Re: R: [TR] Eravamo quattro amici nel Corno d'Africa!
Bel post.
Io la libertà la interpreto come fare un viaggio in Siberiana, passando per il ramo che scende verso Pechino e la Mongolia, cosa che spero prima o poi accadrà, senza rischiare di attraversare Paesi troppo "instabili", ma immagino che ognuno valuti la soglia di pericolo in maniera diversa. D'altra parte, c'è anche chi rischia la vita per andare a scalare le vette himalayane, per il gusto di farlo.
Non ero in Sud Sudan con gli altri quando il sardo dell'ONU ha chiesto loro da cosa stessero scappando. Io in Somalia stavo effettivamente scappando: non dalla giustizia, non da mia moglie, bensì dal mondo ingordo e autocompiaciuto che è New York. Per vivere sani ed equilibrati a New York bisogna ricordare cosa c'è oltre la Grande Mela: qua è una gara al rialzo, al consumo sfrenato, al privilegio rivendicato come diritto; si guarda sempre a chi ha di più con l'ambizione di raggiungerlo - professionalmente tutto questo è un beneficio e dà grandi soddisfazioni, ma fuori dalla sfera professionale è un clima che stanca e stressa. Piccole fughe veloci aiutano a mantenere l'equilibrio mentale e quel senso delle proporzioni che New York fa di tutto per far perdere: trattare, interloquire, conoscere gente diversa è rinfrescante. Quando sono rientrato a New York, ripresomi dall'adrenalina e dalla stanchezza del viaggio, il mio ritmo cardiaco era 10 battiti più basso di quando sono partito: la libertà si misura anche così.
Bel post.
Io la libertà la interpreto come fare un viaggio in Siberiana, passando per il ramo che scende verso Pechino e la Mongolia, cosa che spero prima o poi accadrà, senza rischiare di attraversare Paesi troppo "instabili", ma immagino che ognuno valuti la soglia di pericolo in maniera diversa. D'altra parte, c'è anche chi rischia la vita per andare a scalare le vette himalayane, per il gusto di farlo.