Volevo spezzare una lancia a favore di AV CT, attaccato da tutti ed anche da me poiché fortemente critico sul suo datore di lavoro, ma "sardamente"

determinato a non mollare il suo sogno lavorativo.
Quanto alle critiche dirette al capo, mi limito a sottolineare come il dipendente sia uno tra i più legittimati a farle siano giuste o errate: le scelte del boss si ripercuotono direttamente sulla sua pelle e lui dall'interno ben le conosce. Noi da fuori siamo bravi ad affermare che un'azienda privata ha il business quale unico obiettivo e che i dipendenti stendano i passi belli e lunghi, oppure salutino e scelgano dal mazzo uno dei tanti mestieri che stanno citofonando alle porte di questa Italia. Il gioco delle parti inverse secondo me ci farebbe invece scoprire come saremmo simili nelle condotte ad AV CT.
Quanto al "non ti piace? Cambia no!? Diciamo che oltre ad essere difficilissimo nell'attuale congiuntura, e tutti lo sappiamo, per un AV la cosa e' molto diversa e lo dico per conoscenza sulla base del mestiere che faccio (non sono assistente o pilota): la scelta di fare l'assistente muta radicalmente la vita di chi lo decide; la grandissima maggioranza di noi esce al mattino e torna la sera, incontra amici a pranzo, aperitivo, cena, frequenta quando vuole la fidanzata, trova la compagna o moglie a casa alla sera, programma il cinema, il sabato, la domenica, il compleanno, il natale, la visita dal dentista, l'anniversario, le vacanze, il weekend etc. Il volante no, i turni sono mensili, i weekend non esistono, le festività neppure, cene e pranzi se non c'e' ritardo e se sei a terra e se il turno lo permette etc. E' chiaro che il mondo gira diverso ed i sacrifici sono davvero tanti, prima compensati economicamente ora neppure. Chi lo sceglie pero' lo fa spesso per vera passione avendo in cambio ormai poco. Infine il mestiere e' caratterizzato da una 'normale' persistente precarietà con la sempre rinnovata magari inconscia speranza di una lontana ma raggiungibile stabilizzazione. Ebbene gli anni passano, la specializzazione cresce come la professionalita', ma tale specificità allontana dalla maggior parte di occasioni di lavoro. Anche fare il commesso (nobile mestiere) sara' difficile perché l'eta' non e' più da apprendistato, nessuna esperienza etc. Insomma l'AV che ha volato per un po' di anni o fa quello o si inventa un suo mestiere perché il mercato del lavoro non lo cerca più.
In parte concordo in parte. l'avere una professionalità tanto specifica non è solo un vincolo, ma anche un'opportunità. Escludendo il mercato USA, quello del trasporto aereo è uno dei settori più globalizzati, e in questo caso siamo noi europei ad essere avvantaggiati nei confronti dei pari dei PVS.
Uno dei grossi limiti della mentalità italiana media, è che si vuole il lavoro dei sogni, sotto casa e ben pagato, purtroppo non c'è posto per tutti e la competitività è alle stelle, creando sicuramente un grosso vantaggio per l'azienda, che avendo un'eccesso di offerta disposta a calare le braghe, può permettersi di tirare la corda su turni, salari, benefit e quant'alto. Queste dinamiche si possono estendere a quasi tutto il mercato del lavoro, non solo quello aereo. La mia attuale compagna ha fatto 10 anni di precariato prima di essere stabilizzata, lavorando per enti pubblici, e chi è precario adesso difficilmente avrà la stessa fortuna in tempi così "brevi".
Un AV precario impiegato in turni di lungo raggio, probabilmente sarà sfruttato al limite delle ore volabili per legge, guadagnando nei pochi mesi di servizio quel surplus che gli può permettere di mantenersi anche nei mesi off, un precario CT avrà una busta paga più leggera e difficilmente potrà aspettare senza far niente tra una stagione e l'altra. Sacrifici che probabilmente si possono sostenere a 20 anni, difficilmente passati i 30. L'essere specializzati non impedisce di fare lavori "generici", anche se frustrante e scoraggiante. Molti altri ambiti hanno turni mensili, e spesso i luoghi di lavoro sono meno accoglienti della cabina di un aereo. Se una persona decide di voler essere AV o pilota di questo deve essere consapevole, trovo molto infantile lamentarsi dopo. Non ci si trova per caso in un tubo a FL300 a sorridere ai pax, una scleta che spesso chi lavora in fabbrica non ha la possibilità di fare.
Purtroppo la situazione è questa, possiamo parlarne all'infinito, ma singolarmente non si cambia. La clientela è disposta a pagare sempre meno, e a lamentarsi sempre di più sulla qualità del servizio o se non trova la tariffa superscontata, che nell'immaginario comune è un diritto di emanazione divina. Oggi il trasporto aereo è un bene di fruizione comune, spesso già su distante piuttosto brevi, il più economico. Il prezzo di questa popolarizzazione è scaricato su tutti gli ingranaggi, dalla reminerazione del capitale a quella del lavoro. Pochi si rendono conto che in un viaggio Milano - Napoli - Milano si spende, calcolando tutti i costi, più o meno la stessa cifra sia a volare con un biglietto open AZ che viaggiando da soli in auto, e con gli stessi soldi si va da Milano a NYC o PEK e ritorno senza per forza usufruire di una tariffa promo. Il mercato è al limite dell'efficienza e si sopravvive come si può, soprattutto senza poter contare su economie di scala, frutto di una gestione occulata negli anni passati.
D'altra parte, ho spesso contatti con dipendenti di aziende clienti o fornitrici, e lidea media è quella che se l'azienda va bene, il manager è paraculato, evasore, e stronzo perchè guadagna come un maiale senza coprire d'oro i dipendenti. Se l'azienda va in crisi, lo stesso diventa un pirla (per non dire peggio) che non ha dato retta ai dipendenti e si è mangiato tutto, lasciando i poveri in miseria, quando magari l'imprenditore ha rilasciato fidejussioni personali, se non peggio per non mandare a bagno la baracca con i dipendenti dentro. Ogni parte del contendere ha una parte di ragione, non esistono solo dipendenti santi, come non lo sono tutti gli imprenditori. Purtroppo è difficile accettare che non siamo tutti uguali. E' molto più facile sentirsi migliori, ma incompresi.
Mamma mia! 3ad ad altissimo rischio, qui ci vuole pochissimo per scatenare una rissa.
Secondo me non durerà molto!
Lo so, un rischio, ma tanto vale tentare di affrontare l'argomento che vederlo affiorare continuamente in thread che dovrebbero parlare di altro.
Il forum non ha una linea editoriale, e il confornto è accettato e incentivato. Quello che vogliamo però è che il forum non diventi una bacheca sindacale. La discussione deve essere costruttiva, non fatta da comunicati ideologici e lotta di classe e vittimismi. Ognuno di noi ha le sue idee e probabilmente non le cambierà, ma gli utenti, leggendo post bene argomentati potranno farsi un idea di quella che è la situazione leggendo opinioni sia di chi vive direttamente la situaizone, che da chi la osserva da esterno o attraverso gli occhi di chi è dentro, ma non scrive sul forum.
Detto ciò, speriamo bene.
Beh alla fine non potevo non intervenire, e visto che è stato aperto questo thread...come non capire la frustrazione di A/V CT dopo più di dieci anni di precariato e monentaneamente fermo da molti mesi... peró la situazione del perchè stia avvenendo ciò io la conosco e le colpe non sono né del management ne dei " grandi capi" o altri ma semplicemente la infausta( per noi AZ si intente) situazione causata dalle centinaia di cause vinte da stagionali ex AP spesso con una sola stagione alle spalle che vengono reintegrati , badate bene non è un'accusa è un dato di fatto. Quanto a IV,collegandomi ad altro thread, la mia ipotesi è che rimarrà una sorta di compagnia del sud( con pochissimi posti di lavoro persi, o almeno cosi auspico)o al massimo un'ennesima base AP, la clentela Windjet difficilmente opterebbe per AZ "main line"e il mercato andrebbe perso o fagocitato da altre realtà.
P.S quoto anche io Mauro, quante verità...
Personalmente credo, come nel caso dell'articolo 18, non dovrebbe essere un giudice a decidere chi lavora e chi no, ma il merito e le capacità dei singoli dimostrati sul campo. Lo so è utopistico, forse, praticabile in paesi anglosassoni o calvinisti. Qui siamo ancora fermi al "beati gli ultimi... "