“Tariffe bollenti” & hostess in slip: l’ultima trovata pubblicitaria
di Angela Frenda
Ai casting erano in 400. L’hanno «spuntata» in 12. Tutte hostess della compagnia low cost Ryanair, che le ha scelte come protagoniste del calendario sexy 2012: le ragazze, infatti, posano in bikini o biancheria intima nel servizio fotografico realizzato a settembre 2011 a Lanzarote. E sembrano divertirsi un mondo nel realizzare quello che, per molti maschi, è il desiderio inconfessabile: le hostess seminude e sexy, con slogan più da sito hot che da compagnia aerea.
Un tempo fare l’hostess era il sogno di molte ragazze alte e belle: un modo per girare il mondo e guadagnare bene. Oggi, che gli stipendi sono bassini, e i turni oramai da catena di montaggio, il sogno raccogliticcio è quello del calendario sexy. Realizzato senza grandi indignazioni di categoria. E con il benestare del portavoce del gruppo, Stephen McNamara, che liquida le proteste con una filosofia tutta sua:
«Chi protesta contro il diritto di queste ragazze a spogliarsi per beneficenza, sono solo gruppi di donne brutte o stupide organizzazioni antisessiste».
Spiace per McNamara, ma a dispetto della sua teoria in Spagna, nazione dove il calendario è stato venduto molto visto che i proventi andavano alla «Debra» (fondazione benefica spagnola impegnata nella lotta contro l’epidermolisi bollosa), sono scese in campo le associazioni delle casalinghe, chiedendo il ritiro immediato dal commercio del calendario. L’accusa? Sessismo. Stessa storia in Inghilterra, dove una pubblicità della Ryanair molto simile alle foto del calendario (ragazza in reggiseno e dito in uno slip. Slogan: «Tariffe, e assistenti di volo, calde») ha scatenato un putiferio: l’Autorità per gli standard nella pubblicità sta indagando sulle denunce ricevute sempre per sessismo.
E in Italia, dove la pubblicità sul sito è stata particolarmente ammiccante («Tariffe bollenti e hostess piccanti». Con ragazza in slip e reggiseno, e accanto il prezzo stracciato di un volo)? Zero assoluto. Se non una presa di posizione del sito per donne viaggiatrici «Permesola», ideato dalla giornalista Daniela de Rosa, che ha invitato a boicottare i voli Ryanair. La compagnia, tra l’altro, ha puntato moltissimo sul mercato italiano. Come? A novembre, per lanciare il calendario, ha trovato il giusto testimonial inconsapevole del suo spot: Berlusconi. Titolo: «Silvio, scappa con noi». Nelle ore in cui il governo traballava, sul sito web della compagnia aerea irlandese all’ex premier veniva offerta «un’altra occasione per scappare»: voli di sola andata da 9,99 euro da prenotare entro la mezzanotte di giovedì.
E le hostess della Ryanair? Tutte felici di apparire come oggetto, esplicito e in slip, del desiderio? Non tutte. Una di loro, pseudonimo Ghana, ha fondato il gruppo «Cabin Crew against sexism» (assistenti di volo contro il sessismo) e ha lanciato una petizione in rete che ha già raccolto 9mila firme.
Spiegando: «Sono un membro del personale di volo, amo il mio lavoro e lo prendo seriamente. I miei colleghi, molti dei quali sono uomini, lavorano duramente insieme a me per garantire la sicurezza dei nostri passeggeri. La sicurezza è la nostra priorità, non la marca dei nostri slip».
Più o meno la frase che la Christina Ricci/hostess nella serie tv Pan Am dice a un cliente che aveva allungato le mani su di lei:
«Non sono inclusa nel prezzo del suo biglietto, signore».
Ma rischia di sembrare roba da signorine d’altri tempi, purtroppo.
Possibile che a nessuno sembri strano che una dipendente di una compagnia aerea si spogli e mostri il «lato b»? O si presti a pubblicità che evocano atmosfere da siti a luci rosse? Possibile che la parola sessismo non dica proprio niente a nessuno, con buona pace di McNamara?
Fonte: Repubblica 03/01/12
In ogni caso, tutta pubblicita' per la compagnia...
di Angela Frenda
Ai casting erano in 400. L’hanno «spuntata» in 12. Tutte hostess della compagnia low cost Ryanair, che le ha scelte come protagoniste del calendario sexy 2012: le ragazze, infatti, posano in bikini o biancheria intima nel servizio fotografico realizzato a settembre 2011 a Lanzarote. E sembrano divertirsi un mondo nel realizzare quello che, per molti maschi, è il desiderio inconfessabile: le hostess seminude e sexy, con slogan più da sito hot che da compagnia aerea.
Un tempo fare l’hostess era il sogno di molte ragazze alte e belle: un modo per girare il mondo e guadagnare bene. Oggi, che gli stipendi sono bassini, e i turni oramai da catena di montaggio, il sogno raccogliticcio è quello del calendario sexy. Realizzato senza grandi indignazioni di categoria. E con il benestare del portavoce del gruppo, Stephen McNamara, che liquida le proteste con una filosofia tutta sua:
«Chi protesta contro il diritto di queste ragazze a spogliarsi per beneficenza, sono solo gruppi di donne brutte o stupide organizzazioni antisessiste».
Spiace per McNamara, ma a dispetto della sua teoria in Spagna, nazione dove il calendario è stato venduto molto visto che i proventi andavano alla «Debra» (fondazione benefica spagnola impegnata nella lotta contro l’epidermolisi bollosa), sono scese in campo le associazioni delle casalinghe, chiedendo il ritiro immediato dal commercio del calendario. L’accusa? Sessismo. Stessa storia in Inghilterra, dove una pubblicità della Ryanair molto simile alle foto del calendario (ragazza in reggiseno e dito in uno slip. Slogan: «Tariffe, e assistenti di volo, calde») ha scatenato un putiferio: l’Autorità per gli standard nella pubblicità sta indagando sulle denunce ricevute sempre per sessismo.
E in Italia, dove la pubblicità sul sito è stata particolarmente ammiccante («Tariffe bollenti e hostess piccanti». Con ragazza in slip e reggiseno, e accanto il prezzo stracciato di un volo)? Zero assoluto. Se non una presa di posizione del sito per donne viaggiatrici «Permesola», ideato dalla giornalista Daniela de Rosa, che ha invitato a boicottare i voli Ryanair. La compagnia, tra l’altro, ha puntato moltissimo sul mercato italiano. Come? A novembre, per lanciare il calendario, ha trovato il giusto testimonial inconsapevole del suo spot: Berlusconi. Titolo: «Silvio, scappa con noi». Nelle ore in cui il governo traballava, sul sito web della compagnia aerea irlandese all’ex premier veniva offerta «un’altra occasione per scappare»: voli di sola andata da 9,99 euro da prenotare entro la mezzanotte di giovedì.
E le hostess della Ryanair? Tutte felici di apparire come oggetto, esplicito e in slip, del desiderio? Non tutte. Una di loro, pseudonimo Ghana, ha fondato il gruppo «Cabin Crew against sexism» (assistenti di volo contro il sessismo) e ha lanciato una petizione in rete che ha già raccolto 9mila firme.
Spiegando: «Sono un membro del personale di volo, amo il mio lavoro e lo prendo seriamente. I miei colleghi, molti dei quali sono uomini, lavorano duramente insieme a me per garantire la sicurezza dei nostri passeggeri. La sicurezza è la nostra priorità, non la marca dei nostri slip».
Più o meno la frase che la Christina Ricci/hostess nella serie tv Pan Am dice a un cliente che aveva allungato le mani su di lei:
«Non sono inclusa nel prezzo del suo biglietto, signore».
Ma rischia di sembrare roba da signorine d’altri tempi, purtroppo.
Possibile che a nessuno sembri strano che una dipendente di una compagnia aerea si spogli e mostri il «lato b»? O si presti a pubblicità che evocano atmosfere da siti a luci rosse? Possibile che la parola sessismo non dica proprio niente a nessuno, con buona pace di McNamara?
Fonte: Repubblica 03/01/12
In ogni caso, tutta pubblicita' per la compagnia...