TR - Aspettando il disgelo, in volo con Folco Quilici - Prima parte


Doctorstein

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2 Dicembre 2007
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A, A
Premessa

Dopo aver fatto da "naviga" a Fausto, il pilota con cui scatto le fotografie aeree, durante le riprese per alcuni servizi di voyager, (Colombo e le sue origini Piemontesi e La vita di Alereamo) in cui non avevo portato con me la fotocamera arriva qualche settimana mi arriva una telefonata.

P: "Senti Fabio, appena c'è un tempo decente faccio un volo con Folco Quilici, vuoi conoscerlo?"
Io: "Stai scherzando? che bello, quando?"
P: "Guardando le previsioni direi per fine settimana, comunque giovedì (il 16) facciamo il volo che manca per Asti (il libro che stiamo realizzando sulla provincia di Asti)"
Io: "Ok, mi farebbe veramente piacere, ci vediamo giovedì"

Arriva giovedì, facciamo il nostro volo per prendere le foto invernali per il libro sulla provincia di Asti (un ora e mezza per circa 700 scatti, seguirà TR), e dopo il volo il Fausto va a prendere Quilici e il suo fotografo a GOA. Ci diamo appuntamento per la sera a cena, dove saremo io, il pilota, Quilici e il suo fotografo, Luca Tamagnini. A fine serata vengo a sapere che potrò fare da passeggero sul volo dell'indomani.

Questa volta mi porto la fotocamera, sia mai che ci esce comunque qualche scatto e soprattutto per avere un ricordo. Anche perchè se oggi faccio fotografia aerea, un po' lo devo ai documentari di Quilici "L'Italia vista dal cielo", Per cui non mi sembra vero. Inizio a pensare alle peggio cose che potrebbero mettersi tra me e il volo dell'indomani (tra l'altro venerdì 17, e 13mo volo in elicottero con il fausto).

Rientrato dalla cena mi metto a scaricare le foto del giorno prima e rimango in piedi fino alle 5, non avevo sonno, per cui arrivo all'appuntamento per il volo dopo aver dormito due ore, guidando in maniera più prudente del solito per evitare di perdere l'occasione per qualche cavolata in macchina.

Eccoci qua, gli altri si preparano, stranamente non essendo io il fotografo, ma solo passeggero devo dire di essere meno nervoso del solito. Se mi esce qualche bella foto, meglio ma non sono obbligato a portare a casa il risultato.
Decolliamo dall cortile di un hotel all'uscita dell'A26 di Ovada.

Il volo prevede il sorvolo delle colline dell'ovadese, alcuni castelli, il forte di Gavi e il parco delle capanne di marcarolo, con uno stimato di circa 1 ora. Non ho controllato il log a fine volo, ma a spanne direi che l'effettivo sia stato un po' superiore.

FAB_0530.jpg


Quando scatto di solito sto seduto dietro a destra (l'elicottero si pilota da destra) in modo da avere la stessa visuale del pilota, utile per trovare gli scorci più belli. Anche queste volta siederò al mio posto perchè sia Quilici che Tamagnini scatteranno, e ovviamente rimangono dalla parte in cui non è montato il portellone. (di solito se ne toglie solo 1 per evitare corrente e poter appoggiare tranquillamente oggetti e fogli che altrimenti volerebbero via) Al momento del decollo la temperatura a terra è di cica 5 gradi, ma salendo il freddo inizia a farsi sentire.

Appena dopo il decollo. Il fotografo seduto a fianco a me approfitta di non essere ancora in zona operazioni per riprendere il video delle prime fasi di volo.

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I compagni di viaggio sono vestiti molto più pesanti di me, guanti, passamontagna giubbotti in Goretex, io invece longsleeve, maglione e giubbotto senza maniche da vela, detesto essere troppo imbottito quando devo muovermi e mi affido all'abbondante strato di grasso che mi isolerà a dovere.


Il primo paese su cui ci fermiamo è Lerma, purtroppo data la mia posizione non sono per nulla agevolato nello scattare perchè il lato buono è quello a sinistra, ed è occupato. Tra l'altro per evitare di creare problemi al fotografo sto appiccicato al vetro dalla mia parte. Purtroppo il policarbonato curvo dell'abitacolo dell'Alouette non aiuta. Decido di riunciare a scattare a DX, accontendtandomi si sfruttare i buchi lasciati dal fotografo.

Lerma sorge su una rocca con torrente che le scorre ai piedi. E' uno dei ricetti meglio conservati del piemonte e devo dire che la neve gli dona un particolare fascino.

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Dopo lerma, che sorvoleremo nuovamente al ritorno è la volta di Casaleggio Boiro, di cui riesco a prendere alcuni scorci del castello. Sorge fuori dal paese su un altura in posizione dominate, e se non sbaglio fu usato negli anni 80 come castello dell'Innominato durante le riprese dei promessi sposi (fiction rai. All'epoca si chiamavano ancora film per la tv o mini serie).

FAB_0561.jpg


Dopo un paio di 360 gradi per permettere a Tamagnini di scattare le fotografie, ci portiamo verso il forte di Gavi, che dista circa 5 minuti in volo e una 15ina di km.

Arriviamo con il castello in prua e facciamo prima una virata a dritta per mettere un po' di distanza utile e poi iniziamo una serie di 360 gradi per riprendere i particolari.

Vista la mia posizione non posso ursa il grandangolo, se non par fare fotografie dell'interno dell'elicottero. Per cui se voglio riprendere fuori uso uno zoom 27-70 e un 80-200. Come si suol dire, a caval donato non si guarda in bocca. Già il fatto di essere su quell'elicottero con un personaggio di tale calibro per me vale più che il portare a casa foto spettacolari. (tra l'altro su queste zone ho già volato diverse volte, mai in inverno però) Mi concentro sui dettagli, nei pochi attimi in cui il fotografo non scatta.

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Una piccola parentesi sulle differenze nell'appoccio alla fotografia aerea tra me e il collega.

Entrmabi voliamo senza cintura, ma con l'imbragatura che in caso di caduta dovrbbe arrestarci più o meno all'altezza del pattino, ciò comporterebbe un atterraggio imprevisto, meglio mantenre l'equilibrio. L'unica diffrenze è il tipo di imbrago, io ne uso uno che prende sia girovita e spalle, mentre l'altro fotografo solo giro vita.

Altre diffrenze, l'attezzatura io Nikon lui Canon, e un diverso approccio anche nell'uso delle lenti, io utilizzo 3 zoom che mi danno una copertura da 10 a 200 mm, lui due lenti fisse grandangolari e un tele 70-200 2.8 (biancone). Altra differenza io uso un corpo macchina a cui cambio le lenti a seconda della necessità lui 3 corpi. Considerando la mia notoria abilità e agilità ne avrei già perso una o due per la strada.

A diffrenza mia che per praticità uso solo digitale, l'altro fotografo scatta anche alcune foto in medio formato a pellicola. Io non ho mai provato per aria perchè mi sembra ingombrante e preferisco l'agilità di un 35mm. Senza contare che un utlizzo massiccio della pellicola richiede a bordo anche un meccanico per evitare di perdere i due minuti che servono a ricaricare.

Infatti lasciato il forte, mentre ci dirigiamo verso il parco delle Capanne di Marcarolo, finisce la pellicola e filmo il fotografo mentre cambia la kodak. Ovviamente in cuffia ci scambiamo opinioni su cosa è meglio e il perchè delle rispettive scelte.

Torniamo al volo

La temperatura nonostante ci avviciamo al mare scende rapidamente mentre prendiamo quota. Reggiungeremo i 4500 ft. Lo zero era sui 1300.

Arriviamo sui laghi della lavagnina, non riesco a riprendere altro che questa, ci ri ripasseremo al ritorno.

FAB_0598.jpg


Dopo di che è la volta del monte Tobbio, che superiamo da destra. Il Tobbio è la montagna più alta della provincia di Alessandria e sorge ai confini con la Liguria. E' alto 1092 mt e sulla cima ospita una chiesetta che riprenderemo al ritorno.

FAB_0599.jpg


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La luce è molto ballerina, in pochi secondi si passa da condizioni ottimali come quelle dello foto sopra a mancanza di luce più totale. C'è anche molta velatura, per cui è impossibile riprendere l'orizzonte. Durante il volto intravvediamo anche il mare, ma non vale la pena di scattare, sarebbe solo un ammasso di grigi senza la minima definizione, anche perchè mi rimane dalla parte del portello, pieno di riflessi.

FAB_0611.jpg


Arriviamo in fine sui laghi del Gorzente, un sistema di tre dighe che alimenta alcuni acquedotti della Liguria. In effetti siamo a circa 10 nm dal mare, alle spalle di Voltri, Arenzano e Celle.
La temperatura non è delle più miti, e l'acqua dei laghi ne è la prova più tangibile.

FAB_0615.jpg


FAB_0618.jpg


Dal colore lo strato di ghiaccio non sembra particolarmente spesso, meglio non fare colpi di testa tipo atterarci sopra. In compenso da un colore unico alla superficie dei laghi, in contrasto con tutto il bianco delle montagne innevate.

Con questa immagine finisce la prima parte, domani, forse, o nei prossimi giorni il ritorno.

FAB_0629_bis-modificata.jpg
 
Bellissime immagini, come sempre!

Grazie!

Spettacolare!! Grazie mille

Grazie a te!


Attento, a quest'ora potresti svegliare qualcuno!


Grazie anche a te! Stiamo studiando per venire anche dalle tue parti...

come ti ho gia detto... stupende tutte... l'ultima spettacolo!

Grazie luca, una di queste sere dobbiamo parlare su msn o fb, sembra che si muova qualcosa per quel discorso che facevamo.
 
Doc..ho dato una rapida occhiata alle foto perchè ovviamente sono in ufficio e mi ritrovo con una marea di nuovi TR... accidenti a voi mi tocca attendere stasera per leggermi tutto il racconto!
Le foto sono spettacolari come sempre!
 
Doc, belle tutte ma l'ultima foto è da urlo: sembra quasi sia stata scattata in Alaska!