Thread Alitalia da gennaio 2013


Stato
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Non vorrei dire una cavolata, ma il 49% di Etihad + 25% AF farebbero perdere ad AZ lo status di compagnia italiana, con i conseguenti problemi con i bilaterali. A meno che AF non sia intenzionata a salutare e portare a casa un po' di cassa (che serve anche a loro).

a meno che in quel 49% non ci sia anche il 25% di AF.

ciò detto mi sembra che si stia creando uno spiraglio per EY, in quanto:

1) AF ha detto di non avere i soldi in questo momento per l'acquisizione (ma io, malignamente, ritengo che non voglia infilarsi in un altro polverone in piena campagna elettorale, e preferisca attendere che la compagnia versi in condizioni ancor peggiori per spuntare condizioni d'acquisto migliori)

2) EY in questo momento, senza di fatto avere potenziali concorrenti, pagherebbe il 49% AZ attuale abbastanza poco e, di nuovo malignamente, sospetto che l'italiota medio (nonchè la politica) veda più di buon occhio l'ingresso in forze di un emiro che non del cugino transalpino
 
a meno che in quel 49% non ci sia anche il 25% di AF.

ciò detto mi sembra che si stia creando uno spiraglio per EY, in quanto:

1) AF ha detto di non avere i soldi in questo momento per l'acquisizione (ma io, malignamente, ritengo che non voglia infilarsi in un altro polverone in piena campagna elettorale, e preferisca attendere che la compagnia versi in condizioni ancor peggiori per spuntare condizioni d'acquisto migliori)

2) EY in questo momento, senza di fatto avere potenziali concorrenti, pagherebbe il 49% AZ attuale abbastanza poco e, di nuovo malignamente, sospetto che l'italiota medio (nonchè la politica) veda più di buon occhio l'ingresso in forze di un emiro che non del cugino transalpino
Non solo, EY per legge si ferma al 49%, per cui l'italianità è salva.
 
Non vorrei dire una cavolata, ma il 49% di Etihad + 25% AF farebbero perdere ad AZ lo status di compagnia italiana, con i conseguenti problemi con i bilaterali. A meno che AF non sia intenzionata a salutare e portare a casa un po' di cassa (che serve anche a loro).

Credo l'importante sia la quota della compagnia extra UE. Quella di AF dovrebbe esser ininfluente. LX e OS sono 100% LH ma una resta pur sempre svizzera e l'altra austriaca, coi loro bilaterali.
 
Credo l'importante sia la quota della compagnia extra UE. Quella di AF dovrebbe esser ininfluente. LX e OS sono 100% LH ma una resta pur sempre svizzera e l'altra austriaca, coi loro bilaterali.
Giusta osservazione, grazie.
[OT parziale] Parliamo (io per primo) sempre di vettori comunitari, ma tecnicamente è sbagliato. Infatti in questo caso conta l'appartenenza all'Aerea Economica Europea, di cui è parte anche la Svizzera. Come in molte altre materie, l'AEE recepisce e si adegua alle Direttive comunitarie.
 
Credo l'importante sia la quota della compagnia extra UE. Quella di AF dovrebbe esser ininfluente. LX e OS sono 100% LH ma una resta pur sempre svizzera e l'altra austriaca, coi loro bilaterali.

esattamente , l'importante è che la quota in mano a soci/vettori comunitari sia superiore al 50%.
 
Tornando sull'articolo che "paventa" la chiusura di diversi aeroporti.... beh, al solito! le buone intenzioni, le dismissioni, i tagli, le ottimizzazioni.... peccato ci sia un piccolo particolare.... tutta la cosa è affidata alle regioni (che come tutti sanno sono l'esempio di efficienza e affidabilità). Ciao core..... che squallore! mi ricorda tanto quella mannaia che doveva abbattersi sulle province...
 
Arriva il nuovo piano degli aeroporti, atteso da 26 anni. Degli attuali 90 scali civili italiani, «promuove» quelli di serie A, che sono 31, e «rinvia» quelli di serie B.
2013-01-alitalia.jpg




Aerei Alitalia fermi a Fiumicino




La loro eventuale bocciatura è affidata alla decisione delle Regioni. Ecco gli aeroporti giudicati d'interesse nazionale strategico, al quale saranno dedicati i principali investimenti. I dieci più grandi sono: Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia. Altri 13 hanno oltre un milione di passeggeri all'anno: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona. Sei hanno traffico sopra i 500mila: Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste. A questi se ne aggiungono due «indispensabili» per la continuità territoriale: Lampedusa e Pantelleria. Due,infine, Rimini e Salerno, non fanno parte delle reti europee, ma l'uno con traffico vicino al milione di passeggeri e un trend in crescita (Rimini); l'altro, Salerno, è destinato a delocalizzare il traffico di Napoli.
Su questa prima classe di aeroporti si concentreranno gli investimenti pubblici, centrali e locali, in un'ottica di sistema-Paese. Tutti gli altri, quelli non strategici (per esempio Montichiari Brescia o Parma), saranno affidati alle decisioni delle Regioni che dovranno scegliere se destinarli ad altri usi o a particolari specializzazioni, oppure se chiuderli. Tale valutazione andrà fatta in un'ottica di economicità, rispettando la legge di stabilità. Un fatto è chiaro: nessun nuovo aeroporto. Addio dunque ai sogni di Grazzanise (Caserta) e Viterbo.
Il nuovo piano è stato presentato dal ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera. Pone le basi per una classificazione degli scali sotto il profilo infrastrutturale, dei servizi e delle gestioni. La proposta va ora alla Conferenza Stato-Regioni, che potrebbe avviare l'analisi il 7 febbraio. Non si sa quando le nuove regole entreranno in vigore, certamente non prima della prossima legislatura.
Se ne parlava da anni e si è trattato di un parto molto tormentato. Nel frattempo il mondo del trasporto aereo si è trasformato profondamente: nel 1987 le compagnie aeree operavano ancora in regime di monopolio e il settore non aveva subito alcuna deregulation. In questi 26 anni il mercato, in gran parte liberalizzato, si è sviluppato selvaggiamente, senza reali regole, cosicché il piano degli aeroporti, tanto auspicato, arriva a cose fatte e della realtà esistente deve prendere atto. Il piano, con il suo sforzo di razionalizzazione, ieri è stato apprezzato da vari operatori, tra i quali il fondo F2i, secondo investitore nazionale nel settore.
Il piano prevede la costituzione di «reti aeroportuali», gestite da un unico soggetto, per favorire la specializzazione di ruolo e l'ottimizzazione dei servizi. In aree omogenee dunque gli scali potranno organizzarsi in maniera coordinata (il pensiero va al sistema Malpensa-Linate-Orio al Serio).

ma cosa c'entra con AZ ? :)
 
Tornando sull'articolo che "paventa" la chiusura di diversi aeroporti.... beh, al solito! le buone intenzioni, le dismissioni, i tagli, le ottimizzazioni.... peccato ci sia un piccolo particolare.... tutta la cosa è affidata alle regioni (che come tutti sanno sono l'esempio di efficienza e affidabilità). Ciao core..... che squallore! mi ricorda tanto quella mannaia che doveva abbattersi sulle province...

qui si parla di Alitalia , rimaniamo in topic pls
 
a meno che in quel 49% non ci sia anche il 25% di AF.


2) EY in questo momento, senza di fatto avere potenziali concorrenti, pagherebbe il 49% AZ attuale abbastanza poco e, di nuovo malignamente, sospetto che l'italiota medio (nonchè la politica) veda più di buon occhio l'ingresso in forze di un emiro che non del cugino transalpino

ma a prescindere da rivendicazioni patriottiche varie, non sarebbe meglio EY? Io ragiono solo per questioni di... solvibilità del compratore, già che AF pare non averne poi così tanti...
 
ma a prescindere da rivendicazioni patriottiche varie, non sarebbe meglio EY? Io ragiono solo per questioni di... solvibilità del compratore, già che AF pare non averne poi così tanti...

EY non è la soluzione migliore per motivi di solvibilità (AF se vuole i soldi per comprare AZ li trova), quanto perché potrebbe aver interesse a sviluppare il LR di AZ, al contrario di AF che ha interesse a portare i passeggeri prima a Parigi e poi ad Amsterdam; con EY inoltre potrebbero migliorare sensibilmente gli standard qualitativi di tutti i servizi, soprattutto quelli offerti a terra ai pax Premium, in cui AZ è molto debole.
Per contro va ben capito in che contesto EY ha intenzione di collocare AZ, avendo già fatto la spesa in Europa con Air Berlin e marginalmente con Air Lingus. Che se ne fa di AZ se già può puntare su AB?
 
EY non è la soluzione migliore per motivi di solvibilità (AF se vuole i soldi per comprare AZ li trova), quanto perché potrebbe aver interesse a sviluppare il LR di AZ, al contrario di AF che ha interesse a portare i passeggeri prima a Parigi e poi ad Amsterdam; con EY inoltre potrebbero migliorare sensibilmente gli standard qualitativi di tutti i servizi, soprattutto quelli offerti a terra ai pax Premium, in cui AZ è molto debole.
Per contro va ben capito in che contesto EY ha intenzione di collocare AZ, avendo già fatto la spesa in Europa con Air Berlin e marginalmente con Air Lingus. Che se ne fa di AZ se già può puntare su AB?

Puntare ad una fusione tra AZ e AB in cui poi giocare il ruolo di regista? La tipolgia di traffico è sostanzialmente la stessa, si potrebbe fare un po' di massa critica (perché per come sono strutturate nessuna delle due è in grado di sopravvivere stand alone) e le assonanze tra le due compagnie non si limitano a questo.
È un'idea buttata li, più che altro un ragionamento a voce alta, dunque non sbranatemi.
 
Puntare ad una fusione tra AZ e AB in cui poi giocare il ruolo di regista? La tipolgia di traffico è sostanzialmente la stessa, si potrebbe fare un po' di massa critica (perché per come sono strutturate nessuna delle due è in grado di sopravvivere stand alone) e le assonanze tra le due compagnie non si limitano a questo.
È un'idea buttata li, più che altro un ragionamento a voce alta, dunque non sbranatemi.

uhm, non vedo molto le sinergie che si avrebbero al di la di un esteso codeshare.. senza contare che AB per uscire da OW dovrebbe paghare una ricca penale!
 
Ultima modifica:
Toh chi si rivede!!!!!!!!

Da hostess Alitalia a indagata eccellente:
Maruska nella bufera dei rimborsi politici


La Piredda, sindacalista degli assistenti di volo, fu eletta in Liguria dall'Idv: ora deve difendersi dall'accusa di peculato

di Luca Gigli

ROVIGO - Era diventata famosa per quella foto nella quale esultava per il salvataggio di Alitalia della Cai (e oggi si è quasi al punto di prima nei cieli tricolori). Ora si ritrova al centro delle cronache indagata per peculato. La vita della 36enne rodigina Maruska Piredda ha preso strade che mai avrebbe potuto immaginare quasi 5 anni fa, quando da assistente di volo della compagnia di bandiera e sindacalista si batteva per il posto di lavoro suo e dei colleghi. Un anno dopo venne candidata al Parlamento europeo da Italia dei valori senza essere eletta e la politica l’ha poi portata a candidarsi e diventare consigliere regionale in Liguria, capogruppo dell’Idv stessa.

L’indagine, salita alla ribalta nazionale, è quella condotta dalla procura di Genova sulle note spese dei consiglieri regionali dal 2010 al dicembre scorso, nelle quali sarebbe stato trovato di tutto. I rimborsi sarebbero stati erogati per l’acquisto di libri di ogni tipo, anche un testo di matematica per le scuole superiori, ma pure per accappatoi e lenzuola, un divano, abbigliamento di marca, lingerie e biancheria intima, IPhone a profusione, vino e spumanti, trucchi e profumi, borsette e via dicendo. La somma di tutto ciò, stando alle cronache, ammonterebbe a circa 130mila euro per la sola Idv, ma l’indagine è allargata agli altri schieramenti. Maruska Piredda si trova nel mezzo della bufera che investe il palazzo insieme ai colleghi in Regione Marylin Fusco, Nicolò Scialfa (assessore), Stefano Guaini e Giorgio De Lucchi, quest’ultimo tesoriere indagato per appropriazione indebita.

«Non ho mai speso soldi pubblici per finalità estranee alla mia attività di consigliere regionale e quanto ho speso per la mia attività supera quanto rimborsatomi dal gruppo regionale. In tempi non sospetti avevo denunciato la mancanza di trasparenza nella gestione dei fondi», ha dichiarato, ma altro non si riesce a chiederle. Cercata, ha declinato tramite il suo ufficio stampa la richiesta di intervista, rimandando ogni altra dichiarazione a quando avrà parlato con i magistrati, seppure le si è fatto presente che non sarebbe stato chiesto alcunché che potesse violare il segreto istruttorio. Nell’attesa, resta quanto spiega lo stesso ufficio stampa di una strada politica che è sempre stata legata a doppio filo proprio all’impegno sindacale di chi aveva anche vissuto la fatica di anni di precariato. Questo suo vivere sulla barricata di chi difende i diritti dei lavoratori ha spinto il partito a “inviarla” a Genova, a partire dalla grande vertenza dell’Ansaldo ad altre crisi produttive poco note, ma localmente pesanti, per seguirle per il partito da un posto privilegiato come la Regione.

Mercoledì 30 Gennaio 2013 - 14:54 Ultimo aggiornamento: 16:27

http://www.gazzettino.it/province/n...ra_dei_rimborsi_politici/notizie/248041.shtml

Come non ricordare: ..meglio falliti...che in mano a dei banditi...

Devo effettivamente riconoscere che lo slogan dell'epoca le calza a pennello!
 
Stato
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