Elisio Trevisan
«Eagles airlines senza risorse»
L'ex ad spiega il suo addio: «Non c'erano capitali per garantire lo sviluppo»
«Me ne sono andato perché non c'erano le risorse necessarie per andare avanti». Mauro Calvano, ex
comandante che ha lavorato per Lauda Air e altre compagnie europee oltre che per i voli umanitari delle
Nazioni Unite, un paio di mesi fa si è chiuso la porta alle spalle, senza clamori, e ha lasciato Eagles Airlines -
la compagnia aerea diventata in questi giorni "Prima" - che aveva messo in piedi l'anno scorso, assumendo
70 persone, per farla diventare una compagnia regionale con base l'aeroporto di Tessera. Lo abbiamo
cercato per capire qualcosa di più della vicenda, dopo che Enac da maggio ha reso operativa la disposizione
802, il che significa che Eagles Airlines può operare solo se paga volo per volo; questo perché i saldi
nell'ultimo periodo erano stati effettuati a singhiozzo. Il presidente Antonino Giordano (della Giordano
Immobiliare di Messina, socio in questa impresa con Ancv di Mira e altri imprenditori siciliani del settore real
estate e costruzioni edili), alcuni giorni fa aveva spiegato al nostro giornale che «la compagnia ha superato
l'inverno» e che «ora stiamo rivedendo la strategia, e abbiamo aperto il settore dei charter, in modo da
rendere la società più stabile». Il gruppo, infatti, deve intervenire su quasi due milioni di debiti e 9 di perdita di
gestione. Il rilancio è stato affidato al nuovo amministratore delegato, Getano Intrieri, che ha lavorato in
Alitalia, nella statunitense NorthWest e nell'italiana Gandalf (fallita nel 2004); nel 2008, come amministratore
delegato della piccola compagnia Club Air, era tra i soggetti che si erano proposti per il salvataggio di Alitalia;
ma Club Air è fallita, come Italia Tour Airlines, avviata assumendo parte dei dipendenti della defunta Club Air;
mentre ad ItAli Airlines, ultimo incarico di Intrieri prima di sbarcare in Eagles Airlines, lo scorso marzo Enac
ha sospeso la licenza di trasporto aereo. Sotto la sua guida Eagles Airlines cambia nome (anche perché la
sentenza sul fallimento di Alpi Eagles ha imposto di togliere dal nome le "aquile"), diventa "Prima
aerotrasporti italiani", e volerà soprattutto su Malpensa e Verona, riducendo quasi del tutto la presenza su
Venezia. Comandante Calvano, che significa che mancavano le risorse per andare avanti? «Non c'erano i
capitali per garantire lo sviluppo in base al piano industriale che avevo presentato al ministero dello Sviluppo
economico e all'Enac, e mancavano anche i soldi per pagare i fornitori. Io ci mettevo la faccia firmando gli
ordini, poi la società continuava a rinviare la copertura degli acquisti, ero stanco di avere i creditori che
continuavano a chiedermi ragione dei ritardi». Che cosa prevedeva il piano industriale? «Di partire con uno
step di 5 milioni di euro per acquistare i primi 4 o 5 aerei Fokker 100, e creare così una massa critica in grado
di generare contante necessario alla seconda fase. Dieci milioni per diventare una vera compagnia regionale
con 8 o 10 aerei, tra Fokker e Superjet». Otto o dieci aerei a regime, quanti ne ha Eagles Airlines oggi? «Ne
ha due, due Fokker 100, e così è impossibile pianificare uno sviluppo». Il capitale sociale iniziale era di 5
milioni di euro; lo scorso dicembre, quando presentaste la compagnia in aeroporto a Tessera, erano stati
versati 2 milioni, e alcuni giorni fa il presidente Giordano ha assicurato che «oggi sono stati versati quasi tutti»
anche se «nuovi soci non sono entrati». Già a dicembre lei aveva lamentato la freddezza con la quale banche
e imprenditori locali avevano accolto la nuova compagnia. Per arrivare al capitale previsto dal suo piano
industriale mancano ancora più di 5 milioni di euro. «Sì, e Enac ha dato fiducia all'iniziativa perché aveva
giudicato credibile quel piano di sviluppo».
«Eagles airlines senza risorse»
L'ex ad spiega il suo addio: «Non c'erano capitali per garantire lo sviluppo»
«Me ne sono andato perché non c'erano le risorse necessarie per andare avanti». Mauro Calvano, ex
comandante che ha lavorato per Lauda Air e altre compagnie europee oltre che per i voli umanitari delle
Nazioni Unite, un paio di mesi fa si è chiuso la porta alle spalle, senza clamori, e ha lasciato Eagles Airlines -
la compagnia aerea diventata in questi giorni "Prima" - che aveva messo in piedi l'anno scorso, assumendo
70 persone, per farla diventare una compagnia regionale con base l'aeroporto di Tessera. Lo abbiamo
cercato per capire qualcosa di più della vicenda, dopo che Enac da maggio ha reso operativa la disposizione
802, il che significa che Eagles Airlines può operare solo se paga volo per volo; questo perché i saldi
nell'ultimo periodo erano stati effettuati a singhiozzo. Il presidente Antonino Giordano (della Giordano
Immobiliare di Messina, socio in questa impresa con Ancv di Mira e altri imprenditori siciliani del settore real
estate e costruzioni edili), alcuni giorni fa aveva spiegato al nostro giornale che «la compagnia ha superato
l'inverno» e che «ora stiamo rivedendo la strategia, e abbiamo aperto il settore dei charter, in modo da
rendere la società più stabile». Il gruppo, infatti, deve intervenire su quasi due milioni di debiti e 9 di perdita di
gestione. Il rilancio è stato affidato al nuovo amministratore delegato, Getano Intrieri, che ha lavorato in
Alitalia, nella statunitense NorthWest e nell'italiana Gandalf (fallita nel 2004); nel 2008, come amministratore
delegato della piccola compagnia Club Air, era tra i soggetti che si erano proposti per il salvataggio di Alitalia;
ma Club Air è fallita, come Italia Tour Airlines, avviata assumendo parte dei dipendenti della defunta Club Air;
mentre ad ItAli Airlines, ultimo incarico di Intrieri prima di sbarcare in Eagles Airlines, lo scorso marzo Enac
ha sospeso la licenza di trasporto aereo. Sotto la sua guida Eagles Airlines cambia nome (anche perché la
sentenza sul fallimento di Alpi Eagles ha imposto di togliere dal nome le "aquile"), diventa "Prima
aerotrasporti italiani", e volerà soprattutto su Malpensa e Verona, riducendo quasi del tutto la presenza su
Venezia. Comandante Calvano, che significa che mancavano le risorse per andare avanti? «Non c'erano i
capitali per garantire lo sviluppo in base al piano industriale che avevo presentato al ministero dello Sviluppo
economico e all'Enac, e mancavano anche i soldi per pagare i fornitori. Io ci mettevo la faccia firmando gli
ordini, poi la società continuava a rinviare la copertura degli acquisti, ero stanco di avere i creditori che
continuavano a chiedermi ragione dei ritardi». Che cosa prevedeva il piano industriale? «Di partire con uno
step di 5 milioni di euro per acquistare i primi 4 o 5 aerei Fokker 100, e creare così una massa critica in grado
di generare contante necessario alla seconda fase. Dieci milioni per diventare una vera compagnia regionale
con 8 o 10 aerei, tra Fokker e Superjet». Otto o dieci aerei a regime, quanti ne ha Eagles Airlines oggi? «Ne
ha due, due Fokker 100, e così è impossibile pianificare uno sviluppo». Il capitale sociale iniziale era di 5
milioni di euro; lo scorso dicembre, quando presentaste la compagnia in aeroporto a Tessera, erano stati
versati 2 milioni, e alcuni giorni fa il presidente Giordano ha assicurato che «oggi sono stati versati quasi tutti»
anche se «nuovi soci non sono entrati». Già a dicembre lei aveva lamentato la freddezza con la quale banche
e imprenditori locali avevano accolto la nuova compagnia. Per arrivare al capitale previsto dal suo piano
industriale mancano ancora più di 5 milioni di euro. «Sì, e Enac ha dato fiducia all'iniziativa perché aveva
giudicato credibile quel piano di sviluppo».