[OT] Naufragio Costa Concordia


ho appena scoperto che gli italiani, dopo essere un popolo di 50 milioni di CT, sono un popolo di 49,9 milioni di Comandanti...bah...
 
io ho sentito più volte le 2 telefonate tra il comandante De Falco ed il Capitano della Concordia.
Non so se sia una regola codificata o piuttosto una consuetudine quella che il capitano abbandoni in ultimo la nave, ma l impressione che ricavo dalle telefonate non mi sembra , da sola, giustifichi il massacro che si sta facendo del capitano Schettino.
Intendo dire che, se fosse vero che il capitano sia sceso dalla nave dopo aver coordinato con i propri ufficiali, e si trovasse in un posto dove riteneva più utile la sua presenze ( mi sembra parlasse di una scialuppa in difficoltà), non sia per questo censurabile.
Vorrei davvero invitare tutti alla cautela, ci vuole poco a creare il mostro



Da "il Mattino.it"
L'INTERVISTA/Turco Bulgherini: «Per l'abbandono della nave si rischia fino a dodici anni»


di Sara Menafra
ROMA - «Dopo Dio c’è il comandante, si diceva in passato. E anche se i tempi sono cambiati, il codice della navigazione attribuisce ancora grandi responsabilità al comandante. Se le sue colpe fossero accertate rischia di passare più di dodici anni in carcere». E’ un quadro chiaro, quello che disegna Elda Turco Bulgherini, professore ordinario di diritto della navigazione all’università di Roma Tor Vergata.

Professoressa, cosa rischia il comandante per non aver abbandonato la nave per ultimo?
«Il comandante della nave è la figura più complessa di tutto l’ordinamento giuridico italiano perché riassume in se funzioni e poteri di natura privatistica, come rappresentante dell’armatore, o dell’amministrazione dello stato visto che la nave è isolata da tutto. Oltre che responsabilità di tipo penale. Per l’abbandono della nave prima del tempo c’è un reato specifico nella parte penale del codice. L’articolo 1097 stabilisce che il comandante che non scende per ultimo è punito fino a 2 anni. Ma la pena va da 2 a 8 anni se da questo fatto deriva il naufragio o la sommersione, e da 3 a 12 anni se ci sono passeggeri a bordo».

E per gli ufficiali?
«Se, visto che lui non c’era, sono scesi senza il suo consenso, rischiano anche loro fino a 12 anni».

Si parla di velocità eccessiva della nave, di manovra azzardata, di eccessiva vicinanza alla terraferma. Ci sono norme specifiche su questo?
«Il codice non prevede regole assolute su questi punti. Dipende tutto dalla perizia con cui si governa la nave, in base alle carte nautiche. La cosa che mi pare strana è che gli strumenti di navigazione fossero rotti o non abbiano funzionato, perché queste grandi navi hanno sistemi complessi e multipli. Che al minimo pericolo fanno suonare l’allarme in tutta la plancia di comando. A meno che qualcuno non li abbia spenti».

E se fosse dimostrato che è stata la manovra azzardata decisa dal comandante a causare il naufragio?
«In questo caso i reati sono previsti dal Codice penale ordinario, come ovviamente per l’accusa di omicidio colposo. Anche se non l’ha fatto volontariamente, risponde del reato assieme a tutti i responsabili della manovra azzardata. E le pene vanno dai 5 ai 12 anni, in caso di naufragio o sommersione della nave».
 
ho appena scoperto che gli italiani, dopo essere un popolo di 50 milioni di CT, sono un popolo di 49,9 milioni di Comandanti...bah...

Una domanda tecnico/giuridica, che mi viene in mente dopo avere sentito una delle telefonate: una volta che il comandante dichiara l'abbandono della nave, quale è il soggetto che ha titolo per prendere il comando delle operazioni di bordo ed a chi? Lo chiedo perchè, ad un certo punto, l'ufficiale della Capitaneria di porto ingiunge di risalire a bordo, qualificandosi appunto come coordinatore delle operazioni dicendo "Adesso comando io".
Semplice curiosità la mia (e perdona la genericità della domanda, che non tiene in conto degli altri ufficiali di bordo).
 
Quel punto mi ha toccato molto " Adesso comando io".

Come dice Tommy,non siamo ne comandanti ne altro,e come dice rinco59 magari riteneva quella posizione migliore....non so e non voglio dare giudizi,ma ripeto mi ha colpito molto.
Dare ordini da dietro una scrivania e' sempre facile,così' come scrivere e magari non pensare delle minchiate.

Aspettiamo gli eventi,con la speranza che siano più' trasparenti possibili e che Costa non abbia ritorsioni politiche e o altro visto che da lavoro a circa 24000 persone.
 
ho appena scoperto che gli italiani, dopo essere un popolo di 50 milioni di CT, sono un popolo di 49,9 milioni di Comandanti...bah...

Quoto in pieno...
Personalmente mi "permetto" solo una considerazione: è incredibile come in una persona, seppur "esperta", la paura possa prendere il sopravvento in certe situazioni, e trapelare anche dalla voce...! Fermo restando la colpevolezza dei suoi atti, cui dovrà rispondere, di quest'uomo dovremmo ricordarci TUTTI una cosa... siamo TUTTI "umani ed imprevedibili" difronte alla paura...!!!
 
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Sentita alle 13 su un TG nazionale ,una giornalista ha chiesto ai militari che mettevano gli esplosivi " Ma voi piazzate le cariche e poi scappate ?" (modello dinamite del far west).
Nooo piazzano le cariche e poi stanno li vicino a controllare che esplodano......

***edit dell'amministrazione****
 
Ultima modifica da un moderatore:
Codice della navigazione

Art. 1097 - Abbandono di nave o di aeromobile in pericolo da parte del comandante

Il comandante, che, in caso di abbandono della nave, del galleggiante o dell’aeromobile in pericolo, non scende per ultimo da bordo, è punito con la reclusione fino a due anni.

Se dal fatto deriva l’incendio, il naufragio o la sommersione della nave o del galleggiante, ovvero l’incendio, la caduta o la perdita dell’aeromobile, la pena è da due ad otto anni. Se la nave o l’aeromobile è adibito a trasporto di persone, la pena è da tre a dodici anni.
 
Una domanda tecnico/giuridica, che mi viene in mente dopo avere sentito una delle telefonate: una volta che il comandante dichiara l'abbandono della nave, quale è il soggetto che ha titolo per prendere il comando delle operazioni di bordo ed a chi? Lo chiedo perchè, ad un certo punto, l'ufficiale della Capitaneria di porto ingiunge di risalire a bordo, qualificandosi appunto come coordinatore delle operazioni dicendo "Adesso comando io".
Semplice curiosità la mia (e perdona la genericità della domanda, che non tiene in conto degli altri ufficiali di bordo).

Data la dimensione dell'incidente, direi che il soccorso si trovava in terza fase operativa; in questo caso chi controlla le operazioni di soccorso (bada bene, non di abbandono nave, solo di soccorso) è l'MRCC Maritime REscue coordination Center che si trova in Roma, al ministero.
Data la disitanza, in questi casi viene nominato dal responsabile delle operazioni (Roma) un OSC (on scene commander) cioè il coordinatore dei soccorsi e delle unità presenti in zona (In pratica Roma fa da link, mentre Livorno coordina i mezzi e il flusso di informazioni, che è la cosa fondamentale in un soccorso marittimo).
In questo caso pare proprio che l'Ufficiale della CP di Livorno si sia identificato come OSC, e quindi spetta a lui il coordinamento.

Il Comandante della Concordia invece ha l'obbligo giuridico di dirigere le operazioni di abbandono nave, sino a che la nave non sia stata abbandonata completamente; non dirige quindi i soccorsi (non potrebbe certo farlo da una nave che affonda) ma è comunque pienamente responsabile della nave e dei suoi passeggeri.
Nel caso in cui il Comandante non fosse reperibile (morto, impossibilitato o fuggito) la gerarchia di bordo prevede che chi lo sostituisca sia il Comandante in II^.
Credo che sia per questo che -pare- sia stato interessato dalle indagini anche lui.
 
Codice della navigazione

Art. 1097 - Abbandono di nave o di aeromobile in pericolo da parte del comandante

Il comandante, che, in caso di abbandono della nave, del galleggiante o dell’aeromobile in pericolo, non scende per ultimo da bordo, è punito con la reclusione fino a due anni.

Se dal fatto deriva l’incendio, il naufragio o la sommersione della nave o del galleggiante, ovvero l’incendio, la caduta o la perdita dell’aeromobile, la pena è da due ad otto anni. Se la nave o l’aeromobile è adibito a trasporto di persone, la pena è da tre a dodici anni.

...quindi i 15 anni paventati dal Corriere della Sera, sono fin troppo ottimistici se consideriamo che in più c'è l'omicido colposo plurimo!? Ed in più, "se" dovesse esserci anche una perdita incontrollata di liquidi dalla nave, potrebbero dargli anche l'accusa per inquinamento ambientale!
 
Grazie mille Malboro, chiarissimo.
Nota a margine, nella telefonata che richiamavo sopra il Comandante diceva di essere con il secondo, quindi, se vera l'informazione, si andava a scalare con le gerarchie (ma non pretendo di avere l'ordine dei personaggi!).
Sempre dalle cronache, ripetutamente si dice che la lancia che ha condotto a terra il Comandante fosse piena di ufficiali: sarà interessante capire se vero, quanti e quali fossero questi ufficiali. Toni e contenuti delle telefonate, a mio avviso, sono abbastanza esplicativi di quelle fasi concitate, comunque.
 
l'ordine gerarchico di bordo è un pò anacronistico a dire il vero, comunque l'art.321 CdN dice:

La gerarchia dei componenti dell'equipaggio marittimo è la seguente:
1.comandante;
2.direttore di macchina, comandante in seconda, capo commissario, e medico di bordo direttore del servizio sanitario;
3.primo ufficiale di coperta, primo ufficiale di macchina, cappellano, primo medico aggiunto, primo commissario;
4.secondo ufficiale di coperta, secondo ufficiale di macchina, secondo medico aggiunto, secondo commissario, primo radiotelegrafista;
5.gli altri ufficiali;
6.nostromo e maestro di macchina;
7.gli altri sottufficiali;
8.i comuni;
 
...quindi i 15 anni paventati dal Corriere della Sera, sono fin troppo ottimistici se consideriamo che in più c'è l'omicido colposo plurimo!? Ed in più, "se" dovesse esserci anche una perdita incontrollata di liquidi dalla nave, potrebbero dargli anche l'accusa per inquinamento ambientale!

In più deve essere accusato di non aver mantenuto la rotta corretta.
 
Che le telefonate vengano immediatamente date in pasto ai giornalisti e quindi al popolo è una cosa VERGOGNOSA che può succedere solo in Italia.
Il segreto istruttorio non esiste in un paese da barzelletta come questo.
 
Ieri sera inqualificabile puntata di Porta a Porta a metà tra un film dei Fratelli Cohen e un Tribunale Sovietico.
Chi l'ha vista ha capito cosa voglio dire.
Dico solo che la massima autorità in merito era Francesca Rettondini.
 
Ieri sera inqualificabile puntata di Porta a Porta a metà tra un film dei Fratelli Cohen e un Tribunale Sovietico.
Chi l'ha vista ha capito cosa voglio dire.
Dico solo che la massima autorità in merito era Francesca Rettondini.

Quoto veramente triste,come gli interventi dei passeggeri con tutto rispetto.