Scadenza Lock up AZ : scenari dopo il 12 gennaio


la mia impressione, ma potrei completamente sbagliare, è che si sia rimandato tutto al dopo elezioni. In campagna elettorale AZ è argomento troppo ghiotto da non strumentalizzare a qualsiasi fine, e la cosa non gioverebbe nè a AF, nè a EY, nè agli attuali azionisti.
Discorso diverso sarà tra un mese e con un nuovo governo alle porte, quando si potrà lavorare (forse) con più calma e serenità.
 
Stai confondendo con la JV...

Roma, 9 gennaio 2013 - Le associazioni professionali dei piloti di Alitalia (Anpac), Air France, Klm e Delta Airlines hanno firmato un protocollo d'intesa (Transatlantic joint venture agreement) per specificare le relazioni e incrementare la comunicazione e la cooperazione tra i vari piloti dei gruppi.

Le loro rispettive compagnie aeree hanno formato una joint venture, un patto d'affari che consente opzioni di viaggio semplificate nel mercato del Nord America. La firma del protocollo riconosce l'importanza dell'Anpac, spiega l'associazione dei piloti di Alitalia. I piloti di Air France, Klm e Delta si impegnano a lavorare con quelli di Alitalia per garantire gli interessi di tutti i piloti dell'alleanza.

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Air France, KLM et Alitalia: 4 ans de partenariat au service des clients
jeudi 17 janvier 2013

Depuis 4 ans, Air France, KLM et Alitalia se sont unis au sein d'un partenariat stratégique, pour offrir à leurs clients un réseau étendu et davantage de services. [da 4 anni, Air France, KLM e Alitalia si sono uniti in una partnership strategica per offrire ai propri clienti una rete più ampia e servizi.]

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… la joint venture prevede che i piloti di af, klm e delta si impegnano a lavorare con alitalia per garantire gli interessi di tutti i piloti dell'alleanza ... la corporate airfrance http://corporate.airfrance.com parla di partnership strategica tra af, klm e az per offrire ai propri clienti una rete più ampia di servizi … è la stessa cosa …? ...
 
flyboy ok pero' il comunicato af e' stato fatto giusto il 13 gennaio. sara' come dice tu, ed avrai anche ragione, ma se 2 +2 = 4 ???? ognuno poi e' libero di vederla come vuole. non penso che af era comunque cosi deficiente da abbinare il suo nome ad una compagnia moribonda come in italia vogliamo far passare alitalia. purtroppo in questo paese ci sono tante persone che gufano contro questa azienda. altro che g8 siamo da decimo mondo. ecco perche' questo paese va a rotoli.
 
flyboy ok pero' il comunicato af e' stato fatto giusto il 13 gennaio. sara' come dice tu, ed avrai anche ragione, ma se 2 +2 = 4 ???? ognuno poi e' libero di vederla come vuole. non penso che af era comunque cosi deficiente da abbinare il suo nome ad una compagnia moribonda come in italia vogliamo far passare alitalia. purtroppo in questo paese ci sono tante persone che gufano contro questa azienda. altro che g8 siamo da decimo mondo. ecco perche' questo paese va a rotoli.
AF è una società quotata, ha obblighi di comunicazione al mercato. Per cui deve annunciare immediatamente qualunque operazione rilevante. Niente annuncio, niente firma.
 
Crac Alitalia, Stato chiede danni agli ex manager: “Restituire 3mld €”

ROMA – Lo Stato è pronto a chiedere i danni ai 17 ex manager di Alitalia che causarono un danno erariale per 3 miliardi di euro. Il Corriere della Sera scrive che l’indagine della Corte dei conti sull’amministrazione della compagnia aerea tra il 2001 ed il 2007 è conclusa e il danno stabilito. Un conto decisamente non da poco, quei 3 miliardi, che ora lo Stato vuole riavere indietro.

Antonella Baccaro scrive sul Corriere della Sera:

”Seguendo la procedura, ai 17 amministratori individuati dall’indagine è arrivato un «invito a dedurre», che è un atto che deve necessariamente precedere, a pena di nullità, la citazione in giudizio del presunto responsabile. Nell’atto il procuratore ha esposto gli elementi di fatto e di diritto sulla cui base ha fondato la contestazione di responsabilità e l’ammontare del danno, invitando i destinatari a far pervenire proprie deduzioni e osservazioni difensive, nonché prove a proprio discarico, entro 60 giorni. Se le controdeduzioni non saranno ritenute valide, il procuratore procederà all’atto di citazione vero e proprio”.

Insomma se i 17 “invitati” non riusciranno, entro 60 giorni, a mostrare la propria estraneità a quanto contestato si vedranno citati in giudizio e saranno a rischio processo. Tra gli “invitati”, scrive il Corriere, ci sarebbero anche Francesco Mengozzi, in Alitalia dal 2001 al 2004, e Giancarlo Cimoli, per il periodo tra il 2004 e il 2007, ed altri consiglieri di nomina pubblica.

Il Corriere della Sera ricorda inoltre che per Cimoli e Mengozzi la Procura di Roma chiese il rinvio a giudizio per la bancarotta di Alitalia nel 2008 già lo scorso 7 novembre. Poi il Corriere della Sera parla delle altre condanne:

“Risalendo nel tempo, nel febbraio 2011, la Corte dei Conti aveva già condannato Cimoli a restituire all’Erario 150 mila euro, vale a dire parte dei 750 mila euro di premio che il cda di Alitalia gli assegnò tra il 2004 e il 2006. Per la magistratura contabile tale «emolumento variabile» fu assegnato al manager «nonostante il mancato raggiungimento e la mancata definizione degli obiettivi cui la spettanza di dette somme era subordinata»”. Pubblicato il 19 gennaio 2013 14.37

http://www.blitzquotidiano.it/crona...manager-restituire-3-miliardi-di-euro-1452625
 
anziche commentare di aerei al prato non veritiere. commentiamo cio' che dice affariitaliani.


E se alla fine i capitani coraggiosi si tenessero Alitalia insieme a AirFrance?
Lunedì, 21 gennaio 2013 - 09:31:00

di Sergio Luciano

E se alcuni dei “patrioti” che quattro anni fa rilevarono la parte buona della fallita Alitalia, anziché squagliarsela con la coda tra le gambe rilanciassero, saltando dentro Air France e cogestendo il colosso unificato che deriverebbe da una fusione tra la nostra vecchia compagnia di bandiera e la grandissima concorrente (ed azionista) francese? L'ipotesi è suggestiva e, ad uno sguardo “italianamente scettico”, sembra inverosimile, ma forse lo è meno di quanto sembri. E non perché piacerebbe molto all'attuale ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, che fra un mese non sarà più in quel ruolo e che ha da sempre creduto nell'Alitalia, tanto da promuoverne appunto il rilancio quattro anni fa, da capo di Banca Intesa Sanpaolo. C'è già qualcosa di più: l'auspicio pronunciato qualche giorno fa da Passera è già oggi oggetto di un incessante scambio di vedute già in corso tra Parigi e Roma, e in particolare tra Jean-Cyril Spinetta – il leader indiscusso della compagnia francese – e il vero “dominus” del fronte italiano, cioè Gaetano Miccichè, capo delle partecipazioni di Intesa Sanpaolo, maggior singolo azionista italiano della cordata. “Incessante scambio di vedute” non vuol dire accordo, neanche (ancora) trattativa: ma approfondimento, analisi, pretattica: quello sì.

L'intesa è fattibile perché se è vero che Alitalia oggi sconta un “badwill” finanziario che le impone di ricapitalizzare al più presto, anche AirFrance non se la passa benissimo, e capitalizza in Borsa circa 2,3 miliardi. Il suo primo azionista – dopo la fusione con Klm – è sempre lo Stato francese, ma col 18%. È evidente che il valore di un'Alitalia che venga appena un po' ricapitalizzata e conferita all'alleanza è tale da porre la compagine italiana al primo posto nell'azionariato francese, o alla peggio in una posizione simmetrica rispetto a quella del governo di Parigi. Al quale l'idea è da sempre piaciuta: basta rileggere una lettera di qualche tempo fa, firmata da Spinetta e indirizzata all'amministratore delegato di Alitalia: “Sono convinto che un'alleanza tra le nostre due compagnie sarà per ciascuna di esse un'importante risorsa per poter battere la feroce e crescente competizione internazionale”, scriveva Spinetta, “ e m'impegno personalmente per la buona riuscita dell'alleanza e a seguire personalmente le varie fase dell'integrazione”. Qualche tempo fa? Parecchio tempo, in effetti: perché quelle frasi risalgono addirittura a sedici anni fa, il 27 novembre del 1997, e il destinatario della missiva di Spinetta non era l'attuale amministratore delegato di Alitalia Andrea Ragnetti, ma il suo predecessore Domenico Cempella, l'ultimo capo della compagnia ad aver messo in fila due bilanci in attivo grazie all'accordo di cogestione firmato a suo tempo con i sindacati, convinto assertore della necessità che Alitalia crescesse, il quale giunse a un passo dall'acquisizione dell'olandese Klm, finita poi proprio ad Air France.

Insomma, sono sedici anni che Spinetta “vede bene” l'alleanza tra Air France e Alitalia. E se è assurdo pensare che il manipolo dei soci italiani possa davvero diventare l'azionista di riferimento di Air France – lo sciovinismo dei francesi non lo tollererebbe mai - è invece ormai possibile che assuma un ruolo di cogestione con i rappresentanti del governo francese, salvando nel frattempo i propri soldi e la stabilità industriale di Alitalia. Che evoluzione avranno le trattative? Le prossime fasi dovrebbero essere queste. Alitalia rivaluterà un suo asset intangibile, di dubbio valore, cioè il proprio pacchetto di “frequent flyer”, come dire i clienti fedeli, che utilizzano le varie tessere Millemiglia, Club Ulisse e Freccia Alata. Un artificio contabile che però è già stato attuato in precedenza da altre compagnie internazionali, con buona pace dei revisori dei conti: significa dare un valore (elevato: si parla di circa 400 milioni di euro!) a una variabile di marketing molto volatile, qual è appunto un gruppo di clienti fedeli, ma tant'è. Con questo espediente, Alitalia comprerà tempo. Il vincolo di “lock-up” (non vendere) per i soci sulle proprie azioni è scaduto il 12 gennaio ma fino al 28 ottobre c'è una clausola di prelazione tra azionisti, per cui chiunque voglia uscire deve offrire il proprio pacchetto agli altri prima che a terzi, il che tranquillizza Air France: se un socio italiano minore vuol “prendere il volo”, può farlo ma deve segnalarsi.

C'è quindi tempo per trattare: sia all'interno della compagine dei soci italiani che tra essi e Air France. Dipenderà molto anche dall'atteggiamento del futuro governo di Roma; e dalle dinamiche del mercato. Intanto, qualche giorno fa, uno dei soci minori di Alitalia, Cosimo Carbonelli D'Angelo, azionista di Cai con il 3,1%, in una dichiarazione al Giornale, ha detto che c'è “una solidarietà tra i soci italiani di Alitalia per il mantenimento della partecipazione, tale che se Air France proponesse un'acquisizione a basso prezzo rimarrebbe delusa”, ed ha aggiunto: “È escluso che Alitalia possa finire nelle mani dei francesi per un pugno di noccioline. La maggioranza dei soci non prenderà in considerazione alcuna ipotesi di vendita a condizione che non siano valorizzati i propri asset e l'italianità”. Una bella grinta per affrontare bene i prossimi convulsi mesi di negoziato.
 
Molti di quelli che sparano ad alzo zero sull'operazione che ha portato alla nascita di CAI, per partito preso o per ignoranza, trascurano e tralasciano questo scenario.
Il 75% in mano agli italiani raggruppato in un'unica entità darebbe una partecipazione del 25-30% del nuovo soggetto AF-AZ-KLM, ovvero il primo azionista.
Questa è la matematica, ma sono convinto che difficilmente questo avverrà: sono curioso di vedere cosa si inventeranno in riva alla Senna per evitarlo!
Il mio pensiero corre alla tentata scalata di Enel alla Suez nel 2006... ma andiamo OT.

Non meno trascurabile è il fatto che lo scenario che si va prospettando è TOTALMENTE diverso da quello del 2008, all'epoca AF avrebbe comprato la polpa di AZ, i debiti sarebbero rimasti sul groppone dello Stato insieme a qualche migliaio di esuberi, e AZ sarebbe diventata una colonia francese.
Oggi si va verso uno scenario dove gli italiani, nella peggiore delle ipotesi, peseranno quanto lo Stato francese.
Lo scenario non mi fa impazzire ma è meglio del precedente.

E qualcuno di quelli che sparano sulla CAI, ad iniziare da colui che si firma GD su un noto quotidiano, mi dovrebbe spiegare perché è stata impedita l'integrazione AP-AZ a favore di AF...

EDIT
Fermo restando che continuerebbe a restare nebuloso il futuro di AZ, ovvero, che tipo di compagnia avremo una volta finita nel calderone unico?
Cosa potrebbe cambiare rispetto all'oggi, dove i francesi sono in minoranza rispetto agli italiani, quando bene che vada saranno alla pari?
Continueremo ad avere un vettore con poche destinazioni LR, di cui 0 businnes?
 
Molti di quelli che sparano ad alzo zero sull'operazione che ha portato alla nascita di CAI, per partito preso o per ignoranza, trascurano e tralasciano questo scenario.
Il 75% in mano agli italiani raggruppato in un'unica entità darebbe una partecipazione del 25-30% del nuovo soggetto AF-AZ-KLM, ovvero il primo azionista.
Questa è la matematica..

Non vuoi sentire prima quanto sarà il concambio? Se di scambio azionario si tratterà ovviamente..
 
Un concambio "sfavorevole", rispetto ai francesi, in modo da avere una percentuale inferiore ai francesi, porta ad una pesante svalutazione delle quote in pancia agli attuali azionisti.
Dubito che si voglia scendere al di sotto di una certa soglia.
Vederemo.
 
R: Scadenza Lock up AZ : scenari dopo il 12 gennaio

Un concambio "sfavorevole", rispetto ai francesi, in modo da avere una percentuale inferiore ai francesi, porta ad una pesante svalutazione delle quote in pancia agli attuali azionisti.
Dubito che si voglia scendere al di sotto di una certa soglia.
Vederemo.

Con più di 700 milioni di euro persi in quattro anni non mi sembra siano in condizioni di poter trattare molto.
 
Può darsi, ma non sarebbe la prima volta che il prezzo di carico della singola azione risulti maggiore di quello prezzato dal mercato.
 
Molti di quelli che sparano ad alzo zero sull'operazione che ha portato alla nascita di CAI, per partito preso o per ignoranza, trascurano e tralasciano questo scenario.
Il 75% in mano agli italiani raggruppato in un'unica entità darebbe una partecipazione del 25-30% del nuovo soggetto AF-AZ-KLM, ovvero il primo azionista.
Questa è la matematica, ma sono convinto che difficilmente questo avverrà: sono curioso di vedere cosa si inventeranno in riva alla Senna per evitarlo!

?

sei sicuro del 25-30% ???? con CAI da ricapitalizzare tra 7 mesi???
quanto vale un'azienda che ha FC negativi da quando e' nata e del break even fina nziario non si vede l'alba???, non serve nemmeno che ti disturbi ad attualizzarli ...
finanza e fantasia qua eh'.....
 
a me sembra molto inverosimile pensare che i francesi acconsentano che i soci italiani siano il socio di maggioranza....
 
R: Scadenza Lock up AZ : scenari dopo il 12 gennaio

sei sicuro del 25-30% ???? con CAI da ricapitalizzare tra 7 mesi???
quanto vale un'azienda che ha FC negativi da quando e' nata e del break even fina nziario non si vede l'alba???,..

Ma che ne sai te.. Questa è matematica. :D
 
R: Scadenza Lock up AZ : scenari dopo il 12 gennaio

Già me lo vedo gentile nel board. Se poco poco ai dipendenti gli critica il taglio di capelli, in Francia non si alza più nemmeno una tavoletta del cesso. :D
 
sei sicuro del 25-30% ???? con CAI da ricapitalizzare tra 7 mesi???
quanto vale un'azienda che ha FC negativi da quando e' nata e del break even fina nziario non si vede l'alba???, non serve nemmeno che ti disturbi ad attualizzarli ...
finanza e fantasia qua eh'.....

All'epoca CAI ha speso 1 mld di euro per gli asset acquistati dalla vecchia AZ, il capitale sociale è circa 670 mln di euro; la valutazione di borsa di AF è di 2,3 mld, quindi a "bocce ferme" AZ è un 1/3 di AF.
Valutare EV di una azienda non quotata è un'attività non da poco, mentre per una quotata è il valore di borsa; l'EV di AZ, ovviamente, non sarà in nessun caso un valore prossimo allo zero in quanto implicherebbe pesantissime svalutazioni e minus valenze nei bilanci degli attuali azionisti.

Mi aspetto una valutazione intorno ai 500 mln di euro, per tenere conto delle perdite di questi anni, il che porta ad un 18-20% del nuovo aggregato.

E' matematica, ma anche logica.

Sempre che finisca dentro AF-KLM...