Fra l'altro, diciamolo, non è che il nickname F PIANTE DOSI aiuti... scherzo, scherzo , eh!?![]()
è vero!!!! Non avevo notato!!!

Fra l'altro, diciamolo, non è che il nickname F PIANTE DOSI aiuti... scherzo, scherzo , eh!?![]()
Sono stato due volte in Bolivia e la seconda sono atterrato a LPB con un volo proveniente da Santa Cruz de la Sierra (di fatto nell'Amazzonia, livello del mare o quasi). L'atterraggio è, per il passeggero, abbastanza "ordinario". Avevo letto che, per tenere conto del minor attrito dell'aria dovuto alla rarefazione, la lunghezza della pista è stata appositamente adeguata per tenere conto del maggiore spazio di frenata, ma di tutto questo non si sente nulla in fase di atterraggio.
Se non sbaglio, a La Paz, Airbus fece delle prove durante i collaudi dell'A340 per verificare le prestazioni "hot & high". Correggetemi se sbaglio, ma mi pare che l'aeroporto fosse proprio LaPaz.
Stanotte, seguendo la partita Bolivia-Uruguay, mi sono chiesto...
Credo che il problema non sia tanto l'attrito minore che l'aria rarefatta provoca durante la frenata, quanto il fatto che la velocità dell'aereo in avvicinamento e la V2 in decollo siano più alte quando il volo opera da/a una pista in quota. Mi fecero tenerezza le corse di decollo di un Jumbolino e un 319 a Juliaca (Perù, 3800 metri): aerei che un tempo ero abituato a prendere dal francobollo di pista a FLR hanno bisogno di lunghissimi manti d'asfalto in quota.
Grazie mille della spiegazione tecnica.
Non è molto tecnica come spiegazione, anzi... è molto superficiale perché non sono in grado di andare più a fondo: non ricordo nemmeno se ad aumentare sia solo la TAS (true airspeed, come mi sembra di ricordare), o anche l'indicated airspeed (IAS) sul quale poi sono basate le varie velocità che ho citato (V2, per esempio). Quindi prendi la spiegazione come un qualcosa di piuttosto superficiale, non come una certezza - ci vorrebbe un pilota.
Credo che il problema non sia tanto l'attrito minore che l'aria rarefatta provoca durante la frenata, quanto il fatto che la velocità dell'aereo in avvicinamento e la V2 in decollo siano più alte quando il volo opera da/a una pista in quota. Mi fecero tenerezza le corse di decollo di un Jumbolino e un 319 a Juliaca (Perù, 3800 metri): aerei che un tempo ero abituato a prendere dal francobollo di pista a FLR hanno bisogno di lunghissimi manti d'asfalto in quota.
Credo che il problema non sia tanto l'attrito minore che l'aria rarefatta provoca durante la frenata, quanto il fatto che la velocità dell'aereo in avvicinamento e la V2 in decollo siano più alte quando il volo opera da/a una pista in quota. Mi fecero tenerezza le corse di decollo di un Jumbolino e un 319 a Juliaca (Perù, 3800 metri): aerei che un tempo ero abituato a prendere dal francobollo di pista a FLR hanno bisogno di lunghissimi manti d'asfalto in quota.
Grazie mille della spiegazione tecnica.
Non è molto tecnica come spiegazione, anzi... è molto superficiale perché non sono in grado di andare più a fondo: non ricordo nemmeno se ad aumentare sia solo la TAS (true airspeed, come mi sembra di ricordare), o anche l'indicated airspeed (IAS) sul quale poi sono basate le varie velocità che ho citato (V2, per esempio). Quindi prendi la spiegazione come un qualcosa di piuttosto superficiale, non come una certezza - ci vorrebbe un pilota.
Beh per me ha già un livello tecnico sufficiente, se pensi che secondo quello che avevo letto la lunghezza della pista era dovuta al minore attrito.
In tema di aeroporti in quota un altro notevole è Leh in Ladakh, a circa 3.300 metri, la pista è di "soli" 7.000 piedi e con il 320 la si fa tutta (è anche curiosa la pendenza abbastanza marcata).