Non credo. Il traffico da e per l'isola, che sarà anche uno scoglio, ma ha quasi 1.7M di abitanti, esiste. E non è nemmeno così scarso.
Prendi ad esempio la Sicilia: anche mettendo nel conto che è più popolata, le compagnie ci volano e ci volano in ogni stagione, pur con le ciclicità del caso. E i prezzi non sono drammatici.
Il mercato non è il paradiso, visto che tutti cercano di drogarlo a proprio vantaggio, ma ha in genere il grosso pregio di perseguire un equilibrio reale tra le necessità e i costi del cliente.
La CT sarda, indebitamente spacciata per un diritto, è in realtà solo un grande privilegio, pagata a carissimo prezzo dai non sardi e pagata indirettamente soprattutto dai sardi stessi, che in questo modo isolano la loro terra ancor più di quanto non faccia il mare.
La storia ci dimostra che le economie più sviluppate sono quelle più aperte, più raggiungibili, più inclini agli scambi. In Sardegna si preferisce non guardare questa palese realtà, solo per avere biglietti a buon prezzo anche last minute, nonchè una propria compagnia di bandiera.
Qui si vuole mettere la Sardegna sullo stesso piano di Lampedusa, dove i servizi locali sono giocoforza minimi e per qualunque esigenza bisogna raggiungere la Sicilia.
La Sardegna ha tutti i servizi di una regione, dagli ospedali alle università, ed ogni emanazione del servizio pubblico previsto dallo stato italiano. Teoricamente un sardo potrebbe nascere vivere e morire, senza mai lasciare l'isola. Non si capisce come mai un cittadino di Matera, Ascoli o Avellino, possa tranquillamente sbattersi (e pagare) per raggiungere Milano o Roma, mentre quello di Alghero o Olbia debba avere il diritto ad avere un doppio volo giornaliero verso gli aeroporti più pregiati del Paese, agli orari più pregiati e a prezzi da LC . Mi si dica che è piacevole, ma per favore, lasciamo stare i diritti evitando di abusare di questa parola.
Come ha scritto Chiello, se proprio vogliamo avere una CT (limitandola a dove serve veramente e non inventandosi che la CAG-FCO d'inverno sarebbe deserta), allora si sovvenzioni il passeggero, non la compagnia.
Capisco bene che per chi lavora in IG, una maggiore apertura dei collegamenti con la Sardegna venga vista con diffidenza (nessuno campa d'aria), ma continuare a limitare in questo modo le potenzialità dell'isola solo per tutelare un'azienda (per quanto importante nell'economia locale), significa voler tutelare pochi privilegiati, infischiandosene di tutto e di tutti. E questo non è giusto.