Per il terzo anno di seguito riesco ad evitare ogni festeggiamento legato al capodanno, e per il secondo di fila riesco ad essere in volo allo scoccare della fatidica mezzanotte.
La partenza per il viaggio di nozze, con qualche mese di ritardo, è infatti fissata per il 31 Dicembre alle ore 21.10.
Meta del viaggio sarà la Nuova Zelanda, con qualche giorno di sosta sulla via del ritorno a Sydney.
Andremo giù con Emirates, che da MXP ci chiede per un itinerario multitratta MXP-Christchurch, Auckland-Sydney, Sydney-MXP in Y una cifra veramente conveniente, complice anche il fatto che, a differenza nostra, pare che la partenza la sera di capodanno non sia così ambita, e dunque il biglietto è venduto a un paio di centinaia di Euro in meno rispetto al solito, il che per un genovese è pura ambrosia.
Pensiamo sino all’ultimo di fare un downgrade in B class, considerato anche che siamo in viaggio di nozze, ma purtroppo la classe inferiore è piena a tappo, e dunque ci accontentiamo di viaggiare in eco.
Partiamo da casa con 15 gradi, un sole meraviglioso, e un’arietta primaverile, per arrivare verso le 18 in una gelida Malpensa.
Lasciamo la macchina in un P1 semivuoto, e in un clima di desolazione più assoluta arriviamo in area check in.
Grandissima calca ai banchi Emirates: avendo noi fatto il check in on line ce la potremmo sbrigare in pochi minuti, non fosse che tutti i pax con destinazione finale o in transito verso Australia sono costretti ad attendere a lungo sino a che non arriva una speciale autorizzazione on line (chiamata dall’addetta al banco “link”) .
Alla fine il problema si risolve, e abbiamo le nostre carte d’imbarco.
Nessuna coda ai varchi di sicurezza, e pochissima gente in giro, il nostro volo invece sarà assolutamente full, e anche l’Ethiad per Abu Dhabi e il JetAirways per Delhi in partenza subito dopo di noi paiono belli pieni.
E’ la prima volta che parto da Malpensa T1, e devo dire di non aver averne avuto affatto una buona impressione né quanto all’estetica né in termini di funzionalità.
Foto simbolo.
***Angolo pubblicitario ***
Se dovete andare in Asia non fatevi infinocchiare da compagnie farlocche che, come i peggiori tassinari, vi fanno fare il giro più lungo: tagliate per la Finlandia!!!
***Fine réclame***
Prima volta anche con Emirates, e devo dire che mi ha fatto un’impressione davvero
ottima (non scopro certo l’acqua calda) .
La belva che ci porterà a Dubai per la prima tappa è un immacolato 777-300 ER appena uscito dalla fabbrica, marche A6-EGG, consegnato in Ottobre.
Purtroppo per l’andata non sono riuscito a scegliere i posti laterali a due nelle ultime file del 77W, e ci accontentiamo di due bei 38K e J, estreme retrovie.
Sebbene il triplo sia in configurazione carro bestiame (cit.) 3-4-3, si sta sufficentemente bene, e l’aspetto negativo dei sedili sullo strettino andante è bilanciato da un pitch decisamente buono per la classe e dal fatto che non vi sia la scatola dell’IFE sotto il sedile di fronte a intralciare (discorso diverso per il 773 che troveremo al ritorno sulla DXB-MXP, ma se ne riparlerà in seguito).
Un capitolo a parte merita il favoloso sistema di intrattenimento di bordo, il tanto (e giustamente) decantato ICE.
La scelta è sconfinata, in libreria ci sono oltre 80 film in italiano, musica per settimane, oltre a un airshow veramente super.
Appena saliti a bordo gli AV passano con le hot towels e subito dopo con il menù.
Per la MXP-DXB, così come per la tratta inversa al ritorno, non è previsto in Y alcun amenity kit, che invece sarà distribuito in tutte la altre tratte.
La cortesia estrema del personale di bordo sarà una costante per tutte e 7 le tratte che faremo con Emirates in questo viaggio: non trovare un AV, dico uno, che non fosse ultrasorridente tra l’ottantina di persone incontrate nelle varie tratte devo dire che fa uno splendido effetto.
Del tutto apprezzabile anche il saluto per nome all’imbarco nonostante il biglietto di economy.
Questo il rancio per la prima tratta.
Subito dopo il poderoso decollo del 77W nei galley fervono i preparativi per la cena, che viene servita quasi subito.
La qualità del catering è di buon livello (la penserò diversamente al ritorno, quando avrei ucciso per avere un bel piatto di lasagne made in AZ invece dell’ennesimo curry).
Il volo prosegue senza alcuna nota particolare, la rotta seguita prevede il sorvolo dei Balcani, della Grecia, della Turchia, e poi giù tramite l’Iraq sino al Golfo.
Le Assistenti di Volo passano ripetutamente in cabina con il carrello delle bevande e sono comunque sempre a disposizione, e io, accompagnato dalla mia insonnia perenne (fatico a dormire a casa, figurarsi in aereo), giochicchiando un po’ con l’ICE, non mi accorgo nemmeno di essere in arrivo a Dubai, poco più di sei ore dopo il decollo.
Sbarchiamo ai remotissimi, appena saliti sul cobus ci viene comunicato che in una quindicina di minuti arriveremo al T3.
Devo dire che l’unico momento di crisi di tutto il viaggio lo abbiamo avuto proprio a DXB in piedi su quel dannato bus, in un caldo\umido infernale.
Impressionante la sfilza di WB Emirates illuminati dalle prime luci dell’alba, così come impressionante è la confusione che che c’è dentro il terminal dedicato a EK.
Ancora più impressionante il tabellone delle partenze.
Questo il 77W che ci porterà a Christchurch, non prima di essersi fatto un giretto aa BKK e una capatina a SYD.
Anche in questo caso aereo nuovo, marche A6-ECE, in condizioni perfette.
Imbarco cargo.
Gru sempre in piena attività da queste parti.
E Burj Khalifa sullo sfondo.
Decolliamo intorno alle 9.00 am dopo due ore e mezza di sosta a DXB, ci attendono 21 ore di viaggio, comprese l’ora e mezza che passeremo a terra a Bangkok e a Sydney, considerato che in entrambi gli scali dovremo sbarcare con tutte le nostre cose, e fare nuovi controlli di sicurezza.
Subito dopo il decollo si vede sabbia, tanta sabbia.
E’ ancora lunghetta…
Menù unico per le tre tratte di questa lunghissima EK 418.
Anche in questo caso passaggio di hot towels, seguite a ruota da amenity kit contenente mascherina per dormire, spazzolino con dentifricio e calze.
A seguire ancora primo passaggio con bevande.
Andiamo verso est, e subito arriva l’ora del pranzo, accompagnato da un potabile Chardonnay di Malborough, per entrare subito in tema NZ.
Il tempo di guardarmi Super8 della coppia J.J. Abrams /Spielberg (bello), e di godermi un po’ le nuvole, e siamo in avvicinamento su BKK.
Aerofreni.
Inizia a tramontare il sole in questo che è il primo Gennaio più breve della mia vita.
In finale con Bangkok sotto di noi.
Giusto un paio di scatti volanti dal Suvarnabhumi, in cui come accennavo sbarchiamo e facciamo altri controlli di sicurezza direttamente al gate di imbarco.
E di nuovo a bordo seduto al mio fidato 38K.
Cena, forse.
E acqua made in Thailandia.
Cabina in modalità notturna.
E io sempre sveglio durante la brevissima notte che ci accompagna sino alle coste del nuovissimo mondo.
Colazione, per fortuna non quella completa che ci verrà servita al ritorno con salsicciotto e chicken mattutino.
Meravigliosa ala, meravigliosa alba, e desolati paesaggi.
Devo dire che inaspettatamente, nonostante il volo da Milano alla Nuova Zelanda sia estremamente lungo, il tempo è letteralmente volato e quasi quasi ero dispiaciuto di dover lasciare il 77W.
Una buona percentuale dei pax che si sono imbarcati insieme a noi a Dubai ha fatto tutto il volo come noi, con pochi avvicendamenti nei due scali, anche considerato che c’era un altro volo in partenza poco dopo il nostro, operato con 380, che faceva la DXB-SYD diretta.
Pranzo, sempre forse.
Prima di atterrare passano sugli schermi avvisi circa le procedure di immigrazione in Australia, che testeremo sulla via del ritorno.
In particolare per proteggere la peculiarità dell’ecosistema vi è un controllo serratissimo per quanto concerne l’ingresso nel Paese di generi alimentari e qualsiasi oggetto di derivazione animale o vegetale.
SYD.
Bestione al finger.
Grandissimo, in tutti i sensi, motore.
Nuovo imbarco, questa volta però non facciamo i controlli di sicurezza, o forse sono io talmente cotto da non accorgermi di averli fatti.
Un po’ di fauna a SYD e siamo di nuovo in aria, questa volta per l’ultima tratta.
Spiaggia di fianco alla pista di rullaggio.
E foto panoramiche di Sydney (scusate il numero, ma non sapevo quali scegliere).
Carta per l’immigrazione in Nuova Zelanda, si sono appena conclusi i mondiali di rugby.
E in un attimo (il tempo è proprio relativo!
scorgiamo le coste della selvaggia isola sud della Nuova Zelanda.
Siamo finalmente qui.
Arriviamo in un plumbeo primo pomeriggio estivo a CHC.
L’auto che ci terrà compagnia per dieci giorni e 4.000 chilometri.
Ero leggermente preoccupato per la guida a sinistra, ma devo dire che invece non mi ha dato nessunissimo fastidio, a parte il fatto che ancora oggi, a oltre una settimana dal rientro, sbaglio ad azionare qui in Italia i tergicristalli al posto delle frecce!
Prima tappa del viaggio è Kaikoura, paese sulla costa Pacifica famoso per gli avvistamenti di cetacei, e infatti il nostro primo appuntamento per la mattina seguente sarà proprio il whale whatching.
Arriviamo stremati alle sette di sera al bed and breakfast che avevamo prenotato, assieme a tutte le altre sistemazioni del viaggio, qui dall’Italia, e con il sole ancora alto in cielo (e senza cenare) cadiamo in una profonda catalessi, per svegliarci alle 5 della mattina seguente pronti per il nostro primo giorno in NZ.
Prime immagini che ci fanno subito capire come la natura, qui, sia la padrona indiscussa.
E alle 9 siamo a bordo dell’imbarcazione, per andare in cerca delle famose balene di Kaikoura.
Lascio parlare le foto per questo primo assaggio di OT.
Per ora chiudo qui, la prossima parte sarà costituita dall’ OT sull’isola del sud e da una parte in topic con il volo interno da Queenstown ad Auckland con Jetstar.
Grazie a tutti per la pazienza!!
La partenza per il viaggio di nozze, con qualche mese di ritardo, è infatti fissata per il 31 Dicembre alle ore 21.10.
Meta del viaggio sarà la Nuova Zelanda, con qualche giorno di sosta sulla via del ritorno a Sydney.
Andremo giù con Emirates, che da MXP ci chiede per un itinerario multitratta MXP-Christchurch, Auckland-Sydney, Sydney-MXP in Y una cifra veramente conveniente, complice anche il fatto che, a differenza nostra, pare che la partenza la sera di capodanno non sia così ambita, e dunque il biglietto è venduto a un paio di centinaia di Euro in meno rispetto al solito, il che per un genovese è pura ambrosia.

Pensiamo sino all’ultimo di fare un downgrade in B class, considerato anche che siamo in viaggio di nozze, ma purtroppo la classe inferiore è piena a tappo, e dunque ci accontentiamo di viaggiare in eco.
Partiamo da casa con 15 gradi, un sole meraviglioso, e un’arietta primaverile, per arrivare verso le 18 in una gelida Malpensa.

Lasciamo la macchina in un P1 semivuoto, e in un clima di desolazione più assoluta arriviamo in area check in.
Grandissima calca ai banchi Emirates: avendo noi fatto il check in on line ce la potremmo sbrigare in pochi minuti, non fosse che tutti i pax con destinazione finale o in transito verso Australia sono costretti ad attendere a lungo sino a che non arriva una speciale autorizzazione on line (chiamata dall’addetta al banco “link”) .
Alla fine il problema si risolve, e abbiamo le nostre carte d’imbarco.
Nessuna coda ai varchi di sicurezza, e pochissima gente in giro, il nostro volo invece sarà assolutamente full, e anche l’Ethiad per Abu Dhabi e il JetAirways per Delhi in partenza subito dopo di noi paiono belli pieni.
E’ la prima volta che parto da Malpensa T1, e devo dire di non aver averne avuto affatto una buona impressione né quanto all’estetica né in termini di funzionalità.
Foto simbolo.

***Angolo pubblicitario ***
Se dovete andare in Asia non fatevi infinocchiare da compagnie farlocche che, come i peggiori tassinari, vi fanno fare il giro più lungo: tagliate per la Finlandia!!!

***Fine réclame***
Prima volta anche con Emirates, e devo dire che mi ha fatto un’impressione davvero
ottima (non scopro certo l’acqua calda) .
La belva che ci porterà a Dubai per la prima tappa è un immacolato 777-300 ER appena uscito dalla fabbrica, marche A6-EGG, consegnato in Ottobre.
Purtroppo per l’andata non sono riuscito a scegliere i posti laterali a due nelle ultime file del 77W, e ci accontentiamo di due bei 38K e J, estreme retrovie.

Sebbene il triplo sia in configurazione carro bestiame (cit.) 3-4-3, si sta sufficentemente bene, e l’aspetto negativo dei sedili sullo strettino andante è bilanciato da un pitch decisamente buono per la classe e dal fatto che non vi sia la scatola dell’IFE sotto il sedile di fronte a intralciare (discorso diverso per il 773 che troveremo al ritorno sulla DXB-MXP, ma se ne riparlerà in seguito).

Un capitolo a parte merita il favoloso sistema di intrattenimento di bordo, il tanto (e giustamente) decantato ICE.


La scelta è sconfinata, in libreria ci sono oltre 80 film in italiano, musica per settimane, oltre a un airshow veramente super.
Appena saliti a bordo gli AV passano con le hot towels e subito dopo con il menù.
Per la MXP-DXB, così come per la tratta inversa al ritorno, non è previsto in Y alcun amenity kit, che invece sarà distribuito in tutte la altre tratte.
La cortesia estrema del personale di bordo sarà una costante per tutte e 7 le tratte che faremo con Emirates in questo viaggio: non trovare un AV, dico uno, che non fosse ultrasorridente tra l’ottantina di persone incontrate nelle varie tratte devo dire che fa uno splendido effetto.
Del tutto apprezzabile anche il saluto per nome all’imbarco nonostante il biglietto di economy.
Questo il rancio per la prima tratta.


Subito dopo il poderoso decollo del 77W nei galley fervono i preparativi per la cena, che viene servita quasi subito.
La qualità del catering è di buon livello (la penserò diversamente al ritorno, quando avrei ucciso per avere un bel piatto di lasagne made in AZ invece dell’ennesimo curry).


Il volo prosegue senza alcuna nota particolare, la rotta seguita prevede il sorvolo dei Balcani, della Grecia, della Turchia, e poi giù tramite l’Iraq sino al Golfo.
Le Assistenti di Volo passano ripetutamente in cabina con il carrello delle bevande e sono comunque sempre a disposizione, e io, accompagnato dalla mia insonnia perenne (fatico a dormire a casa, figurarsi in aereo), giochicchiando un po’ con l’ICE, non mi accorgo nemmeno di essere in arrivo a Dubai, poco più di sei ore dopo il decollo.

Sbarchiamo ai remotissimi, appena saliti sul cobus ci viene comunicato che in una quindicina di minuti arriveremo al T3.
Devo dire che l’unico momento di crisi di tutto il viaggio lo abbiamo avuto proprio a DXB in piedi su quel dannato bus, in un caldo\umido infernale.
Impressionante la sfilza di WB Emirates illuminati dalle prime luci dell’alba, così come impressionante è la confusione che che c’è dentro il terminal dedicato a EK.
Ancora più impressionante il tabellone delle partenze.

Questo il 77W che ci porterà a Christchurch, non prima di essersi fatto un giretto aa BKK e una capatina a SYD.

Anche in questo caso aereo nuovo, marche A6-ECE, in condizioni perfette.
Imbarco cargo.

Gru sempre in piena attività da queste parti.

E Burj Khalifa sullo sfondo.

Decolliamo intorno alle 9.00 am dopo due ore e mezza di sosta a DXB, ci attendono 21 ore di viaggio, comprese l’ora e mezza che passeremo a terra a Bangkok e a Sydney, considerato che in entrambi gli scali dovremo sbarcare con tutte le nostre cose, e fare nuovi controlli di sicurezza.
Subito dopo il decollo si vede sabbia, tanta sabbia.


E’ ancora lunghetta…



Menù unico per le tre tratte di questa lunghissima EK 418.


Anche in questo caso passaggio di hot towels, seguite a ruota da amenity kit contenente mascherina per dormire, spazzolino con dentifricio e calze.
A seguire ancora primo passaggio con bevande.


Andiamo verso est, e subito arriva l’ora del pranzo, accompagnato da un potabile Chardonnay di Malborough, per entrare subito in tema NZ.


Il tempo di guardarmi Super8 della coppia J.J. Abrams /Spielberg (bello), e di godermi un po’ le nuvole, e siamo in avvicinamento su BKK.

Aerofreni.

Inizia a tramontare il sole in questo che è il primo Gennaio più breve della mia vita.


In finale con Bangkok sotto di noi.

Giusto un paio di scatti volanti dal Suvarnabhumi, in cui come accennavo sbarchiamo e facciamo altri controlli di sicurezza direttamente al gate di imbarco.


E di nuovo a bordo seduto al mio fidato 38K.

Cena, forse.

E acqua made in Thailandia.

Cabina in modalità notturna.

E io sempre sveglio durante la brevissima notte che ci accompagna sino alle coste del nuovissimo mondo.

Colazione, per fortuna non quella completa che ci verrà servita al ritorno con salsicciotto e chicken mattutino.

Meravigliosa ala, meravigliosa alba, e desolati paesaggi.




Devo dire che inaspettatamente, nonostante il volo da Milano alla Nuova Zelanda sia estremamente lungo, il tempo è letteralmente volato e quasi quasi ero dispiaciuto di dover lasciare il 77W.
Una buona percentuale dei pax che si sono imbarcati insieme a noi a Dubai ha fatto tutto il volo come noi, con pochi avvicendamenti nei due scali, anche considerato che c’era un altro volo in partenza poco dopo il nostro, operato con 380, che faceva la DXB-SYD diretta.

Pranzo, sempre forse.

Prima di atterrare passano sugli schermi avvisi circa le procedure di immigrazione in Australia, che testeremo sulla via del ritorno.
In particolare per proteggere la peculiarità dell’ecosistema vi è un controllo serratissimo per quanto concerne l’ingresso nel Paese di generi alimentari e qualsiasi oggetto di derivazione animale o vegetale.

SYD.

Bestione al finger.

Grandissimo, in tutti i sensi, motore.

Nuovo imbarco, questa volta però non facciamo i controlli di sicurezza, o forse sono io talmente cotto da non accorgermi di averli fatti.

Un po’ di fauna a SYD e siamo di nuovo in aria, questa volta per l’ultima tratta.







Spiaggia di fianco alla pista di rullaggio.

E foto panoramiche di Sydney (scusate il numero, ma non sapevo quali scegliere).














Carta per l’immigrazione in Nuova Zelanda, si sono appena conclusi i mondiali di rugby.

E in un attimo (il tempo è proprio relativo!



Siamo finalmente qui.



Arriviamo in un plumbeo primo pomeriggio estivo a CHC.





L’auto che ci terrà compagnia per dieci giorni e 4.000 chilometri.

Ero leggermente preoccupato per la guida a sinistra, ma devo dire che invece non mi ha dato nessunissimo fastidio, a parte il fatto che ancora oggi, a oltre una settimana dal rientro, sbaglio ad azionare qui in Italia i tergicristalli al posto delle frecce!

Prima tappa del viaggio è Kaikoura, paese sulla costa Pacifica famoso per gli avvistamenti di cetacei, e infatti il nostro primo appuntamento per la mattina seguente sarà proprio il whale whatching.
Arriviamo stremati alle sette di sera al bed and breakfast che avevamo prenotato, assieme a tutte le altre sistemazioni del viaggio, qui dall’Italia, e con il sole ancora alto in cielo (e senza cenare) cadiamo in una profonda catalessi, per svegliarci alle 5 della mattina seguente pronti per il nostro primo giorno in NZ.
Prime immagini che ci fanno subito capire come la natura, qui, sia la padrona indiscussa.




E alle 9 siamo a bordo dell’imbarcazione, per andare in cerca delle famose balene di Kaikoura.


Lascio parlare le foto per questo primo assaggio di OT.










Per ora chiudo qui, la prossima parte sarà costituita dall’ OT sull’isola del sud e da una parte in topic con il volo interno da Queenstown ad Auckland con Jetstar.
Grazie a tutti per la pazienza!!
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