Fallimento Air Sicilia, assolto Crispino


speedbird437

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6 Novembre 2005
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(ANSA) - CALTAGIRONE (CATANIA), 6 DIC - Il Gup di Caltagirone ha assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta perche' il fatto non sussiste l'imprenditore Luigi Crispino nel processo per il fallimento della compagnia aerea Air Sicilia, da lui fondata nel 1994. Il procedimento e' stato celebrato col rito abbreviato. Nell'ambito delle indagini, avviate nove anni, Crispino, il 24 maggio del 2004, fu arrestato assieme a altri sei indagati. Furono scarcerati l'11 giugno successivo dal Tribunale della liberta' di Catania.
 
2004/2012: alla faccia del rito abbreviato!
Al di là della dissertazione sui tempi della giustizia, mi piacerebbe leggere le carte processuali, ormai non ricordo più nemmeno come era affogata la compagnia.
 
2004/2012: alla faccia del rito abbreviato!
Al di là della dissertazione sui tempi della giustizia, mi piacerebbe leggere le carte processuali, ormai non ricordo più nemmeno come era affogata la compagnia.

Ricordo che enac aveva messo a terra la flotta e ritirato la licenza perché non avevano deliberatamente fatto le ispezioni ai rudder previste da una AD
 
(ANSA) - CALTAGIRONE (CATANIA), 6 DIC - Il Gup di Caltagirone ha assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta perche' il fatto non sussiste l'imprenditore Luigi Crispino nel processo per il fallimento della compagnia aerea Air Sicilia, da lui fondata nel 1994. Il procedimento e' stato celebrato col rito abbreviato. Nell'ambito delle indagini, avviate nove anni, Crispino, il 24 maggio del 2004, fu arrestato assieme a altri sei indagati. Furono scarcerati l'11 giugno successivo dal Tribunale della liberta' di Catania.

In men che non si dica, immagino, ci saranno già aerei in livrea basati a cta, e biglietti in vendita...guardacaso il processo dopo 9 anni si sblocca ora che Wj ha chiuso...
 
Brevemente, il processo riguardava la presunta bancarotta fraudolenta, in quanto si sospettava che Crispino e altri dirigenti avessero "spostato" degli asset dell'Air Sicilia a società del gruppo Crispino a prezzi non di mercato.

Crispino aveva tentato qualche hanno fa di ripartire con i voli con una nuova società Maltese, ma a quanto pare il progetto è fallito.
 
Luigi Crispino per anni ha subito l'onta della gogna mediatica. Lui inventore delle Low Cost in Italia con quell'Air Sicilia che sconvolse il cartello delle compagnie aeree nostrane dedite a tartassare il povero viaggiatore siciliano costretto a pagare centinaia di migliaia di lire per volare fino a Roma o a Milano. L'Air Sicilia si fece protagonista di una campagna di voli a cinquantuno mila lire e questo decretò la sua condanna. Le grandi compagnie invece da comportarsi da leader e restare sui loro standard scesero a livello della novella Robin Hood dell' aria e in breve ne decretarono la fine. Da allora però nessuno di quei colossi è uscito indenne dalla bufera e nel giro di qualche anno sono stati costretti al fallimento ( Alitalia compresa se non fosse stata salvata con una barca di euro tirati fuori dai contribuenti) Ma per Crispino la situazione fu addirittura drammatica e dopo la crisi della compagnia con il blocco degli aerei fu denunciato per bancarotta fraudolenta ed una decina di altre imputazioni. Tutto questo, è facile capire, pesa sulle spalle di un imprenditore perchè ogni volta che apri bocca, la stampa, che ama particolarmente dare particolari del genere, al nome aggiunge sempre la frase " Il patron della fu Air Sicilia, da anni sotto processo per bancarotta fraudolenta in seguito al fallimento della compagnia" Non è davvero vita facile soprattutto se ti viene in testa, considerata la competenza, di restare nel giro degli aerei. Ma oggi per Crispino questa fase della sua vita può considerarsi completamente chiusa. Il Tribunale di Caltagirone infatti ha emesso una sentenza nella quale l'imprenditore è stato assolto da tutte le imputazioni perché il fatto non sussiste. Quindi assoluzione piena e pieno reintegro nella società civile a patto che la stampa dia il giusto risalto alla vicenda e la gente capisca quello che è accaduto. Da notare che sono trascorsi la bellezza di 10 anni e passa e, ironia della sorte, il processo conclusosi con la suddetta assoluzione, è stato celebrato con il rito abbreviato ( e meno male). Ora dunque Luigi Crispino, pioniere delle compagnie aeree siciliane, è pronto a rientrare, e con pieno diritto in questo mondo che purtroppo è spesso popolato da incompetenti e sognatori. In varie occasioni,in questi ultimi anni, il manager aveva tentato un approccio con la società di gestione dell'aeroporto di Comiso ma forse quell'accusa di bancarotta che incombeva sulla sua testa ha reso tutto più difficile. Eppure Crispino ha sempre creduto alle potenzialità del territorio ibleo nel settore aereo. Se ricordate, alla fine degli anni novanta, tentò, addirittura, visto che le procedure per convertire la base di Comiso in aeroporto erano praticamente ferme, di costruirsi un aeroporto tutto suo. Comprò dei terreni, una bella striscia di circa 2 chilometri dalle parti di Roccazzo, e iniziò a fare dei sondaggi per saggiare la consistenza del fondo. Ci furono conferenze stampa ed articoli sui giornali nei quali ci si meravigliava per la facilità legale di realizzarsi un aeroporto personale. Lui aveva ragione al 100% ma la politica si spaventò e l'allora sindaco Aiello, indossata la fascia tricolore, in appoggio del sindaco di Comiso Digiacomo, fece interrompere ogni tipo di lavoro sul terreno in questione. Come dicevamo è passata tanta acqua sotto i ponti e chi vi scrive ricorda un'intervista, fatta in quell'occasione, a Crispino, seduti all'ombra di un albero secolare. Il patron dell'Air Sicilia disse che Comiso non l'avrebbero aperto neanche dopo dodici anni perchè non c'era la voglia di far crescere l'economia e la gente ma, piuttosto, prevaleva l'interesse della politica e delle persone che la vivono. Ancora una volta dobbiamo dire che aveva ragione. Sono passati più di dodici anni è la previsione è stata rispettata in pieno. Oggi più che mai possiamo dire di aver assistito alla conferma in pieno di quello che disse Crispino. L'aeroporto non è una parte del processo evolutivo nell'economia e nel turismo di una provincia ma un' agone dove ci si scontra per la poltrona di presidente, poi sarà la volta di quella di vice e via via fino a parlare di quello che fa le pulizie. Non importa se così facendo la macchina non funziona come dovrebbe e produce debiti invece che profitti. Importante è che qualcosa voli. Se poi si ci "perdono i picciuli" dice Crispino non importa a nessun se non a quelli che ci rimettono. Abbiamo ripreso dal sito CTZEN.IT un articolo che parla della Wind Jet dove non tanto da spettatore disinteressato Crispino commenta : «La Wind Jet era una vera low cost» «Forse non c’è stata una brillante interpretazione del pricing – una perdita di dieci milioni di euro rapportata a tre milioni di passeggeri è poco più di tre euro a biglietto – e la gestione poteva essere migliore, ma è comunque stata sana. E l’ebitda (margine operativo lordo, ndr) di Wind Jet è migliore di quello di Alitalia e Meridiana» Per lui, il debito è stato «accentuato da una sottocapitalizzazione, ma le cause della crisi sono esterne». Come il costo del petrolio e della manutenzione, che non sono comprimibili. «In questo caso la differenza la fa l’età del mezzo. Si risparmia se si hanno aerei nuovi, ma è anche vero che con aerei più vecchi si abbassano i costi di leasing», spiega. «Ma soprattutto – continua – incide l’eccessivo costo dell’handling (i servizi di assistenza a terra), che a Catania è il doppio rispetto a Roma Fiumicino, e la mancanza di contributi che invece vengono dati alle compagnie straniere come Ryanair». La Wind Jet, secondo lui, «dava fastidio ed era in balia, tra gli altri, della Sac, la Società aeroportuale di Catania, che coi suoi disservizi fa penare le compagnie», accusa. Per l’ex presidente di Air Sicilia, che si vanta – non a torto – di aver rotto il monopolio nei cieli italiani, Pulvirenti è stato vittima delle «lobby aeroportuali». «Le aziende strategiche, come è la Wind Jet per la Sicilia – afferma – dovrebbero avere l’attenzione delle istituzioni e invece sono considerate una rottura di palle perché per chi ha le mani in pasta significa non potersi fare gli affari propri». Dunque tra i colpevoli c’è prima la Sac, che avrebbe però fatto un grave passo falso. «Quando l’11 agosto ha fatto sequestrare uno degli aeromobili», afferma Crispino. Sì perché «per l’articolo 1057 del codice di navigazione (secondo cui non sono sequestrabili gli aeromobili addetti al trasporto per scopo di lucro di persone o di cose, pronti a partire o in corso di navigazione, purché non si tratti di debiti a causa del viaggio che stanno per intraprendere o che proseguono) quell’aereo non era sequestrabile». Tanto che sarebbe stata proprio la Sac a pagare la riprotezione dei passeggeri di quel volo. «Se fosse per pura generosità allora perché non pagano tutti quelli che sono rimasti a terra?», s’infervora. Tra i colpevoli della crisi Wind Jet l’ex patron di Air Sicilia mette anche Alitalia «che ha dato a Wind Jet il colpo di grazia, perché l’ha illusa con una trattativa tirata per le lunghe con lo scopo di farla arrivare alla canna del gas». E infine l’Enac che, secondo lui, ancora oggi ne ostacola la ripresa. «Quando l’ente che permette alle compagnie di operare – spiega l’ex manager – comunica che non darà la licenza se non verranno ripagati i passeggeri, in realtà sta facendo terrorismo per non far fare gli investimenti a chi potrebbe essere interessato. Ovviamente – continua – nessun nuovo investitore si accollerebbe i debiti di un altro e l’Enac gli sta dicendo di non mettere i soldi perché tanto non gli darà la licenza a prescindere dalla legge». Anche tutto l’interessamento mostrato per la riprotezione dei passeggeri non lo convince. «È il primo caso al mondo di una compagnia che chiude la settimana di Ferragosto e la Meridiana il 12 agosto aveva tre aerei pronti per sostituire i voli Wind Jet, in un periodo in cui è difficile trovare in affitto perfino un motorino». «Sarebbe stato un investimento pubblicitario – dice – e invece la conseguenza della chiusura della Wind Jet per i passeggeri è l’immediato aumento del costo dei biglietti». «Per questo – secondo l’ex imprenditore che si pregia di non aver lasciato a terra con il fallimento di Air Sicilia neanche un passeggero – gli utenti non provano acredine nei confronti di Wind Jet, che era per loro uno strumento per risparmiare. E se verrà rilanciata torneranno a comprare da lei, invece di preferire il pullman come succede adesso», dice. «La Sicilia ha bisogno di una compagnia aerea siciliana – afferma l’uomo che nel cielo faceva volare delle enormi Trinacrie – e, dalle ultime dichiarazioni che ha fatto, anche Pulvirenti sembra essersi reso conto della valenza sociale della sua compagnia». Per questo, secondo lui, la vecchia Wind Jet ricorrerà al concordato preventivo e l’ipotesi più probabile per il rilancio della compagnia è una società mista a partecipazione regionale. «Il nocciolo duro però dovrà essere costituito dai privati e da manager capaci, non frutto dei carrozzoni», commenta. Alla cordata siciliana scesa in campo qualche settimana fa, invece, Crispino crede poco. «Non hanno – dice – idea delle grandezze: con tre milioni di euro non vai da nessuna parte». È sicuro comunque che insieme a Pulvirenti si troverà una soluzione». La speranza di non ritornare «a prima del 1994 quando c’era il monopolio». «Stanno tentando, in maniera gattopardiana – dice – di far cambiare tutto per far tornare tutto come prima». E a lui, che vede il fallimento di Air Sicilia come «il sacrificio dei primi che apre la strada ai nuovi», tutto questo proprio non va giù. Siamo certi che lo vedremo volare prima o poi anche da Comiso

http://www.reteiblea.it/component/content/article/45-editoriale/1397-aveva-ragione-crispino
 
E' stato assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta, ma il fatto che ispezioni obbligatorie per legge e indispensabili alla sicurezza non venissero fatte per esplicita decisione dell'azienda, quello è un fatto che resta ed è il motivo per cui Air Sicilia fu fermata.
 
Re: Biscotti o Salatini

Non mi scorderò mai quando saliva una persona ( a me dissero fosse Lui) sull'aereo Air Sicilia in partenza a Palermo e pescando da un sacchetto di plastica "tipo esselunga" prendeva una brioche confezionata e ne dava una a passeggero ; altro che dolce o salato.........tutto home made.....
 
Luigi Crispino per anni ha subito l'onta della gogna mediatica. Lui inventore delle Low Cost in Italia con quell'Air Sicilia che sconvolse il cartello delle compagnie aeree nostrane dedite a tartassare il povero viaggiatore siciliano costretto a pagare centinaia di migliaia di lire per volare fino a Roma o a Milano. L'Air Sicilia si fece protagonista di una campagna di voli a cinquantuno mila lire e questo decretò la sua condanna. Le grandi compagnie invece da comportarsi da leader e restare sui loro standard scesero a livello della novella Robin Hood dell' aria e in breve ne decretarono la fine. Da allora però nessuno di quei colossi è uscito indenne dalla bufera e nel giro di qualche anno sono stati costretti al fallimento ( Alitalia compresa se non fosse stata salvata con una barca di euro tirati fuori dai contribuenti) Ma per Crispino la situazione fu addirittura drammatica e dopo la crisi della compagnia con il blocco degli aerei fu denunciato per bancarotta fraudolenta ed una decina di altre imputazioni. Tutto questo, è facile capire, pesa sulle spalle di un imprenditore perchè ogni volta che apri bocca, la stampa, che ama particolarmente dare particolari del genere, al nome aggiunge sempre la frase " Il patron della fu Air Sicilia, da anni sotto processo per bancarotta fraudolenta in seguito al fallimento della compagnia" Non è davvero vita facile soprattutto se ti viene in testa, considerata la competenza, di restare nel giro degli aerei. Ma oggi per Crispino questa fase della sua vita può considerarsi completamente chiusa. Il Tribunale di Caltagirone infatti ha emesso una sentenza nella quale l'imprenditore è stato assolto da tutte le imputazioni perché il fatto non sussiste. Quindi assoluzione piena e pieno reintegro nella società civile a patto che la stampa dia il giusto risalto alla vicenda e la gente capisca quello che è accaduto. Da notare che sono trascorsi la bellezza di 10 anni e passa e, ironia della sorte, il processo conclusosi con la suddetta assoluzione, è stato celebrato con il rito abbreviato ( e meno male). Ora dunque Luigi Crispino, pioniere delle compagnie aeree siciliane, è pronto a rientrare, e con pieno diritto in questo mondo che purtroppo è spesso popolato da incompetenti e sognatori. In varie occasioni,in questi ultimi anni, il manager aveva tentato un approccio con la società di gestione dell'aeroporto di Comiso ma forse quell'accusa di bancarotta che incombeva sulla sua testa ha reso tutto più difficile. Eppure Crispino ha sempre creduto alle potenzialità del territorio ibleo nel settore aereo. Se ricordate, alla fine degli anni novanta, tentò, addirittura, visto che le procedure per convertire la base di Comiso in aeroporto erano praticamente ferme, di costruirsi un aeroporto tutto suo. Comprò dei terreni, una bella striscia di circa 2 chilometri dalle parti di Roccazzo, e iniziò a fare dei sondaggi per saggiare la consistenza del fondo. Ci furono conferenze stampa ed articoli sui giornali nei quali ci si meravigliava per la facilità legale di realizzarsi un aeroporto personale. Lui aveva ragione al 100% ma la politica si spaventò e l'allora sindaco Aiello, indossata la fascia tricolore, in appoggio del sindaco di Comiso Digiacomo, fece interrompere ogni tipo di lavoro sul terreno in questione. Come dicevamo è passata tanta acqua sotto i ponti e chi vi scrive ricorda un'intervista, fatta in quell'occasione, a Crispino, seduti all'ombra di un albero secolare. Il patron dell'Air Sicilia disse che Comiso non l'avrebbero aperto neanche dopo dodici anni perchè non c'era la voglia di far crescere l'economia e la gente ma, piuttosto, prevaleva l'interesse della politica e delle persone che la vivono. Ancora una volta dobbiamo dire che aveva ragione. Sono passati più di dodici anni è la previsione è stata rispettata in pieno. Oggi più che mai possiamo dire di aver assistito alla conferma in pieno di quello che disse Crispino. L'aeroporto non è una parte del processo evolutivo nell'economia e nel turismo di una provincia ma un' agone dove ci si scontra per la poltrona di presidente, poi sarà la volta di quella di vice e via via fino a parlare di quello che fa le pulizie. Non importa se così facendo la macchina non funziona come dovrebbe e produce debiti invece che profitti. Importante è che qualcosa voli. Se poi si ci "perdono i picciuli" dice Crispino non importa a nessun se non a quelli che ci rimettono. Abbiamo ripreso dal sito CTZEN.IT un articolo che parla della Wind Jet dove non tanto da spettatore disinteressato Crispino commenta : «La Wind Jet era una vera low cost» «Forse non c’è stata una brillante interpretazione del pricing – una perdita di dieci milioni di euro rapportata a tre milioni di passeggeri è poco più di tre euro a biglietto – e la gestione poteva essere migliore, ma è comunque stata sana. E l’ebitda (margine operativo lordo, ndr) di Wind Jet è migliore di quello di Alitalia e Meridiana» Per lui, il debito è stato «accentuato da una sottocapitalizzazione, ma le cause della crisi sono esterne». Come il costo del petrolio e della manutenzione, che non sono comprimibili. «In questo caso la differenza la fa l’età del mezzo. Si risparmia se si hanno aerei nuovi, ma è anche vero che con aerei più vecchi si abbassano i costi di leasing», spiega. «Ma soprattutto – continua – incide l’eccessivo costo dell’handling (i servizi di assistenza a terra), che a Catania è il doppio rispetto a Roma Fiumicino, e la mancanza di contributi che invece vengono dati alle compagnie straniere come Ryanair». La Wind Jet, secondo lui, «dava fastidio ed era in balia, tra gli altri, della Sac, la Società aeroportuale di Catania, che coi suoi disservizi fa penare le compagnie», accusa. Per l’ex presidente di Air Sicilia, che si vanta – non a torto – di aver rotto il monopolio nei cieli italiani, Pulvirenti è stato vittima delle «lobby aeroportuali». «Le aziende strategiche, come è la Wind Jet per la Sicilia – afferma – dovrebbero avere l’attenzione delle istituzioni e invece sono considerate una rottura di palle perché per chi ha le mani in pasta significa non potersi fare gli affari propri». Dunque tra i colpevoli c’è prima la Sac, che avrebbe però fatto un grave passo falso. «Quando l’11 agosto ha fatto sequestrare uno degli aeromobili», afferma Crispino. Sì perché «per l’articolo 1057 del codice di navigazione (secondo cui non sono sequestrabili gli aeromobili addetti al trasporto per scopo di lucro di persone o di cose, pronti a partire o in corso di navigazione, purché non si tratti di debiti a causa del viaggio che stanno per intraprendere o che proseguono) quell’aereo non era sequestrabile». Tanto che sarebbe stata proprio la Sac a pagare la riprotezione dei passeggeri di quel volo. «Se fosse per pura generosità allora perché non pagano tutti quelli che sono rimasti a terra?», s’infervora. Tra i colpevoli della crisi Wind Jet l’ex patron di Air Sicilia mette anche Alitalia «che ha dato a Wind Jet il colpo di grazia, perché l’ha illusa con una trattativa tirata per le lunghe con lo scopo di farla arrivare alla canna del gas». E infine l’Enac che, secondo lui, ancora oggi ne ostacola la ripresa. «Quando l’ente che permette alle compagnie di operare – spiega l’ex manager – comunica che non darà la licenza se non verranno ripagati i passeggeri, in realtà sta facendo terrorismo per non far fare gli investimenti a chi potrebbe essere interessato. Ovviamente – continua – nessun nuovo investitore si accollerebbe i debiti di un altro e l’Enac gli sta dicendo di non mettere i soldi perché tanto non gli darà la licenza a prescindere dalla legge». Anche tutto l’interessamento mostrato per la riprotezione dei passeggeri non lo convince. «È il primo caso al mondo di una compagnia che chiude la settimana di Ferragosto e la Meridiana il 12 agosto aveva tre aerei pronti per sostituire i voli Wind Jet, in un periodo in cui è difficile trovare in affitto perfino un motorino». «Sarebbe stato un investimento pubblicitario – dice – e invece la conseguenza della chiusura della Wind Jet per i passeggeri è l’immediato aumento del costo dei biglietti». «Per questo – secondo l’ex imprenditore che si pregia di non aver lasciato a terra con il fallimento di Air Sicilia neanche un passeggero – gli utenti non provano acredine nei confronti di Wind Jet, che era per loro uno strumento per risparmiare. E se verrà rilanciata torneranno a comprare da lei, invece di preferire il pullman come succede adesso», dice. «La Sicilia ha bisogno di una compagnia aerea siciliana – afferma l’uomo che nel cielo faceva volare delle enormi Trinacrie – e, dalle ultime dichiarazioni che ha fatto, anche Pulvirenti sembra essersi reso conto della valenza sociale della sua compagnia». Per questo, secondo lui, la vecchia Wind Jet ricorrerà al concordato preventivo e l’ipotesi più probabile per il rilancio della compagnia è una società mista a partecipazione regionale. «Il nocciolo duro però dovrà essere costituito dai privati e da manager capaci, non frutto dei carrozzoni», commenta. Alla cordata siciliana scesa in campo qualche settimana fa, invece, Crispino crede poco. «Non hanno – dice – idea delle grandezze: con tre milioni di euro non vai da nessuna parte». È sicuro comunque che insieme a Pulvirenti si troverà una soluzione». La speranza di non ritornare «a prima del 1994 quando c’era il monopolio». «Stanno tentando, in maniera gattopardiana – dice – di far cambiare tutto per far tornare tutto come prima». E a lui, che vede il fallimento di Air Sicilia come «il sacrificio dei primi che apre la strada ai nuovi», tutto questo proprio non va giù. Siamo certi che lo vedremo volare prima o poi anche da Comiso

http://www.reteiblea.it/component/content/article/45-editoriale/1397-aveva-ragione-crispino

Sto ridendo da mezz'ora!
 
quando parla di Comiso, del clientelismo siculo, del fatto che in Sicilia occorrerebbe una compagnia siciliana, nel salvataggio di Alitalia ecc..
 
Dopo nove anni dall’avvio delle indagini, il fondatore della prima low cost siciliana è stato assolto dall’accusa di bancarotta fraudolenta, perché il fatto non sussiste, nel processo per il fallimento della compagnia da lui fondata nel 1994. Tra la sua vicenda e quella della Wind Jet vede tanti punti in comune ma «adesso – dice – ci sono le condizioni migliori per far rinascere una compagnia aerea siciliana»Ctzenq«Aspetto sempre che Giuricin dica qualcosa, perché ogni volta che il professore dice qualcosa si verifica sempre il contrario. Lui dichiara che la Wind Jet non può ripartire, io invece credo che ripartirà tra il 10 e il 15 di marzo». Adesso che gli 11 capi di imputazione del processo per bancarotta fraudolenta non pesano più sulla sua testa, l’imprenditore della fallita compagnia aerea Air Sicilia, Luigi Crispino, è più sereno. E invece di dilungarsi sulla sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste, arrivata dopo nove anni dall’inizio delle indagini a suo carico, rivela subito le sue previsioni sulle sorti della low cost etnea che ha contribuito a fondare con il patron del Calcio Catania Antonino Pulvirenti.«Ho consultato la palla di cristallo e mi è apparso San Giuseppe che mi ha detto che la nuova Wind Jet tornerà a volare prima della sua festa, e tra San Giuseppe e Giuricin io credo più al primo». Così Crispino scherza sulla sua fonte che smentirebbe le analisi del professore di Finanza pubblica all’università Bicocca di Milano ed esperto del settore aereo, Andrea Giuricin. E dalla sicurezza con cui rivela date e particolari si deduce che sia una fonte bene informata. Anche se assicura che lui e Pulvirenti non si sentono molto spesso. «Le mie – aggiunge – sono ipotesi personali: cominciare nella brutta stagione non è mai cosa giusta in questo settore».Ma oltre ai motivi legati al bel tempo, per Crispino, ci sono anche altri fattori che confermano che la Wind Jet avrà un futuro. «La richiesta di concordato preventivo con continuità aziendale tramite la cessione di ramo d’azienda e la lettera di intenti con l’atto di indirizzo dell’Irfis portano verso la ripartenza della compagnia», afferma. La sollecitazione di manifestazione di interesse per l’acquisto di vettore aereo che la compagnia ha pubblicato il 30 novembre è quindi solo «un atto dovuto». «La legge impone che la cessione di ramo d’azienda avvenga alle migliori condizioni – spiega – quindi si deve capire se c’è qualcuno disposto a mettere più soldi, ma io non credo ci sarà. É un adempimento puramente formale». Per Crispino, quindi, la Wind Jet ripartirà grazie alla partecipazione dell’Istituto finanziario della regione Sicilia, anche se in ritardo rispetto alle ottimistiche previsioni iniziali.L’imprenditore, che ormai si dichiara in pensione, prevede che nella nuova compagnia sarà gradualmente riassorbito l’80 per cento del personale. «Il 20 per cento si perderà per strada – dice – ma è una perdita naturale, qualcuno avrà già trovato altro. Tra la cassa integrazione e la mobilità – aggiunge – c’è comunque tutto il tempo per fallire un’altra volta o comprarsi l’Alitalia, anche se oggi la regalano perché è una compagnia tecnicamente fallita. Così come la Meridiana». La sua analisi è implacabile: «I veri competitors di Wind Jet – afferma – sono la Ryanair e la Easy Jet». «Con pochi competitor, grazie all’interesse della politica e all’unione di forze sane, ci sono tutte le condizioni per la rinascita di una compagnia siciliana», dice.Per il fondatore della Air Sicilia, gli ostacoli che la Wind Jet ha trovato e potrà trovare sono gli stessi che hanno portato al fallimento della sua compagnia. «Dal processo è emerso che la società guadagnava ed era ben gestita, tenuto conto dell’inquinamento di tipo mafioso presente nell’ambito del trasporto aereo in Italia. Perché la mafia peggiore è quella della burocrazia», racconta. I responsabili per lui sono all’interno della Sac e dell’Enac: «Su pressioni della Sac, della Gesap e degli aeroporti di Roma – dichiara – l’Enac ha avuto dei comportamenti illegittimi nei confronti della Air Sicilia. Le ragioni del suo fallimento sono da ricercare nelle istanze di fallimento fatte da Sac per 50 milioni di lire e nelle fatture non dovute emesse da Sac e inviate a indirizzi sconosciuti». In seguito a quanto è emerso durante le udienze a marzo il pubblico ministero ha depositato al giudice un fascicolo di atti relativi a indagini aperte per estorsione dove la parte offesa è la ex low cost e quella offendente la Sac. «Non sappiamo che fine abbia fatto quest’indagine e se si è perduta nelle nebbie della Procura di Catania», rivela Crispino, che annuncia che la storia della compagnia e gli ultimi nove anni ha in programma di raccontarli in un libro.A provare la sua tesi, secondo lui, ci sono due coincidenze tra la vicenda di Air Sicilia e quella di Wind Jet. «Peccato che Giuricin sia preso da cose più importanti – dice, tirando di nuovo in ballo l’esperto secondo cui la politica dovrebbe restare fuori dalla vicenda Wind Jet – Se potesse analizzare meglio la vicenda, si accorgerebbe che ad entrambe sono stati fermati degli aeroplani prima del ritiro della licenza, con scuse assolutamente banali relative a problemi di sicurezza, nonostante il parere positivo degli ispettori. E in alta stagione non si trovano aeroplani per sostituire quelli fermi», spiega. Inoltre, «le persone che hanno negato la deroga alla Wind Jet sono le stesse che l’hanno negata alla Air Sicilia, come Fabio Nicolai», accusa, facendo nome e cognome di uno dei vertici Enac. «Il problema è che capiscono tutti, ma nessuno fa mai niente e Giuricin prima di mischiare minchie con paternostri dovrebbe quantomeno approfondire – suggerisce Crispino – Io non ce l’ho con lui perché dice che la politica dovrebbe farsi i fatti suoi. Io ce l’ho con lui perché non dice che gli aeroporti sono quella cloaca che sono».Allora perché Wind Jet dovrebbe farcela? «Io – risponde – ho fatto un errore: ho riprotetto tutti i passeggeri, i media non ne hanno parlato e ho preferito sparire in silenzio». É convinto che oggi nessuno si ricorderebbe di Air Sicilia se lui non fosse stato arrestato per bancarotta. Questa volta, però, crede che sarà diverso: «C’è il precedente di Air Sicilia, sono rimaste circa 85mila persone a piedi, l’opinione pubblica comprende meglio l’importanza di una compagnia aerea siciliana. La politica, forse per il particolare momento, ha dato una risposta che nel mio caso non c’era stata», spiega. «E soprattutto – oltre alla capacità strategica di Pulvirenti di lasciare tutti a terra per poi dimostrare che la colpa era di determinati soggetti – io ero un uomo distrutto, dissanguato, mentre adesso – aggiunge Crispino – questi soggetti hanno avuto la sfortuna di incontrare un imprenditore che ha anche altre attività e un’immagine, a cui tiene, da salvaguardare. Se non fosse stato così, forse anche lui avrebbe alzato bandiera bianca». Oggi, inoltre, «grazie ad Internet, è più difficile far passare sotto banco determinati atti illeciti», dice.Parla con molta passione Crispino. Nonostante i fallimenti, le vicende giudiziarie, le angherie che dice di aver subito, non sembra uno che vuole restare solo a guardare. «Come restare insensibili al grido di dolore, semmai dovesse arrivare alle mie orecchie», si lascia scappare. Insomma, se una nuova compagnia siciliana dovesse avere bisogno di lui, ci sarà. «Non mi permetterei di propormi e non mi sarà chiesto, ma non mi tirerei indietro – ammette – Sono convinto che questo è il momento in cui ci sono le condizioni migliori per far rinascere una grande compagnia siciliana. Personalmente sarei pronto pure a cedere il marchio della Trinacria che è ancora di proprietà della mia famiglia».