Trasporto aereo, gli Usa dicono addio ai radar. Arriva il Gps


giova-

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18 Febbraio 2008
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Con il progetto NextGen i piloti saranno assistiti da navigatori di bordo alla stregua dei veicoli stradali: le informazioni in real time permetteranno atterraggi più veloci e meno consumo di carburante
Radar addio, benvenuto Gps. Dopo oltre 60 anni gli Stati Uniti, con il programma NextGen, elaborato e gestito dalla Faa (Federal Aviation Administration) - si apprestano a dire addio alle vecchie stazioni di controllo per fare spazio al Global Positioning System che permetterà agli aerei di viaggiare con maggiore sicurezza e consumando meno carburante. Secondo gli esperti l’iniziativa rappresenta una svolta epocale in grado di creare "un nuovo modello di traffico aereo che sarà valido almeno per i prossimi 75 anni".

L'idea alla base del NexGen è semplice: installare nella cabina di comando un impianto Gps, mettendo il pilota nelle condizione di guidare il velivolo alla stregua di un’automobile in grado di selezione il percorso migliore, di avvistare in autonomia perturbazioni e, infine, di prepararsi per l'atterraggio solamente a pochi chilometri dalla pista e non – come accade ora - con mezz’ora di lenta discesa, dispendiosa in termini di carburante.
Oggi negli Stati Uniti si contano 50mila rotte giornaliere che corrono lungo corridoi fissi, sorvegliati a terra da 15 mila stazioni radar.

Entro l’estate il progetto il Parlamento dovrà dare il via libera. Le Camere stanno valutando se e come coprire i 22 miliardi di dollari necessari per renderlo pienamente operativo entro il 2020. Una spesa consistente, cui si devono sommare i 20 miliardi di dollari di investimenti a carico delle compagnie private, da qui al 2025.


6 luglio 2011di F.Me.

http://www.corrierecomunicazioni.it...o_gli_usa_dicono_addio_ai_radar_arriva_il_gps








Sicuri e veloci senza radar
Sugli aerei arriva il Gps
Il piano all'esame del Congresso americano
In volo Velivoli guidati come auto. E gli atterraggi saranno più rapidi

Sicuri e veloci senza radar
Sugli aerei arriva il Gps

Il piano all'esame del Congresso americano




NEW YORK - Il progetto «radar addio» è praticamente pronto. Le vecchie stazioni di controllo, dopo sessant'anni di servizio, potrebbero essere già smantellate o trasformate in reperti di archeologia industriale. Gli aerei sarebbero già in grado di viaggiare guidati dai segnali satellitari del Gps, spostandosi con maggiore sicurezza e consumando meno carburante.


È il programma NextGen, messo a punto e gestito dall'Agenzia federale sul trasporto aereo (la Faa, Federal Aviation Administration). Secondo gli esperti rappresenta una svolta epocale, in grado di plasmare un nuovo modello di traffico aereo per i prossimi 75 anni. Il piano, però, affronta proprio in questi giorni un passaggio difficile, forse decisivo. Il Parlamento americano sta valutando se e come coprire i 22 miliardi di dollari necessari per renderlo pienamente operativo entro il 2020. Una spesa consistente, cui si devono sommare i 20 miliardi di dollari di investimenti a carico delle compagnie private, da qui al 2025.
Il punto è che lo scontro tra democratici e repubblicani sul bilancio (meno spese o più tasse?) vive la sua fase più aspra e nessuna voce, nessun intervento pubblico può considerarsi al sicuro. Il risultato è doppio: a Washington le lobby industriali stanno intensificando le pressioni su deputati e senatori, mentre diverse compagnie hanno rallentato l'installazione della nuova strumentazione di bordo.
Ancora oggi negli Stati Uniti le 50 mila rotte giornaliere corrono lungo corridoi fissi, sorvegliati a terra da 15 mila stazioni radar (erano solo 15 nel 1951). Ogni aereo attraversa questa ragnatela, affidandosi alle istruzioni e ai segnali in arrivo dalle torri di controllo. L'idea del NexGen è semplice quanto lo sono le vere rivoluzioni: montare in cabina un impianto Gps, «liberando» il pilota dai radar, mettendolo in condizione di guidare il velivolo quasi fosse un'auto in grado di scegliere la strada migliore, quella più corta o meno affollata; di avvistare con largo anticipo le «perturbazioni» e di prepararsi per l'atterraggio a pochi chilometri dalla pista e non con venti minuti di discesa lenta e dispendiosa.


Oggi il comandante «vede» solo la striscia di cielo che si apre davanti al lunotto, non conosce la posizione degli altri aerei e quindi mantiene ampi margini di movimento. Certo, il cielo «navigabile» è grande, ma non infinito. Specie se le previsioni segnalano, solo per gli Stati Uniti, un aumento del traffico di circa il 30% nei prossimi dieci anni. Del resto «l'effetto Gps» è già stato sperimentato da alcune compagnie. La Alaska Arlines lo usa per gli atterraggi nel difficile scalo di Juneau, affossato tra le montagne e spesso nascosto dalla nebbia. Ebbene i portavoce della compagnia, citati dal Washington Post, sostengono che senza il Gps lo scorso anno avrebbero dovuto cancellare 729 voli.
Gli americani detengono una quota del 40% del traffico mondiale e vogliono essere i primi a entrare nell'epoca del post-radar. Ma questa volta gli europei sono pienamente in corsa. Nel marzo scorso è stato presentato il sistema di potenziamento satellitare «Egnos» e si continua a lavorare al progetto «Galileo». Tanto che le lobby ripetono ai politici di Washington: attenti, rischiamo di farci sorpassare.

Giuseppe Sarcina

http://www.corriere.it/scienze_e_te...ci_35581676-a793-11e0-80dd-8681c9f51334.shtml