Ora ti sorbisci un pippone...

Io sono figlio di coppia mista. Non per questo, però, ho scelto il termine "bannati". Mi inacidisco un po' quando si critica con pedante superficialità il mio modo di scrivere (che è stato apprezzato da schiere di accademici e qualche giornalista piuttosto noto).
Vedi, caro Vincenzo, se perdessi meno tempo a cercare errori e ne investissi di più a cercare di capire, scopriresti che l'utilizzo del termine "bannati" è voluto, non dovuto a scarsa proprietà o carente affetto per il lessico nostrano.
Vincenzo, mi piace un tipo di metafora che in italiano non ha nome: in inglese si chiama
conceit. E' una metafora complessa nella quale si creano associazioni vaghe fra due argomenti, discipline o temi assolutamente diversi. Un modo di creare queste relazioni metaforiche è l'utilizzo di un vocabolo proprio di una disciplina in un contesto diverso.
Ti faccio un esempio (tratto dalla mia tesi di dottorato):
L'utilizzo dei termini "casistica" e "sintomatologia", oltre alla ripetizione (in altre parti del testo non citate) del termine "eziologia", vuol creare un'associazione con la medicina: eziologia, casistica, sintomatologia sono particolarmente utilizzati nelle scienze mediche - l'utilizzo recidivo di lemmi propri della medicina nell'introduzione a un testo di storia serve a veicolare linguisticamente il messaggio di quel testo, cioè che la storiografia della guerra fredda è in difficoltà. Chiaro?
Perché, dunque, ho scritto "bannati i ritardi"? Perché siamo in un forum su internet, non all'Accademia della Crusca, del riso o del grano duro: "ban" e "bannato" appartengono ormai al linguaggio italiano dello spazio che ci ospita.
Ban richiama il gesto più o meno arbitrario (ma comunque di scarsa importanza) dell'amministratore pedante di un forum, mentre "divieto" o "bandito" richiamano un atto pubblico ufficiale. Essendo il tema -
pardon, il
topic - del
thread piuttosto
light, ho ritenuto opportuno deponteziare il termine "divieto" (che sarebbe stato fuorviante) utilizzandone la versione inglese che nella lingua italiana ha un'accezione meno grave.