autentiche acrobazie, non di rado rese ancor più difficoltose dal vento che spesso sferza l'area. Discese di quota improvvise, virate, edifici sfiorati e atterraggio a fil di mare: il tutto rigorosamente proibito a chi non ama il volo, e in generale ai deboli di stomaco e di cuore. Ma anche da sotto la scena, per abitanti e ospiti di passaggio, era tutt'altro che rassicurante, con giganti da 70 per 60 metri a sfrecciare, di continuo, sopra le teste, a poche decine di metri d'altezza.
Nato negli anni Venti, il vecchio Kai Tak divenne ben presto incompatibile con lo sviluppo urbano dell'ex colonia inglese, e fu pensionato nel 1998, pochi mesi dopo il definitivo passaggio di consegne tra Regno Unito e Cina. L'aeroporto odierno, situato nell'isola di Lantau, è costantemente al top della graduatoria mondiale (4o nel 2013, terzo l'anno scorso secondo SkyTrak). E ora gli amministratori della provincia autonoma cinese sperano di fare altrettanto con la neonata struttura che condivide con lo scalo nato 15 anni fa il designer, l'archistar britannica Norman Foster
Lungo circa 850 metri, il nuovo terminal si staglia nello skyline di una delle più assurde e allo stesso tempo affascinanti metropoli al mondo con la sua livrea argentata. Al suo interno, sul tetto, un enorme giardino con viste a 360 gradi sul downtown. E, naturalmente, due punti di attracco capaci di ospitare navi da crociera fino alle misure massime: 300 metri e oltre di lunghezza, 150 mila tonnellate e passa di stazza (220 mila la capacità massima teorica ospitabile): la prima ad attraccare, nelle scorse ore, la Mariner of The Seas di Royal Caribbean - 310 metri, 15 ponti, oltre 3 mila passeggeri a bordo.
Un'operazione costata quasi un miliardo di euro (8,2 miliardi di dollari locali), che al momento qualcuno vede ancora azzardata, anche in considerazione del non esaltante traffico previsto nel breve termine: solo 19 navi attraccheranno nei prossimi 12 mesi. Ma nella ex colonia britannica ci credono, anche in virtù delle prospettive di crescita del mercato crocieristico asiatico, e in particolare della clientela "locale". E secondo Royal Caribbean, tra i giganti della vacanza galleggiante il primo a puntare sul nuovo scalo, la clientela cinese, che ancora oggi dà numeri relativamente bassi, nell'arco di 2-3 anni si insedierà al secondo posto, dietro agli States, ma davanti all'Inghilterra, per numero di passeggeri/contratti. In ogni caso, a Kowloon hanno predisposto, sin dall'origine, un piano B: sale d'attesa e terminali sono facilmente riconvertibili per ospitare mostre, eventi e quant'altro, il che accadrà sistematicamente in bassa stagione. Il tutto, però, al momento non è ancora ben collegato: benché "centrale", il vecchio aeroporto non era proprio a due passi rispetto alle affollate Kowloon e Kwun Tong: e se i collegamenti via trasporto pubblico sono già in programma, ci vorrà un po' di tempo prima che gli abitanti locali e i turisti-non-crocieristi riescano ad accedere facilmente al decantato giardino panoramico.
Insomma, l'idea in un certo qual modo è una scommessa, benché supportata soprattutto dall'accresciuta capacità di spesa assoluta del turista asiatico e cinese in particolare. Restano i dati attuali, secondo i quali dei 21 milioni annui di crocieristi, solo il 7 per cento è costituito da asiatici, contro un 27 per cento di europei e una quota prossima ai 2/3 di nordamericani. Un pubblico che per definizione sceglie Caraibi e Mediterraneo, o perlomeno così ha sempre fatto. "Ma questo si deve anche al fatto che gli asiatici hanno iniziato a concepire l'idea di viaggio di piacere e relax solo di recente - ha spiegato in questi giorni Liu Zinan, Ad dell'Asian Cruise Association - E la penuria di scali adeguati e la conseguente scarsa possibilità di creare itinerari appetibili hanno fatto il resto". Singapore ha aperto un grande terminal l'anno scorso - Carnival ci ha fatto la sua base asiatica, vi fanno regolarmente scalo anche alcune navi di Costa Crociere. E anche Shanghai e Tianjin si sono attrezzate.
Moderno, tecnologico, confortevole, il nuovo terminal crociere concede poco al suo passato da aviazione d'antan. A quanto è dato sapere, i lavori di ampliamento e di "abbellimento" dei prossimi anni (la struttura resta per gran parte vuota) prevedono anche un parco a tema aeronautico.
Galleria di immagini: http://www.repubblica.it/viaggi/201...iere_nell_ex_aeroporto_da_brivido-60999419/1/
Repubblica.it