Alitalia deve ancora decidere se restare da sola, le Fs per ora
non entrano in partita
Di Valentina Sorrenti
Alitalia deve ancora decidere se restare da sola, le Fs per ora<br>non entrano in partita
Alitalia dovrà decidere se restare indipendente o entrare a far parte di un'alleanza più grande. E' quanto ha affermato oggi l'ad della compagnia aerea, Andrea Ragnetti. "Dovremo trovare la nostra strada nei prossimi due anni", ha aggiunto, sottolineando come il settore aereo statunitense si sia stabilizzato dopo una serie di fusioni che ha significativamente ridotto il numero di player nel settore. Il mercato europeo, invece, non è riuscito a tenere il passo sul fronte del consolidamento.
Più volte ultimamente si è speculato su un'integrazione tra Alitalia ed Air France, ma anche su un merger con le Ferrovie dello Stato. A questo proposito, però, oggi la società guidata da Mauro Moretti, ha comunicato di non aver affidato ad alcun advisor il compito di valutare un piano di integrazione. L'advisor scelto sarebbe Boston Consulting Group, lo stesso che per il governo Monti ha elaborato il piano turismo che coinvolge la Cassa Depositi e Prestiti.
Il tempo comunque per Alitalia stringe. Oggi a Milano si sono riuniti i soci con il presidente Colaninno che sta facendo un nuovo tentativo per tenere in volo la compagnia in una settimana decisiva per le sorti del vettore. Sono tre i temi all'ordine del giorno dell'incontro: rifinanziamento della compagnia per evitare il blocco delle attività, percorso di avvicinamento in vista dell'alleanza con Air France e nodo delle deleghe, ovvero la sorte di Ragnetti, sempre più in bilico.
Lo stesso ad nella conferenza stampa a New York ha precisato che le discussioni sull'azionariato "sono sempre aperte, non sono in agenda per la riunione di giovedì". Il 14 febbraio si terrà infatti il cda convocato per lo stanziamento del prestito, sollecitato proprio da Ragnetti.
Secondo le ultime indiscrezioni, nelle casse di Alitalia ci sarebbe liquidità sufficiente per volare fino a marzo. Con l'esaurimento diventerà complicato trovare i soldi per pagare gli stipendi di piloti e hostess e quelli per far decollare gli aerei. Il dato non è ufficiale, trattandosi di un documento riservato messo a punto da alcuni azionisti e mai reso pubblico.
Si tratterebbe comunque di una proiezione attendibile che fotografa la tendenza in atto e quantifica in maniera evidente l'entità della crisi e, di conseguenza, l'urgenza di correre al più presto ai ripari. Sempre secondo alcune fonti a gennaio in cassa c'erano poco più di 150 milioni di euro, mentre a inizio febbraio l'asticella era già scesa a quota 90 milioni: si prevede un buco da 7 milioni a fine marzo.
Sul finanziamento necessario ad Alitalia per fare fronte ai problemi di liquidità, Ragnetti ha affermato che sarà deciso dagli azionisti. "E' una necessità per l'azienda, gli azionisti ne sono consapevoli, sono certo che una soluzione si troverà", ha precisato. In merito alle cifre tra 150-200 milioni di euro che circolano sull'entità del prestito necessario, Ragnetti ha detto "aspettiamo di vedere" il cda che discuterà la prima parte di questo finanziamento.
Sulla technicality del prestito, però, molto dipenderà proprio dall'esito dell'incontro milanese di oggi. Due le opzioni sul tavolo: nel caso di un'adesione plebiscitaria si procederà con un prestito diretto, da rimborsare con proventi futuri come quelli che potrebbero arrivare dalla cessione a terzi della newco MilleMiglia.