Conseguenze della crisi di governo


belumosi

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,114
3,609
161
Immagino siamo tutti a conoscenza degli ultimi sviluppi politici italiani, con il PDL che di fatto ha sfiduciato Monti impegnandosi a votare esclusivamente la legge di stabilità. E di rimando il PdC che ha annunciato le proprie dimissioni non appena tale legge sarà stata approvata.

Questa evoluzione politica repentina, avrà probabili conseguenze anche nel campo dell'aviazione civile. Me ne vengono in mente soprattutto due:

-il piano nazionale aeroporti sarà impossibile da approvare, stante il fatto che nessun rappresentate politico delle zone con scali a rischio declassamento, voterà mai un simile provvedimento in campagna elettorale. E questo a prescindere dal colore.

-il decreto sviluppo contenente tra le altre la famosa norma anti-FR, è ugualmente in bilico, non fosse altro perchè "promosso" soprattutto da Passera, che con le sue dichiarazioni ha innescato la reazione del PDL e quindi è visto da quest'ultimo (a partire da SB) come un nemico.
Però credo che potrebbe essere un boomerang per il PDL non votare un provvedimento che oltre ad essere moralmente giusto e portare nelle casse statali un po' di soldi, tenta di fornire un aiuto indiretto alle compagnie nazionali in difficoltà.
Sarebbe fin troppo facile per le altre forze politiche accusare SB di tutte le conseguenze negative che deriverebbero dalla mancata approvazione della norma.
Ultimo aspetto da valutare, è che il decreto sviluppo comprende molte leggi e non credo sia semplicissimo "spacchettarlo" per votarne solo alcune parti, nel senso che oltre alla volontà serve il tempo, che non è molto.

Rivolgo a chi volesse intervenire la preghiera di non far diventare il 3d una tribuna politica, ma di focalizzarsi sugli impatti che il nuovo scenario potrà portare nel modo dell'aviazione.
Grazie.:)
 
Ogni commento che non riguardi direttamente le conseguenze in ambito aeronautico della possibile crisi di governo sarà eliminato.
 
Purtroppo temo che la caduta del governo Monti non farà altro che congelare qualsiasi evoluzione nel settore aeronautico in qualche modo "guidata" dal governo. In Italia, per abitudine, si blatera sempre di politica industriale, confondendola con gli aiuti, possibilmente a pioggia, alle imprese. In realtà la vera politica industriale è proprio il governare i fenomeni di contorno che consentono o frenano lo sviluppo di un settore (nel nostro caso, piano aeroporti e piano dei trasporti). Ma dato che gli aiuti a pioggia portano più voti e più visibilità ....
 
Quanti paralleli tra il mondo aeronautico itagliano e quello politico..... Non saranno mica parte della stessa itaglia?!?
 
Da notare comunque che il "decreto sviluppo" essendo un decreto legge, può essere approvato dalle camere anche dopo lo scioglimento formale (ovviamente se c'è la volontà politica), mentre il piano aeroporti è già consegnato agli archivi della storia.
 
Purtroppo temo che la caduta del governo Monti non farà altro che congelare qualsiasi evoluzione nel settore aeronautico in qualche modo "guidata" dal governo.
Sono d'accordo. Anche perchè d'ora in poi l'intera classe politica sarà impegnata a preparare le elezioni di Febbraio e quasi tutte le energie saranno dedicate a quello scopo.
Facendo sfoggio di ottimismo, direi che anche un futuro governo con buone intenzioni difficilmente potrebbe approvare qualcosa in materia trasporto aereo prima della primavera inoltrata. Anche perchè è scontato che il piano aeroporti o la norma anti-FR non saranno certo nell'agenda delle prime settimane di governo.
A fronte di tutto questo, c'è da domandarsi in che stato arriveranno a Maggio-Giugno le compagnie italiane, attese da un inverno rigidissimo, con pax diminuiti e impoveriti e con i conti ampiamente in rosso fin d'ora.
E con le LC che probabilmente guadagneranno ancora terreno.
La vedo davvero dura. Mai come in questo momento sarebbe servita un'azione di governo che tentasse di indirizzare (almeno in parte) la politica del trasporto aereo a livello nazionale. E invece...
 
Questo secondo me e' punto cruciale.
Le Camere anche se sciolte, lavorano ugualmente e posso convertire in legge tutti i decreti del caso.
Vedremo se ci sarà la volontà di definire un po' meglio questo mondo dell' Aviazione del quale tanti si lodano ma poi poco si interessano..
 
La razionalizzazione e lo sviluppo di un piano trasporto aereo nazionale, è una cosa che ogni tanto salta fuori da questo o da quel governo. E' da anni che se ne parla ma gli interessi generali sono cosi grandi e specifici, basti pensare alle varie compagnie di genstione degli aeroporti, che probabilmente mai verrà attuato. Non dico che non sia importante, dico solo che non sia prioritario in un paese dove la disoccupazione aumenta a vista d'occhio.
Il problema sta a monte, laddove si incentri un piano industriale esclusivamente sul medio raggio, con pochissime se non nulle risorse da investire in un paese dove da piu' di 20 anni le lowcost la fanno da padrone, solo perchè si è protetti dalla politica. Ed ora ci si chiede che impatto avrà la crisi di un governo, l'ennesima, sul trasporto del traffico aereo in italia? Prima bisognerebbe farlo il trasporto aereo...
 
Possiamo quindi considerare come morti e sepolti i vari deliri mentali del tipo Cernobbio, spaghettate al d'este, l'Alba, Three is the magic number, zerbino sfilato, idrico, ecc, ecc.

L'ennesima, non la prima ma ahimé nemmeno l'ultima dell'incredibile collezione di figure di nutella made in stromboli.
 
Il Governo si è già dimesso ma continua ad esercitare in maniera controllata e responsabile e tutti i decreti verranno convertiti in legge,norma anti FR compresa, tanto la colpa sarà di Monti & Co. e questo farà o comodo a tutti i partiti.
 
Siamo sicuri?
Il decreto delle province, per esempio, è stato stoppato.
Dal e in parlamento presentando troppi emendamenti che ne rendevano impossibile la tempestiva approvazione. Anche perché il governo è ancora formalmente in carica, le dimissioni per ora sono solo annunciate.
 
Il Decreto Sviluppo contenente la cosiddetta norma "anti-FR" è stato convertito in legge dalla Camera.
Non era scontato.
 
Il Decreto Sviluppo contenente la cosiddetta norma "anti-FR" è stato convertito in legge dalla Camera.
Non era scontato.

Vediamo che succede....prime reazioni dagli aeroporti base FR:

[h=1]Ryanair tassata in Italia E ora Pisa teme l’addio[/h]
PISA Il governo chiede il conto a Ryanair. E getta nel panico tutti gli aeroporti, a cominciare da Pisa, che sulla compagnia leader dei voli low cost hanno costruito le loro fortune. Giovedì il Senato ha approvato la cosiddetta "norma anti Ryanair", quella che obbliga l'azienda irlandese a versare in Italia le tasse e i contributi previdenziali per i dipendenti che lavorano nelle basi italiane della compagnia. Manca il passaggio alla Camera e il provvedimento sarà legge. Cosa farà a quel punto il vulcanico Michael O'Leary? Potrebbe anche decidere di mollare gli scali italiani? Di fronte a questa prospettiva gli aeroporti che ospitano basi Ryanair si sono mossi. La Sat che gestisce il Galilei di Pisa, la Sacbo di Bergamo Orio al Serio e la Sab di Bologna (tutti e tre nella top ten degli scali italiani) hanno buttato giù un documento e l'hanno fatto circolare tra i parlamentari locali. Non si tratta di stabilire se il provvedimento sia giusto o meno, se abbia ragione Ryanair che ha sede in Irlanda e ritiene di dover pagare le tasse in quel paese che fece a suo tempo ponti d'oro fiscali alle multinazionali impegnate in Europa, o abbiano ragione le indagini di Ispettorato del lavoro e Finanza che accusano la compagnia di evasione contributiva e Iva non pagata. Si tratta di chiedersi cosa succederebbe se Ryanair togliesse le tende. L’ad di Sat, Gina Giani, ha colto l’occasione del convegno sul futuro del turismo a Pisa organizzato ieri dal Comune al Teatro Verdi per lanciare l’allarme. «Il governo ha calcolato l'impatto di quel provvedimento? - chiede Giani - Un’eventuale chiusura delle basi italiane di Ryanair avrebbe un effetto devastante sull’economia delle regioni che le ospitano. Negli ultimi dieci anni gli aeroporti regionali sono cresciuti grazie ai voli low cost e hanno svolto un ruolo di catalizzatori dello sviluppo di tutta una regione». Per dare un’idea, a Pisa Ryanair porta 2,7 milioni di passeggeri (il 60% del totale). «Pisa, Bergamo, Bologna, ma anche gli aeroporti di Puglia, Sardegna e Sicilia. Si vuole che questo ruolo resti vivo o si vuole tornare alla situazione di prima della rivoluzione low cost, quando contavano solo Roma e Milano?». Sono le domande che i tre aeroporti vorrebbero fare direttamente al governo. Per questo hanno chiesto un incontro al sottosegretario Guido Improta, che finora non ha risposto. Lo stesso sottosegretario che, dettando le linee guida del ministero, ha di recente indicato come una priorità la creazione di reti aeroportuali, in cui uno grande e altri piccoli possano essere gestiti da un unico soggetto. «Ma in una flotta dipende da come ci si sta - osserva Giani - se da ammiraglia o da bettolina». Segnali che vanno nella stessa direzione, insomma. Anche il sindaco Filippeschi chiede chiarezza, «per evitare il sospetto che si facciano gli interessi malcelati di qualche tecnico». Sospetti e domande per sgombrarli. «Perché il Piano degli aeroporti nazionali stilato da Enac - chiede ancora Giani - che conferma il ruolo importante di molti aeroporti locali, arrivato sul tavolo del governo si è come inabissato? Doveva essere presentato a dicembre con l'imprimatur dell'esecutivo, invece non se ne parla più». Certo, le compagnie italiane vedrebbero di buon occhio la scomparsa di un temibile competitor come Ryanair. «Ma nessun vettore sarebbe in grado di rimpiazzare Ryanair - ammonisce Giani - lo dicono i numeri».

Il Tirreno

 
Le scelte strategiche hanno effetti di erosione di bacino elettorale, alias non si farà nulla. Il settore aeronautico italiano continuerà a stazionare nella mexxa in cui è scivolato senza se e senza ma. Inutile sperare a cambiamenti radicali, lo "status quo" vive di paraxxlismi e immobilismo, molto più facile non fare nulla che risolvere i ben più palesi problemi.
 
Altro aspetto di sicuro interesse, conseguente alla crisi di governo.... Il festival di Sanremo sarà spostato. Ora siamo tutti più sereni.
 
18:31 - giovedì
Il "Decreto Sviluppo" introduce novità nel settore del trasporto aereo: approvata la "Norma Ryanair"

Roma, Italia - Testo approvato con 261 voti favorevoli, 55 contrari e 131 astenuti

(WAPA) - Il decreto legge recante "Ulteriori misure urgenti per la crescita del paese", meglio conosciuto col nome di "Decreto Sviluppo" ha terminato il proprio iter parlamentare malgrado la crisi di Governo, con l'approvazione del testo da parte della Camera dei deputati con 261 voti favorevoli, 55 contrari e 131 astenuti (quasi tutti del Pdl).

Tra le varie norme, ce n'è anche una che avrà una notevole rilevanza nel settore del trasporto aereo in Italia: si tratta del comma 1 dell'articolo 38 sulle disposizioni finanziarie. Secondo il testo appena approvato: "Ai fini del diritto aeronautico, l’espressione 'Base' identifica un insieme di locali ed infrastrutture a partire dalle quali un’impresa esercita in modo stabile, abituale e continuativo un’attività di trasporto aereo, avvalendosi di lavoratori subordinati che hanno in tale base il loro centro di attività professionale, nel senso che vi lavorano, vi prendono servizio e vi ritornano dopo lo svolgimento della propria attività. Un vettore aereo titolare di una licenza di esercizio rilasciata da uno Stato membro dell’Unione europea diverso dall’Italia è considerato stabilito sul territorio nazionale quando esercita in modo stabile o continuativo o abituale un’attività di trasporto aereo a partire da una base quale definita al periodo precedente. In deroga all’articolo 3 della legge 27 luglio 2000, n. 212, il presente comma si applica a decorrere dal periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2012".

La misura obbligherà i vettori aerei operanti in Italia a pagare allo Stato italiano le tasse e i contributi previdenziali per il personale basato negli aeroporti italiani: qualcuno ha ribattezzato questo provvedimento "Norma Ryanair", in quanto il vettore low-cost sottopone i propri dipendenti, a prescindere da dove lavorino, al regime fiscale irlandese, che è particolarmente vantaggioso. (Avionews)