Dal "Corriere del Veneto" di oggi
Canova al Tar, a rischio
un quarto dei voli
La Via li limita a 16.300, erano 20mila nel 2010. Col taglio l’hub di Ryanair può saltare
TREVISO — E' il giorno dell’aeroporto Canova: il Tar esaminerà il ricorso del comitato e le ragioni di Save. Ma se nei mesi scorsi l’ago della bilancia sembrava pendere decisamente verso la società che gestisce gli aeroporti di Treviso e Venezia, ora è tutto molto più incerto. Sono in gioco il numero di voli annui concessi al Canova e l’affare Ryanair, che voleva portare nella Marca il proprio hub. Tutto appeso a un filo. Il ricorso al Tar del Comitato contro l’ampliamento fermò i lavori di messa in sicurezza della pista perché condotti in assenza di Via (valutazione di impatto ambientale). L’intervento invece proseguì fino a completamento, Save e AerTre ottennero il via libera del tribunale perché i lavori non richiedevano tale documento. Sull’esito dell’incontro di oggi le società si dimostravano serene. Ma c’è un tetto massimo di voli stabilito per il Canova, e il tribunale oggi valuterà anche questo parametro che, il comitato continua a ribadire, non viene rispettato. La soglia è di 16.300 voli annui: a Treviso sono molti di più, come riporta l’associazione degli aeroporti italiani. Nel 2010 il totale fu di 20.588 voli, ce ne sono 4mila che non tornano nei conti. Praticamente, un volo su quattro. Mensilmente si passava dai 1.403 di gennaio ai 2.092 di luglio, punta massima. Per quanto riguarda il 2011, il trend era ancora in aumento.
A gennaio i voli erano stati 1.565, a febbraio 1.570 (erano 1.422 nel 2010), a marzo 1.878 (erano 1.526 l'anno precedente) e così via, fino a maggio. Poi lo stop fino al 5 dicembre, e l’impossibilità di fare una statistica sull’incremento di voli, ma era già evidente l’intenzione di Aertre e Save di potenziare lo scalo. Se il tribunale confermerà il tetto di 16.300 voli annui, tutta la programmazione futura rischia di venire vanificata. La seconda incognita sullo scalo di Marca risponde al nome di Ryanair. La compagnia low cost aveva annunciato di voler portare a Treviso il proprio hub, deposito degli aerei, e di volerlo fare proprio a partire dal 2012. Ma se il Tar riporterà sotto la soglia il numero di voli consentiti, quindi negando la possibilità di ampliamento come previsto dal piano quarantennale, il rischio ripensamento sarà quasi una certezza. Non solo. Il Canova non è un aeroporto con orario continuato, si ferma nelle ore notturne (da mezzanotte alle 6 del mattino) e interni a Save riferiscono di un’incertezza da parte di Ryanair proprio dettata da questo buio di sei ore, che impedirebbe di avere un servizio h24 come in altre strutture. La terza incognita è, appunto, il comitato, che ha portato il caso Canova al parlamento europeo per tramite dell’eurodeputato Idv, Andrea Zanoni: con un’interrogazione solleciterà le autorità ad intervenire in merito alla mancata presentazione della Via (obbligatoria ai sensi di legge e per direttiva comunitaria). «Vengono continuamente violate le norme che regolano lo sviluppo aeroportuale - spiega il presidente del comitato Dante Faraoni -, chiediamo garanzie per la salute, sicurezza e rispetto delle aree di tutela ambientale».
Silvia Madiotto
19 gennaio 2012