Appena scesi dallo Shinkansen (e dopo quasi tre ore in piedi o appoggiati alla meno peggio) ci gettiamo nel ventre di Tokyo con la speranza di raggiungere in breve tempo il nostro hotel.
Metro e servizi ferroviari locali funzionano benissimo, ma l'approccio non è dei più intuitivi soprattutto considerato che i gestori del servizio sono sostanzialmente 3 (JR, TOEI e Tokyo Metro) e, ad eccezione di un abbonamento omnicomprensivo decisamente da salasso, non c'è la possibilità di utilizzare i rispettivi servizi con un unico biglietto.
Per fare un esempio, può capitare di scendere a una data stazione della metro da un treno della TOEI e dover acquistare un altro ticket per prendere un convoglio della Tokyo Metro.
La linea che dobbiamo prendere dalla stazione di Tokyo è la Maranouchi Line che ci conduce, per fortuna senza cambi, sino alla fermata di Nishi-Shinjuku, esattamente di fronte al nostro Hotel, il Rose Garden Shinjuku.
Scopriremo in seguito che tanto è facile accedere all'hotel utilizzando questa stazione, quanto diventa invece periglioso finendo nella vicinissima (e collegata) megastazione di Shinjuku, un labirinto fatto di decine di uscite, indicate in maniera decisamente poco chiara.
Di solito quando si esce da una stazione sotterranea si sceglie quale uscita prendere e dove andare.
A Shinjuku no.
Il riuscire a guadagnare l'aria aperta costituisce già di per sé una conquista, arrivare addirittura a scegliere dove uscire credo sia difficile anche per gli stessi utilizzatori quotidiani della stazione.
Il bello è che a seconda di quale uscita si scelga (o a seconda di quale uscita ti scelga), può capitare di finire a chilometri di distanza, una cosa infernale (senza considerare le mille uscite che invece conducevano direttamente a centri commerciali o negozi vari).
Daltronde la stazione di Shinjuku è la più trafficata al mondo con 3 milioni e 400 mila utenti AL GIORNO. (fonte Wikipedia, ma decisamente credibile...)
Insomma, una o due volte lì ci siamo persi...
Arriviamo comunque, almeno per la prima volta, senza alcun intoppo in hotel intorno alle sei di sera.
Hotel OK, ci siamo trovati molto bene.
Bagno super automatizzato, disinserisco subito l'intollerabile riscaldamento alla tavoletta.
I giorni a Tokyo scorrono veloci, per non annoiare troppo andrò in maniera meno analitica rispetto a Kyoto, anche perchè la capitale è una destinazione più conosciuta e già oggetto di ottimi racconti sul forum. (tra le righe, sono già provato dallo scrivere TR!

)
In generale, come mia personalissima impressione, posso dire che Tokyo non mi ha entusiasmato, anche se effettivamente per molti aspetti è entusiasmante.
Provo a spiegarmi.
E' una distesa di suoni, rumori, casino, cose da fare\vedere\mangiare pari a 1.000 volte Manhattan messa assieme, si trova qualsiasi cosa immaginabile, c'è gente in giro 24 ore al giorno, tanta, ma a mio parere non si avverte un centesimo dell'anima di NYC.
E' tutto talmente troppo che diventa quasi assordante, si viene sopraffatti da una tale massa di stimoli che pare a un certo punto di essere dentro un vortice del quale si ha difficoltà a trovare il bandolo.
La gente pare completamente assorta nel proprio mondo, nonostante l'orda di stimoli coi quali è bombardata.
Nei vagoni della metro di altre grandi città si vedono visi di persone stanche, che leggono, qualcuna che usa un i-qualcosa, ma non ho mai visto volti di persone estraniate come a Tokyo: pare che tutto ciò che esiste intorno sia un di più, un accessorio, mentre l'ottanta percento delle persone di ogni fascia di età affonda senza alcuna interazione con il mondo esterno il naso nel proprio smartphone.
Prendete queste mie come impressioni affrettate e istintive, ma non credo che una persona che non c'è nata riuscirebbe ad abituarsi a vivere stabilmente lì.
Un po' di foto.
Shinjuku.
Gelateria Grom, una delle mie preferite a Genova, anche a Tokyo il gelato era squisito e avevo proprio voglia di riassestarmi un po' la bocca (anche se a peso d'oro).
Pranzo, sempre in zona Shinjuku.
Il cibo è l'unica cosa a buon mercato (ovviamente accontentandosi, c'è la possibilità di arrivare alle stelle, intese sia nel senso di Michelin che nel senso di conto).
Tutto il resto è decisamente caro, e in particolare tutto ciò che è moda Europea o comunque non Asiatica.
Ho visto piumini e borse di grandi firme Italiane a oltre 4 volte il prezzo che si vede da noi, capisco perchè i Giapponesi vengono qui a fare shopping selvaggio.
Il quartiere che ho più amato è senz'altro quello di Shibuya, una zona di grande impatto, iperaffollata, ma al tempo stesso che presenta angoli più tranquilli e a misura d'uomo.
Il famoso crossroad di Shibuya di prima mattina, non ancora preso d'assalto.
Scorci di Shibuya.
Curiosi segnali stradali, testimoni dell'amore dei Giapponesi per tutto quanto abbia a che fare con un immaginario e un'iconografia giocosa e bambinesca.
E' forte il contrasto tra il rigore e seriosità dei Giapponesi e il loro animo infantile.
E' sufficiente guadare dieci minuti di TV la sera per rendersi conto di quello che voglio intendere, sembra veramente di guardare Mai dire banzai!
Per gli amanti del genere, Disney Store.
Una sera andiamo in cima al Metropolitan Government Building, e la vista che si apre a 360 gradi è impossibile da descrivere, una distesa di grattacieli e luci infinita a perdita d'occhio, veramente impressionante.
Questa foto rende poco o niente.
Tokyo Tower vista da Rappongi (quartiere che mi ha particolarmente deluso).
Il tempo è stato molto molto bello.
Qui siamo a Ginza.
Ginza è una zona piacevole da girare, con grandi magazzini, splendidi e molto sparkling, oltre al consigliatissimo Sony Center con le ultime diavolerie elettroniche.
Devo però dire che secondo me i vari quartieri (o sarebbe meglio dire le varie città conglobate nella grande Tokyo) non hanno un'anima e un'identità forte che le caratterizzi, tutto è molto simile.
Le distanze sono enormi e per muoversi le soluzioni migliori sono la metro e la linea della JR Yamanote, che compie un periplo tutto intorno alla parte centrale della città, toccando tutti i quartieri più importanti.
Una linea compie il giro in senso orario, l'altra il contrario.
In alcune ore della giornata la presa d'assalto ai mezzi pubblici fa impressione, ma la frequenza del servizio (sulla Yamanote nelle ore di punta passa un treno quasi ogni minuto) rende comunque il traffico fluente.
Il quartiere di Akihabara, detto anche Electronic Gai, è il quartiere dell'elettronica, decine e decine di meganegozi che vendono tutto ciò che ha a che fare con la tecnologia, dall'ultima videocamera 3D ai cavi scart.
Casino a livelli massimi, impossibile da rendere a parole.
Nelle zone limitrofe rispetto alle stazioni ci sono tre presenze, assolutamente costanti:
1)Locali di yakitori, dove i pendolari bevono una birra e mangiano uno spiedino alla griglia prima di tornare nei sobborghi;
2) Locali di massaggi erotici, striptease e annessi, dove i pendolari si sollazzano dopo aver bevuto una birra e mangiato uno spiedino, prima di tornare a casa;
3)Ultimo, ma non ultimo, le immancabili sale del pachinko, dove i pendolari si recano come terza tappa della trafila iniziata con la birra.
Le sale pachinko sono dei luoghi enormi, vari piani, dove si gioca con delle specie di slot machines che funzionano invece che a gettoni con delle sfere di ferro.
Il tutto condito da musica a manetta, rumori e luci di ogni genere.
Un modo di estraniarsi dalla realtà: le persone (e sono veramente tante) che rimangono ammaliate di fronte a queste macchine infernali hanno uno sguardo vacuo, paiono quasi in trance.
Altra attività tipica dei tantissimi pendolari è quella di leggere nelle librerie di straforo, in piedi, interi fumetti.
In tanti giorni a Tokyo non ho trovato invece un'edicola o un qualche luogo che vendesse quotidiani internazionali, pare non usino.
Mangiamo spesso in una catena di fast food, il Mos Burger, che ci piace particolarmente, simpatico anche il motto: Go Go Asia!
Una mattina decidiamo di visitare il celebre mercato del pesce di Tsukiji, ma senza assistere all'asta del tonno chiusa in questo periodo ai turisti.
Luogo affascinante, un po' decadente, sicuramente pericoloso visti i mille carretti che girano stile gara di kart.
Approfittiamo per fare un giro nella zona della baia di Tokyo, area residenziale di gran club level.
Ho curiosato su internet i prezzi degli appartamenti in questo grattacielo, si parte per sessanta metri quadri a un piano basso da qualche milione di dollari.
Non troviamo in zona nessun posto per fare colazione e saccheggiamo il supermercato posto al piano terra della torre residenziale, compiendo l'atto sacrilego di mangiare su di una panchina contornata da cartelli di divieti di ogni genere.
In mezzo a palazzi e contropalazzi qualche testimonianza di un passato che non vuole essere sradicato.
Zona porto, si vedevano le partenze da Haneda.
Nave scuola della facoltà di bilologia marina dell'Università di Tokyo, più o meno come da noi.
Giardino imperiale, niente di particolare.
Grattacieli di Shinjuku, vicino all'hotel, di sera e di giorno.
Veramente belli, ne sono rimasto rapito.
Facciamo un giro a Ueno, col suo parco .
In primavera con la fioritura dei ciliegi deve essere veramente spettacolare.
Ci sono cartelli che vietano l'accapparramento dei posti sotto gli alberi quando c'è la fioritura, leggevo al mio rientro che è usanza delle aziende locali quella di mandare i neo assunti a occupare le postazioni migliori sino dall'alba.
Vicino al parco di Ueno si trova il mercatino di Ameyayokocho, un concentrato di paccottiglia cinese incredibile!
Visitiamo anche il quartire di Harajuku, dove di sabato pomeriggio c'è veramente una ressa incredibile, ma non incontriamo le famose Harajuku girls, anche se di gente un po' stramba in giro ce n'è parecchia.
In compenso posso dire che la stragrande maggioranza delle ragazze che girano per Tokyo sono vestite in modi che da noi sono soliti solo in discoteca, e se si lavora come cubista.
Per chi fosse incuriosito consiglio in particolare un giro al negozio Shibuya 109, proprio dal famoso incrocio.
Cambiando genere, carrellata di vetrine di ristoranti con le riproduzioni perfette in plastica dei cibi in vendita.
Dopo sei giorni a Tokyo viene l'ora di rientrare.
La mia grande passione per il verde non mi fa resistere dal comprare una bellissima pianta che è presente un po' dappertutto in Giappone, con le foglie e bacche rosse.
Escogito una sorta di simulacro unendo due bottiglie di plastica per farle affrontare il volo in stiva.
Il trasporto eccezionale riesce alla grande e ora la pianta mi sorride quotidianamente dal terrazzo di casa mia!
Abbiamo il volo in partenza da Narita non particolarmente presto, alle 10.00, ma considerata la mia paranoia di perdere l'aereo prendiamo il primo NEX della giornata alle 5.55.
Il viaggio da Shinjuku è lunghetto, quasi un'ora e mezza.
Bellissimo poster che testimonia l'amore dei Giapponesi per i treni.
Comfort a bordo ai massimi livelli, schermi che, tra le altre cose, indicano il terminal dei vari voli.
Paesaggi fuori Tokyo di primissima mattina.
Le foto del viaggio di ritorno sono pochine vista la mia stanchezza, cercherò di rimediare con la descrizione.
Qui la zona check in Alitalia, accettavano sia il volo del mattino che quello del pomeriggio sempre per FCO.
Personale molto gentile, viene distribuita una targhetta AZ da appiccicare ai colli imbarcati.
Ci vengono assegnati i posti preselezionati, ovvero un 16 L e 16 K, sempre in Y.
Il Terminal 1 da cui vola Alitalia si presenta decisamente poco affollato, sbrighiamo la sicurezza in un amen e facciamo un giretto.
I negozi sono pochissimi così come le aree di ristorazione, facciamo colazione con un meraviglioso Mont Blanc che i Giapponesi paiono adorare, e un tramezzino con il maiale fritto.
Nel satellite da cui imbarchiamo parte oltre a noi solamente un AA per Guam, pieno di vacanzieri.
Questa volta si viaggia su EI-DBM “Argentario”.
Una curiosità sulla procedura di partenza da NRT: dopo il decollo e la prima parte di salita ci siamo stabilizzati per una mezz'ora abbondante sui 2.000 metri, per poi continuare in un secondo momento l'ascesa in quota.
E' una procedura tipica di uscita dallo spazio aereo di NRT?
Il LF non è granchè, siamo all'incirca sul 70% “nelle retrovie” (cit.) e vuoto assoluto davanti.
Nonostante non ci sia nessun pax di J il servizio non è all'altezza di quello dell'andata, anzi ci sono un paio di AV che si rapportano ai passeggeri Giapponesi in maniera secondo me poco simpatica, sorridendo, ma al tempo stesso “prendendoli in giro” in Italiano.
Non si fa così.
Il triplo si presenta ben tenuto, PVT funzionante tutto il tempo, volo liscio come l'olio.
Non dormo nemmeno un minuto neanche questa volta, ma come ogni ritorno che si rispetti il tempo passa più velocemente rispetto che all'andata.
Dopo i taralli e una cosa da bere appena seduti, passa poco dopo il pranzo, abbastanza buono, in particolare la carne.
A circa metà volo viene servito un piccolo panino con prosciutto e formaggio.
Niente da sgranocchiare questa volta nel piccolo open bar di coda, peccato, già pregustavo una bella mangiata di biscotti al cocco!
Facciamo una rotta decisamente più a nord che all'andata, superiamo abbondantemente il circolo polare artico e reiniziamo a scendere sulla Finlandia, passando proprio sopra Lapperanta.
Quando siamo oramai quasi in Italia arriva una merenda molto buona.
Devo dire che il catering di Y già così non è malvagio, l'ulteriore miglioramento di cui si parla sarà comunque ben gradito!
L'arrivo a Fiumicino è traumatico, dopo dieci giorni di rigoroso ordine si torna al tipico caos organizzato di queste latitudini.
Pessimo sbarco con il bus e controllo di sicurezza appena arrivati tanto inutile quanto lungo.
Sono aperti solo due varchi e ci sono tanti pax che fremono vedendo sfuggire le proprie connessioni.
Dimentico di togliere orologio e monetine dalla tasca, suono, vengo fatto ripassare dopo che l'addetto modifica il settaggio della macchina e non suono più.
Non colgo l'utilità di tutto ciò.
Il personale è poi oggettivamente maleducato, ma non voglio ergermi a censore dei mores e la smetto qui di mugugnare!
Un paio d'ore di attesa in una Fiumicino abbastanza affollata (è domenica pomeriggio) e ci imbarchiamo intorno alle 18 sul meraviglioso Ottantone I-DANG “Benevento”.
Siamo in una delle prime file e il comfort acustico è mille volte meglio di un qualsiasi A32x, un po' fastidiosa invece la pressurizzazione, non so se è solo una mia impressione.
Equipaggio di cabina stellare, anche per un volo così breve è un immenso piacere avere a che fare con persone di così grande cortesia.
LF decisamente alto, eravamo praticamente a tappo.
Chiedo scusa ma non ho foto dell'ultima tratta poiché le energie mi stavano abbandonando, con il fuso per noi iniziava a essere notte fonda.
Atterraggio con circle to landing da cinema per la 11, a un certo punto credo che se avessi sporto la mano dal finestrino avrei toccato la ciminiera delle navi in rada: l'approccio su GOA è sempre uno spettacolo unico!
Consegna bagagli rapida (c'è solo il nostro volo in arrivo) e via a casa.
No comment sul mio stato la mattina al lavoro!
Grazie a tutti per aver letto questo spennacchiato TR e una dose sconfinata di complimenti per tutti gli autori dei TR seri che popolano questo forum, è veramente un lavorone!